lunedì 26 settembre 2022

Hideki Hosokawa: il profumo del passaggio

Lo scorso 12 settembre 2022 è venuto a mancare all'affetto dei suoi familiari e dei suoi moltissimi allievi Hideki Hosokawa, 7º dan Shihan

Numerose volte ho celebrato questo o quel Maestro su Aikime, specie in occasione delle loro scomparse... ma devo dire che, in quest'occasione, lo faccio in modo molto differente da quelle precedenti.

Di solito parlo di chi e di ciò che ho potuto frequentare in prima persona, per una scelta metodologica precisa, ma in questo caso non è così: non ho mai conosciuto, né frequentato sul tatami questo Insegnante.

Hosokawa Sensei nacque a Tokushima, nell'isola di Shikoku, il 13/12/1942 da una famiglia nobile ed antica (parliamo del Periodo Muromachi, 1336-1467), imparentata con gli shogun Ashikaga, il cui mon (simbolo famigliare) sembra essere piuttosto noto e diffuso nel Giappone feudale.

Hideki si interessò delle arti marziali fin dalla tenera età, iniziando lo studio del Judo e del Karate, e quindi si trasferì a Tokyo per approfondirne l'allenamento: proprio li vi fu l'incontro decisivo con O' Sensei intorno agli anni '60. Egli fu infatti, anche se per brevissimo tempo, uno dei fortunati a conoscere e frequentare il Fondatore stesso.

Hiroshi Tada Sensei, fu il suo primo Maestro, che frequentò con regolarità presso il Dojo di Jiyugaoka. Ma sentendo la necessità di approfondire le sue conoscenze, si dedicò allo studio di altre discipline marziali, specialmente quelle tradizionali legate alla spada giapponese.

Nel 1974 - ovvero quando sono nato io - egli si traferì a Roma su invito di Tada Sensei, in qualità di prezioso supporto nella creazione dell'Aikikai d'Italia. Assunse la direzione del mitico "Dojo Centrale",  e di vice-Direttore della Direzione didattica dell'Aikikai.

In quell'epoca gli allievi erano numericamente moltissimi ed egli fu un pioniere anche nella divulgazione delle scuole di scherma Muso Shinto Ryu e Jiki Shinkage Ryu.

Circa nel 1984, si trasferì in quella che diventò la sua seconda patria, ovvero la Sardegna, fondando il Dojo "Musubi no Kai", il cui simbolo era una antica tsuba giapponese.

La sua carriera Aikidoistica è stata veramente ragguardevole, avendo provveduto alla formazione di decine di Insegnanti e migliaia di allievi, specie nel Sud d'Italia, in concomitanza con l'altrettanto eccellente formazione offerta da Fujimoto Sensei al nord.

Purtroppo, Hosokawa Sensei nel 2004 venne colpito da un aneurisma cerebrale, che impedì il prosieguo delle sue attività di insegnamento sul tatami.

In seguito a ciò, fece ritorno a Roma, dove i suoi allievi ed amici avevano attivato una ammirabile rete di solidarietà per provvedere alle necessità quotidiane del Maestro, organizzando stage specifici Pro-Hosokawa per la raccolta di fondi.

Esiste una preziosa e completa biografia di Hosokawa Sensei che vi raccomando: "L'imperscrutabile"... curata da Simone Chierchini Sensei con Aikido Italia Network Publishing; ecco il LINK per acquistarla.

Fin qui il tributo biografico è stato possibile grazie ad una ricerca sul Web per avere notizie precise su date, luoghi, nomi... che io obiettivamente non possedevo, ma la particolarità di questo Post risiede in qualcos'altro.

Girando molto l'Italia per Aikido a mia volta ho notato un fenomeno veramente molto RARO, se non quasi unico: in ogni luogo in cui sono giunto che fu in precedenza toccato da Hosokawa Sensei ,egli aveva lasciato dietro a se una fragranza profumata indistinguibile.

Ho sempre incontrato sia competenza, che riconoscenza da parte di tutti coloro che hanno avuto l'onore di essere stati suoi allievi.

Sapete: se vi parlano bene o male di qualcuno, ciò può essere causa di qualche giudizio personale... ma se una moltitudine di persone vi parlano tutte in modo POSITIVO di un incontro comune, beh, allora ciò è segno che questa persona doveva essere stata proprio speciale!

E sembra proprio essere stato così per quanto riguarda Hosokawa Sensei: pare che il suo insegnamento non fosse dei più immediati da cogliere, ma che le sue qualità UMANE abbiano fatto breccia nei cuori di chiunque lo ha frequentato con una certa regolarità e profondità.

Ciò che lasciamo al nostro passaggio parla molto di noi, di chi siamo o di chi abbiamo saputo essere: Hosokawa Sensei sembra essere stato un autentico MAESTRO per la maggioranza delle persone che ho incontrato io e che lo conobbe da vicino.

In Sicilia mi hanno più volte detto: "Sai, veniva qui un tot di volte all'anno per fare gli Stage... ma ci conosceva quasi tutti per nome, si ricordava i nomi di tutti noi"; interessarsi di tutti gli allievi, dan o kyu che siano, per me è uno dei segni che distingue un Sensei da un Senpai, magari solo di grado molto alto).

Stiamo parlando di un giapponese, sbarcato in Italia quando non aveva ancora compiuto trent'anni, che proveniva da una cultura molto differente dalla nostra: di solito lingua, usi e costumi fungono da barriere importanti nelle relazioni... ma Hosokawa Sensei sembra avere superato tutte queste barriere ed essere entrato in connessione stretta con se stesso, con ciò che faceva e quindi con tutti coloro che incontrava.


Un ultima ed ulteriore cosa mi ha colpito molto: anche se la sua didattica non mi è parso forse facilissima da assimilare, ovunque ho avuto rimandi legati all'indipendenza che il Maestro desiderava che gli allievi mantenessero con lui: non cercò mai a quanto pare di essere considerato indispensabile, ma al contrario di emancipare e far camminare le persone con le proprie gambe, ed assumersi le proprie responsabilità.

Ce ne sono davvero pochi di uomini e Maestri che danno con gratuità, senza fare calcoli sul ritorno e senza desiderio alcuno di proprietà sul prossimo!
Questo mi dice che si trattasse una persona sicura di se, al punto che non avesse nessun bisogno di farsi adulare e di ingrassare il proprio ego.

Hosokawa Sensei è quindi un Maestro che in qualche modo ha saputo ispirarmi molto anche senza averlo mai incontrato: mi piacerebbe fosse un giorno molto simile il mio lascito.

Mi unisco quindi immeritatamente alla riconoscenza mostrata dai suoi allievi diretti incontrati in questi anni: la semplicità tocca anche a distanza, e spesso insegna più di molte parole.


Marco Rubatto

 

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