Di solito a Pasquetta Aikime è of-line, ma siccome quest'anno non possiamo andare a fare merenda sui prati, approfittiamone per fare insieme qualche riflessione utile sulla nostra disciplina, che reputiamo particolarmente importante.
Magari pensiamo pure di si, ma in base a cosa lo affermiamo?
In questo periodo l'Aikido sui tatami è fermo, e lo è anche da un bel po': fa bene o fa male non fare nulla?
Andiamo per gradi: se l'Aikido è fermo, come tutto il resto dello sport di base, specialmente quello di contatto, sappiamo bene essere per via delle misure restrittive adottate dai governi (non solo il nostro, a dire il vero) per limitare i contagi da Coronavirus, che ha messo a dura prova la capacità ricettiva degli ospedali, e della sanità pubblica in modo più ampio.
Forse, in prima istanza, ci verrebbe da rispondere di SI... soprattutto agli 'inizi di questo fenomeno virologico globale, che abbiamo imparato a chiamare "pandemia"... quando poco o nulla si sapeva sulle dinamiche del problema che si stagliava all'orizzonte.
Poi però, la risposta tende a virare al NO, nel momento in cui si continua a non tenere conto di argomentazioni piuttosto solide a sostegno del movimento psico-fisico, dello sport in genere, in materia di salute e benessere.
Quando la nostra capacità di omeostasi viene meno per via di una causa (interna o esterna) che perdura per un tempo o per una intensità maggiore di quello che le nostre difese immunitarie sono in grado di contrastare.
La salute/malattia sono fenomeni simili all'equilibrio/squilibrio fisico: una trottola sta diritta fino a quando c'è abbastanza energia/quantità di moto per mantenerla in rotazione intorno al propio asse; una nave sta diritta fino a quando il moto ondoso non fa andare il suo baricentro oltre un certo disassamento... poi si ribalta.
Tutte le culture e tradizioni secolari umane concordano nel sostenere che la condizione di salute si crea e si mantiene con più facilità:
- mangiando cibo sano;
- avendo un buon rapporto di tempo sonno/veglia;
- avendo una sessualità sana;
- facendo ESERCIZIO FISICO;
- intessendo buone relazioni interpersonali;
- percependo un certo gradi di realizzazione nella propria quotidianità (nei vari ambiti, lavorativo, famigliare, amicale, sentimentale, etc).
Il coronavirus ha fatto saltare più di uno di questi punti... o meglio: non lui di per sé, ma le limitazioni che sono state intraprese per porvi rimedio.
Il cibo sano di per sé potremmo mangiarlo, stando più a casa propria, anche se l'impennata del delivery food ci mostra che non è proprio la direzione intrapresa da molti, al di là dell'essere diventati tutti panettieri all'inizio del primo lockdown di marzo 2020.
Idem per il rapporto di tempo sonno/veglia e per il sesso: non sono di certo le prescrizioni a farcelo mancare o deteriorare, ma al massimo le nostre cattive abitudini pregresse che continuano o che abbiamo assunto nell'ultimo periodo.
L'esercizio fisico invece è stato tarpato un bel po'... a meno che per esso non intendiamo la corsa, la passeggiata o fare una lezione di Yoga o Zumba in salotto davanti a Zoom o YouTube.
E in questo abbiamo forse globalmente toppato e stiamo toppando un tot: l'esercizio fisico ed il movimento in genere, funzionano come una sorta di "caricabatterie" per il nostro sistema immunitario.
Ogni volta che facciamo un'attività fisica - sia aerobica, che aerobica - influiamo direttamente nel nostro sistema nervoso, che è in stretta integrazione con le nostre difese immunitarie: nello specifico il valore che andiamo a modificare - incrementarono - si chiama "vitalità" (che può essere determinata tramite una semplice misura del potenziale di membrana cellulare).
Più ci muoviamo, più cresce la nostra vitalità; più i nostri movimenti sono vari, più questa vitalità non riguarda zone specifiche, ma tende a proliferare in tutto il sistema muscolo-scheletrico; ci riempiamo di "ki" diremmo noi marzialisti!
La vitalità del corpo funziona come una dinamo, insomma.
La malattia, o la fragilità della propria salute, dipende quindi da 2 fattori specifici:
- la vitalità;
- la propria capacità di resistenza sotto stress.
Capite bene che se la vitalità è bassa e - contemporaneamente - lo stress si prolunga troppo a lungo, è più facile che il nostro sistema perda il suo stato di omeostasi e quindi sopraggiunga la malattia.
In Aikido, però non solo ci muoviamo (e quindi aumentiamo già solo per quello la nostra vitalità), ma impariamo anche a stare rilassati sotto stress... mettendoci volutamente sotto una pressione controllata, in modo tale da diventare in grado di assorbire quote di stress sempre più grandi e continuative con il minimo dispendio energetico per potervi fare fronte.
Quindi l'Aikido (ed anche altre discipline, ma qui parliamo di questa) in una botta sola aumenta la vitalità ed insegna come ridurre lo stress: ovvero fa esattamente le uniche 2 cose che - in combo - possono fare una differenza per il nostro sistema immunitario.
Inoltre ci sono altre cose che sarebbe importante sapere: per il Covid, così come per molte altre forme virali, è stato dimostrato quanto alcune vitamine possano fare la differenza; la vitamina D, per esempio, è un elemento che non viene prodotto dal corpo umano, ma che è fondamentale per la sua salute e funzionalità (è coinvolto, per esempio, nella salute e funzionalità delle ossa, nella salute e funzionamento del sistema nervoso centrale e periferico, nella coagulazione e nella contrazione muscolare).
La vitamina D, oltre che con gli alimenti ed integratori, viene sintetizzata con l'esposizione ai raggi solari (almeno mezz'ora al giorno): ma se dobbiamo stare tutti in casa ciò diventa difficile, con la conseguenza che non incontriamo magari altre persone... ma ci continuiamo ad indebolire.
Il tessere buone relazioni interpersonali (ove ovviamente la distanza è relativa alla situazione, poiché se vogliamo fidanzarci magari è difficile stare sempre a 2 metri l'uno dall'altro) è stato visto come una delle potenziali fonti di contagio maggiori: non diciamo che non lo possa essere, solo che è anche qualcos'altro... ovvero uno degli elementi che più contribuiscono alla nostra salute ed al nostro benessere.
Non lo hanno chiamato "Sport e divertimento"... come mai?
Solo che con lo sport si incontrano gli altri, magari li si tocca pure... e quindi basta sport perché FORSE ci contagiamo: un po' come a dire che quel "SALUTE" stava li, ma non era indissolubilmente legata allo sport. Se ne può fare a meno.
Sport senza salute, perché ci si contagia... e salute senza sport, mantenuta in altri modi.
NO: invece era proprio giusto "SPORT e SALUTE"... con quella "E" congiuntiva, ma che potrebbe essere pure scritta con l'accento del verbo ESSERE.
E fa quindi sorridere come il nostro governo (così come anche altri) si dica innanzi tutto coinvolto e proteso a garantire due aspetti fondamentali:
- la salute dei suoi cittadini;
- che l'economia non si blocchi
... salvo poi dimenticarsi completamente lo SPORT significhi entrambe queste cose: sia SALUTE (il perché lo abbiamo visto poc'anzi), sia ECONOMIA perché l'abito sportivo cuba qualcosa come 50 miliardi di euro annui, pari a 3 punti percentuali di PIL... che non è poi così poco se ci pensiamo!
È anche interessante rilevare che NON ci sono dati scientifici a supporto che ci si possa contagiare in ambito sportivo di base... e crediamo che faticheremmo pure a trovarne, visto che statisticamente parlando chi pratica movimento fisico ha una salute migliore e quindi una maggiore resistenza ad ogni tipo di patologia, virale, o meno che sia.
Ma il governo chiude tutto: poi mentre le nostre attività sono interdette da fine ottobre, i contagi continuano ad aumentare... segno che non era a causa del movimento sportivo di base che ciò sta avvenendo, ma a questa piccola incoerenza non si da molto peso.
Allora, scientificamente parlando verrebbe una curiosità da soddisfare: anziché badare solo "a che una cosa non avvenga", come il contagio (che per chi conosce i processi della mente, sa bene essere un atteggiamento deficitario e disfunzionale già in partenza)... perché non proviamo ad irrobustirlo questo sistema immunitario?
Perché non puntare ANCHE sulla SALUTE oltre che sui mezzi per evitare la malattia?
Qualcuno potrebbe obbiettare: "Questo è comunque un virus nuovo e che quindi è in grado di infettarci poiché siamo sprovvisti di anticorpi specifici (che sono appunto nuovi)".
Altra bella parziale verità, presa però come assoluta: NON esiste un agente virale (o batterico) in grado di far ammalare gravemente un sistema energicamente vitale ed in omeostasi, solo che la medicina allopatica non se n'è ancora accorta, perché NON considera lo stato energetico del corpo, ma solo le fenomenologie dei suoi scompensi.
Recenti studi, ad esempio, mostrano che i Linfociti T, ovvero un gruppo di leucociti appartenenti alla famiglia dei linfociti, giocano un ruolo centrale nella immunità cellulo-mediata e sono capacissimi di schermare parzialmente o totalmente dal Coronavirus. Sono chiamati "T" poiché essi maturano nel timo, a partire dai timociti: essi riarrangiano le catene alfa e beta nel costituire il TCR, e sono coinvolte nel sistema immunitario adattativo.
Essendo in grado di adattarsi, possono proteggere (parzialmente o totalmente) una persona venuta in passato in contatto con un Coronavirus (non il Covid-19), ovvero i virus del ceppo di una comune influenza o un raffreddore: cosa che è ovviamente piuttosto comune e probabile che ciascuno abbia già fatto in passato.
Non si è ancora risposto ad una domanda crucciale: come mai una volta esposti al contagio che alcuni si infettano ed altri no... e come mai che fra quelli che si infettano, alcuni si ammalano (più o meno gravemente) ed altri rimangono asintomatici?
Queste dovrebbero essere le indagini da approfondire di più, e non limitarci a capire come non contagiarci con un virus - che come ogni altri virus della storia - finirà di essere pericoloso solo una volta che sarà endemico e geneticamente compatibile con noi, che siamo i suoi ospitanti.
La risposta è nel possesso (o meno) dei Linfociti T di una carica energetica SUFFICIENTE a compiere questa loro funzione al massimo della loro potenzialità... Tanti stressati e con bassa vitalità è come dire "energicamente a terra" come una pila scarica.
Questa è - secondo noi - una delle ragioni per le quali si ammala anche qualche persona giovane: gli anziani hanno una vitalità naturalmente più bassa, ma ci sono anche un sacco di giovani che hanno una vitalità bassa (a causa di abitudini di vita malsane) e/o hanno continue fonti di stress che mettono alla prova il loro sistema psico-corporeo.
La medicina quindi arriva spesso tardi, dopo che la frittata è già stata fatta... proprio perché questi aspetti non li considera - o meglio - non li considera di default.
I due approcci però NON si escludono a vicenda - anzi - si completano: è solo idiota pensare unicamente a non contagiarsi, senza al contempo fare il possibile per irrobustirsi.
1 - dieta sana;
2 - buon rapporto sonno/veglia;
3 - sesso sano;
4 - ESERCIZIO FISICO;
5 - buone relazioni interpersonali;
6 - realizzazione nella propria quotidianità
Nel bloccare lo sport di base, vengono meno da 1 a 3 di questi punti: il 4) di sicuro, ma spesso anche il 5) ed il 6) in quest'ultimo caso quando con lo sport ci si lavora (quindi viene meno la propria realizzazione personale) o quando esso costituisce una forma importante di formazione personale.
Ergo: più la vita è SANA, ci si MUOVE e ci si frequenta con mutuo profitto, più può circolare il virus senza che questo faccia danni devastanti per la società, perché non trova un humus fertile per attecchire... o se lo trova non arreca danni a chi lo ospita (paucisintomaticità e asintomaticità).
A fianco a ciò è sicuramente importante proteggere le fasce a rischio (anziani ed immuno-depressi), per le quali la vaccinazione può realmente fare la differenza. Ma questo lo stiamo facendo: ciò che non risulta coerente è bloccare il 90% delle persone per supportarne il 10%... ed ottenendo così di riflesso che pure questo 90% scivoli verso la fragilità della rimanente minoranza.
Questo riteniamo che inizia ad essere un errore sempre più macroscopico, man mano che il fenomeno procede ed i dati diventano sempre più numerosi.
E abbiamo volutamente considerato SOLO gli effetti a breve termine, ovvero "virus si/no", ma cosa dire di quelli che saranno le problematiche di lungo termine che stiamo generando ora?
Una gioventù che sostituisce la Playstation e Netflix con il movimento, che inizia a ritenere "pericoloso il contatto", che si chiude sempre più in se stessa... e che inizia sempre più a pensare al suicidio come rapido strumento per "scendere dalla giostra" di un mondo dal quale si sente aliena...
Detto ciò, noi possiamo ritenerci fortunati, poiché da ottobre scorso non abbiamo saltato un keiko che fosse uno - non svolto al Dojo, ovviamente - 5 volte a settimana, fisicamente, talvolta all'aperto, altre volte ciascuno nelle proprie case... ma non ci siamo fermati mai!
Stiamo bene, il numero dei contagi (di tutti coloro che partecipano attivamente alle lezioni) è pari a ZERO, come volevasi dimostrare.
Il morale è alto, stiamo imparando un botto di cose in questo periodo; il nostro Aikido ne uscirà tirato a lucido e migliorato sotto molti aspetti!
So.. keep moving!
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