lunedì 9 settembre 2024

Aikido, pubblicità con scarsi risultati: come mai?

Per quest'oggi era in programma un Post con un argomento differente da questo... ma nelle ultime 2 settimane mi ha colpito un bel po' la pubblicizzazione dei corsi di Aikido sul Web, tanto da decidere un piccolo ritocco al palinsesto del Blog, per parlane insieme.

In generale, devo dire che è apprezzabile tutto il lavoro che si fa per pubblicizzare le proprie attività, e che un modo "giusto" per farlo in assoluto è palese che non esista... è interessante però vedere come gli Aikidoka (perlopiù gli Insegnanti, e ciò costituisce un'aggravante) si approcciano all'attività di pubblicizzazione dei propri corsi, in particolare all'inizio di una stagione.

Diciamo che in casi tutt'altro che rari emergono dei significativi complessi da parte di chi fa la pubblicità... tali da non farla brillare certo per originalità ed ispirazione: numerose volte si finisce addirittura per fare una pubblicità NEGATIVA a ciò che stiamo cercando di espandere e divulgare... quindi esaminiamo insieme alcuni di questo casi.


1) L'INCONTRO FRA OFFERTA E DOMANDA

Chi avesse qualche intenzione di iniziare un'attività come l'Aikido... deve sapere DOVE e QUANDO trovare ciò che cerca: il "pubblicizzante" deve quindi mettersi una sorta di neon luminoso con una freccia che gli punta addosso... come per dire: "Se è me che stai cercando... Sono qui!!!"

Il (falso?) problema del pubblicizzante però è che la domanda gli sembra poca, né chiara, né eccessivamente determinata... mentre l'offerta sembra ampia e così variegata da confondere ulteriormente i "pochi" interessati: quindi sembrano necessari alcuni escamotage per "CONVINCERE" il prossimo ad incominciare, almeno a fare qualche prova, nella speranza di accalappiarlo con un sankyo volante e di non farlo uscire dal Dojo mai più!

Se si esagera in questo tentativo di ammaliare l'uomo della strada, si ottiene tuttavia il risultato completamente opposto: si passa il messaggio che le persone non sanno ciò che vogliono, ma noi sappiamo cosa serve loro, meglio di loro stesse. Non dico che ciò sia sempre falso, ma affermo che non è ciò che queste persone vorrebbero sentirsi dire. É come affermare che sono immature, irresponsabili, sciocche, in balia di loro stesse e degli eventi.

Ribadisco: sebbene talvolta possa rivelarsi proprio così, è un po' troppo forte sbatterglielo in faccia ed aspettarci che ci ringrazino!

Siamo certi che le pubblicità più funzionanti sono quelle che "meravigliano" e "sbalordiscono"?


2) PUBBLICITÀ = PRODOTTO DA VENDERE

Siamo tutti più che abituati a vedere in TV la pubblicità di prodotti che si comprano: l'abilità dei pubblicitari è quella di CREARE un BISOGNO, e poi suggerire come SODDISFARLO... ovviamente acquistando il loro prodotto magico, che ci risolverà qualsiasi problema e ci donerà gioia, serenità, pace e felicità.

É tutta roba falsa come Giuda, ma - statisticamente parlando - ha ancora un certo piglio su chi ha 3 neuroni accesi ad intermittenza (ovvero chi guarda ancora la TV).

I praticanti di Aikido - specie gli Insegnanti - tuttavia, sono piuttosto convinti:

A) che la loro disciplina sia qualcosa in più che un "prodotto da vendere"

B) che davvero la loro disciplina abbia i pregi che loro decantano (a differenza dei pubblicitari main stream, che invece mentono sapendo di mentire)

A & B però non li lasciano approcciare alla pubblicità nel modo migliore, perché è come se giudicassero "limitato", se non addirittura "ingannevole" o "malvagio" il mezzo che utilizzano per fini che reputano più che buoni.
Se la TV con la pubblicità parzialmente ci inganna, vogliamo ingannare a nostra volta facendo la pubblicità dell'Aikido? Di solito la risposta è NO.

Di solito hanno un pessimo rapporto con il danaro, e quindi inconsciamente si auto-sabotano per cercare di NON averlo tramite le loro disciplina: lo reputano sporco, basso, banale... rispetto a tutti gli alti ideali sia filosofici che pratici dell'Aikido!

E per la sindrome della "profezia auto avverata"... riescono benissimo a NON fare un soldo, cosa che prevede di NON fare arrivare nessuno di nuovo nel Dojo!

Ecco il BIAS cognitivo:

- "Se arrivano persone nuove, allora avrò nuove quote/entrate"

ma

- "Siccome il danaro è diabolico, fa accettare compromessi che un marzialista non dovrebbe accettare"

allora

- "Non voglio accettare questa forma di ricompenso vile per qualcosa che non ha prezzo"

quindi

- "Meglio che non arrivi nessuno, così potrò sentirmi un duro e puro... e potrò continuare a lamentarmi che siamo rimasti in pochi come me... infatti non entra nessuno dalla porta"

Un po' perfido, ma va realmente così in molti casi!


3) BUTTARSI VIA PER MOSTRARE IL PROPRIO VALORE

Vedo pubblicità aberranti sul Web: "Gratis il mese di settembre", "3 lezioni di prova libera"... "Vieni a provare quante volte vuoi senza impegno".

Domanda retorica: voi siete mai andati al ristorante?

Ne avete mai trovato uno che vi dice: "Le prime 3 cene sono gratis... poi - se ti piace - dalla 4º in poi paghi il conto".

Oppure avete mai frequentato un negozio di abbigliamento che vi impresta una maglia per una settimana... poi, se ci state a vostro agio dentro... tornate a pagargliela?

Cosa vuol dire psicologicamente: "Mettici il tempo che ti serve per scegliere"?

Un tot di cose: sia che uno non è capace di farlo velocemente, sia che non sa cosa vuole... e sia che l'esperienza che fa NON possiede alcun valore... visto che l'uomo della strada è abituato a PAGARE ciò che CONSUMA. É il suo linguaggio, e - piaccia o no - dobbiamo impararlo, se vogliamo comunicare.

L'Insegnante si impegna ad introdurre un neofita alla pratica... magari facendo rallentare tutto il gruppo per accoglierlo... ma questi non deve NULLA a nessuno, anzi può reiterare la cosa per X volte... per poi magari dire: "NO, grazie... non fa per me!" (nei casi più educati). 

É questo il senso di rispetto per se stessi e per il prossimo che i nostri corsi vorrebbero insegnare?

Non vi pare che sia un'ottima rappresentazione di BUTTARSI VIA, nel tentativo di mostrare il propio enorme valore?

Ma se ti butti via, sei tu stesso a dichiarare che non vali molto... non è vero?

Beh, questo l'uomo della strada lo avverte (anche solo a livello inconscio) e da te non ci viene: nessuno frequenterebbe chi per primo non da valore a ciò che fa, mentre rimanda al prossimo che di valore intrinseco ce n'è tantissimo!


4) NON É COSA FAI, MA COME LO FAI

Mi rendo conto che non nasciamo tutti pubblicitari esperti, e chi non ha studiato un minimo rischia di imbattersi in errori grossolani che un professionista del settore non commetterebbe (ma questo è normale, non essendoci molti professionisti né del marketing che fanno anche Aikido, né professionisti dell'Aikido stesso in generale).

Se però ti ostini a fare il tuo flyer pubblicitario con Word - 4 pagine, senza figure, scritto fitto fitto - e poi vai a fare volantinaggio all'uscita delle Scuole, o lasci i volantini nei Bar e alle fermate del Bus... non ti devi lamentare se questa pubblicità non attira nuovi praticanti.

Non è che la brochure cartacea sia completamente passata di moda, anzi: avere qualcosa di fisico, con tutte le info essenziali, da rilasciare a chi venisse a trovarci, incuriosito della nostra attività... è un'idea ottima, che funziona e che al momento non da segno di tramontare!

La brochure però la fai fare ad un grafico, se non non sai nulla di grafica... altrimenti fai propio un auto-goal. E la stessa cosa un Sito Internet: lo deve fare chi fa dalla mattina alla sera Siti internet, non "amioccuggino", che così spendo poco o anche niente, se in cambio gli insegno kotegaeshi!

Stessa cosa anche per le inserzioni pubblicitarie sui Social Media: ormai se non si è un minimo esperti, non è banale creare la campagna sponsorizzata più vicina alla proprie esigenze: le nostre attività solo parecchio legate al territorio, quindi sponsorizzare in un raggio troppo ampio - ad esempio - risulta un inutile spreco di risorse, ad esempio.

E bisogna pure stare attenti alla profilazione dell'utenza: è inutile che la pubblicità dei nuovi corsi di Aikido arrivi a ME, che pratico ed insegno tutti i giorni da decenni... deve andare a stanare NUOVI utenti, di certo più giovani di me e potenzialmente interessati sul serio. Questo lo affermo perché mi arriva un sacco di pubblicità sponsorizzata male, appunto per il solo fatto che mi arriva.

Solo che per fare queste cose - ben fatte - servono un tot di SOLDI... e qui il punto 2) ci impedisce di procedere bene anche con il 4).


5) MA TU SAI COSA OFFRI?

Numerose pubblicità risultano generaliste, ovvero sponsorizzano la pratica di una non ben definita disciplina marziale giapponese, che promuove e facilita la connessione mente-corpo, una dose poco determinata di efficacia marziale in caso di aggressione... in un contesto in cui diminuisce lo stress e ci si diverte in gruppo.

Questo è un po come ordinare una pizza con pomodoro, mozzarella, kebab e patatine: qualcosa di buono da mangiare deve pure esserci sopra, no?!

Ma quale consapevolezza abbiamo noi che promuoviamo la disciplina dei goal potenziali della disciplina stessa?

Ai miei occhi di solito è mediamente bassa... e molti richiamano le persone sbagliate perché non sanno nemmeno loro cosa promuovono o cosa promuovere.

Se - ad esempio - vedo nell'Aikido SOLO "la difesa personale" è OK (dal punto di vista delle prospettive, anche se mi pare qualcosa di un po' limitativo), ma mi devo meravigliare se poi l'uomo della strada sceglie di praticare BJJ, pugilato o MMA?
Meno tecniche, meno cerimonie, meno nomenclature strane e difficili... più applicabilità immediata e semplice.

Dopo un mese di pugilato si ha l'impressione di iniziare a saper tirare un pugno: dopo un mese di Aikido quale tecnica ci riuscirebbe altrettanto bene?

Nessuna, anche perché ciascuna di esse risulta ben più COMPLESSA di un pugno ad un sacco!

Quindi una pubblicità del tipo: "Vieni qui e vedrai che mentre impari, ti diverti un mondo!" non è da buttare via, ma molti sentirebbero pure una certa dose di frustrazione, oltre che al divertimento ed l'apprendimento.

La frustrazione FA PARTE del percorso in Aikido, ma abbiamo paura di farne menzione, perché lo percepiamo come un potenziale deterrente a nuovi interessati... non è così forse?

Temiamo che la fatica sia un deterrente, che la necessità di passione, pazienza, tempo ed impegno lo siano altrettanto... ma non sono forse ciò che ci ha acceso il sacro fuoco per ciò che pratichiamo?

Perché dovrebbe essere differente per gli Aikidoka della prossima generazione?


6) DI CHI É IL BISOGNO?

Un medico senza pazienti riesce a praticare poco la sua professione, ed altrettanto vale per un postino senza lettere da consegnare o per un Maestro senza allievi a cui insegnare.

Quindi molti pubblicizzano i propio corsi perché hanno BISOGNO di attrarre nuovi iscritti (implicitamente dichiarando così di averne pochi): ma questa esigenza (egoistica) si sente attraverso la sponsorizzazione... ed l'uomo della strada si dice: "Ed io dovrei andarmi ad iscrivere per fare contento uno che manco conosco?".

L'uomo della strada vuole forse più diventare contento lui, che fare un piacere a qualcuno... non trovate?

Forse è proprio lui ad avere un BISOGNO che la disciplina potrebbe colmare (anche solo in parte)... ma per comunicargli questa possibilità è necessario snocciolare bene il punto 5), perché se non sei consapevole che l'Aikido può favorire salute, benessere, relazione, migliorare l'autostima... etc, come glielo fai arrivare all'uomo della strada che questa pratica potrebbe fare al caso suo?

In ogni caso ed in generale, chi è mosso da un BISOGNO si trova in un equilibrio perlomeno precario: ci sta che questo accada ad un neofita... ma chi pratica da anni una disciplina che dovrebbe portare tutta una serie di benefit, è credibile se poi si dimostra il primo ad affogare nel BISOGNO di vedere qualcuno entrare dalla porta (nella speranza - di cui sopra - di accalappiarlo con un sankyo volante e di non farlo uscire dal Dojo mai più)?

Immaginate uno spot di questo tipo: "Ehi, vieni qui... che facciamo una disciplina fighissima che ha un secco di valore aggiunto, ma siamo 4 sfigati che non se li caga nessuno; così almeno con te saremo in 5!"

Sovente sembra di vedere/sentire qualcosa di molto simile.
Uno un altro esempio: se una persona ha una patologia, ed è preoccupata di trovare la cura più adeguata... Cosa fa?

Si informa, cerca su Internet, chiede consiglio al suo medico della mutua... poi inizia a chiedere consigli ed indirizzi ad amici e parenti... fin che approda allo studio del Professore luminare di quella malattia rarissima, che visita solo su appuntamento pagando un milione al minuto, etc, etc, etc.

Il Professione luminare ha fatto pubblicità con una brochure sponsorizzata su Facebook, nella quale dichiarava quanto fosse bravo... o si è visto arrivare gente in studio (pure per vie traverse) a seguito della sua nota fama di risolvere casi complicatissimi?

Il paziente aveva un BISOGNO, e si è messo alla ricerca di come esso potesse venire risolto/soddisfatto (cercando e trovando il Prof. luminare)... ha cercato il migliore, senza badare a quanto fosse distante o a quanto dovesse pagare: non è servito altro che il suo BISOGNO come motore.

Allora genera molti più ingressi dalla porta diventare un Prof. luminare dell'Aikido che fare una sponsorizzata su Facebook, ma allora perché la maggioranza degli Insegnati è più intento a fare la seconda cosa, anziché la prima?  Forse che ciò risulti la strada più facile?

Più siamo consapevoli di cosa facciamo e di quanto ciò "funzioni"... più siamo coscienti della qualità che siamo in grado di offrire... più saranno gli altri a cercare noi (se questa qualità fosse in grado di soddisfare il loro BISOGNO).

In questo caso però noi non saremo mossi dal BISOGNO, ma dal PIACERE di MANIFESTARCI per quelli che siamo, unitamente alla CURIOSITÀ di trovare un nuovo modo di servire la Società con la nostra disciplina.


7) FARE CHIAREZZA PRIMA DI FARE PUBBLICITÀ

Si badi con le righe precedenti NON volevo affermare che sia sbagliato fare pubblicità, o che sia inutile... quanto che è bene fermarsi a comprendere chi siamo e cosa vogliamo portare al prossimo PRIMA di pensare ad una campagna pubblicitaria, semplice o massiccia ed aggressiva che risulti.

Anche perché qualsiasi cosa faremo (cartacea, via web, scritta, in video, audio o tramite immagini) parlerà DI NOI... prima ancora del nettare che siamo convinti di portare nel mondo.
Ed io vedo persone parecchio improvvisate, grezze, disordinate pubblicizzare corsi che promettono grandi contenuti.

Ma come fa uno improvvisato, grezzo e disordinato ad offrire qualcosa di veramente interessante?
É una contraddizione in termini... ed in coerenza con questo, comprendiamo come mai le pubblicità di molti corsi attirino così pochi risultati concreti.

Quando voglio comunicare quanto sarebbe bello, figo ed utile che altri venissero a praticare Aikido... senza rendermene conto, metto a nudo anche quanto poco o tanto ci ho capito io stesso della disciplina. Il livello di consapevolezza medio di coloro che aprono un corso in Italia (ma, vi assicuro, pure all'estero) è di qualcuno che ha studiato al CEPU e si è laureato all'università della strada: davvero meraviglia che nessuno faccia la fila per accedere a certe proposte?

C'è gente assolutamente impreparata, sia a livello tecnico, che didattico, umano e relazionale. PER FORTUNA che non se li filano in tanti: questa è la prova del nove che non viviamo in una Società così stupida!

Io non sono particolarmente bravo o famoso, però insegno da oltre 20 anni... e quindi ho acquisito una certa esperienza sul campo: inizialmente pure io facevo volantini maldestri e poi andavo ad appiccicarli alla fermata del bus, non crediate che abbia fatto eccezione.

Attualmente la pubblicità diretta che faccio dei miei corsi
(intendo quella sul Web, tramite Post mirati, sponsorizzate, etc) è praticamente ZERO: tutto avviene quasi solo per PASSA-PAROLA, ovvero uno dei metodi più funzionanti di espandere il proprio business su un territorio.

Tizio viene da me, si trova bene... ne parla ai suoi amici, fra i quali c'è Caio, che voleva proprio cercare qualcosa di simile per il figlio... e che quindi viene a fare la prova anche con l'amichetto Sempronio, e la miccia è innescata.

Poi, con gli anni ed i risultati ottenuti sempre sul campo, iniziano a cercarti Insegnanti di Scuola, Psicomotricisti, Psicologi (per adulti o dell'età infantile), Educatori, Logopedisti... che ti spediscono alcuni dei loro casi proprio perché sanno CHI sei e COME operi.

E, nuovamente, se risulti una risorsa valida... sarebbe stupida una community che non se ne agevoli, no?
La pubblicità migliore è stata la tua preparazione, "professionalità", passione, dedizione, impegno, disponibilità... non solo il Post che vuole fare colpo.
Dietro quel "colpo" purtroppo segue spesso un silenzio eterno, se uno ascolta con attenzione.


Marco Rubatto


PS:
prossimamente, pubblicherò un Post specifico che aiuti ad entrare (a "ri-entrare", meglio) nell'ottica di chi vorrebbe fare un'attività come l'Aikido, ma ancora non sa che essa esista.
Qualcosa che è accaduto a noi tutti, il titolo sarà "Aikido per quelli che ancora non lo sanno".
Stay tuned.


lunedì 2 settembre 2024

Riparte lo studio di noi stessi: riparte l'Aikido!

Una disciplina non ha spazio per lo stand-by, però è un dato di fatto che alle nostre latitudini i corsi di Arti Marziali tendano ad avere una loro pausa estiva.

In quest'ottica, durante il mese di settembre ripartiranno le attività dell'Aikido un po' ovunque: prima nei luoghi privati, poi con l'inizio delle scuole anche in quelli pubblici.

E di conseguenza ritorna anche il nostro appuntamento settimanale con gli approfondimenti a 360º su questa disciplina stupenda.

Durante queste "vacanze" ho ricevuto parecchi stimoli dai lettori abituali su quali argomenti desidererebbero concentrare di più l'attenzione nella nuova stagione. Però i commenti e le proposte che ho ricevuto sono stati di natura molto differente: alcuni notevolmente ispiranti, altri invece dettati da grandi difficoltà nel continuare a studiare/insegnare Aikido... altri ancora legati secondo me ad una certa forma di "ignoranza" o di non chiarezza sulle dinamiche della disciplina.

Per prendere in considerazione quindi più spunti ed idee possibili è necessario fare qualche importante premessa, che sgombrerà il campo da parecchi fraintendimenti.

Per una buona parte dei praticanti (mi auguro non la maggioranza), l'Aikido non è altro che una parentesi a mandorla nella propria vita quotidiana, una pratica che è iniziata e che ad un certo punto si esaurirà più o meno naturalmente. Un sorta di hobby "moda del momento".

Ecco che quando le richieste di approfondimento mi giungono da questo genere di praticanti... di solito rispondo loro di guardare meglio in rete, perché le info di cui hanno bisogno esistono già... solo che devono essere cercate con pazienza, anziché chiedere a me la "pappa fatta" per comodità (o pelandroneria).

Questi oggi ci sono e domani no: è inutile sprecare energie per interagire con chi non prende molto sul serio se stesso e (quindi) il proprio interlocutore.

Purtroppo, fra le fila di questi "Aikidoka alla coque" ci sono anche diversi Insegnanti... ovvero praticanti inetti che non hanno mollato in tempo e si sono trasformati in insegnanti inetti, che ora aprono la bocca come uccellini nel nido... augurandosi che qualche anima pia dia loro un po' di Aiki-cibo per sopravvivere.

Fatti vostri, again: non è stato il medico ad ordinarvi di mettervi ad insegnare qualcosa che avreste bisogno di apprendere sotto una guida seria ancora per molto anni!

Quando invece sono persone di buona volontà a fare richieste... queste hanno più senso di essere accolte, però ci sono ancora dei "compiti a casa" che devono essere svolti, prima di avere audizione e credito completi da chi ha dedicato la vita intera alla pratica ed all'insegnamento dell'Aikido.

Alcuni (Insegnanti) mi chiedono, ad esempio, come è più saggio impostare il loro "anno accademico"... e purtroppo devo rispondere loro che non posseggono un'Accademia, ma un corso bisettimanale di un ora e mezza.

12 ore di Aikido al mese, mal contate 120 ore l'anno (fra feste e vacanze varie): che "anno accademico" vuoi mettere su?!

Nel mio Dojo - che potrebbe definirsi "Accademia" senza troppa fatica (perché ci sono corsi per bambini, adolescenti, adulti, disabili, operatori sociali, gradi avanzati, Docenti... etc) - disponiamo di circa 15-17 ore alla settimana di lezione, quindi è più facile farci stare cosa serve.

Ma se tu fai fare in un mese meno ore di Aikido di quelle che i miei allievi fanno in una settimana, come fai a pensare di poterci far stare un livello equivalente di contenuti?

Ogni mese nostro è più di 4 mesi del classico corso bisettimanale... Questi ogni anno fa 120 ore di lezione, noi 750, e quindi servono poco più di 6 anni per andare in pari... 

Forse è bene impegnarsi di più e creare un luogo simile da quello in cui vi sto scrivendo... oppure accettare i limiti auto-imposti di un normale corso bisettimanale, nel quale impostare una didattica di base occupa praticamente tutto il tempo a disposizione.

Potrebbe essere comunque una buona "rampa di lancio" per l'Aikido, così come lo è stato per me il corso bisettimanale che seguivo nei miei primi anni di pratica!

L'importante è avere le idee chiare su cosa si sta facendo e su dove si vuole arrivare.

Ci sono dignitosissimi corsi "in basso a destra" che però sono fonte di autentica ispirazione per decine di allievi; ovvio poi che alcuni di essi potrebbero necessitare di qualcosa di più, ma averli fatti affacciare all'Aikido è qualcosa di molto importante e nobile; non bisognerebbe vivere il loro trasferimento altrove come un fallimento, un tradimento o una sconfitta.

Altro punto importante: ci sono Insegnanti che si formano frequentando un paio di Seminar di Aikido all'anno... e fanno meglio di coloro che non vanno mai da nessuna parte; però c'è anche chi frequenta un paio di Seminar al mese, mi pare naturale che questi ultimi arrivino prima e meglio alle consapevolezze alle quali arrivano i primi (dopo e peggio).

Chi investe molto sulla disciplina è ovvio che faccia propri strumenti didattici ed esperienziali non pensabili per chi si accontenta di scrivere ad Aikime in cerca di consigli su come far funzionare il proprio Dojo!

Che poi, come per l'Accademia... molti Aikidoka (credo la maggioranza) non frequentano un vero Dojo, ma una semplice palestra: il corpo viene mosso, come durante un corso di tone-up o di spinning... ma la connessione mente-corpo non viene ricercata e sviluppata più di tanto.

È piuttosto ampia la pletora dei praticanti (e degli Insegnanti?) che ha il borsone con il "kimono" sempre in macchina - invero ed estate - e che lo porta a casa a lavare 3 volte all'anno.

Quando queste persone mi chiedono perché le persone non si iscrivono ai loro corsi dopo la lezione di prova... mi tocca rispondere loro: "Forse anche perché puzzate come mufloni pezzati?!"

... e non è detto che chi vuole esplorare l'Aikido voglia bruciarsi l'olfatto fra ascelle e piedi di chi si lava una volta all'anno nel Gange!

Questi non frequentano un Dojo... perché nemmeno verrebbero ammessi sul tatami senza indumenti decorosi.

E si badi che ora per "Dojo" non intendo un luogo fisico adibito prevalentemente alla pratica dell'Aikido: penso più ora ad un gruppo di persone molto coese intorno alle prospettive della disciplina, capaci insieme di rendere simile ad una reggia qualsiasi tugurio nel quale si dovessero trovare per allenarsi.

Quindi esci dalla mentalità "palestra", dove "l'omo - pe' esse omo - a 'dda puzzà"... e forma intorno a te un gruppo di persone che ti aiutino a trasformare i tuguri in regge... poi vedrai che le persone si iscriveranno dopo la lezione di prova!

Ma fra le persone che mi scrivono riscontro anche tanti ricercatori autentici, indipendentemente dal loro grado o dal ruolo che rivestano all'interno dei corsi o delle varie Organizzazioni.

Nel periodo maggio-luglio le richieste più interessanti e frequenti che ho ricevuto... e che mi impegnerò ad affrontare insieme in questa nuova stagione editoriale sono:

- l'Aiki taiso, modalità, didattiche, origini e prospettive di pratica

- dubbi sulla Riforma dello Sport negli aspetti che ci toccano più da vicino

- diversità fra alcuni approcci/didattiche e modalità per superarli in modo collaborativo fra le Organizzazioni

- le certificazioni e le modalità per comprendere quali sono più tutelanti di altre

- le interconnessioni fra armi e tecniche a mani nude

- la spiritualità orientale osservata dal punto di vista occidentale

- incertezze di tipo tecnico (difficili da affrontare sul Web, ma ci proveremo!)

- modalità di costruzione di un gruppo, di un Dojo, di una comunità Aikidoistica

- cosa distingue un Dojo da un gruppo di amici giapponesofili

- le interconnessioni fra tecniche

- kaeshi waza, le contro-tecniche: pericoli e modalità per farne un utile strumento didattico


Ne avremo quindi da fare insieme... e sono erto che riceverò ancora molte richieste cammin facendo.

È anche un momento in cui nella mia vita stanno cambiando diverse cose importanti... quindi non escludo che alcune evoluzioni toccheranno anche Aikime ed i nostri consueti appuntamenti on-line, vedremo...

Intanto buon (re-)inizio di pratica a voi tutti!


Marco Rubatto






lunedì 1 luglio 2024

Vacanze estive per Aikime

É passato un nuovo anno editoriale, e 40 nuovi articoli sono stati postati in 10 mesi di attività: è tempo di un po' di riposo e vacanze per il nostro Blog.

L'estate passa in fretta... ma potrebbe essere l'occasione buona di andare a ripescare qualche nostro lavoro del passato che vi siete persi, per continuare a rimanere in compagnia anche durante i mesi di luglio ed agosto!

Dall'ottobre del 2007, infatti sono stati pubblicati quasi 800 articoli (782, per la precisione) inediti sull'Aikido, cercando di coglierne a 360º la portata.

Un doveroso grazie a tutti i nostri sostenitori seriali: a tutti coloro che ci scrivono in privato ed a quelli che conosciamo di persona durante gli stage in giro per l'Italia!

Il vostro supporto è prezioso e da nuova linfa al mio lavoro.

Vi auguro un'estate rilassante e piena di suburi, a presto!


Marco Rubatto


lunedì 24 giugno 2024

Aggiornamento Tecnici Federali Aikido: un appuntamento unico nel suo genere

Come lo scorso anno, i Docenti di Aikido della Federazione si sono ritrovati al Centro Olimpico "Matteo Pellicone" del Lido di Ostia per una 3 giorni di formazione ed aggiornamento, dal 19 al 21/04 u.s.

Di seguito ecco un breve report dell'evento... e delle caratteristiche che lo rendono così importante ed unico nel suo genere.

Innanzi tutto si tratta di una formazione obbligatoria per tutte le persone in possesso della qualifica di Allenatore (2º livello), Istruttore (3º livello) e Maestro (4º livello). Gli Aspiranti Allenatori (1º livello) possono formarsi nelle attività regionali, senza dovere per forza aderire alle attività nazionali proposte al Centro Olimpico FIJLKAM.

Dicevo che è obbligatoria la formazione perché dal 2022 è stata resa applicativa l'effettiva parificazione fra tutte le discipline federali (Judo, Lotta, Karate, Aikido, Ju Jitsu, Sumo, Capoeira...) e quindi anche l'Aikido è sottoposto agli stessi oneri ed onori delle altre discipline, che già da tempo mettevano "fuori quadro" (ovvero sospendevano ab libitum la qualifica d'insegnamento) chi non si presentava annualmente alla formazione.

Al momento nel Settore Aikido è possibile fare un massimo di un'assenza giustificata, prima che giunga l'estromissione dall'albo dei Tecnici Federali. Per la cronaca esistono appositi corsi ed esami regionali per "ritornare in quadro", nel caso che si volesse fare ammenda... ma costano un botto e quindi è meglio stare nei ranghi che fare i furbi. Fanno debita accezione a tutto ciò le persone che presentano una regolare giustificazione medica che attesti l'impossibilità di sottoporsi alla formazione.

Ma già nel 2023 abbiamo mandato fuori quadro una ventina di "splendidi", che non si facevano vedere da un parecchio di tempo: abbiamo pensato quindi che l'Aikido non interessasse più così tanto. Via le zavorre e lavoriamo con chi ha voglia di lavorare!

Siamo partiti, nella giornata di venerdì 19/04 con una riunione dei Fiduciari Regionali e dei Tecnici presenti, nella quale abbiamo consegnato a tutti gadget ufficiali loggati Aikido FIJLKAM (polo, bandiere, roll-up, etc) e quindi abbiamo tirato le fila dei progetti in corso, con particolare riferimento al progetto "Arti Marziali e Wellness"... del quale però vi parlerò magare in seguito, in un Post dedicato.

Sabato è stata una giornata intensa, scandita da lezioni pratiche e teoriche che si sono intervallate dalle 8:30 alle 18:30.
Sono state organizzate lezioni specifiche per ALLENATORI e per MAESTRI, ovvero i gruppi numericamente più consistenti, mentre gli ISTRUTTORI sono stati lasciati liberi di partecipare alle une o alle altre, a seconda delle loro specifiche preferenze sulle tematiche affrontate.

Eravamo una sessantina di persone, provenienti da tutta Italia... qualcuno in più dello scorso anno, a dire il vero.

Ciascun membro presente della Commissione Tecnica Nazionale ha tenuto almeno una lezione per ALLENATORI ed una per MAESTRI.


Il Mº Italo Taddeo ha approfondito, per entrambe le tipologie di qualifica, i principi dell'Aiki taiso, così come Kobayashi Sensei ha insegnato per numerosi anni ai suoi Seminar in tutta Europa.


Il Mº Giancarlo Giuriati ha proposto:

- per ALLENATORI la lezione “shin - tai - waza e periodizzazione del keiko”

- per MAESTRI la lezione “tsukuri - kuzushi - waza, opportunità, sbilanciamento e tecnica”


Il Mº Giovanni Desiderio ha proposto:

- per ALLENATORI le lezioni “uke - uchidachi - motodachi”  e “metodologie di allenamento”

- per MAESTRI la lezione “il principio di Aiki”


Io ho proposto:

- per ALLENATORI la lezione “out of Comfort Zone, la didattica di ukemi”, nella quale ho provato a far riflettere i Docenti sull'importanza di essere in grado di abbattere le barriere che i neofiti hanno nei confronti delle cadute, in genere... fornendo una serie di educativi in grado di familiarizzare con esse in modo sicuro, giocoso ed istruttivo

- per MAESTRI le lezioni “la mappa tecnica dell’Aikido”, sia in modo teorico (aula magna), sia sul tatami: ho descritto il lungo progetto (quasi ultimato) che ora ci consente di avere on-line il più grande database tecnico sull'Aikido che io conosca (oltre 1400 video specifici), e riservando uno strumento di apprendimento ulteriore ai presenti (che per il momento resta solo riservato ai Docenti Federali, varrà qualche royalty stare in FIJLKAM, no?!).

Abbiamo poi riflettuto insieme sulla possibilità di connettere le varie pratiche tecniche ai principi della disciplina, sottolineando alcune interessanti assonanze e legami fra tecniche previsti nei vari curriculum.

C'è stato anche un importante lezione teorica unificata (tutti i livelli insieme), nella quale abbiamo affrontato l'importante ed attuale tema "Riforma dello Sport", grazie alla Dott.ssa Eleonora Mansueti ed al Dott Giuseppe Giacalone, dell'Ufficio Amministrazione FIJLKAM. É stata una lezione frontale, a seguito della quale i corsisti hanno potuto effettuare le loro domande specifiche, su varie aree di interesse comune.

Durante questo momento, è accaduta una cosa se vogliamo spiacevole, quanto significativa: purtroppo uno dei corsisti si è sentito male ed ha avuto uno svenimento improvviso. Li si è visto cosa significa avere una platea di persone praticamente tutte formate al primo pronto soccorso ed alla cardioprotezione...

Nei giro di 4 minuti di orologio, il nostro amico e collega era al sicuro sotto lo sguardo del Medico federale, prontamente accorso, mentre gli si misurava pressione arteriosa e saturazione dell'ossigeno.

Non vorrei immaginare cosa sarebbe potuto succedere se qualcosa di simile fosse successo in un altra location... magari in uno di quei palazzetti o palestre private che ogni settimana vengono affittati per tenere Seminar di Aikido: un esempio tangibile e diretto di cosa significa essere preparati ad evenienze di questo genere e in un luogo altrettanto attrezzato ad esse.

Per la cronaca... circa 30 minuti dopo, il nostro amico e collega era tornato al suo posto in Aula Magna (dopo che gli era stato fatto prontamente in loco un elettrocardiogramma) ed ha potuto seguire la lezione con noi fino al suo termine. Happy ending.

Domenica mattina è stata interamente dedicata alla docenza di tutti i corsisti presenti, sia in gruppi omogenei per qualifica, sia in gruppi eterogenei: in questo momento - tramite micro lezioni - sono stati proposti temi, e poi è stato restituito a ciascuno un feedback critico da parte degli "allievi" (a loro volta anche Docenti, in questo caso).

Crescere attraverso le osservazioni, sia positive, che meno positive, dei "colleghi" è qualcosa che non si è abituati a fare in Aikido... ma che si mostra un ottimo strumento di crescita per chi evita di prendere tutto sul personale e si mette in seria discussione davanti agli altri.

Questa ci pare una dinamica sana, perché è proprio quello che più spesso richiediamo ai nostri allievi, ma che i Docenti per primi si dimenticano un po' di fare, con l'esempio diretto.

Insomma... venire al Cento Olimpico per un week end all'anno sarà forse stancante, dispendioso, ma si rivela sempre un ottimo investimento qualitativo per molti, che poi ce lo fanno sapere tramite i moduli di feedback che la CTN Aikido mette a disposizione dei presenti.

A proposito di ciò: QUI potrete visionare i risultati di quest'anno. Direi che l'evento, nel suo complesso, pare ampiamente promosso, seppur come ovvio ancora ulteriormente migliorabile.

Per il secondo anno abbiamo sperimentato che la formazione dei Tecnici Federali dell'Aikido NON può e non deve limitarsi alla solita lezione frontale con il Maestrone di turno, che ti da 650 dettagli sul kotegaeshi... ed è per questo che affermavo quanto questo appuntamento risulti al momento unico nel suo genere in Italia.

Diversi EPS stanno iniziando a comprendere l'importanza della formazione continua dei Docenti, ed organizzano almeno un seminar nazionale nel quale essa possa - in qualche modo - continuare ad avvenire.

Si tratta però di macro-lezioni di Aikido parecchio tradizionali, nelle quali il o i  Sensei più alto/i in grado ti mostra/no come dovresti muovere il tuo corpo, e tu provi a copiarlo/i e farlo/i contento/i: nulla di male, s'intende... siamo tutti cresciuti più o meno così, ma era ora di provare qualcosa di più pregnante ed indicativo, specie se si è fra Insegnanti,

Prossima tappa?

Seminar Nazionale 2024 aperto a tutti i gradi, con una certa probabilità a Salerno fra metà ottobre e metà novembre.

Ci si vede li...


Marco Rubatto






lunedì 17 giugno 2024

KATA, la grammatica del Judo - di Pietro Leto

Cosa spinge Aikime a recensire u libro sul Judo?

Negli anni passati su queste pagine sono passati decine di volumi esclusivamente dedicati all'Aikido... ma per questa volta faccio volentieri una eccezione, viste le caratteristiche peculiari dell'opera che esaminiamo quest'oggi.

Pietro Leto è un praticante ed Insegnante di Aikido (3º dan) e di Judo (5º dan) di Palermo, oltre che un caro amico... ed è riuscito con il suo libro "Kata - grammatica del Judo" ad esplorare alcuni aspetti che molto di rado si trovano su un testo di Arti Marziali.

La recensione del suo testo quindi non è solo qualcosa che faccio molto volentieri, ma è anche un invito a voi tutti ad approfondire alcune tematiche che possono risultare parecchio importanti per la maturazione del proprio Aikido.

Il Judo moderno ha un taglio molto sportivo e l'agonismo gli ha sicuramente consentito di essere conosciuto e praticato in tutti i continenti... tuttavia rischia di fargli perdere alcuni tratti tradizionali e caratteristici che sono maggiormente evidenziati dalla pratica dei kata, ovvero delle forme preordinate.

Il kata nel Judo si contrappone al randori, che è invece il combattimento libero che di solito vediamo nelle competizioni olimpiche. Ci sono anche gare di kata, sicuramente meno famose e spettacolari... e spesso considerate come il "pensionamento" naturale dei Judoka agonisti non più giovanissimi, ma così facendo si smarriscono alcuni valori fondanti della disciplina.

Pietro Leto ha scritto quindi questo testo durante la pandemia, riordinando numerosi appunti presi nella sua lunga storia di Judoka, disciplina che pratica (ancora oggi) sin dalla tenera età di 7 anni.

Quello che ora interessa a noi è constatare che molte delle considerazioni fatte sul suo testo valgono a pieno titolo anche per noi Aikidoka, che ci alleniamo pressoché solo tramite forme precostituite di attacchi e tecniche, il cosiddetto "katageiko" appunto.

Il kanji "kata" [型], se scomposto nei suoi 3 radicali costituenti, potrebbe assumere un significato assonante con "modello da eseguire di fronte ai Kami"; come molti di voi sapranno i kami sono le divinità della cosmogonia shintoista... quindi i kata sarebbe le forme da portare al cospetto delle divinità, quindi questo termine porta con sé una certa accezione spirituale di qualche tipo.

Infatti il modello di apprendimento orientale, specialmente quello nipponico, basato su una forma da osservare prima e da ripetere poi... potrebbe portare con sé qualcosa di molto più profondo ed ulteriore rispetto alla mera meccanicità più evidente.

Pensiamo noi: "più ripetiamo un movimento, meglio lo impariamo"... e questo può essere in qualche misura vero, ma anche no... infatti può rendere tutto molto automatico, e quindi inconsapevole.

Se invece "le forme" vengono vissute come distillati di simboli ed archetipi, ecco che allora esse posseggono più livelli di conoscenza ed interpretazione... che vanno da quelli più fisici ed evidenti, a quelli più intimi, personali e spirituali.

Pietro Leto, quindi, nel ricordare a tutti i Judoka che questa disciplina è qualcosa che in origine voleva essere molto più profondo di imparare a sbattere a terra l'avversario e magari vincere una medaglia... fa contemporaneamente lo stesso favore anche agli Aikidoka - che magari non vorrebbero vincere medaglie -... ma che spesso si limitano a replicare un movimento per ottenere un risultato notevole sul proprio partner di allenamento.... anziché, ad esempio, SU LORO STESSI!

Il "kata" di per sé, e tutto il nostro katageiko di conseguenza, possono divenire degli insegnamenti a cipolla: ovvero occasioni di esplorare la pratica in modo sempre più denso, intimo e pregnante, ma mano che il tempo passa, che gli strati si approfondiscono... anche se fisicamente continuiamo a ripetere sempre gli stessi pattern di movimento.

Una forma ripetuta 30, 300, 3000... 30000 volte può avere un impatto molto differente sul nostro sistema psico-corporeo: se ripeto 3 miliardi di volte qualsiasi movimento, senza averlo mai compreso e limitandomi alla parte più superficiale di esso... potrebbe fare addirittura molto male!

Potrebbe rendere una forma meccanica ed inconsapevole... e come giustamente ricordava Morihiro Saito Sensei: "fare 1000 una esercizio che conta 0, conta 0" (come 1000x0)... invece ripetere un esercizio - sempre lo stesso - ed essere in grado di esaminarlo con una lente d'ingrandimento sempre più potente e - soprattutto - sempre diversa può costituire un enorme valore aggiunto per un praticante.

E questo vale in un kata di Judo o durante una lezione di Aikido nella quale si bestemmia un po' contro il Sensei che ci fa fare una cosa che ci sembra di conoscere già abbastanza bene...

Il fatto che conosciamo una cosa con un elevato livello di dettaglio NON significa però che non è possibile conoscerla meglio ancora, più in profondità... e soprattuto NON significa che ciò che avevamo creduto di comprendere fosse corretto ed assoluto.

Ogni tanto sono visibili alcune epifanie negli occhi degli allievi che dicono: "mah, da quando questa mano deve arrivare fino a qui?!"... "io questo particolare non lo avevo mai notato!!!"

Beh, quel particolare era sempre stato li sotto il naso, ma la coscienza non era mai stata in grado di rendere consapevole ciò che ripeteva in modo meccanico: sotto queso punto di vista, l'esercizio immutato è uno degli strumenti più potenti per far cambiare noi stessi, ovvero chi osserva e compie l'esercizio stesso.

Nel caso del Judo, Jigoro Kano Sensei aveva distillato sicuramente alcuni suoi risultati notevoli nelle sequenze dei kata che ha creato... proprio come ogni artista inserisce alcune sue pepite - Easter Eggs le chiameremmo oggi - nelle proprie creazioni... specie se queste sono consegnate alla società con l'intento di essere un valido strumento educativo e formativo per la società e le generazioni a venire.

Non credo sia stato differente per O' Sensei, anche se - francamente - penso che ciò sia avvenuto meno per una sua volontà diretta ed esplicita, così come non credo sia avvenuto direttamente per mano sua.

La differenza fra Jigoro Kano e Morihei Ueshiba sono molte ed evidenti, anche se si tratta di due mostri sacri del Budo giapponese: il primo era più razionale e metodico, il secondo più un filosofo visionario; per la cronaca, il primo sembra si fosse innamorato molto della proposta del secondo, tanto da definirlo addirittura "il suo Budo ideale" e mandare a studiare diversi suoi allievi talentuosi alla corte di O' Sensei.

In ogni caso, i primi allievi del Fondatore fecero con l'Aikido l'opera di sistematizzazione tecnica e didattica che Kano Sensei fece con il suo Judo: ciò che NON credo sia stato fatta in egual misura però è lo sforzo consapevole di fermare nel tempo le forme più dense di valore e significato... con il risultato di praticare un Aikido sicuramente molto vasto a livello tecnico, ma difficilmente compreso nell'essenzialità veicolata da queste forme.

Trovo che si vada poco e di rado dalle forme ai principi... proprio perché ci si limita - (generally speaking) - a ripetere come scimmie ammaestrate questa o quella tecnica, addirittura molto più attenti ad eseguirla secondo i dettami questa o quella linea didattica, stile e Scuola, anziché provare a leggerne il contenuto più profondo.

In un certo senso quindi anche noi Aikidoka dovremmo riscoprire il senso più profondo del katageiko, che non è sicuramente quello di fare "giusto o sbagliato" un movimento... ma è quello di presentare davanti agli dei le nostre azioni, che parlano di chi siamo tante volte molto più di quanto crediamo o vorremmo.

Concludo ringraziando Pietro Leto per questa scorrevole e piacevole lettura, di 123 pag. edito da The Ran Network, di Simone Chierchini Sensei con la quale abbiamo già a lungo collaborato in passato con mutuo profitto.

C'è una prima parte più generica e secondo me interessante per un Aikidoka, con un prezioso contributo di Adriano Amari Sensei, ed una seconda parte più dedicata all'origine ed al significato dei vari kata del Judo (Kodokan e non), che è più specifica, quindi meno generalizzabile della prima.

Buona lettura ed un proficuo katageiko a voi tutti!


Marco Rubatto