Si tratta di un libro piuttosto maneggiabile e veloce, di circa 97 pagine, delle Edizioni "Universale" (2021): me lo donò l'Autore stesso, in occasione di un Seminar di Aikido a Taranto, al quale anch'egli partecipò.
La sua particolarità sta nel voler descrivere un viaggio attraverso i principi della nostra disciplina che sono condivisi anche da molte altre discipline espressive e legate al movimento corporeo... e non solo.
Ad esempio, un coreografo di ballo, quanto deve tenere in conto il principio di awase (armonizzazione) e mi ma-ai (spazio tempo)?
Quanto è importante per un/a ballerino/a la padronanza della forma, la connessione con il proprio centro ed asse verticale, il radicamento con il suolo?Quando un attore trova il timing migliore per fare una battuta o quando la sua improvvisazione sarà geniale, pur discostandosi dal copione studiato?
Sono tutti elementi che nelle Arti Marziali, specie in Aikido, studiamo parecchio... e molte volte non ci rendiamo nemmeno conto di quanto si tratti di principi universali, quindi trasversali alle varie discipline che si occupano di espressione psico-fisica.
Punti critici del testo...
Ho notato alcuni refusi nella parte che descrive brevemente la storia dell'Aikido, ma nulla di così importante, dato che il testo mira in realtà a ben altro fine che essere l'ennesimo report storiografico sul Fondatore.
Punti di forma del testo...
In questo caso, sottolineo la lungimiranza di Germano Tacconelli Sensei, che APRE la prospettiva della disciplina a tutte le arti psiscofisiche, facendo un'operazione di sintesi (valutando ciò che c'è in comune), anziché di analisi (cosa caratterizza l'Aikido), come invece fanno la maggioranza dei libri e dei Sensei che li scrivono.Facciamo un bel dire che la nostra disciplina andrebbe valorizzata di più, conosciuta di più, frequentata di più... ma poi - in concreto - non si fa molto per portarla alle persone: ci si aspetta di più che esse ne comprendano il valore e facciano lo sforzo di venirsela a conoscere ed esplorare.
In questo un principio dell'Aikido stesso NON viene rispettato, ovvero quello di trattare il prossimo come si vorrebbe essere trattati.
Uno studio dei principi trasversali traccia ponti e connessioni (sottili o evidenti) fra ambiti diversi: ecco, la CONNESSIONE è un principio dell'Aikido, quindi opere come quella della quale parliamo quest'oggi, nel suo piccolo, è esattamente consonante con tali principio.Io mi meraviglio sempre di quanto Maestri altisonanti riescano solo a parlare (e scrivere) dell'unicità della loro disciplina (asserendo cose vere, per la carità!), ma più raramente si preoccupino che questa sia in grado di "gettare ponti".
Per questo, sento di ringraziare Germano Sensei per il suo contributo originale, frutto di esperienza diretta: qualcosa di autentico, insomma... che di questi tempi non mi pare essere poco!
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Marco Rubatto
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