Questa cosa - di solito - non piace molto perché diamo una connotazione parecchio negativa alla politica, specie qui in Italia: se poi considerate che non mi sono mai proposto per alcun ruolo istituzionale in nessuna organizzazione (sono sempre stato NOMINATO, non ELETTO, infatti!) e che sono stato messo in un luogo simile senza nemmeno che mi si venisse chiesto se fossi d'accordo o meno... comprenderete bene come al tempo, oltre a dispiacermi, mi sia sentito "cornuto e maziato", allo stesso tempo.
Nel 2012 venni avvicinato dal Prof. Fabrizio Marchetti, allora neo-Presidente del Comitato FIJLKAM Piemonte & Valle d'Aosta, il quale - dopo un vero e proprio interrogatorio - mi chiese di occuparmi della divulgazione dell'Aikido nella mia regione.
Non avevo idea di come si facesse una cosa simile, ma visto il vuoto spinto che avevano lasciato le figure che mi avevano preceduto, mi dissi che sarebbe stato difficile fare peggio di loro... quindi ci provai.
E mi ritrovai in un mondo tutto nuovo, che parlava una lingua molto differente da quella che avevo appreso sul tatami: il "politichese" ed il "burocratese", due dialetti parecchio utilizzati in ogni tipo di istituzione umana.
A me interessava praticare, quindi vedevo questo tipo di cose molto distanti da me ed ero sinceramente impacciato nel rapportarmi con un mondo che sembrava comprendere poco sia me, che l'Aikido stesso: un mondo forse funzionale per la Lotta, il Karate ed il Judo... ma che strideva proprio con l'atmosfera che desideravo animasse le lezioni al Dojo.
Quindi, oltre all'italiano, il piemontese, il veneto, l'inglese ed un po' di giapponese... provai ad imparare anche il "politichese" ed il "burocratese", solo che al tempo non c'era ancora Duolingo.Dopo 13 anni passati a fare il Fiduciario Regionale, e più di 7 nella Commissione Nazionale, faccio meno fatica ad interfacciarmi con i vari Presidenti dei Comitati Regionali (grazie anche a quanto, con pazienza, mi ha insegnato in tutti questi anni proprio Fabrizio Marchetti, che ora mi onoro di considerare un amico), o con le istituzioni che hanno interesse verso la ns. disciplina... ma ho compreso anche quanto sia parziale considerare questo mondo in modo SOLO problematico.
Ancora oggi non mi considero un "politico", perché mi piace più praticare che scrivere documenti e protocolli per la Federazione... però ho compreso che "politici" ci siamo in fondo un po' tutti, anche quelli che affermano di odiare questa dimensione e questo tipo di dinamiche.
La "politica" è infatti qualcosa dalla quale nessuno di noi può esimersi sul serio, anche se volesse, pur se schifa tutto ciò che vi ruota intorno: chiunque di noi, con le proprie scelte e decisioni, di fatto FA politica... ovvero influisce in modo diretto in ciò che accade nella società.Un tempo si delegava, appunto, un politico che ci rappresentasse in Parlamento: una persona che ci convinceva (più o meno!) con i suoi programmi... ed alla quale davamo la responsabilità di agire per conto nostro nella "stanza dei bottoni", alla quale non avevamo accesso (ed alla quale forse non avremmo nemmeno voluto averlo).
La democrazia rappresentativa ha sempre funzionato così, ma oggi vediamo che piega sta prendendo: le persone non si fidano più dei loro rappresentanti, perché forse si sono sentite tradite da essi troppe volte... tanto che stiamo rasentando i più bassi numeri di elettorato attivo nel nostro Paese.Ma non partecipare in modo attivo alla politica NON garantisce che chi sta nella stanza dei bottoni agisca a favore nostro! Anzi... continuerà a fare ciò che vuole, anche senza il nostro consenso.
Con le nostre scelte invece noi influenziamo in ogni istante ciò che ci circonda, ossia facciamo "politica": pensate che potere possiedono gli acquirenti che - in massa - decidono di boicottare i prodotti di uno specifico marchio... sono in grado di mettere in crisi una multinazionale nel giro di poco, se si organizzano in modo strutturato.
Questo è "fare politica", dal basso... ma è sempre occuparsi attivamente di ciò che appartiene alla dimensione della vita comune. Non è differente in Aikido.Ci sono sempre stati i "politici", ovvero quelli che preferivano una scrivania ed una poltrona al tatami... ed i "trafficoni", ovvero quelli allergici a giacca e cravatta, ed a loro agio solo con un keikogi.
Credo sia venuto ora il tempo di abolire entrambe queste categorie così nette, estreme ed opposte: in fondo alcuni mali dell'Aikido sono derivati dal fatto che "i politici" non sapessero un tubo della disciplina, ma venissero comunque chiamati a normarla... mentre "i trafficoni" delegavano ad altri le responsabilità che non avevano il coraggio di prendersi loro in prima persona, ovvero non si assumevano la responsabilità di fare la loro parte di "politica".
Con questa parola, quindi, non mi riferisco alla militanza in qualche Partito... ma il prendersi a cuore in modo diretto le sorti di ciò che per noi è importante.Voglio quindi essere un "trafficone politico", se proprio potessi scegliere un ruolo, perché a me sta a cuore il futuro della disciplina che pratico da 33 anni ed insegno da quasi 27.
Ora per il mio Comitato Regionale ho fatto la mia parte, agevolando la creazione di nuove Società Federali, di nuovi Tecnici Federali... facendo crescere il numero di praticanti da circa 60 a 180, creando eventi condivisi con gli Insegnanti del territorio, etc.
É bene quindi che lasci questo ruolo ad altre persone, desiderose a loro volta di fare la loro parte nel movimento: in merito a ciò, sono molto contento che sia Andrea Merli, mio allievo ed amico, a succedermi... credo che l'Aikido FIJLKAM di Piemonte & Valle d'Aosta con lui sarà in buone mani!A livello nazionale, invece, a quanto pare la mia avventura non si può ancora dire conclusa: la nuova presidenza FIJLKAM, diretta dal Dott. Morsiani, mi ha nuovamente voluto all'interno della Commissione Nazionale Aikido... chiedendomi espressamente di continuare a lavorare per tutte quelle regioni e quei Comitati che funzionano meno bene di quello in cui mi trovo, così come per far conoscere il nostro movimento al grande pubblico.
Non è qualcosa di facile, né presto fatto: richiede impegno ed un tot di tempo da dedicare ad un Aikido che non mi ripaga immediatamente in alcun modo, né economicamente, né a livello di immagine.
Per le persone più superficiali, quelle che appiccicano ruoli carichi di pregiudizio a tutti, Rubatto sarà sempre "il politico", mentre loro... che desiderano allenarsi, senza pensare a nulla di ciò che ruota intorno alla loro disciplina credono di NON esserlo, senza accorgersi che così fanno più politica di me!Ad esempio, pensate a quanto abbiamo fatto politica, collettivamente parlando, quando abbiamo diminuito la richiesta di articoli per Arti Marziali tradizionali negli shop fisici!
Un tempo da Decathlon, che NON è mai stato un rivenditore specializzato, teneva regolarmente judogi, karategi, armi di legno... esisteva un vero e proprio "Reparto Arti Marziali": se ci andate ora, troverete qualche colpitore, qualche guantone da boxe o completino per MMA, ma nulla di più. Come mai?
Anche i negozi specializzati ora stanno abbastanza "a secco": le importazioni ed i dazi sono sempre più cari, le spedizioni più difficoltose... quindi i prodotti più costosi e difficili da reperire: perché secondo voi?Cosa sarebbe successo se la MAGGIORANZA dei praticanti di Arti Marziali tradizionali NON avessero iniziato ad acquistare on-line?
Probabilmente, se ci fosse alta richiesta di merce fisica nei negozi, troveremmo la merce fisica nei negozi... ma questa NON c'è, quindi la POLITICA del commercio di questi prodotti ha preso una strada differente. E non è "colpa" di nessuno in particolare, ma di certo la responsabilità ricade anche su noi TUTTI. Ciascuno per sé e dio per tutti, ora raccogliamo i frutti di questa visione poco lungimirante, scissa e che non appartiene certo ad un movimento MATURO... ed ora siamo costretti TUTTI ad acquistare on-line, se non vogliamo privarci di qualcosa che per noi è importante.
Un Maestro mio amico qualche tempo fa mi ha telefonato, chiedendomi se secondo me non fosse venuto il momento finalmente di "riunirsi" come movimento, diventando più visibili, numerosi, performanti...Ecco: al momento faccio così tanta "politica" da non credere più ad una possibilità simile, poiché vedo un mare di Aikidoka che DELEGANO il prossimo, senza prendersi cura diretta di ciò che dicono di amare. E serve farlo PURE a livello burocratico, perché - che ci piaccia o meno - viviamo in una società che contempla ANCHE questo aspetto!
Lasciatemi dire che forse servirebbe qualche goccia di sudore in meno sul tatami e qualcuno in più che conoscesse la differenza fra una Federazione Nazionale, un Ente di Promozione Sportiva e un'Associazione Sportiva Dilettantistica.Ma è necessario rimandare come ci siano ambiti nei quali la nostra disciplina ora non si mostra per nulla matura: uno è il rapporto con il professionismo e con i soldi, l'altro è relativo al livello degli approfondimenti che è possibile fare a livello di tecnica, principi e prospettive... ed uno è proprio il rapporto con la "politica", che sfaculiamo tutti volentieri proprio nel momento in cui non si è compreso a fondo che dramma si apre facendo così per il nostro futuro collettivo.
L'arte della pace e dell'armonia NON può essere frequentata come una pasticceria, dove si chiede ed ottiene SOLO ciò che ci piace. La "politica" è uno dei prodotti sul bancone, e purtroppo non è rifiutandoci di metterlo nel nostro vassoio che le cose miglioreranno per la nostra disciplina.Marco Rubatto