In media una volta al bimestre veniamo in contatto (direttamente o indirettamente) con qualche richiesta di "lezioni private" di Aikido: un fenomeno quindi non molto frequente, ma che merita - a quanto pare - i suoi 5 minuti di gloria ed interesse.
Coloro che si informano in merito alla possibilità di frequentare lezioni private appartengono a categorie professionali e sociali molto eterogenee.
C'è l'imprenditrice divorziata con figli a carico, che è rimasta impressionata da ciò che ha letto sulla filosofia dell'arte... e che quindi frequenterebbe volentieri un corso, solo che di sera deve fare la mamma e le sarebbe impossibile uscire di casa.
C'è il portatore di un lieve handicap fisico, che ritiene difficile per le sue caratteristiche frequentare con un gruppo regolare, quindi si informa sulla possibilità di prendere qualche lezione "mirata" alle sue specifiche esigenze e possibilità.
C'è l'appartenente alle Forze dell'Ordine, che molto volentieri frequenterebbe i corsi serali, ma fa un sacco di turni, dagli orari sempre incerti, quindi suppone che la sua regolarità di frequenza vacillerebbe parecchio... quindi si informa in merito ad eventuali "lezioni private"...
... e questi non sono che gli ultimi tre esempi di richieste che abbiamo direttamente ricevuto in Redazione.
Ovvio che qui non ci troviamo in Giappone e non siamo nell'epoca e nel contesto socio-culturale nel quale l'Aikido è stato coniato: in occidente pensiamo che tutto posa esserci cucito addosso su misura, tipo abito da sarta, se siamo in possesso di sufficienti fondi.
Le nostre vite sono diventate frenetiche e molte volte non siamo più padroni né del nostro tempo, né degli spazi che intenderemmo dedicare a noi stessi: in questo contesto, sorge più che spontanea la richiesta di una lezione privata di Aikido, ne più ne meno, come faremmo con il tennis o con lo sci.
Ma l'Aikido non è uno sport, malgrado sia vissuto da alcuni come tale e per molti non rappresenti nulla più che un hobby.
Non è nato per questo però: il suo Fondatore ci aveva visto una seria possibilità di redenzione per la razza umana, rispetto a tutta una serie di conflittualità interne che aveva compreso come sciogliere o armonizzare in modo proficuo.
Arte marziale si, ma molto particolare... diremmo noi!
A tirare un pugno si impara relativamente presto: a rispettare noi stessi ed il prossimo durante un momento di conflitto ci va di sicuro più tempo...
Chi desidera frequentare lezioni private di Aikido tutto questo normalmente NON lo sa: è stereotipato su una serie di attività nelle quali questa richiesta sarebbe più che lecita ed intelligente, quindi non ne coglie le differenze e si offende o fraintende, se rispondiamo un secco "No!".
Altrettanto vero è che l'Aikido si pratica in gruppo, sotto la direzione di un Insegnante... e normalmente si cerca di farlo in modo cadenzato e costante nel tempo: ciò significa tempo a disposizione, in orari ben specifici che non possono essere più di tanto scelti... e relazioni inevitabili quanto costruttive ed irrinunciabili con altri compagni di pratica.
Uh... la cosa si fa difficile: ricavare uno spazio settimanale protetto da eventuali altre incombenze ed accettare di essere uno in mezzo a tanti!
Però l'Aikido si apprende al meglio così: l'Insegnante mostra un esercizio, un movimento, una tecnica o esprime un concetto... ed il gruppo prova a farlo suo attraverso l'esperienza diretta.
L'Insegnante solitamente mostra ciò che crede giusto grazie alla collaborazione di un allievo esperto, in modo tale che la sua spiegazione renda al massimo... e soprattutto i neofiti vi possano assistere indisturbati.
Quando il Maestro sceglie un allievo fra i principianti come uke... di solito questi rischia di non capire nulla di ciò che poi deve fare, bensì abbia provato sulla sua pelle cosa l'Insegnate intendesse.
Dov'era lui?
Era "sotto i ferri"... e proprio questo ha saturato tanto i suoi sensi, da renderlo cieco e sordo rispetto a quanto succedeva... a quanto di voi è accaduto?
In una eventuale lezione privata di Aikido, l'Insegnante mostrerà un esercizio sull'unico allievo presente: sicuri che egli riuscirà a comprendere "mentre è sotto i ferri", cioè senza avere la possibilità di osservare comodamente dal di fuori ciò che accade?
E poi ancora: quando sarà la volta dell'allievo di "fare"... egli non potrà che lavorare con l'Insegnante: sicuro che ciò possa risultargli così utile?
Certo un Maestro "sa come mettersi" sia per agevolargli il lavoro, sia per ostacolarglielo (se necessario): ma come mai allora si scelse la dimensione del gruppo e non quella della trasmissione diretta da persona a persona (che per altro ha funzionato con altre discipline marziali)?
Semplice: perché il gruppo costringe il neofita a confrontarsi con tante tipologie di "specchio" differenti!
Ciò che risulta immediato con qualcuno, potrebbe risultare difficilissimo con altri: lo studio dei perché di ciò porterà l'allievo a crescere e maturare sui suoi errori... ma cosa accadrebbe se ci fosse solo una persona con cui praticare?
Potremmo convincerci che "tutto il mondo è così"... che cosa avviene con lui, avverrebbe con tutti: un errore madornale, che potrebbe essere pagato in frustrazione e fallimenti vari, nel momento in cui dovessimo metterci in gioco in condizioni diverse...
L'Insegnane - fra l'altro - potrebbe risultare uno specchio TROPPO potente con il quale iniziare a specchiarsi: la frustrazione potrebbe essere eccessiva e quindi un eventuale abbandono del cammino diverrebbe più probabile.
Non crediamo quindi che la "lezione privata" sia la dimensione più adatta ad apprendere l'Aikido: potrebbe però essere un qualcosa di efficace a rendersi conto di ciò e che aiuti il neofita a re-indirizzarsi su un corso tradizionale... ma avendo compreso meglio i perché di tale scelta.
Non diciamo quindi "No" categorici - almeno noi non lo facciamo - ma aiutiamo chi si rivolge ai nostri Dojo a comprendere le motivazioni che ci spingono ad incoraggiare un certo percorso piuttosto che un altro.
Le lezioni private sono sicuramente un modo per fare cash in modo rapido e veloce un po' in tutti i settori, e ciò non è detto che sia un male: nell'Aikido tuttavia non crediamo che possano divenire un idoneo sostituto stabile dei percorsi di gruppo, tutto qui!
Ciò che ci pare tuttavia importante è far giungere alle persone che domandano informazioni sulle lezioni private i ragionamenti di cui sopra, che non sono così scontati per un profano: se non lo facessimo, non dovremmo lamentarci troppo dei mancati interessamenti del pubblico alla disciplina.
Detto ciò, ogni interessato viene rispettato nelle sue opinioni ed esigenze specifiche, senza che questo modifichi ciò che riteniamo sia corretto ed etico nei confronti dell'Aikido.
Our 2 cents.
1 commento:
ma la diffusione del concetto di dojo se non erro è un qualcosa che nasce nell'era Tokugawa non appena i samurai a fronte della loro crescente "disoccupazione" decidevano di "campare" insegnando il proprio mestiere (oserei dire una specie di corso di sopravvivenza dei tempi dove un ex-militare di insegna "roba da noi uomini veri" - mitici Pozzetto e Montesano).
Ed il famoso Shitei? se la lezione privata è questo allora ok, altrimenti se è semplicemente un "aikido on demand" non credo sia Budo.
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