Sia mai che qualche sedicente "esperto", leggendolo, si accorga di non esserlo poi ancora così tanto!
In Aikido utilizziamo l'hanmi, ovvero una posizione del centro addominale che fa assumere al corpo un profilo triangolare alla sua base, piramidale se lo vogliamo vedere in 3D.
Questo fatto crea immediatamente due semispazi, che nell'immagine abbiamo chiamato "uchi", ovvero "interno" e "soto", ossia "esterno": il primo si apre alla zona degli organi vitali, il secondo alla schiena.
[半身] "Hanmi" è una parola giapponese, che letteralmente significa "metà (del) corpo"... quindi è una postura che ha il compito di ridurre l'esposizione di un praticante ad un attacco frontale, ed - al contempo - massimizza la capacità di indirizzare la propria energia lungo una traiettoria, che all'incirca è quella che dal piede posteriore passa per il vertice anteriore di questo triangolo.Ne segue che due praticanti, tori ed uke, quando si incontrano, possono essere in 2 differenti posizioni reciproche...
possono avere lo stesso hanmi, ed in questo caso chiamiamo la posizione [相半身] "aihanmi"
oppure la posizione opposta dell'hanmi, che in questo caso chiamiamo [逆半身] "gyakuhanmi".
"Eccheccenefregaannoi"... qualcuno potrebbe dire?!
Ed invece no, poiché queste due posizioni reciproche determinano praticamente il 100% dell'Aikido tecnico che pratichiamo nei nostri Dojo.
Le modalità per arrivare a queste due posizioni reciproche sono molte, e dipendono in gran parte dal tipo di attacco che uke opera su tori... tuttavia, ciò che cambia sostanzialmente è che la parte uchi di uno si trovi di fronte alla parte soto dell'altro (come capita in aihanmi), o - viceversa che le parti soto ed uchi di entrambi si trovino le una di fronte alle altre (come succede in gyakuhanmi).Possiamo affermare che queste 2 distinte possibilità formino una sorta di "Tao dell'Aikido", offrendo la possibilità ai neofiti di studiare TUTTE le differenti posizioni reciproche (che in realtà sono molto più varie e complesse di queste qui).Passiamo quindi brevemente in rassegna le possibilità tecniche di crearle, suddividendo gli attacchi in queste 2 macro categorie; avremo...
AIHANMI
[片手取り] katatedori (aihanmi), oppure [交差取り] kosadori - presa al polso
[胸取り] munadori - presa al petto (*)
[両肩取り] ryokatadori - presa ad entrambe le spalle (*)
[両手取り] ryotedori - presa ad entrambi i polsi (*)
[後ろ両肩取り] ushiro ryokatadori - presa da dietro ad entrambe le spalle (*)
[後ろ両手取り] ushiro ryotedori - presa da dietro ad entrambi i polsi (*)
[正面打ち] shomenuchi - fendente frontale (*)
[突き] tsuki - pugno / affondo (*)
[横面打ち] yokomenuchi - fendente laterale (*)
GYAKUHANMI
[肩取り] katadori - presa alla spalla
[肩取り面打ち] katadori menuchi - presa alla spalla con fendente frontale
[片手取り] katatedori (gyakuhanmi) presa al polso
[諸手取り] morotedori - presa con due mani
[胸取り] munadori - presa al petto (*)
[両肩取り] ryokatadori - presa ad entrambe le spalle (*)
[両手取り] ryotedori - presa ad entrambi i polsi (*)
[後襟取り] ushiro eridori - presa da dietro al colletto
[後ろ両肩取り] ushiro ryokatadori - presa da dietro ad entrambe le spalle (*)
[後ろ両手取り] ushiro ryotedori - presa da dietro ad entrambi i polsi (*)
[正面打ち] shomenuchi - fendente frontale (*)
[突き] tsuki - pugno / affondo (*)
[横面打ち] yokomenuchi - fendente laterale (*)
AIHANMI
[片手取り] katatedori (aihanmi), oppure [交差取り] kosadori - presa al polso
[後ろ両肩取り] ushiro ryokatadori - presa da dietro ad entrambe le spalle
[後ろ両手取り] ushiro ryotedori - presa da dietro ad entrambi i polsi
[正面打ち] shomenuchi - fendente frontale
GYAKUHANMI
[肩取り] katadori - presa alla spalla
[肩取り面打ち] katadori menuchi - presa alla spalla con fendente frontale
[片手取り] katatedori (gyakuhanmi) presa al polso
[諸手取り] morotedori - presa con due mani
[胸取り] munadori - presa al petto
[両肩取り] ryokatadori - presa ad entrambe le spalle
[両手取り] ryotedori - presa ad entrambi i polsi
[後襟取り] ushiro eridori - presa da dietro al colletto
[突き] tsuki - pugno / affondo
[横面打ち] yokomenuchi - fendente laterale
In generale, tutti gli attacchi operati sull'asse centrale di tori, (shomenuchi, alcuni tipi di katatedori), che sono numericamente MENO, vengono affrontati aihanmi, mentre tutti gli attacchi laterali (yokomenuchi e tutte le prese laterali effettuate sul corpo) sono effettuati in guardia reciproca gyakuhanmi.
Il secondo dato importante è che le varie Scuole di Aikido privilegiano talvolta lo studio di tecniche aihanmi oppure gyakuhanmi differenti nei loro programmi tecnici... e questa è una notevole fonte di incomprensione fra vari stili e didattiche.
Nell'Iwama Ryu, ad esempio, katatedori aihanmi compare per la prima volta nel curriculum di 2º kyu (chiamandolo "kosadori"), mentre in ogni scuola Aikikai esso costituisce la base dei movimenti, fin dai primi giorni della pratica.
E come mai queste macro-differenze?
In realtà - ad un occhio più attento ed esperto - queste differenze scompaiono, poiché mentre nell'Aikikai tutto il katame waza (ikkyo, nikyo, sankyo e yonkyo) vengono studiati appunto da katatedori aihanmi, nell'Iwama Ryu le stesse tecniche vengono studiate a partire dall'attacco (statico) shomenuchi, ovvero un altro modo di stare reciprocamente in AIHANMI.
Cambia il nome, cambia l'attacco, ma NON CAMBIA la sostanza della posizione reciproca. Solo che i più si mettono a criticarsi gli uni, gli altri, prima di essere in grado di comprenderlo!
Bizzarro, non è vero?!
Questa distinzione fra profili reciproci (uguali, oppure opposti) continua anche nell'utilizzo delle armi, nelle quali con il bokken risulta molto più semplice tenere l'aihanmi, mentre con il jo entrambe le posizioni sono parecchio diffuse.Ad essere un po' più maturi, ad esempio, potremmo iniziare a studiare la variazione del profilo reciproco, anziché continuare con una didattica buona solo a patto di percorrerla tutta per 15 anni senza chiederci mai uno straccio di "perché".
Ecco che l'Aikido inizia ad essere costruito su principi che sono validi per qualsiasi differente approccio e metodica.
In ogni caso, questa importante osservazione delle 2 differenti posture di base risulta un altro tassello importante del puzzle che - via via - stiamo componendo insieme per giungere ad una "matrice" della disciplina, appunto utilizzabile in modo dipendente dalla propria estrazione, stile o Scuola di appartenenza.
Questa polarità di base è ovviamente DUALE, così come lo è il resto della pratica di base (soto/uchi, omote/ura, irimi/hirai)... e si presta bene anche a tutta una serie di riflessioni filosofiche, che per importanza e leggibilità preferisco rimandare ad un prossimo futuro articolo.
E voi cosa preferite: aihanmi o gyakuhanmi?
Marco Rubatto
Nessun commento:
Posta un commento