Durante questo evento, ricco di discorsi ben augurali per l'anno di pratica che si apre e di enbukai (dimostrazioni) viene anche pubblicata la lista di promozioni dan "suisen", ovvero "su raccomandazione".
Sulla carta mi viene da escluderlo categoricamente, visto che il "suisen", ovvero la segnalazione, è proprio la modalità di premiare le persone che avanzano di grado per i meriti divulgativi mostrati sul campo... specie quando gli aspetti di carattere meramente tecnico siano già stati acquisiti con specifici esami precedenti.
Così - tradizionalmente - fino al 4º dan, i gradi si prendono a seguito di un esame di tipo tecnico, mentre dal 5º dan in su, è necessario passare al meccanismo della "raccomandazione/segnalazione", proprio perché il valore aggiunto mostrato dovrebbe essere più relativo all'impegno di divulgare e diffondere la disciplina, rispetto ad altro.
Questa almeno è la regola, tuttavia spesso in passato rimanevo attonito di fronte al PDF che proclama le nuove promozioni dei "gradi alti", per via di alcuni aspetti sui quali mi piacerebbe riflettere insieme quest'oggi.Le liste sono fatte da nomi che provengono da tutto il mondo, ed è evidente che non sono in grado di conoscere la maggioranza di loro, tuttavia dedicandomi all'Aikido da parecchio tempo, è già da qualche tempo che conosco nei diversi continenti di presenza o almeno di fama i nomi di coloro che si spendono sul serio per la divulgazione della nostra disciplina.
I Sensei che fanno la differenza si vedono, perché vengono invitati a tenere Seminar, il loro nome gira ed è chiacchierato, si trovano video e foto che li riprendono più o meno in azione: questa dinamica vale un po' per tutto il globo: è "gente che fa cose", che hanno un alto impatto sulla community.
A maggior ragione conosco - in questo caso piuttosto bene - chi in Italia si spende effettivamente per questa campagna divulgativa, e di contro pure chi dice di farlo, ma poi non lo fa... o chi non si conosce proprio perché se ne sta rintanato nel suo Dojo, magari pure a lavorare seriamente (nel più auspicabile dei casi).
Però quando leggo il PDF dell'Aikikai noto nomi celebri che tardano ad essere menzionati, così come perfetti sconosciuti promossi a gradi perlomeno imbarazzanti...
É qualcosa che è accaduto immancabilmente pure quest'anno: fra i 7º dan Aikikai c'è anche il nome del mio Sensei, Patrick Cassidy, al quale va tutta la mia stima ed ammirazione per il meritato traguardo, che finalmente gli è spettato vedersi riconoscere... a seguito di un numero imbarazzante di anni trascorsi con il grado precedente.
A differenza di molti altri nomi, però, so bene cosa sta dietro alla sua promozione "suisen", anche perché vi ho partecipato attivamente: è stata inviata illo tempore una lettera all'Aikikai, controfirmata da una ventina di Senpai E.A.C. nella quale si richiedeva di prendere in considerazione la promozione di questo Sensei, visto il suo visibile prodigarsi a capo di un'Organizzazione Internazionale in continua crescita. E sono molto contento che questa segnalazione sia stata colta e approvata!
Poi però, sulla stessa sua lista, vedo nomi italiani che non conosco affatto, promossi allo stesso grado... e viene quindi da chiedersi: quali sono i parametri per giudicare una promozione per meriti divulgativi reali della disciplina?Uno tiene Seminar in tutto il mondo, gestisce un Dojo full-time con tanto di uchideshi, crea una Community composta da Dojo sparsi in 3 Continenti, ed una rete internazionale di docenti professionisti dell'Aikido... che gestiscono Dojo full-time a loro volta, ... l'altro invece sta nella palestra della scuola media di Poggibonsi (nome di luogo a caso) a fare tenkan davanti a 3 allievi: promossi allo stesso grado, formalmente quindi per gli stessi meriti...
Evidentemente c'è qualcosa che non torna, oppure che non va secondo ciò che ho esposto sino ad ora.
Io, sinceramente, sono più propenso alla seconda ipotesi... e questa convinzione mi proviene dalla lunga militanza in Federazione... ambiente molto differente dall'Aikikai, ma intriso anche di dinamiche simili ad essa.
Quando si pensa alla promozione di una persona, innanzi tutto, è necessario conoscere molto bene la sua storia pregressa: messi a confronto, due gradi "motu proprio" possono essere parecchio differenti fra loro.
Per paradosso, vi posso assicurare che ci sono quelli rilasciati per reale merito, e quelli conferiti per una sorta di "compassione"... per i limiti che si riscontrano nel candidato, che non gli consentirebbero di andare oltre il luogo in cui si trova, NONOSTANTE il suo impegno.
Non è che una persona che calca il tatami da 40 anni deve essere per forza 6º dan, però è anche vero che in ogni Organizzazione, in ogni Gruppo ed Ente ci sono i relativi "casi patologici", ai quali si vuole dare un riconoscimento più all'impegno profuso, che ai risultati ottenuti.
Ecco che, ad esempio, possiamo trovare un 5º, 6º o 7º dan promosso per reale merito, ed i loro equivalenti altrettanto pataccati, ma più per un moto di sensibilità e buon cuore di chi conferisce i gradi, che per altro.
Esiste poi un ulteriore distinguo che mi piacerebbe esaminare: ogni contesto è fatto di protocolli, e di relazioni di fiducia costruite nel tempo. I protocolli non consentono di scalare la piramide con più velocità di quanto non sia previsto dal protocollo stesso, ma la fiducia che viene ad esserci (o a mancare) in una persona può fare molto la differenza.Facciamo qualche esempio pratico: l'Aikikai di solito si avvale della raccomandazione di alcuni Shihan per la segnalazione di una promozione "suisen"... ma ciò fa spartire le acque fra chi sta lavorando bene, ma NON dispone di Shihan disposti a raccomandare il suo nome... e magari chi non sta facendo un tubo, ma ha qualche Shihan compiacente che lo segnala per "non perdere il proprio pollo", dandogli - di tanto in tanto - una gratificazione all'ego.
Per gli Uffici dell'Aikikai di Tokyo non credo sia la stessa cosa ricevere una lettera da 20 insegnanti dell'Evolutionary Aikido Community (e chi sarebbero mai questi?!) o una telefonata dal Mº Tada (attuale Senpai mondiale, allievo diretto del Fondatore, le cui richieste e sacro esaudire tutte e subito), così come per quelli FIJLKAM non sarebbe la stessa cosa se un semplice associato anonimo fra i tanti telefonasse all'Ufficio Tesseramenti o se lo chiamassi io, chiedendogli di farmi un favore (per esplicito: è una cosa che NON faccio, ma che in passato è stata fatta molte volte).Nel primo caso, l'Ufficio di turno controlla pure le virgole delle richieste che giungono, nell'altro eseguono pedestremente ciò che viene detto loro di fare, senza alcun controllo sull'eventuale liceità o senso di ciò che gli si richiede: due richieste che giungono nello stesso luogo, ma che prevedono livelli di verifica differenti perché ci sono livelli di fiducia diversi rispetto a chi fa queste richieste.
Quindi se una Associazione Aikidoistica nazionale redige una sua lista di candidati ai gradi "suisen" e poi li trasmette al suo Shihan di riferimento, volete che questi sul serio si metta a controllare la congruenza di ciascuno di questi nominativi?Si fiderà semplicemente della fonte che gli ha fatto pervenire la lista, inoltrandola - a sua volta - agli Uffici dell'Aikikai... che non batteranno ciglio sulla lista stessa, perché a loro proviene dallo Shihan XYZ, sul quale - a loro volta - nutrono massima fiducia.
In questo modo, nuovamente, ci sono persone che lavorano seriamente ma NON possiedono "santi in paradiso" che intercedono a loro favore, e persone assolutamente ininfluenti sotto il punto di vista dell'Aikido, che però godono della conoscenze giuste a fargli pervenire pure la pergamena da "Shihan"...
Ciò crea spesso sgomento e sfiducia nelle istituzioni da parte di coloro che si vedono "superare" da perfetti sconosciuti - o peggio - da modesti imbecilli, il cui valore stimano essere pari all'unghia del proprio mignolo del piede.
Però anche questo atteggiamento a parere mio va superato, e risulta anche parzialmente illogico, se ci pensiamo un attimo...
Il merito è qualcosa che è sempre molto difficile da attribuire con sicurezza, perché fa parte di una valutazione SOGGETTIVA, e che... anche se si cerca di puntellare con dati concreti ed oggettivi alla mano, possono fare sempre passare Patrick Cassidy DOPO il Sensei di Poggibonsi (spero non ce ne sia veramente uno... non ho controllato, altrimenti da oggi mi odierà a morte ^__^).
Nella testa di qualcuno che conosce il secondo è NORMALE che ciò accada: non perché si intende svalutare il primo, ma perché si sta puntando a far emergere i meriti di questo SECONDO, senza parametrizzarli su quelli di chi non si conosce nemmeno (il primo).
Solo una ipotetica fonte unica, che conoscesse CONTEMPORANEAMENTE tutti coloro che sono candidati ad uno stesso grado, potrebbe stilare una sorta di lista di merito reale... ma questa unica fonte semplicemente ancora NON esiste!
L'istituzione Aikikai - in questo caso - riceve quindi TUTTE richieste di promozione che sono probabilmente mossa da reali volontà di candidare persone che hanno un valore di qualche natura (soggettiva) per chi fa il loro nome... ma è impensabile credere che queste richieste siano, in qualche modo, comparabili fra loro in modo oggettivo.
Una dinamica simile è riscontrabile fra l'altro in OGNI istituzione umana, dalla politica alla religione: mica fra candidati i Primi Ministri o i candidati alla mitra arcivescovile sono sempre state scelte le persone che lo meritavano di più... nonostante le istituzioni abbiano forse tentato di fare del loro meglio perché ciò avvenisse.
Quindi è impensabile ritenere che ci siano "giustizia" e "merito" espressi sempre al loro massimo potenziale... ma non bisogna fare nemmeno l'errore di mandare al macero ogni tentativo di mettere nero su bianco il merito di una persona, di un praticante (per esempio con i gradi dan), visto che questo non riesce a risultare oggettivo in tutto e per tutto.
L'Aikikai deve (o almeno dovrebbe) semplicemente sapere che sta promuovendo una certa quantità fisiologica di persone inadatte/inopportune tutti gli anni e che non sta nemmeno invece considerando persone che meriterebbero di essere viste e onorate per il loro servizio all'Aikido mondiale. Chi non è consapevole dei propri limiti, non ha alcuna speranza di poterli superare e questo vale per chiunque, Aikikai Foundation inclusa.Al massimo può ingaggiarsi in studi e sperimentazioni che migliorino i meccanismi ed il rendimento delle loro promozioni (nel senso di filtrare i nominativi ininfluenti ed essere invece capaci di scovare quelli che vanno promossi per meriti evidenti); ma - come in tutte le istituzioni umane - non possiamo credere che questa sfida venga sicuramente accettata e colta. Ciò potrà avvenire, come no... dipende dal tempo, dall'illuminazione di chi gestisce queste dinamiche, da quali sono le politiche interne, etc.
Però concludo con un'ultima considerazione: il Fondatore (e pure io...) considerava l'Universo come qualcosa di perfetto ed armonioso in sé, un sistema integrato dal quale è sempre possibile cogliere nettare nutriente ed evolutivo se si è consapevoli di come fare... un luogo nel quale addirittura dal conflitto è possibile ricevere inestimabili insegnamenti per il proprio miglioramento.
Allora, in un luogo come questo, non esistono le reali ingiustizie, ma solo quelle apparenti: se l'Aikikai promuove chi a mio dire non lo merita e non promuove chi invece, sempre a mio dire, vale di più... è perché o è parziale il punto di vista dal quale sto osservando questo fenomeno (e di conseguenza posso cercare di migliorare la mia prospettiva), oppure evidentemente serviva che avvenisse proprio così... perché il vero meritevole lavorasse sulla sua umiltà, anziché ingrassare il proprio ego... e l'immeritevole imparasse che non è in grado di reggere il peso della responsabilità del grado che ha accettato di ricevere.Un universo intelligente NON può permettere che chi ha merito reale non venga riconosciuto: sarà l'Aikikai a farlo, i propri allievi, o il panettiere sotto casa... chi se ne frega... ma chi ha merito, se lo vedrà specchiato... e ugualmente dicasi per chi il merito non ce l'ha, nonostante abbia trovato gli sponsor giusti per far sembrare il contrario.
L'universo è uno specchio: difficile trovarci riflesso qualcosa di differente da chi vi si è posto davanti!
Giudicare è sempre complicato... specie se si sta parlando di fenomeni complessi come gli esseri umani, ma se proprio dobbiamo farlo, basta considerare i frutti delle opere di ciascuno: quelli parlano di noi... urlano di noi, più di qualsiasi Shihan intento a metterci su un piedistallo o a lasciarci nelle polvere.
Ci saranno sempre 4º dan dai quali andare ad apprendere qualcosa di veramente importante, unico ed utile... ed 8º dan che a malapena stanno comprendendo dove piazzare la mano sul gomito mentre fanno ikkyo: chi se ne frega, questo rende anzi molto più interessante la ricerca di ciò che ci serve, ed affina i sensi di chi vuole apprendere... senza credere che il nominativo primo della lista (che un Excel ha incolonnato in ordine di grado) sia effettivamente il migliore o quello IN GRADO di toglierci le castagne dal fuoco.Marco Rubatto
1 commento:
Personalmente penso che l’Aikido si debba praticare in silenzio.Buona serata.
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