lunedì 12 aprile 2021

Suburi di Jo: le lettere e le sillabe dell'Aiki-alfabeto

Ai muri delle nostre classi elementari avevamo appesi i cartelloni con alcuni disegni piuttosto iconici: la A di Albero, la B di Banana, C di Casa, la D di Dado... etc.

Oggi magari è uguale, ma avranno la C di Condividi, la D di Dad... P di Playstation e la T di Tablet.

Ecco... più o meno accade la stessa cosa con lo studio dell'Aikido, e nella fattispecie, delle sue armi: nei mesi scorsi vi abbiamo dettagliato ogni esercizio di base di jo, con oltre 20 video-tutorial dedicati, che se vi siete persi qualcosa troverete in questa comoda playlist...


Oggi non torneremo su ogni singolo esercizio, ma su altri aspetti importanti di questa sequenza di movimenti di base, questa sorta di Aiki-alfabeto di jo.

Innanzi tutto ora dovremmo avere chiara tutta la sequenza, sapere che essa è suddivisa in "gruppi funzionali", ciascuno dei quali si occupa di esercitare un particolare aspetto dell'utilizzo del "bastone" (brrr, che brividi a chiamarlo così!).

Ma oggi possiamo andare oltre... e chiederci come sarebbe metterci a giocare con queste "lettere" per comporre le prime sillabe: così abbiamo fatto un esperimento NON legato alla tradizione, utile a comprendere come funzionino certe dinamiche di apprendimento e di codifica delle forme.

Ciò che abbiamo fatto è provare ad unire ciascun suburi con tutti gli altri esercizi del proprio gruppo funzionale, e lo abbiamo fatto in ben 2 modi differenti:

- sia mantenendo la stessa direzione nella pratica;

- sia invertendo la direzione di 180º all'interno di ogni unione.

Per fare questo, abbiamo però utilizzato sempre lo stesso pattern/schema.

Tradizionalmente questa cosa NON si fa, tranne che per gli ultimi 2 suburi (nagare gaeshi) eseguiti l'uno di seguito all'altro: tutte le altre connessioni sono quindi una nostra invenzione, ma quando si vuole sapere se uno è un minimo patrone delle forme di base, è necessario sperimentarsi in esercizi che risultano qualcosa di più che un mero esercizio mentale e calligrafico.

Ecco quindi a voi il risultato!

Video completo della connessioni riguardante la serie "tsuki go hon".



Playlist dei 5 esercizi che compongono la serie "tsuki go hon".


Video completo della connessioni riguardante la serie "uchikomi go hon".


Playlist dei 5 esercizi che compongono la serie "uchikomi go hon".


Video completo della connessioni riguardante la serie "katate san bon".



Playlist dei 3 esercizi che compongono la serie "katate san bon".


Video completo della connessioni riguardante la serie "hasso gaeshi go hon".


Playlist dei 5 esercizi che compongono la serie "hasso gaeshi go hon".




Video completo della connessioni riguardante la serie "nagare gaeshi ni hon".



Non esiste un unico modo per realizzare queste connessioni ed anzi è possibile unire ogni suburi a ciascun altro
, per un totale di:

- 19 x 19 = 361 esercizi collegando i suburi nella stessa direzione
- 19 x 19 = 361 esercizi collegando i suburi a 180º gradi fra loro

... che fa la bellezza di 722 differenti possibilità. Di queste ne vedete rappresentate "solo" 68 nei tutorial precedenti: notate come le forme siano in grado di moltiplicarsi se ne si comprendono i principi?

Ora: alcuni di questi movimenti risultano marzialmente POCO significativi, altri invece coincidono in modo sorprendente con altri esercizi più strutturati che studieremo prossimamente (jo kata, jo awase e kumi jo)... a riprova che quando ci si concentra sui principi della disciplina non è complicato verificare come le forme giunte sino ai nostri giorni abbiano effettivamente superato questo "setaccio" di senso e valore.

NON tutte le forme e le connessioni sono quindi utili
, ma alcune assumono un valore di rappresentazione dei principi più elevato di altre... e - guarda caso - esse sono proprio quelle che la tradizione si è tramandata.

Perché affermiamo questo?

Perché "inventarsi dei kata" sarà sempre possibile, ma prima di farlo sarebbe il caso di avere maturato la capacità di comprendere se il nostro lavoro abbia un senso relativo ai principi della disciplina, al di là di quanto la forma "nuova" ci risulti esteticamente appetibile.

Abbiamo fatto questo lavoro di "riscoperta dell'acqua calda", per mostrare - in modo analitico - il processo di sperimentazione che molto probabilmente hanno compiuto i maestri che ci hanno preceduto (in ogni disciplina, fra l'altro): non è quindi detto che tutto lo scopribile sia già stato scoperto quindi...

Vale la pena lasciare aperta la ns. creatività, ma al contempo formarci adeguatamente sui "grandi classici", poiché in essi troveremo cristallizzati un tot di principi, in grado di non farci perdere tempo in sentieri che non conducono molto lontano.





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