Più di qualcuno però pratica questa disciplina, per fortuna... anche se non è per nulla detto che si interessi anche della sua filosofia e della sua storia.
Quei pochi che lo praticano e si sono incuriositi, almeno una volta, dell'origine della loro arte... avranno letto qualche pagina di Wikipedia o qualche libro sull'Aikido: bene o male 2 cose 2 sul Fondatore stanno scritte ovunque ora.
Molti meno invece sono le persone che hanno la determinazione (ed anche le palle!) per andare a cercare nelle pieghe della storia anche le cose più scomode, ovvero quelle che si fanno più fatica a giustificare e che risultano lontano dal politically correct.
Ad esempio, che Morihei Ueshiba, nel suo periodo passato in Hokkaido (1911-1918) ebbe con molta probabilità una storiella extra coniugale, della quale la moglie venne a conoscenza: questo ormai è qualcosa di abbastanza noto... ma non così "politically correct" da comparire nelle biografie del Fondatore.
O' Sensei al tempo aveva una trentina d'anni... quindi credo nulla di così anomalo sotto il sole nell'avere una certa dose di testosterone a mandorla; in fondo si trattava di un giovane pioniere, lontano da casa: questo però potrebbe far storcere il naso a tutti coloro che lo vorrebbero vedere (e vendere) SOLO come un'icona di saggezza, lealtà e lungimiranza... che sicuramente poi negli anni si conquistò sul serio e meritatamente.
Esiste quindi un "Aikido untold" che tende a stare lontano dai riflettori, per il quieto vivere dei biografi e degli storiografi ufficiali, ovvero per le fonti sedicenti accreditate a raccontare questa o quella vicenda in modo "storicista", cioè ad appannaggio della visione che si vuole veicolare, narrando i fatti in un modo anziché in un altro.
Io non ho per nulla il pallino e la presunzione di venirvi a dire che la verità stia su queste pagine, tuttavia si sta facendo sempre più strada in me la consapevolezza di alcuni fatti, del tutto comprovabili a volerli guardare con un occhio critico, che riscriverebbero la mappa del territorio di parecchi Aikidoka, intenzionati ad andare oltre Wikipedia, John Stevens (buonanima)... e che le Torri Gemelle le hanno buttati giù quelli di Al Qaeda...
Uno degli elementi che mi pare essere veramente crucciale da esporre è come la maggioranza degli Aikidoka, benché venerino Morihei Ueshiba come un kami tutelare, siano in realtà figli di un altro Fondatore dell'Aikido, che ebbe molto più seguito e successo del primo, ovvero Kisshomaru Ueshiba, il nidai Doshu.
Il figlio di O' Sensei, infatti, ereditò (obtorto collo?!) il compito di lavorare per la crescita dell'Honbu Dojo e la divulgazione dell'Aikido sia in Giappone, sia negli altri continenti... mentre suo padre se ne stava ad Iwama (dal 1942 in poi), focalizzato nell'allenamento quotidiano, spesso solitario, nella preghiera e nel lavoro dei campi.
O' Sensei fu un enorme pioniere, un genio creativo ed innovatore, ma non ebbe mai particolari meriti divulgativi, potremmo dire noi oggi... visto che l'Aikido sarebbe andato poco lontano se fosse dipeso da lui e se si fossero seguiti i suoi metodi di allenamento.
Intendiamoci: non considero ciò né un bene, né un male... ma un semplice dato di fatto, che i più semplicemente ignorano. L'Aikido praticato al tempo, ed ancora oggi, all'Honbu è qualcosa di molto differente a ciò che faceva Morihei Ueshiba.
La maturità della disciplina del Fondatore venne appunto affinata quando egli non era più molto sotto i riflettori e quando su di lui non incombeva più il compito di intrattenere relazioni diplomatiche strette con le istituzioni del Budo giapponese di allora.
Spesso ho rimandato quanto l'Iwama Ryu o il Dentō Iwama Ryu reclamasse (ed ancora reclami) il titolo di "vero" Aikido, di "Aikido tradizionale", "originario" e così via. Il modo nel quale lo hanno fatto non ha incontrato sempre la mia approvazione, in quanto hanno spesso avuto in sé parecchia ostentazione di superiorità rispetto alle forme più moderne della disciplina...
... Tuttavia, "dove c'è fumo, ci deve essere anche un po' di arrosto", in qualche modo, perciò mi sono messo alla ricerca di questo "Aiki-arrosto" e ne ho trovato parecchio!
O' Sensei modificò MOLTO il suo Aikido nel suo periodo "di ritiro" ad Iwama, nonostante per molti anni ancora girò il Giappone in lungo ed in largo e fece numerose enbukai (dimostrazioni)... tuttavia all'Honbu Dojo arrivò molto poco di questo "update", per varie ragioni.
Morihei Ueshiba si recò a Tokyo regolarmente per anni, ma vi passò sempre un tempo modesto... quindi chi studiava al tempo li aveva come riferimento il secondo Doshu, ed ogni tanto si vedeva arrivare questo vecchietto che faceva delle cose più o meno strane o diverse da ciò che veniva proposto ogni giorno sul tatami dell'Aikikai. Diverse pure da ciò che faceva suo figlio.
Premettiamo che non ci fosse qualcuno che stesse sbagliando qualcosa: Morihei Ueshiba era intento ad APPROFONDIRE la sua disciplina, mentre Kisshomaru Ueshiba a lavorare perché essa potesse DIVULGARSI.
Un grande approfondimento di solito si traduce in un ristretto gruppo di persone, intensamente motivate, disposte a fare ciò che serve per fare il prossimo passo con la propria ricerca; la divulgazione invece deve talvolta anche rinunciare a parte della profondità per arrivare più lontano, a più persone possibile e veicolare i valori che crediamo siano importanti ed utili alla società.
Leggendo diversi libri di Ellis Amdur e Francisco Kitaura (alcuni ora disponibili in italiano, grazie a The Ran Network, altri ancora solo in inglese), autori che tengono a dire più ciò che pensano, rispetto a rimanere fedeli a cosa è normalmente consentito esprimere, si delineano sempre più chiaramente i "giochi di palazzo" che ieri (come forse anche ora) ci sono dietro alle grandi organizzazioni internazionali, Aikikai so Honbu in primis.
Certo, all'Aikidoka tipo, ancora tutto intento a imparare sankyo ura, magari interessa poco conoscere le diatribe storiche che hanno separato l'Aikikai di Tokyo dall'Ibaraki Dojo di Iwama: però è sempre più chiaro che queste dinamiche -spesso malsane - ci furono. Ed ebbero delle forti ripercussioni storiche sull'Aikido e la sua pratica!
Saito Sensei, uno dei co-fondatori dell'Aikikai, in punto di morte chiese esplicitamente ai suoi Deshi più intimi di non fare la guerra all'Honbu Dojo, ma di dare supporto alla famiglia Ueshiba come egli stesso fece per tutta la vita.
Ma perché ci fu bisogno di questa sua richiesta?
Il motivo è da ricercare in ciò che negli anni sempre più separò il tipo di visione e di pratica dell'Aikido che si faceva sotto O' Sensei ad Iwama, e sotto Kisshomaru Sensei a Tokyo.
Due movimenti che si sono differenziati sempre più, fino a non riconoscersi più l'uno nell'altro.
Ad Iwama rimase un forte spirito legato al Budo tradizionale, alla marzialità, al fatto che uke non è li per compiacere il suo compagno, ma per attaccare, nel modo più intenso e sincero possibile.
Si è sempre praticato, sia in modo statico, che dinamico in stretta integrazione con il lavoro delle armi, che doveva continuamente specchiare ed essere congruente con le tecniche a mani nude.
A Tokyo l'Aikido venne preferito nella sua versione più dinamica e forse anche coreografica; il lavoro con le armi non venne praticamente mai introdotto (tranne rare occasioni, nelle quali Saito Sensei andò ad insegnare la, ma senza lasciare pratiche che poi divennero abituali in quel Dojo), un sacco di varianti tecniche vennero accantonate, perché considerate pericolose o perché divenute semplicemente impopolari fra i praticanti di Tokyo: una fra tutti, gli yubi waza, ovvero le tecniche applicate sulle falangi delle mani.
Una distrazione ed era facile lussare o rompere un dito di una persona che con tutta probabilità faceva l'impiegato e che aveva bisogno delle sue mani per la macchina da scrivere ieri, e per il computer oggi. Ma O' Sensei faceva yubi waza in continuazione, specie negli anni nei quali era più anziano.
Venne abbandonata l'abitudine al kiai, che il Fondatore considerava così importante in Aikido, ma che difficilmente poteva essere accettabile in un quartiere così densamente abitato come quello in cui sorge l'Honbu Dojo a Shinjuku.
E togli di qui, togli di la... ad un certo punto chi praticava ad Iwama iniziò a considerare poco seri i praticanti di Tokyo, mentre all'Honbu Dojo si iniziò a considerare "macellai" e "bruti" coloro che praticavano nel Dojo di Ibaraki.
Il Dojo di Tokyo quindi si affermò per la sua capacità di accogliere persone provenienti da tutto il mondo, desiderose di praticare sotto egida diretta della famiglia Ueshiba, mentre l'Ibaraki Shibu Dojo proseguì inalterato il suo mood fino alla morte di Morihiro Saito Sensei... dopodiché la famiglia Ueshiba stessa venne a "reclamare" la sua proprietà e mise alcuni veti importanti a Hitoira Saito Sensei, figlio di Morihiro (all'epoca chiamato "Hitoiro") se avesse inteso proseguire con la sua attività di Insegnante nel Dojo del Fondatore.
Questi non ci stette, poiché ebbe l'impressione che accettare quelle condizioni (smettere di emanare certificati specifici per l'insegnamento del buki waza, smettere di riferirsi a quel tipo di pratica con il termine "Iwama Ryu", etc...) sarebbe significato tradire il lavoro di una vita del padre... che invece fecce di tutto per mantenere vivo lo spirito austero nel quale il Fondatore stesso li aveva abituati a praticare.
Dovette quindi lasciare la proprietà Ueshiba, ed anche l'Aikikai stessa e fondò la sua Scuola personale, ovvero l'Iwama Shin Shin Aiki Shuren Kai.
Questi però sono appunto "affari di palazzo" nei quali è difficile imbattersi, specie se si è giunti all'Aikido SOLO tramite il tatami pattinato dell'Honbu Dojo, ovvero come ci sono giunti la maggioranza dei praticanti attuali nel mondo.
Il nidai Doshu è quindi il vero padre dell'Aikido attuale, mentre pochi stanno continuando l'attività austera di ricerca che suo padre portava avanti in Iwama, secondo la prospettiva [武の一如] "Bu-No-Ichinyo", cioè "l'unità fra Budo ed agricoltura".
L'attuale sandai Doshu, Moriteru Ueshiba, venne acclamato da tutto il popolo di Iwama quando, il 20 gennaio 1999 su Aikido Shimbun (la newsletter ufficiale dell'Aikikai) pubblico un articolo intitolato “In onore dello spirito dell’ultimo Doshu”. In esso si fa un chiaro riferimento alle modifiche apportate da Kisshomaru Ueshiba alla disciplina coniata dal padre (ne riportiamo qui di seguito un estratto)...
“Le tecniche e il modo di fare Aikido che il Fondatore, O' Sensei, ci ha lasciato, non erano sempre di facile comprensione per tutti. Doshu, mio padre, li ha cambiati in modo che essi fossero facilmente comprensibili, e ha dato tutta la sua vita per diffonderli. Per questo motivo ha lasciato molti libri da lui scritti. Sono cresciuto guardando Doshu ritornare dal keiko per studiare e scrivere per lunghe ore e anche con gli occhi di un figlio ho potuto vedere l’importanza di questo lavoro“.
Questo scritto, mentre da un lato fa cogliere l'ammirazione e la dedizione per i lasciti paterni, ora nelle sue mani... dall'altro mostra chiaramente come all'Honbu Dojo NON si praticasse già più allora nelle stesse modalità indicate da Morihei Ueshiba, suo nonno ed Aiki Kaiso.
Ora, che sono passati oltre 25 anni da quella dichiarazione (che io mi vissi in diretta, perché all'epoca già praticavo Aikido, seppure fossi poco più che un principiante), non so quante persone la ricordano e quanti si recano ancora oggi all'Honbu Dojo nell'intento di respirare lo spirito più tradizionale possibile della nostra disciplina... che però, semplicemente, NON si trova li!
Non affermo che ciò che si pratica all'Honbu sia sbagliato o negativo: affermo che sia solamente parziale, e lo sia in modo piuttosto marcato. L'Aikikai ha sfornato veri e propri "geni" dell'Aikido dagli anni '60 in poi, molti dei quali ho avuto il privilegio di conoscere di persona. Ho imparato molto da loro.
Fermamente però oggi sono convinto che O' Sensei fosse puntato in una direzione differente, le cui tracce spesso possono essere rinvenute in alcune pratiche tradizionali... che però talvolta ora divengono vuote, se ci si limita a ripetere meccanicamente un gesto, spesso non capito... solo perché "una volta facevano così".
Diamo ad esempio insieme un occhio a questo (scomodo) documento storico, che riassume quanto i primi allievi del Fondatore (che poi sono diventati Maestri internazionali) siano effettivamente stati cresciuti da quest'ultimo, oppure dal Nidai Doshu... e saltuariamente abbiano interagito con Morihei Ueshiba, che non è proprio la stessa cosa!
Morihiro Saito Sensei, 9º dan Aikikai: incontra il Fondatore nel 1946 ad Iwama, e rimane suo allievo diretto ad Iwama fino al 1969 (23 anni consecutivi, di allenamento QUOTIDIANO con l'Aiki Kaiso).
Hiroshi Tada Sensei, 9º dan Aikikai: incontra il Fondatore nel 1952, quindi continuerà a frequentarlo risiedendo principalmente a Tokyo fino al 1964, sotto la supervisione diretta di Kisshomaru Ueshiba, poi verrà in Italia (12 anni, non trascorsi con lui se non per periodi sporadici).
Seigo Yamaguchi, 9º dan Aikikai (soprannominato "il Genio dell'Aikidō"): incontra il Fondatore nel 1952 e smette di frequentarlo nel 1955, iniziando la sua pratica con Kisshomaru Ueshiba e risiedendo principalmente a Tokyo (3 anni, non trascorsi con lui se non per periodi sporadici).
Hirokazu Kobayashi, 8º dan Aikikai: frequenta il Fondatore per 16 anni, non trascorsi con lui se non per periodi sporadici (1954-1969), risiedendo principalmente a Tokyo.
Ora facciamoci una domanda semplice almeno quanto altrettanto scomoda: dalle nostre parti, nelle quali si incensa forse anche giustamente la bravura di Tada Sensei e di Yamaguchi Sensei (il quale fu il Maestro principale di Christian Tissier Sensei), sappiamo che ci stiamo riferendo a persone che hanno vissuto il Fondatore dell'Aikido molto più di sponda rispetto ad esempio a Saito Sensei e Kobayashi Sensei?
Non che stare appresso alle gonnelle di Morihei Ueshiba debba per forza essere un certificato di garanzia, ma questo ci fa capire in parte il motivo della deriva personalistica che ha preso la nostra disciplina, quando insegnata da persone che avevano solo molto parzialmente avuto modo di assorbire tecnica, principi e prospettive direttamente dalla loro fonte più accreditata.
Saito (23 anni), Tada (12 anni) e Yamaguchi (3 anni): tutti 9º dan Aikikai... possiamo attribuire loro una capacità enorme in Aikido ed il merito di avere contribuito significativamente alla sua diffusione, ma partendo da un'esperienza simile o comparabile? A me non sembra proprio...
Ecco uno dei motivi - ad esempio - del perché il lavoro con le armi di molti allievi diretti del Fondatore o è inesistente o non si può proprio guardare!
Ciascuno ha fatto del suo meglio nel fare ciò che ha fatto, quindi in quest'ottica nessuno ha sbagliato, benché siano nate spesso tensioni ed incomprensioni fra le varie correnti Aikidoistiche del passato (così come accade anche ai nostri giorni).
Però vi consiglio di non fermarvi a ciò che si legge su Wikipedia, o sulle biografie di John Stevens, perché è come guardare i telegiornali del main stream e poi credere di avere avuto un'informazione libera, obiettiva e professionale.
L'Italia è ora intorno al 47º posto al mondo per libertà di stampa ed informazione, preceduta dalla Lituania, dal Sud Africa e dal Niger: spiace terribilmente, ma è così (e nel 2016 siamo stati al 77º posto, quindi siamo pure migliorati un tot!). Capite bene che quindi informarsi ai Tg di Mentana è una scelta di propaganda, della quale non possiamo poi lamentarci se scopriamo che le cose stanno messe in modo differente.
Nell'Aikido vale la stessa regola: ci sono tante voci uniformate, e c'è qualche voce dissenziente, che tenta di disegnare e raccontare "verità alternative", magari poco popolari o gradevoli.
Beh, ricordiamoci che per farci un'idea più autonoma ed equilibrata possibile le fonti a cui attingiamo devono essere molteplici e più diversificate possibili fra loro.
Marco Rubatto
PS:
ho conosciuto di persona e frequentato per qualche Stage Yoji Fujimoto Sensei, personalità molto carismatica, che di certo ha dato tanto a molti Aikidoka italiani. Beh, provate un po' a chiedere ad un'Iwamista medio cosa ne pensa del modo di praticare armi di questo Sensei... poi capirete da soli perché vi consiglio di informarvi (e FORMARVI) da più fonti possibili!
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