L'Aikido...
- NON serve a diventare capaci a sopraffare un'altra persona con una tecnica marziale, indipendentemente se questa persona è buona o cattiva, ci stia aggredendo o porgendo un fiore, se sia pericolosa o innocua; se l'Aikido viene usato per piegare un altro alla nostra volontà diviene una disciplina della coercizione, ovvero qualcosa di molto distante dal suo scopo originale; è possibile che il compagno senta pienamente la nostra energia durante uno scambio, ma essa non deve essere contro di lui, ma al massimo utile a toglierlo da un pericolo che nemmeno ha percepito:
- NON serve ad imparare usanze, gestualità, tecniche e metodologie che ci permettano di sentirci migliori di chi non le sa o le ha imparate di meno di noi; il nonnismo è sempre in agguato, e nella società giapponese molte volte i Senpai abusano del loro potere verso i Kohai, facendo pesare la propria esperienza. Chi usa l'Aikido per imporre la sua scomoda figura nei confronti di terzi, fa lo stesso errore citato nel punto precedente. L'Aikido NON serve a coercire;
- NON serve a diventare persone illuminate spiritualmente; non è che non si possa utilizzare questa disciplina per progredire ANCHE in un percorso spirituale, ma non possiamo considerare che basti praticare Aikido per considerare se stessi una sorta di Buddha alle soglie del Nirvana... in grado di giudicare, fra l'altro, tutti gli altri "stolti, incapaci" ad elevarsi ad altrettante ineguagliabili vette. L'Aikido NON serve a perdere il contatto con il mondo, ma al massimo a radicarne uno di qualità sempre migliore;
- NON serve a diventare fisicamente imbattibili, perché abbiamo letto su qualche libro che il Fondatore della disciplina lo sarebbe stato. Chi desidera essere fisicamente sicuro di non essere leso da terzi, si rinchiuda in un bunker atomico con viveri sufficienti al resto della sua vita... ed occhio però anche a manutenere i filtri della ventilazione forzata, altrimenti poi si muore comunque di legionella. L'Aikido NON serve a coltivare miti inutili, ma rassicuranti;
- NON serve ad imparare ad affrontare un nemico esterno; come non serve ad affrontare un nemico esterno??? NO, non serve a questo, l'affrontare un nemico esterno è lo strumento che utilizziamo per osservarci sotto stress e quindi ad imparare di più sul NOSTRO conto... Si tratta quindi di un mezzo, non di un FINE. L'Aikido NON serve a confondere la luna con il dito;
- NON serve a vestirsi in maniera strana, fare finta di essere nati nella Prefettura di Wakayama, parlare strano, venerare Amaterasu Omikami, e andare a mangiare il sushi sentendosi "addetti ai lavori"; l'Aikido non deriva da una cultura vicina alla nostra e richiede molto impegno per tentare di calarsi in contesti storici, culturali e sociologici molto differenti dai nostri. Questa cosa ci fa uscire dalla nostra zona di comfort, quindi ci permette anche di crescere ma non è il fine della disciplina... quindi il valore aggiunto NON è quello di sentirsi o apparire più orientali possibile;
- NON serve ad accumulare esperienza, gradi, cariche e potere; accade praticando per notevole tempo di ricevere alcune onorificenze legate al nostro percorso, ma niente del quale divenire schiavi o succubi. La disciplina serve a forgiarci, compresi i nostri desideri di "sentirci qualcuno" e di "sentirci arrivati"... portandoci a comprendere come queste siano posizioni di comodo, che in realtà segnano una sorta di limite nella propria possibilità di crescita personale. Gradi, cariche e meriti dovrebbero essere vissuti come normali testimonianze di servizio nei confronti di noi stessi e degli altri. Dall'Aikido non porteremo via ciò che abbiamo ottenuto per noi, ma ciò che avremo saputo dare agli altri;
- NON serve a mentire a noi stessi ed agli altri; è possibile fare ciò in moltissimi modi differenti, anche attraverso la pratica dei questa disciplina... diventa perciò importante ricordarci che essa NON serve a questo, anche se saltuariamente è stata utilizzato in passato ANCHE per questo... e noi stessi la potremmo utilizzare ANCHE per questo;
- NON serve ad acquisire sicurezza personale. Come, le arti marziali non servono ad acquisire sicurezza? La risposta è paradossale: la sicurezza personale si acquisisce quando si diventa capaci di stare comodi nell'insicurezza. L'insicurezza NON è qualcosa che si può eliminare, ma solo conoscere sempre più a fondo, fino a quando cessa di essere un problema insormontabile. Non si diventa quindi in realtà più coraggiosi, ma si diventa capaci di non avere paura di avere paura. Per questo affermo che l'Aikido serve a conoscersi sempre meglio, tanto che i nostri limiti di ieri possano non apparirci più così invalidanti un domani. Mi fanno sorridere quelli che sul Web dichiarano: "Raipriamo in sicurezza". Dovrebbero dire "Riapriamo e ti dimostriamo che pur non essendo mai sicuri di nulla, siamo in grado di affrontare al meglio le situazioni che vivremo". La "sicurezza" è un mito inutile, come "l'imbattibilità": serve solo ad alimentare esigenze di estraniarsi da una realtà nella quale esse non hanno alcun posto, né funzione;
- NON serve a farsi degli amici... accade spesso che ciò accada e che amicizie vere, sincere e durature nascano spontaneamente fra i praticanti, ma l'Aikido è INNANZI TUTTO una strada personale, quindi non è sufficiente praticarlo perché stiamo bene con le persone che ci stanno intorno. Presto o tardi ci fa sentire il limite di ciò, ed avvertiamo che qualcosa si rompe in noi;
- NON serve a migliorare la società; al massimo serve a migliorare gli individui che compongono la società... la cui miglioria diviene quindi un "effetto collaterale" del lavoro personale dei singoli. Lo ribadisco: l'Aikido è INNANZI TUTTO una strada personale!
- NON serve a fare soldi, al massimo può essere utile a comprendere che il danaro è una forma di energia che scorre e della quale è bene essere i padroni anziché i non i servi;
- NON serve ad "imparare a fare giusto" qualcosa; i principianti spendono molta della loro energia nel carcere di fare un movimento "corretto" o di copiare più fedelmente possibile il movimento dell'Insegnante... NON che ciò sia del tutto inutile, ma non è così importante fare "bene", quanto FARE E BASTA. In italiano è pure brutto il significato di "corretto": vuol dire sia "giusto", che "modificato"... quindi INNATURALE. Ecco in Aikido iniziamo a "fare giusto" quando non abbiamo più alcun bisogno di fare giusto e quando i movimenti diventano naturali (ossia l'opposto di "correggibili");
- NON serve a qualcosa, serve semmai a QUALCUNO... magari a TE! Ma è uno strumento, quindi può servire a molto o proprio a poco, dipende da come lo utilizzi.
Marco Rubatto
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