È importante chiederci a cosa serva l'Aikido e se esso sia una di quelle cosa adatte ad avere forme di utilità specifica, poiché se le persone verranno ad informarsi sul suo conto, è presumibile che vorranno saperlo.
O, se non vorranno saperlo perché hanno già delle loro convinzioni in merito alla sua utilità, è necessario conoscere se esse sono allienabili alle nostre o meno, per sapere se queste persone troveranno ciò che cercano, o perderanno il loro tempo, facendoci perdere pure il nostro in contemporanea.
In queste pagine abbiamo più volte ribadito che questa utilità è percepibile in modo differente a seconda delle proprie inclinazioni personali, della propria storia e consapevolezza sul tema "Aikido", in questo caso: mi occupo però oggi di fornire una descrizione più dettagliata di cosa ho scoperto servire PER ME, dopo una trentina di anni di pratica ed una ventina di anni d'insegnamento.
L'Aikido serve a riconnettere le parti di noi delle quali siamo costituiti, ma che non sempre conosciamo.
La maggior parte delle persone abita un corpo, che però NON conosce affatto, o conosce solo superficialmente... la pratica di questa disciplina consente di percepire in modo diretto ed inequivocabile che non siamo i padroni dei movimenti del nostro corpo fisico, anche se possiamo pensare erroneamente il contrario.
Vediamo fare un movimento dal Sensei, e quando proviamo ad imitarlo ci viene uno schifo rispetto a lui: come mai?
Perché usiamo la muscolatura non nel modo migliore, abbiamo articolazioni talvolta poco aperte, non sappiamo respirare DENTRO al movimento che compiamo: certo che a noi viene uno schifo ciò che ad un esperto viene bene... ci manca esperienza e questo accade in ogni disciplina!
Ma l'Aikido serve anche a percepire che il nostro corpo fisico e la nostra mente/coscienza sono fra loro spesso scissi, quindi diventa complicato mantenere - ad esempio - un'intenzione durante un movimento complesso, sia da tori che da uke.Pochi sanno quale enorme differenza faccia muoversi con un'intenzione chiara, scelta ed appropriata: la maggior parte del movimento che facciamo - sul tatami, così come nella vita - è più simile a qualcosa di caotico, che ha un sacco di dispersioni inutile di energia.
Una delle ragioni per le quali difficilmente raggiungiamo i nostri obiettivi?
Ovvio che se non impariamo ad ottimizzare le risorse che abbiamo a disposizione, sarà complicato raggiungerli... beh, l'Aikido può fare molto per noi anche in questo caso.
L'Aikido serve a sperimentare che "fuori" e "dentro" sono due ambiti/reami fra loro specchianti, non c'è un "fuori oggettivo" decontestualizzato da un "dentro soggettivo"... semplicemente questa è un'illusione, di massa fra l'altro ai nostri giorni, nei quali sembra imperare la "scienza dell'oggettivo"... che si rivela solo scientismo ad un'indagine più accurata.
L'Aikido serve a scoprire che la spiritualità è una delle dimensioni che ci costituisce, un reame del quale siamo parte integrante... indipendentemente dalle credenze/opinioni che possiamo avere su dio ed i suoi 1000 modi di essere inteso, sulle religioni, sul clero, etc.
Non voglio dire che è così perché lo dico io... anche perché certe opinioni è bene che siano frutto dell'esperienza personale diretta di ciascuno, certo è che anche il materialista più convinto, può iniziare ad avere il suo bel da fare a comprendere alcune dinamiche che si manifestano sul tatami, così come in ciascuno di noi... quando siamo sotto stress.
Eh si, ecco... perché l'Aikido insegna pure COME stare sotto stress in modo proficuo, cosa non banale nella vita stressogena che tutti viviamo.
Si impara ad evolvere non solo NONOSTANTE un conflitto, ma soprattutto GRAZIE ad esso: cosa?... Da una situazione conflittuale possono giungere anche cose buone???
SI, anzi da quelle giungono proprio le migliori!
Certo, è necessario sapere come fare a non farsi prendere troppo la mano dalla tecnica, però non solo è possibile... è addirittura prioritario che la nostra disciplina si riappropri di dimensioni che aveva in origine, quando il Fondatore rimandava che l'importante non è solo tirare per terra l'attaccante.
Ma i corsi di Aikido oggi sono in grado di fare tutto ciò?
Con un certo conflitto di interessa, direi che nel 95% almeno di casi NO, sembrano non essere in grado. Ma questo non è responsabilità della disciplina, quanto di Insegnanti spesso che presentano una formazione abbastanza lacunosa, e non mi riferisco solo al fattore tecnico.
L'Aikido è in grado di aiutare chi lo pratica a costruire una forma mentis del tutto armonica nei confronti di se stessa e dell'ambiente circostante... ma per fare ciò non è sufficiente praticare un paio di orette alla settimana, oppure... potremmo dire, che non è sufficiente a far si che questo "allineamento" giunga in tempi non biblici.
Più vi ci dedicate, con maggiore intensità e velocità vedrete cambiamenti tangibili nella vostra vita quotidiana, come avviene del resto in ogni percorso, del resto.
L'Aikido serve a "mettere in pratica", nel senso forse più letterale del termine, belle filosofie che piacciono a tutti... ma che sono parole morte se non è possibile ricoprirle di fatti concreti.
Edison diceva che il valore di un'idea sta nella sua capacità di divenire qualcosa di concreto... Beh, l'Aikido è una disciplina straordinariamente "scoprente"... ovvero in grado di restituirci l'immagine precisa di chi siamo, anche talvolta a dispetto di chi ci piacerebbe pensare di essere.
Serve insomma quindi anche un po' per fare il punto della situazione, senza starci troppo a prendere in giro e toccando con mano i nostri limiti, le nostre difficoltà e frustrazioni: di solito la persona comune fugge da tutto ciò, ne ha paura... perciò non ha alcuna possibilità di crescere ed affrancarsi da cosa sente essere un attuale limite.
L'Aikido serve per esplorare nuovi territori, luoghi nei quali non avremmo mai pensato di viaggiare... ma dei quali ignoravamo forse anche l'esistenza: esistono 3 reami, secondo il Fondatore... il manifesto, il nascosto ed il divino.
Non lo so se esistono solo questi 3... ma un buon modo per saperlo è cercare... e non cercare solo con la MENTE, leggendo libri e facendo congetture: usando TUTTI gli strumenti a nostra disposizione, ovvero sia la mente, che il corpo, unificati armonicamente fra loro.
E se alla fine di questa lunga ricerca non avremmo trovato nulla di straordinario ed eccitante, tranne noi stessi... beh, allora avremmo scoperto qualcosa di veramente invidiabile, considerevole ed inestimabile!Marco Rubatto
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