Beh, a mio avviso questo annuncio offre un chiaro (e forse disarmante) specchio dello stato dell'arte, almeno nel nostro Paese...
Nessun Aikidoka è costretto ad avere nozioni di diritto civile e penale per frequentare una lezione di Aikido extra in un altro luogo, rispetto a quello nel quale si allena di solito... ed infatti, la maggior parte dei praticanti e - purtroppo - pure degli Insegnanti si limitano a comportarsi come ha visto fare ad altri.
Peccato che questa cosa faccia acqua da tutte le parti!In Italia, per praticare una disciplina sportiva, è necessario presentare alla Società/Associazione Sportiva di riferimento un certificato medico, che attesta la propria idoneità alla pratica della disciplina in questione.
Per alcuni l'Aikido non sarà considerabile uno sport, ma per il nostro palinsesto legislativo LO É.
Questo certificato medico serve alla Società /Associazione Sportiva in questione ad attestare di avere messo l'atleta (mi scusino i puristi marziali, così si chiamano le persone che fanno sport) in condizioni di sicurezza nella pratica, e questo è anche il tassello che permette loro di ASSICURARE il loro iscritto / associato.
Ciascuna Società / Associazione Sportiva si affilia alla Federazione (FIJLKAM, per le Arti Marziali) o ad un Ente di Promozione Sportiva, e questa affiliazione permette di TESSERARE i loro atleti presso lo stesso Ente.
Questo Ente, preso atto della consegna del certificato medico in corso di validità, EROGA un'ASSICURAZIONE che copre ogni tesserato durante la pratica sportiva che è stata dichiarata dalla Società / Associazione Sportiva nel proprio Statuto (del quale è obbligatorio fornire copia all'Ente).
L'associato è quindi assicurativamente COPERTO solo nella sede che è stata indicata all'Ente di riferimento e nelle giornate ed orari che sono stati comunicati preventivamente. Ci sono poi Enti che assicurano i propri associati h24 ed in qualsiasi luogo del territorio italiano nel quale sia presente un'altra Società / Associazione Sportiva, affiliata al MEDESIMO Ente, o evento sportivo promosso sempre dal MEDESIMO Ente.
Per esempio, FIJLKAM assicura me ed i miei allievi in qualsiasi Società Sportiva Federale italiana (per la pratica dell'Aikido, NON di un'altra disciplina federale!) ed in qualsiasi evento federale, regionale o nazionale che sia (dedicato ovviamente al Settore Aikido).
C'è però da sapere che questa polizza copre solitamente SOLO gli infortuni che accadono DURANTE la pratica (per noi, cioè, ciò che avviene sul tatami) ma NON è detto che copra tutti i sinistri che possono accadere presso la Società / Associazione Sportiva, ad esempio se si rompesse un vetro e si venissi feriti, se si cadesse sotto la doccia, se ci cadesse qualcosa in testa...Per questa ragione, ogni Società / Associazione Sportiva è tenuta anche a sottoscrivere una polizza assicurativa RC, che tuteli la sicurezza dei suoi iscritti al di fuori dell'attività sportiva vera e propria.
La stessa medesima cosa vale in un Palazzetto Sportivo, durante un evento.
La regola aurea che governa la responsabilità civile verso i praticanti, in ogni caso, è la seguente: chi ORGANIZZA è colui che si cura di assicurare all'utenza un luogo sicuro e si assume la responsabilità di pagare le conseguenze di persona (o tramite la sua Società / Associazione Sportiva) in caso contrario.Perché quindi questa lunga spiegazione della normativa vigente in tema assicurativo?La ragione è molto semplice: chi organizza un evento Aikidoistico NON può manlevare la sua responsabilità scrivendo sulla locandina "Aperto a qualsiasi praticante, purché regolarmente assicurato"... perché aspetta giuridicamente a lui ASSICURARE chi entra dalla porta!
Questa cosa non vale in tutto il mondo: ci sono nazioni nelle quali le polizze assicurative personali sono pressoché obbligatorie (o comunque molto comuni) e spesso coprono anche i soggetti dai rischi di infortunio durante la pratica sportiva.Ad esempio, in Svizzera, è sufficiente una dichiarazione di manleva simile scritta su una locandina o sul proprio sito internet per informare che spetta a chi giunge provvedere autonomamente alla propria assicurazione personale per praticare, in quanto non si potrà rivolgere a terzi in caso di danno.Ma qui non siamo in Svizzera... quindi questa cosa NON vale. Perché quindi la maggioranza degli Stage in Italia viene organizzata come se fossimo nella Confederazione Elvetica?!
Abbiamo la fortuna di praticare una disciplina che di solito non causa incidenti seri alla salute degli Aikidoka: qualche contusione, distorsione... nei casi più gravi una frattura; rarissimi sono i traumi cranici o quegli incidenti che rischiano di lasciare postumi seri e/o permanenti...Ma questo NON significa che gli organizzatori di Eventi possano credere di scaricare la propria responsabilità scrivendolo su una locandina fatta con Word!Di solito chi organizza è sempre alla ricerca di attrarre praticanti anche altre aree, Scuole, stili: un po' credo faccia parte dei principi stessi dell'Aikido garantire una porta aperta per chiunque desideri accomodarsi... dall'altra parte, siccome gli eventi sono spesso risicati come numero di partecipanti, allora dare il benvenuto a qualcuno proveniente da giri differenti dal proprio spesso rende l'evento economicamente più sostenibile.Si tratta quindi di un fenomeno molto comprensibile, a livello sia umano che organizzativo, quello di cercare di includere altri Aikidoka: io lo vivo come qualcosa di positivo, almeno.Solo che in Italia siamo frammentati in una ventina di Enti differenti, fra Federazione ed EPS, per non contare poi tutte le Associazioni private: la probabilità quindi di richiamare a sé persone assicurate presso Enti differenti dal proprio è molto alta.Non ho bisogno di spiegarvi io però che FIJLKAM non mi coprirebbe mai l'infortunio ad un evento UISP, o CSEN, vero?
Né ASI o Libertas, coprirebbero mai un infortunio accaduto durante un raduno dell'Aikikai d'Italia o della AICS, ovviamente!
Fino a quando andrà tutto bene... andrà tutto bene, invece quando poi dovesse accadere un sinistro (magari anche lieve) alla persona "sbagliata", potrebbero fioccare denunce, e la responsabilità di risarcire economicamente il danno arrecato dalla propria incompetenza ed improvvisazione su questi argomenti.
Un libero professionista, ad esempio, che non può lavorare se non guida... e che fosse costretto ad un mese di fermo per una lussazione ad una spalla, perché non dovrebbe pretendere almeno ripagati i danni economici indiretti che subirebbe?
Ma chi dovrà pagare: chi lo ha leso o l'organizzatore che ha reso possibile la pratica nella quale è accaduto il sinistro?
Di solito accade che ciascuno cerca di rifarsi su qualcun altro... specie se c'è da tirare fuori dei soldi: io denuncio il tizio che mi ha fatto male, questi denuncia l'organizzatore perché non ha provveduto ad adeguata assicurazione i praticanti. Quest'ultimo tenterà di difendersi in giudizio (fallendo), facendo presente che i partecipanti avrebbero dovuto pensare autonomamente alla proprio copertura assicurativa... e non se ne esce per qualche anno di avvocati e di spese...
Purtroppo conosco molte storie relative a dinamiche simili, e vi "assicuro" (scuserete il gioco di parole!) che a volte le cose sono andate anche più tragicamente di quanto uno si sarebbe potuto immaginare (ci sono state persone morte per un infarto, ma in un luogo nel quale non avrebbero dovuto trovarsi... cosa che ha fatto partire le procedure previste dalla Questura, rasentando il blocco a data da definirsi dell'attività fino alla chiusura delle indagini in corso).Ne vale quindi la pena?Secondo me è necessario fare un distinguo: certi eventi NON sarebbero nemmeno più organizzabili, stando alle normative attuali, perché non è facile assumersi l'onere di assicurare chi entra dalla porta (sia perché costa, sia perché molto spesso non abbiamo idea fino all'ultimo di chi parteciperà).Sappiamo però anche bene quando ciò crea potenziali pericoli reali (casi di ampia partecipazione, se non addirittura di sovraffollamento, casi nei quali c'è molta eterogeneità fra i partecipanti)... e quando invece viene a trovarci il nostro amico di un altro Dojo una sera, per un po' di keiko ed una birra insieme a seguire.
Le Assicurazioni servono proprio per coprire il più possibile dai rischi, ma non è pensabile che questi possano SEMPRE essere interamente coperti: quindi la differenza la fa il BUON SENSO di chi è chiamato a prendere delle decisioni, si organizzative, sia partecipare ad eventi nei quali deve essere chiaro che NON saremo coperti da alcuna assicurazione.In Aikido esiste ancora un'ignoranza preoccupante su queste tematiche, infatti ne avevamo già parlato insieme... ma continuo a vere on-line locandine di questo o quello Shihan che accoglie "tutti i praticanti, purché regolarmente assicurati".
É un po' come andarsi a nascondere dietro un dito, e le organizzazioni più evolute hanno già compreso come ridurre questo tipo di rischi... ma forse ciascuno ha ancora l'organizzazione che si merita! Che ve lo dico a fare...Marco Rubatto