lunedì 3 ottobre 2022

"Morihei Ueshiba dell'Aiki Ju Jitsu": rara intervista al Fondatore

Quest'oggi vi presentiamo la traduzione, che credevo fosse inedita in italiano (ma mi sbagliavo, in quanto - con un'altra traduzione - era già stata pubblicata da AIN nel 2019), di una rarissima intervista del Fondatore, grazie al lavoro impeccabile di Andrea Cecere, che da poco ha iniziato attivamente a collaborare con il nostro Blog (dopo esserselo praticamente letto tutto!).

Un documento importantissimo, che mette un po' più a nudo il "Ueshiba" uomo, incalzato da un intervistatore pungente e talvolta poco rispettoso della fama e dell'anzianità del suo interlocutore.
In qualche punto dell'intervista, potremo giudicare noi stessi la sua capacità di utilizzare o meno i principi dell'Aikido in un conflitto verbale e relazionale, ad esempio.

O' Sensei va sicuramente stimato ed apprezzato, ma non idealizzato troppo... e documenti come questo sono importantissimi per agevolare questo processo di maturazione!

Buona lettura.


[Introduzione a cura di Erard Guillaume]

La seguente intervista è stata pubblicata originariamente nel supplemento settimanale della testata giornalistica Yomiuri (週刊読売, Shukan Yomiuri) in data 27 Maggio 1956 ed è giunta alla comunità anglofona Aikidoistica grazie a Stanley Pranin nelle edizioni di Aiki-News numero 75 e 76. A quel tempo Stanley menzionò le poche informazioni disponibili sull’origine del testo pubblicato, in particolar modo riguardo l’identità dell’intervistatore (il che era un peccato vista la natura particolarmente inusuale dell’intervista e il tono che da essa si poteva estrapolare la rendevano particolarmente ostica da interpretare). [Io, Guillaume Erard, responsabile della recente ripubblicazione online] Ho ragionato  su questa questione per anni ed infine ho deciso di compiere alcune ricerche all’interno del database parlamentare giapponese (Kokkai, 国会) per scoprirne di più.


Sono così venuto a conoscenza del fatto che l’intervista faceva parte di una lunga lista di approfondimenti su varie personalità dell’epoca pubblicati tra il 1947 e il 1976 e intitolati “Hidezo Kenzan Yaa, konnichiwa” (日出造見参「やァこんにちは」, tradotto “Hey, ciao! L’intervista di Hidezo”) . Ho anche scoperto che il loro autore, Kondo Hidezo1, era un famoso caricaturista diventato poi giornalista politico. In seguito, sfogliando cumuli e cumuli di varie edizioni della rivista in una libreria di Tokyo, sono riuscito a ritrovare proprio l’edizione di Shukan Yomuiri contenente la sopracitata intervista!


Sono per cui in grado di presentarvi anche le caricature originarie disegnate da Kondo unitamente alla sua introduzione originale all’intervista, che non è mai stata tradotta in inglese prima d’ora. Ho anche modificato alcune frasi nella traduzione eseguita da Stan [Pranin, capo redattore dell’epoca di Aikido Journal ndt] ed aggiunto qualche nota informativa per permettere al lettore di avere a disposizione un contesto e una comprensione maggiore. Come sempre ogni suggerimento e critica costruttiva atta a migliorare la traduzione sono sempre ben accette.


Ueshiba Morihei è la 149-sima persona ad essere intervistata da Kondo, il quale viene descritto, in un testo di qualche anno precedente a questa intervista, come un “anarchico abbastanza ordinario, privo di un vero e proprio senso della destra o della sinistra politica”. Come c’è quindi da aspettarsi, le sue domande sono quindi particolarmente provocanti, addirittura ironiche a tratti. È palese che Ueshiba Morihei non era abituato ad essere apostrofato in una simile maniera. Eppure doveva avere ben chiaro chi lo avrebbe intervistato e trovo interessante il fatto che abbia comunque deciso di accettare la sfida. La data dell’intervista coincide con il periodo nel quale l’Aikikai si stava impegnando parecchio per portare a conoscenza dell’Aikido un pubblico più vasto possibile, in particolar modo l’organizzazione della prima dimostrazione di Aikido sul tetto del supermercato Takashimaya l’anno precedente e la pubblicazione nel 1957 del primo libro di Ueshiba Kisshomaru intitolato “Aikido”.


Curiosamente né nel titolo dell’articolo né la breve biografia introduttiva di Morihei si fa minimamente menzione del nome Aikido, anche se la sua disciplina era già stata registrata presso la Dai Nippon Butoku Kai ben prima nel 1942. O' Sensei viene invece introdotto o come un maestro di Daito-ryu Aiki-jujutsu o come un allievo di Takeda Sokaku. Al contrario è stranamente solo il nome di Aikido o Aiki che viene utilizzato durante l’intervista.


Durante lo scambio di domande e risposte Ueshiba apostrofa Kondo con il titolo di "Sensei". Il nome Sensei (先生) solitamente viene usato per qualcuno di molto dotto oppure che ricopre una posizione autorevole come un insegnante, un dottore, un avvocato, oppure come in questo caso uno scrittore (ma Kondo non rientra del tutto nemmeno in questa categoria essendo un caricaturista satirico divenuto intervistatore ed avendo abbandonato il percorso accademico in passato). Al contrario il giornalista non affianca mai al nome di Ueshiba il titolo di Sensei nelle domande che gli pone, cosa molto peculiare considerata la differenza di età tra i due e lo status sociale di Morihei. Ueshiba, che all’epoca aveva 72 anni, decide di assecondare di buon cuore, anche se in alcune sue risposte è palpabile una punta di irritazione. Sicuramente molto del significato delle parole di entrambi è andato perso a causa dell’assenza nelle trascrizioni di tutti quei dettagli non verbali utili a comprendere l’intenzione con cui sono pronunciate certe frasi. È comunque parecchio interessante notare che, nonostante la presenza di un paio di battibecchi tra i due uomini, allo stesso tempo si può percepire una certa complicità formarsi man mano che l’intervista prosegue, culminante sul finale in uno spiritoso gioco di parole da parte di Ueshiba nel rispondere a un commento del suo interlocutore. 


Questa intervista è davvero unica nel suo genere e ci permette di osservare una sfaccettatura un poco più semplice e umana della personalità di Ueshiba Morihei, in particolar modo grazie al fatto che l’intervistatore fa del suo meglio per impedirgli di perdersi in monologhi troppo filosofici o criptici.


Ueshiba Morihei dell’Aiki Ju Jutsu

Il giornalista, Kondo Hidezo
Il giornalista, Kondo Hidezo

Finita la chiacchierata, [Ueshiba ndt] si volta verso lo stenografo e dice: “Sei riuscito a sentire tutto quello che ho detto? Lo hai veramente compreso? Non c’è mai una singola persona che comprende quello che dico quando parlo”. Era rivolto in direzione dello stenografo mentre parlava, ma si stava rivolgendo anche a me allo stesso tempo. Deve essere una capacità legata all’essenza del Budo.


Ha continuato a parlare, finendo per sembrare un po’ narcisistico. Le sue parole riempivano tutto lo spazio, volando su fino in cielo, tra le nuvole. Un momento prima dava l’impressione di concentrarsi sull’astratto per poi cambiare completamente l’istante successivo. Per noi persone comuni, le parole che uscivano dalla sua bocca non avevano il minimo senso.


Anche se fossi stato in grado di comprendere le parole di quest’uomo che sostiene di possedere l’universo dentro di sé e riuscissi in qualche modo a metterle nero su bianco, ho la sensazione nessuno dei miei lettori sarebbe in grado di capirle. Sarebbero tutti spaesati, proprio come me. Suonerebbe tutto ugualmente come un mormorio indistinto. 


Quello che mi sono limitato a fare è stato prendere la mia penna rossa e tagliar via tutto quello che non aveva senso dall’intervista. Ammetto che fare una cosa simile alle parole dell’uomo che ha padroneggiato l’Aiki mi ha spaventato ed elettrizzato al tempo stesso.


Kondo Hidezo : L’Aikido è diventato parecchio popolare, non trovi?

Ueshiba Morihei : È grazie alle persone come te, Sensei.

K: Non penso proprio.

U: Davvero, è tutto merito del vostro supporto.

K: Altro che maestro di Aikido, sei un maestro nel fare i complimenti. (Ride). Mi chiedo quanti anni hai.

U: Ho dimenticato la mia età … Sono nato nel 1883 ma continua a dire in giro di avere 25 anni. Per favore, tienilo a mente (Ride).

K: Ma allora siamo coetanei2! (Ride). Il corpo umano smette di modificarsi passati i 25 anni. 

U: Il mio non si è fermato. Mi sono sviluppato fino all’età di 55 anni. Sono perfino cresciuto in altezza. Ho raggiunto l’apice della mia forma a 50 anni. Paradossalmente non avevo tutta quella forza quando avevo vent’anni, l’ho poi iniziata a sviluppare tra i 32 e i 333.

K: E invece le tue abilità nell’arte della guerra4?

U: Anche nell’arte della guerra5 sono migliorato con l’età.

K: Ma non è strano che tu abbia continuato a crescere fino a 50 anni di età?

U: Decidi tu come interpretare quello che ho detto. (Ride). Se vado in giro a dirlo troppo di frequente, le persone inizieranno a pensare che io sia pazzo.

K: Secondo me stai scherzando! Certo che sei difficile da intervistare! (Ride)

U: Le persone come te, Sensei, sono sempre al passo su cosa sta succedendo nel mondo e così noi, la gente, vi seguiamo. 

Le arti marziali6 sono una via per l’armonia7. Qualunque cosa che diverge dalla via dell’armonia è inutile. Ritengo che i percorsi marziali8 della nostra nazione dureranno solo in presenza di armonia. 

Le bellissime forme del Cielo e della Terra sono la manifestazione di un’unica famiglia creata dagli dei9. Spiritualmente dovremmo diventare un’unica famiglia e compiere uno sforzo per rendere migliore la nazione giapponese. Dobbiamo impegnarci a raggiungere l’armonia per lo meno qui in Giappone. Dobbiamo diventare buoni amici gli uni con gli altri e prenderci tutti cura uno dell’altro reciprocamente. Le fondamenta di questa armonia è l’Aikido. È questo Aikido ad essere il vero Budo. Voglio lasciarmi alle spalle il mondo ostile in cui i vecchi signori feudali del passato usavano le arti marziali come strumenti per il controllo militare (hado (覇道), la via della supremazia). 

Ueshiba Morihei in una caricatura di Kondo Hidezo
Ueshiba in una caricatura di Kondo
K: Mi stai perdendo con tutta questa filosofia sull’Aikido!

U: La democrazia è il principio della non-resistenza immediata. Il vero Budo giapponese è il principio della non-resistenza.

K: Ma senza resistenza non c’è Budo. È questo è il motivo per cui non mi piace10.

U: Stai parlando di un Budo mirato alla supremazia militare. Kendo e Judo sono considerati Budo giapponesi, eppure sono ossessionati dal raggiungimento della vittoria, non è così? Mirando l’Aikido a raggiungere l’armonia, è un’arte completamente diversa da quelle due.

K: Quindi è più un discorso del tipo: “Cerchiamo di essere buoni amici, ecco perché ti devo lanciare via”?

U: Sensei, questo non ti rende onore!

K: Ti chiedo scusa se sono stato scortese. Sto deviando verso la via della supremazia militare. (Ride).

U: Quando un nemico si avvicina per attaccarmi, muovo il mio corpo il minimo necessario per evitare il suo attacco e lo lascio andare dove vuole. Questo è Aiki. In altre parole, dono a quella persona libertà.

K: Capisco. Ci sono diversi modi di esprimere questo concetto, esatto?

U: Non è un modo per esprimere il concetto. È come funzionano le cose.


L’essenza del Budo


K: Esiste la pratica della spada nell’Aiki?

U: Si, esiste. La spada rappresenta gli specchi opposti11 del Cielo e della Terra. Rappresenta un atto celebrativo.

K: Ecco che mi perdi nuovamente! (Ride). Personalmente penso che la spada non sia altro che un’arma omicida. In quest’ottica mi sento simpatetico solo con coloro che vedono una speda in modo realistico e capiscono quanto folle sia come strumento. 

U: La spada è pericolosa. Le persone non dovrebbero praticare con cose pericolose. Pensa per esempio al mondo. Il mondo è un luogo di venerazione religiosa che ci è stato donato. Motivo per cui noi dobbiamo venerare le vie del Cielo e applicare le regole del Cielo alla Terra, portando avanti gli affari di stato secondo la via dell’armonia. Non c’è guerra in Cielo, o sbaglio? Per decine di migliaia di anni siamo riusciti ad andare d’accordo gli uni con gli altri. Se la Terra è nostra, celebriamone la bellezza e facciamo in modo di essere in armonia gli uni con gli altri.

K: Una spada non può essere usata per andare d’accordo. Ho l’impressione che sarebbe molto più facile fare amicizia tra di noi senza una spada di mezzo.

U: La spada di cui stai parlando è differente dalla mia.

K: Temo di non cogliere il punto (Ride).

U: Sei veramente lontano da quello che sto cercando di spiegarti. La spada è una spada sacra, ovvero una che serve a compiere una celebrazione. La spada rappresenta gli specchi opposti del nostro kokyu12.  Non devi guardare la spada. Se ti fissi su di essa e la agiti in giro finirai per ammazzare qualcuno. Lì la spada diventa un arma. Tagliare le persone significa venir sconfitti dalla spada stessa. E anche le persone che vengono tagliate perdono. Non pensi entrambi siano dei perdenti in questo tipo di pratica?

Il Giappone si trova nella situazione attuale perché ci siamo esercitati in questo tipo di pratiche che portano alla sconfitta13. Dobbiamo quindi praticare una via che porta alla vittoria. Una pratica che porta alla vittoria è una pratica corretta. Questo è ciò che dovremmo fare tutti insieme.

K: Non lo farò! (Ride). Ma solo perché non riesco a capire di cosa tu stia parlando! Non c’è nulla di più potente che essere ignorante. Qui ho praticato anche io un po’ di Aikido, non trovi? (Ride).

U: Te lo mostrerò con una dimostrazione. Capirai la spiegazione della spada in questo modo. 

(Suo figlio, che lo sta accompagnando, si alza e afferra un bastone14). Se lui mi si scaglia contro così, mi farò male se verrò colpito, per cui mi scanso in questo modo. 

Quando mi affronta con una spada, lo schivo agilmente. In modo ben più veloce di uno schock elettrico.

K: Sei stato più veloce di un lampo di luce15

U: Quello che hai usato è un termine cinese. È più veloce di un flash luminoso o una scossa elettrica. È chiamato katsuhayabi16. In questo è contenuta l’essenza del Budo.

K: Il Budo è sleale e codardo …

U: Non è né sleale né codardo. L’unica cosa sleale è venire colpiti.

K: Nei libri di storici c’è scritto che è da codardi dare le spalle al nemico.

U: Quelle sono le parole di uomini dallo spirito competitivo, che  si concentrano sulla supremazia militare. È una cosa ridicola. Non dovresti avere a che fare con questo genere di persone. Fin tanto che perderai tempo con persone che usano la violenza, il mondo non potrà mai migliorare. 

K: C’è stato un tempo in cui i militari erano soliti praticare spesso le arti marziali17. Ma quella era una pratica svolta nell’ottica del governo militare, non è vero?

U: Non sono particolarmente informato a riguardo. Suppongo sia il corso naturale delle cose.

K: L’Aikido proviene dai tempi antichi?

U: Le sue radici si trovano nel sottile uso del kotodama18.

K: E nuovamente non riesco più a seguirti! (Ride)

U: Il kotodama è stato creato insieme all’universo ed è guidato dalle forze naturali. Questo mondo diventa più grande e si espande ogni giorno. Cresce quotidianamente e il Grande Spirito della Creazione dell’Universo si dipana. Man mano che il Cielo e la Terra vanno verso il loro completamento, possiamo osservare molte persone, in particolar modo giapponesi, che non si rendono conto di questo fatto. Essendo ormai giunto il momento che noi accettiamo questa nuova felicità, voglio aiutarli a svegliarli dal loro sogno il prima possibile e creare una famiglia amichevole raccogliendo in giro i loro spiriti vaganti.

K: Non ho compreso tutto ciò che hai detto ma sono riuscito a farmi un’idea approssimativa. Dal tuo punto di vista, quale sarebbe lo scenario peggiore?

U: Prima di tutto ogni cosa deve avere un centro. C’è il sole nei cieli e dovrebbe esserci un centro in terra19. Non è possibile fare nulla senza un buon centro.

K: Un centro … per qualche ragione mi sento perseguitato dalla faccia dell’Imperatore20.

U: L’Imperatore è democrazia

L’imperatore è democrazia
L’Imperatore è democrazia
K: Stai pensando alla figura che l’Imperatore rappresentava prima della guerra
21.

U: Non posso esattamente dire ciò.

K: Se non ti esprimi chiaramente, la cosa diventa problematica.

U: Che caratterino che hai!

K: Diciamo che lo tiro fuori solo quando parlo con qualche sostenitore del governo militare22. (Ride).

U: Le mie idee sono diverse da quella della destra politica23.

K: Eppure ogni volta che sento parlare di centro mi viene in mente la destra politica.

U: Non è assolutamente un’idea di destra. Quello di cui parlo è un sistema armonioso a seguito di azioni spirituali. Il budo giapponese si basa sul masakatsu24, e non serve né per combattere, né per tagliare le persone. Coloro che fanno volare via i loro attaccanti seguono il paradigma dell’aggressione. Quel tipo di azioni interferiscono con le azioni degli altri. In Aikido, non colpiamo mai la spada dell’avversario. Tutto quello che dobbiamo fare è alzare due dita e aiutarlo.

K: È un Budo molto accorato questo, non è vero?

U: Questo è lo spirito giapponese. Se restiamo ancorati al vecchio spirito competitivo, continueremo ad ammazzare persone e perdere la nostra anima.


Ognuno di noi ha una missione divina


K: Non hai mai fatto male a nessuno, nemmeno una volta?

U: Non mi sembra il caso di parlare di questo, ci sono fin troppi tipi di relazione. (Ride). In ogni caso, ora mi sono lasciato quel tipo di cose alle spalle. Ho partecipato alla guerra russo-giapponese, ho combattuto contro banditi ed ho assaltato una nave pirata25.  Avendo fatto esperienza di questo genere di cose, provo rimorso nel ricevere domande relative ad esse. Ora come ora voglio solo poter vivere in armonia.

K: Ti chiedo scusa se insisto sull’argomento dell’Imperatore, ma esso è necessario per poter avere armonia.

U: L’Imperatore è il centro, a prescindere dalle classi sociali; militare, agricola, industriale e mercantile26. In Giappone l’Imperatore è al centro e chi rappresenta la sua estensione si divide il compito dell’amministrazione politica. Si potrebbe suddividerli in tre o quattro gruppi, come ad esempio ministri, vice-ministri e sudditi. E tutte queste cariche sono create per amministrare i naturali affari di stato. Da questo punto di vista [per l’Imperatore, ndt] uccidere qualcuno equivale a tagliarsi il proprio dito. Motivo dal quale deriva l’importanza dei sudditi. Dovrebbe essere la base per una grande democrazia.

K: Quindi stai dicendo che dovremmo diventare tutti quanti amici, con l’Imperatore come nostro centro?

U: Certo, e tu lo sai molto bene. (Ride).

K: Sarebbe fantastico esistessero solo buone persone con buone intenzioni ma esistono un sacco di persone cattive con cattive intenzioni e se l’Imperatore si ritrovasse circondato da esse il risultato sarebbe disastroso. Forse dovrebbe prendere noi due come consiglieri, che ne pensi? (Ride).

U: Sono perfettamente d’accordo. Ciò che è accaduto fino ad ora non potevano essere evitate, ed ancora adesso noi siamo un paese feudale. Ciò che quindi suggerisco di fare è di riporre i nostri vecchi abiti e convertire veramente il Giappone in una nazione nuova che dovremmo tutti servire. Mi piacerebbe se le cose andassero in questa direzione. Bisogna lavorare duramente ed agire con saggezza nei confronti di coloro che non sopporti e cercare di essere un buon esempio, a prescindere da cosa gli altri possano dire sul tuo conto…A pensarci bene se esistessero troppi folli27 che agiscono così sarebbe un bel problema, non trovi? 

K: Folle è scritto con due caratteri cinesi, yasuku28 e tamotsu29 che si può tradurre con “facile da gestire”. Quindi se tutti quanti diventassero dei folli il mondo sarebbe più facile da gestire, non pensi?

U: Non mi dispiace essere chiamato folle. Questo folle ragiona con la propria testa e non appartiene a nessun gruppo. Le persone che danno mostra di sé sono coloro le quali cercano di dimostrare la loro grandezza. Non c’è nulla da guadagnarsi a mischiarsi nel gruppo di costoro. “Le forme sublimi di Cielo e Terra sono la manifestazione di un’unica famiglia creata dai kami30... Anche se sono un folle ignorante, ritengo che se non c’è un centro nella famiglia, si ottiene lo stesso risultato di avere tante famiglie divise che vivono sotto lo stesso tetto. Un tale agglomerato di famiglie non può funzionare. Tutti insistono nell’esprimere la propria opinione e diventa impossibile scegliere un reggente.

La monarchia è il principio della non-resistenza
Ma se veramente è presente un grande individuo, tutti vorranno seguirlo in qualsiasi momento. Io ho la mia missione che mi è stata affidata e tu, sensei, hai la tua missione personale. Una testata giornalistica ha la sua missione così come c’è l’ha un contadino. Ognuno di noi possiede la sua missione. Motivo per cui tutto ciò che dobbiamo fare e portare a termine la missione affidataci dai Cieli. Se tutti si comportassero in questo modo sparirebbe ogni disaccordo, no?31


K: Se come dici, la missione dei ricchi fosse di essere ricchi e quella dei poveri di essere poveri i poveri non l’accetterebbero.

U: Non sto parlando di denaro.


Il mondo sulla terra è sporco


K
: Ho intenzione di completare la mia missione obbedientemente. Eppure, in un mondo dove persone come gli ufficiali dell’esercito e i politici ti impediscono di portare a termine la tua missione mettendo troppa enfasi sull’Imperatore, la nostra nazione è destinata a tornare quella che era una volta. Ma non ha senso lamentarsi di come loro ti impediscono di portare a compimento la tua missione nel momento in cui i militari sono armati. Siamo impotenti.

U: Non sono più necessarie queste cose32.

K: Se continuiamo a restituire i colpi che subiamo, si crea un ciclo senza fine.

U: Ed è per questo che sto parlando dell’eliminazione mentale del militarismo. Ci sono persone che hanno cercato di porre il Giappone al centro dell’universo e che sono morte odiate. Ci sono anche persone che sono morte impedite nei loro tentativi a favore della democrazia. Dal momento che il mondo è diventato così corrotto, dovremmo abbandonare immediatamente queste usanze e adottare delle azioni sollecite. Dobbiamo purificare la nostra terra. Tu, Sensei, potresti non sapere cosa intendo con “purificare la nostra terra33. Non mi sto riferendo al termine misogi nel senso antico, che non funziona.

Il misogi di oggi è già stato trasformato. Le cose antiche sono inutili ma allo stesso tempo dobbiamo tener fede a ciò che è registrato nei vecchi libri di letteratura giapponese. Il fatto che il mondo sia stato create grazie alla sottile vibrazione dei 75 suoni è scritto in quelle scritture 34. In questo senso, l’Aikido è un metodo per manifestare il puro spirito di tutte le genti della terra. È l’unione di Cielo e Terra 35. Questa è una grande democrazia. Ci sono certi che affermano che l’unificazione di stato e politica è una scusa per l’Imperatore di creare un governo militare, ma ciò è ridicolo. Questa è una grande democrazia, un grande principio di non-resistenza.

K: Io adoro il principio di non-resistenza.

U: Io voglio associarmi coi pacifisti36. Sono gli zeloti religiosi quelli più indietro coi tempi.

K: Spesso dici cose che mi piacciono. (Ride).

U: Cosa pensi di poter fare di utile per quegli stupidi stolti?

K: Sono solo bravi a raccogliere soldi.

U: A me piace molto pregare i kami. Mi sento particolarmente bene quando chino il mio capo con le mani giunte in preghiera. È con un senso di apprezzamento che applaudo di fronte all’altare quando mi sveglio la mattina. Mio figlio mi deride, dice che sono troppo alla vecchia maniera. Io penso sia esattamente il contrario. Sono terribilmente moderno. Ed il motivo di ciò è che contengo l’intero Universo dentro il mio ventre. Dentro contengo i tempi antichi dei kami, il presente e il futuro. I kami risiedono nelle persone in salute. Un gran potere è concesso alle persone in salute. Osserva il sole. È abbagliante, non trovi? Eppure ai miei occhi non è minimamente abbagliante e posso ammirarlo per tutto il tempo che lo desidero.

K: Non hai problemi di vista? (Ride).

U: Ho fatto amicizia col sole. Il sole è al mio fianco. Ogni singola stella che cade crea un impatto su di me. Io vivo nel loro stesso universo.

K: Trovo praticamente impossibile riuscire a seguire il filo del tuo discorso. Permettimi di chiederti dei tempi passati. Avresti voglia di raccontarmi di qualche tua impresa?


“Lacrime di disperazione” sale al potere


U: Ho dimenticato quelle storie. Quando ero giovane, pensavo avrei servito il popolo della terra con la mia forza fisica. A quei tempi, quando mi guardavo intorno vedevo solo persone sagge che non possedevano una grande forza fisica. Così decisi di mettere il mio corpo al servizio di tutti. Per esempio, quando una volta entravo in casa di una persona molto religiosa, era il mio compito allineare le scarpe di tutti quanti 37 indossando un mezzo cappotto e un grembiule 38.

K: Eri un maggiordomo che si occupava delle scarpe?

U: Mi occupavo delle scarpe e di curare le piante dell’orto. Era un po’ come presso l’Itoen39 dove inizi imparando a pulire i gabinetti. Dal momento che avevo una missione da portare a termine, no potevo limitarmi solo a quel tipo di lavoro. Mi avevano affidato tutta una serie di lavori di basso profilo. In qualche modo sono gradualmente divenuto più in salute mentre portavo avanti tutta questa serie di lavori umili. Una volta mi sono ritrovato in preseza di Deguchi Onisaburo della religione Omoto. Mi disse che doveva trapiantare uno spesso albero di chinquapin, grosso così. Molti credenti Omoto avevano già provato a sollevare l’albero per mezzo di un bastone, ma non riuscivano a smuoverlo di un centimetro. Mentre li osservavo, decisi di provare a muovere l’albero io stesso. Deciso di fare ciò, tutto il mio corpo divenne rossiccio e caldo e seppure avevo appena fatto un bagno, lacrime iniziarono a scendere dai miei occhi. Erano lacrime di indignazione. Non capivo perché le genti del mondo non erano in grado di andare d’accordo. Per lo meno noi Giapponesi avremmo dovuto essere tutti amici. Piansi lacrime d’indignazione. Afferrato da solo l’albero questo si mosse gentilmente, anche se quando ci avevano provato svariate persone esse on erano riuscite a spostarlo. Le mie lacrime d’indignazione in questo caso mi diedero il potere necessario per quella situazione. Deguchi Onisaburo Sensei disse che avevo ricevuto un’ispirazione divina.

K: Forse era più che altro Deguchi Onisaburo ad essere ispirato dalle divinità, non pensi? 40 (Ride).

U: Questo è il motivo per cui ho poi ricevuto il soprannome di Rikizo41. Ero in grado di sollevare un ponte in pietra più pesante di una tonnellata da solo.

K: A quel tempo eri un credente nella fede Omoto. E adesso?

U: Suppongo ora come ora non mi riconoscerebbero più come uno di loro.

K: Che cosa ti ha fatto divenire un credente Omoto all’epoca?

U: Volevo curare mio padre malato.

K: Venne curato?

U: Morì. Si potrebbe dire che con la morte, in un certo qual modo venne curato dalla sua malattia. Solo i vivi possono ammalarsi. (Ride)

K : Possiedi davvero un modo di parlare misterioso. Non riesco a comprendere cosa dici a meno di concentrarmi veramente intensamente, ti ringrazio… (Ride)

U: Gli Omoto mi accettano ancora come membro ordinario 42. La religione Omoto contiene il grande principio della democrazia. Non ho mai incontrato una persona migliore di Deguchi Onisaburo Sensei. Era un grande paladino della democrazia 43. Svariate volte hanno pensato erroneamente facesse parte del Partito Comunista. Era un grande uomo. Da lui ho imparato lo studio del kotodama. Ma non si è trattato di un insegnamento formale, è qualcosa che ho appreso naturalmente standogli accanto.


Una volta ho afferrato due leader locali della setta dal colletto e li ho trascinati alle loro abitazioni per mezzanotte. Mi supplicarono di non trascinarli in quella maniera ma risposi loro che ritenevo le opinioni che esprimevano pura spazzatura e li ho riportati a casa. Ho avuto molti scontri nella mia vita e non sono mai stato sconfitto. C’era un periodo che me ne andavo in giro con una spada di bambù.


L’Aiki è vittoria sulla propria spada


K: Hai pure sconfitto un lottatore di sumo se non sbaglio.

U: Ci sono stati Tenryu44 e Onosato45. Quando il secondo mi attaccò in questo punto, l’ho sollevai facilmente e lanciai via. C’era un uomo di nome Matsumoto Toranosuke che, e mi dispiace, è morto nell’Unione Sovietica. Lui suggerì a Tenryu di confrontarsi con la mia forza. A sentir ciò Tenryu si mise a ridere. Era alto più di sei piedi e pesava più di 240 pounds. Io ero un uomo così minuto che mi era impossibile avere uno scontro di sumo con lui. Nonostante questo gli chiesi di fare un tentativo. Afferrai delicatamente la sua mano e gli chiesi di spingermi indietro energicamente. Sebbene mi stesse spingendo con tutta la sua forza, gli dissi “Non sei molto potente, vero?”. Poi feci un piccolo movimento e lui cadde. Rimasi seduto per tutto il tempo. 

In un Budo giapponese pacifico, l’armonia è importante46. Si è potenti nel momento in cui si riesce a restare calmi. Se si è troppo attaccati ai propri desideri, si perde. In altre parole, l’Aiki significa conquistare qualcosa nel modo corretto. Bisogna conquistare il controllo sulla propria spada. Ciò è chiamato katsuhayabi ed è un qualcosa di più veloce del sole, della luna e della terra. Il motivo è che si diventa parte dell’universo stesso. Nulla nell’universo è più veloce o più lento [di qualcos’altro n.d.t.]. Nulla ha un importanza maggiore.

K: Sono sicuro che nemmeno Tenryu era in grado di contrastare l’universo. Che cosa hai fatto durante la guerra?

U: Durante la guerra ero da solo. Ero responsabile della formazione di tutte le scuole navali e militari. Possedevo tre auto per il mio uso privato e non ho mai dovuto usare i mezzi di trasporto pubblici. Non me lo permettevano. A quell’epoca ogni volta che mi muovevo mi procuravano un biglietto bianco in prima classe. Adesso è più difficile per me viaggiare, mi tocca il biglietto rosso della classe più comune. 

K: Gli ufficiali militari capivano lo spirito dell’Aikido?

U: No, non lo comprendevano. Gli ufficiali militari fanno riferimento al campo di battaglia, ma io mi baso sui miei valori, sull’Aiki. 

K: Anche spiegandoglielo  non lo avrebbero compreso. “Signorsì signore!” e basta, vero?

U: Dicevano solo “Aiya, aiya!47


La biografia del Signor Morihei Ueshiba

Nasce nel 188148 nella prefettura di Wakayama. All’età di 17 anni iniziò a studiare il Kito Ryu Ju Jutsu oltre a una serie di arti di scherma come il Shinkage Ryu e il Yaegaki Ryu oltre che a lavorare come mercante. Nel 1910 partì per l’Hokkaido e lo stesso anno iniziò a studiare presso Takeda Sokaku il Daito Ryu Ju Jutsu.

Il suo apprendistato nel Daito Ryu Ju Jutsu terminò nel 191949. Prima della guerra, insegnò nelle accademie militari e navali, ma dopo la guerra affidò il proprio Dojo al figlio e divenne un contadino ad Iwama, nella prefettura Ibaraki. Il Dojo si trova al 1011 di Wakamatsucho, Shinjuku-ku, Tokyo.



NOTE:

1) Kondo Hidezo (近藤 日出造, 1908 – 1979).

2) Kondo aveva 48 anni al tempo dell’intervista e Ueshiba 72.

3) In quegli anni era il 1915/1916, poco dopo la fondazione di un centro abitato nell’Hokkaido e non troppo distante da quando ha incontrato Takeda Sokaku presso Engaru ed appreso il Daito Ryu Aiki Ju Jutsu.

4) Il termine usato da Kondo qui è bugei (武芸), che è storicamente un termine arcaico e precedente alla parola budo ed è riservato per parlare a tecniche di combattimento finalizzate ad un effettivo uso militare sul campo di battaglia.

5) Anche Ueshiba decide di usare il termine bugei.

6) Ueshiba usa il termine bujutsu (武術, tecnica di guerra).

7) , armonia, coesione.

8) Qui Ueshiba usa il termine Budo (武道), il che fa pensare che per lui, così come per tanti altri autori giapponesi nel corso della storia, il termine bujutsu e Budo sono intercambiabili.

9) うるわしきこの天地のみ姿は主のつ くりし一家なりけり.

10) Per una maggiore comprensione del contesto, Kondo è stato arrestato almeno tre volte prima dell’inizio della guerra a causa della natura critica delle sue caricature nei riguardi dell’esercito, in particolar modo a proposito dell’espansione dei fondi ad esso dedicati. Durante la guerra ha lavorato per la propaganda del dipartimento militare ma ha in seguito espresso un profondo rammarico per questo suo lavoro, arrivando addirittura a definirlo un crimine di guerra. Verso la fine della Seconda Guerra Mondiale è stato arruolato in un’unità di combattimento presso Kumamoto. Anche se la resa del Giappone è stata siglata il 15 agosto 1945, la sua unità decise di continuare a combattere. Kondo decise, insieme a qualche altro commilitone, di scappare in segreto la notte del 16 agosto e di tornare nella sua casa a Nagano.

11) Awasekagami (合わせ鏡), due specchi piazzati uno davanti all’altro così da creare l’immagine di un tunnel infinito.

12) Kokyu (呼吸), respiro.

13) Al tempo dell’intervista l’occupazione americana del Giappone era terminata da soli quattro anni e il prodotto interno lordo del Giappone non era ancora ritornato al livello precedente alla guerra.

14) Si tratta ovviamente di Ueshiba Kisshomaru (植芝 吉祥丸, 1921 – 1999).

15) Il termine usato dal giornalista è denkousekka (電光石火),  che letteralmente indica la velocità della luce.

16) Katsuhayabi (勝速日), un giorno di vittoria istantanea. Questa è una delle espressioni preferite di Ueshiba e spesso compare nelle sue calligrafie.

17) Qui Kondo usa il termine bujutsu, probabilmente per fare un distinguo nei confronti delle più moderne tecniche di combattimento praticate dalle attuali forze armate.

18) Il kotodama (言霊) è il potere spirituale attribuito ai suoni giapponesi. Con queste parole Ueshiba intende dire che l’Aikido è antico quanto le fondamenta del mondo.

19) Chuusshin (中心), un termine usato per riferirsi ad esempio al centro di un cerchio.

20) Kondo sta dicendo questo a causa della visione giapponese che vede l’Imperatore come centro del mondo.

21) Kondo si sta sempre riferendo alla stessa persona, Hirohito (裕仁, 1901 – 1989), ma sottolineando la modalità diversa di governo presente prima e dopo la guerra. Sta implicitamente sottolineando che Ueshiba si riferisca all’Imperatore che conduceva il Giappone durante gli sforzi espansionistici.

22) È da notare che Kondo è già stato in passato critico nei confronti dell’Imperatore in diverse occasioni, in particolar modo nel 1946 quando disegnò una caricatura rappresentante l’Imperatore Showa senza entrambe le braccia che gli costò l’allontanamento dalla testata giornalistica in cui lavorava. Ed è proprio a seguito della perdita del suo vecchio impiego che venne assunto nella figura di critico dalla testata Yomiuri Shinbun (読売新聞) nel 1947 e diede inizio al trafiletto su cui venne poi scritta l’attuale intervista.

23) Visto il contesto storico-politico, è da capire l’importanza di questa affermazione.

24) Masakatsu (正勝), la vera vittoria.

25) In un’intervista che Stanley ha pubblicato nel numero #79 di Aiki-News, Ueshiba Kisshomaru affermò che suo padre non partecipò mai a nessuna vera e propria battaglia in Russia, ma che la sua delegazione faceva parte di un operazione a suo dire “di pulizia”.

26) Ueshiba si sta riferendo alla piramide sociale dell’era Edo, dove l’Imperatore è posto in cima alla gerarchia, con sotto di lui, in ordine di prestigio, la nobiltà di corte, gli shogun [generali/grossi proprietari terrieri del Giappone antico, ndt], i Daymio [la più alta carica feudale, slegata dal potere militare, ndt], i Samurai, i contadini, gli artigiani e, più in basso di tutti, i mercanti. Ueshiba nasce come figlio di un proprietario terriero per poi brevemente cimentarsi come mercante, abbraccia quindi la via del guerriero arruolandosi nell’esercito e diventando un praticante a tempo pieno del Budo, ottenendo quindi un aumento del prestigio del suo status. Anche se tale gerarchia ufficialmente non esisteva più al tempo di Ueshiba (nel periodo della restaurazione Meiji), ancora vigeva di una certa importanza nella mente di molte persone e suppongo che anche Ueshiba ne fosse in parte influenzato.

27) Il termine usato da Ueshiba è ahou (阿呆), trascritto nel testo come アホウ.

28) Yasuku (安く), economico.

29) Tamotsu (保つ), mantenimento .

30) このうるわしき天地のみ姿は主のつくりしものなQuesto è lo stesso poema recitato in precedenza da O' Sensei.

31) Un errore diffuso è che il concetto di armonia e democrazia giapponese sia rassomigliabile a quello occidentale. Vediamo nelle parole di Ueshiba come in realtà che le nozioni di uguaglianza e libertà personale sono molto meno prominenti.

32) Ueshiba si sta riferendo alle armi.

33) Ueshiba usa il termine kokudo no misogi (国土の禊). Kokudo (国土) significa il regno o paese. Misogi () è un rituale di purificazione shinto dove il corpo viene lavato. Il senso è quindi quello di purificazione della propria nazione.

34) Ancora una volta Ueshiba fa riferimento al kotodama, dove i suoni a, e, i, o insieme ad u creano il materiale spirituale, l’acqua e il fuoco, lo yin e lo yang ed evolvono in 75 suoni che mantengono stabile l’esistenza.

35) Ueshiba si riferisce a saisei ichi (祭政一致), un concetto che predica l’unione e integrazione di religione e politica.

36) Heiwa shugi (平和主義), che letteralmente significa pacifismo ma la cui definizione è in qualhe modo differente in Giappone rispetto alla visione occidentale (vedi una nota successiva).

37) In Giappone la tradizione vuole che chi ospita si occupi di rivolgere le punte delle scarpe di tutti i visitatori in direzione della porta d’uscita, una volta scalzate, per facilitarne l’uso successivamente quando il visitatore uscirà.

38) Ueshiba si riferisce all’uniforme del domestico di una casa.

39) Itoen (一灯園) è una fondazione fondata da Nishida Tsuneka nel 1905. Anche se l’Itoen può essere considerata una religione, non esistono preti e i devoti venerano la natura e la vita stessa.

40) Sento che Kondo stia sottolineando una certa contraddizione nelle parole di Ueshiba. Di sicuro Deguchi, il capo della setta Omoto, tendeva a autodefinirsi ad ogni possibile occasione pubblica come eguale dell’Imperatore, contestando in questo modo la sua posizione di centro dell’universo. Deguchi era anche apertamente critico del tennosei (天皇制), il governo imperiale di stampo shinto, cosa che causò a lui e ai suoi seguaci, Ueshiba incluso, serie problematiche col governo centrale. Ciò portò a due brutali repressioni della setta nel 1929 e nel 1935 che entrambe le volte culminarono con l’incarcerazione di Deguchi. Ueshiba ne uscì bene o male incolume entrambe le volte ma col passare del tempo mise sempre più distanza tra sé e Deguchi dopo la seconda repressione.

41) Rikizo (力蔵), accumulatore di potere.

42) Con membro ordinario Ueshiba intende che la sua attuale posizione è diversa rispetto a quando era un membro chiave della comunità spirituale di Ayabe.

43) Probabilmente a questo punto il lettore sarà un po’ confuso dai molteplici utilizzi della parola democrazia. Per fare maggiore chiarezza è necessario contestualizzare: Attraverso Deguchi, Ueshiba ebbe modo di incontrare tutta una serie di esponenti politici di estrema destra, inclusi membri di gruppi ultra-nazionalistici come il Sakurakai. Ueshiba lavorò in realtà anche come guardia del corpo del fondatore del Sakurakai, Hashimoto Kingoro, e i ritrovi del gruppo si svolgevano presso il suo Dojo. Questo potrebbe suonare completamente in contrasto con la continua menzione da parte di Ueshiba di pacifismo e democrazia, ma come detto sopra la definizione di pacifismo nella mente giapponese non è uguale a quella che si forma nella mente degli umanisti occidentali. Prima di tutto, come suggerito dallo stesso Ueshiba prima, di sicuro non si tratta di un contesto egualitario. In oltre, sia Ueshiba che Deguchi credevano nella possibilità di imporre la pace tramite una sorta di dittatura benevola e tramite l’adozione da parte di tutto il mondo della cultura sociale giapponese. Gli ultranazionalisti avevano gli stessi ideali ed erano pronti a usare la forza per realizzarli se necessari. Sono personalmente all’oscuro di quanto Deguchi fosse pronto a percorrere la strada bellica.

44) Tenryu Saburo (天竜 三郎) era un lottatore di sumo professionista. Incontrò Ueshiba Morihei in Manchuria nel 1939 e divenne suo alievo.

45) Onosato Mansuke (大ノ里 萬助) era un lottatore che raggiunse il grado di Ozeki.  

46) Heiwa Budo (平和武道), l’arte marziale della pace.

47) Ueshiba qui fa un gioco di parole con la frase appena pronunciata dl giornalista, dicendo qualcosa di traducibile con “In guardia!”.

48) Questo è un errore nelle fonti utilizzate in quanto la data di nascita di Ueshiba è il 1883.

49) Anche questa informazione è errata in quanto Ueshiba ritornò ad allenarsi sotto Sokaku qualche anno dopo ad Ayabe, ma effettivamente si allontanò dall’Hokkaido nel 1919 a causa della malattia di suo padre.



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