lunedì 19 aprile 2021

Aikido online-voyourisme: l'opportunità per crescere e per non crescere mai

Viviamo in un'epoca straordinaria!

Il meglio ed il peggio dell'umanità sono contemporaneamente presenti e mai come ora è possibile agevolarsi del primo o seguire il lato oscuro del secondo.

La pandemia, in tutto ciò, non si sta rivelando altro che un catalizzatore...

Un anno fa chi proponeva attività on-line era visto come una sorta di "traditore" della community: "Cosa? Aikido on-line? Ma sei pazzo... l'Aikido si fa sul tatami, altroché!!!".

Poi diversi gruppi che hanno continuato a ragionare in questo modo nel frattempo si sono disgregati e quindi sono morti: altri sono andati avanti come era possibile fare... con i numerosi limiti, ma pure le infinite nuove possibilità che si stavano aprendo all'orizzonte.

E parliamo con cognizione di causa, visto che da allora facciamo attività on-line ogni santo giorno, per bambini, ragazzi ed adulti. Ora stanno accadendo dinamiche nuove, o meglio dinamiche vecchie così accelerate da apparire dinamiche nuove, quindi abbiamo deciso di parlarne insieme.

Un tempo ciascun Aikidoka era fisicamente legato ad un tatami specificoad un Dojo specifico, ad un Maestro specifico... è stato così per decenni: con questa relazione personale e diretta con il proprio referente tecnico, i propri compagni ed il proprio luogo di pratica... il tempo per "gironzolare" a guardare cosa accadeva negli altri gruppi era minimale.

Per anni abbiamo insistito - anche su queste pagine - dell'esigenza importante di girare e sperimentare proposte differenti, didattiche diverse, scuole ed approcci multipli per completare la propria visione della disciplina. E lo crediamo anche ora, fermamente.

L'unico guaio serio di questo approccio è il rischio di fare confusione, ovvero di affacciarsi al mondo quando non si sono ancora sviluppati gli "organi di senso" adatti a raccogliere le informazioni che ci servono ed gli "organi digestivi" necessari a metabolizzarle nel modo migliore.

Ora questa possibilità e questo rischio si sono incredibilmente intensificati, secondo noi.

Sul Web sono spuntate come funghi le proposte di seguire lezioni sulle varie piattaforme, sia a livello nazionale, che internazionale: questa crediamo sia una cosa potenzialmente buona per la disciplina: è possibile seguire una lezione in diretta dal Giappone, una dagli USA e dal Dojo dietro a casa con la stessa semplicità.

すごい Sugoi! (wow, fantastico, cool, grandioso!)

Un tempo, per andare a valutare la proposta di un altro Insegnante bisognava fare la valigia, prendere l'automobile o il treno, andare a vivere un paio di giorni in un'altra città... avere casini con la lingua autoctona (talvolta), spendere ovviamente un tot di soldi e di tempo... giusto per fare qualche esempio concreto.

Sicuro che si stava abbastanza attenti a non sperperare le proprie risorse!

Ora questa cosa è possibile dal proprio salotto, talvolta gratis, in inglese... che è parecchio sdoganato come linguaggio di scambio: ri-sugoi!

Però sul Web si sono pure moltiplicati gli idioti impreparati, che offrono lezioni agli altri mentre dovrebbero andare ad imparare a loro volta con le orecchie basse... e siccome c'è voglia e bisogno di praticare e stare insieme, allora la gente va alle lezioni di questi signori... "perché comunque è meglio di niente".

NO, talvolta forse sarebbe proprio meglio "NIENTE"!

E questo è il problema di chi pare che offra dei contenuti, ma non è sufficientemente preparato per fare ciò che promette: li riconoscete perché i loro corsi saranno 9 volte su 10 GRATIS.

L'insegnante impreparato - così come abbiamo detto già molte volte - infondo sa bene di esserlo e sa pure di avere lui bisogno di allievi per tentare di sentirsi quello che non è... quindi spamma il Web di link di Zoom, nei quali entrare liberamente, senza preavviso alcuno.

Forse sa anche che le sue lezioni sono una palla assurda, ma fa leva sul desiderio di praticare altrui per avere qualcuno dinnanzi che lo chiami "maestro/sensei": è tutta gente che un "suo" gruppo non ce lo avrebbe, ma riesce a metterne su uno di una manciata di allievi raschiando il fondo dei bisognosi in cerca ossessivo-compulsiva di dirsi che sono riusciti a fare un po' di Aikido.

Come riconoscerli?

Semplice: al di là di qualche evento promozionale che serve per dare supporto e visibilità alla disciplina stessa, NON è possibile che in Sensei conceda che le proprie attività siano aperte a tutti, sempre... che uno un giorno ci possa essere e quello dopo no.
Un Sensei dovrebbe essere piuttosto attento alla possibilità di apprendimento di un suo allievo, ma - appunto - di un suo allievo, non di chiunque. Se non c'è uno scambio reciproco, non c'è una relazione... diffidare quindi di quelli che dichiarano di dare a copiose mani per puro senso di generosità ed altruismo.

Un allievo non è solo uno che viene a prendere qualcosa dal proprio riferimento personale e tecnico, ma è uno che ha scelto di fare un percorso (più o meno lungo) con esso, non una serie imprecisata di "fuitine" usa e getta.

Un insegnante che permette che si giunga da dovunque, a qualunque livello, in qualunque momento e non richieda alcuna forma di impegno continuativo... è uno che sta pensando a SE STESSO, è uno che USA a sua volta quelli che - di volta in volta - si spacciano per suoi allievi con la data di scadenza.

Come abbiamo detto già molte volte... ma dovete ricordare che anche in Aikido "quando è GRATIS, spesso il prodotto sei tu"!

Questo è il tipico caso dell'Insegnante che non vuole crescere e NON utilizza questo tempo di fermo per acquisire maggiori strumenti per sé e per quelli che potranno poi essere suoi allievi VERI in futuro: fa l'Anchorman Aikidoistico, peccato che però il suo Show sia povero di contenuti.

Fatti suoi! Se è arrivato a prendersi in giro così in profondità, non saremo noi a volerlo disilludere di sicuro.

Vediamo ora però la controparte, anche molto interessante: gli allievi!

Dicevamo appunto, l'ALLIEVO 2.0 ha oggi possibilità inimmaginabili solo fino ad un paio di anni fa!

Ma come le utilizza: per crescere o per non crescere mai?

Ci interessa molto, perché - mentre il Maestro Anchorman ormai è uno che si è perso - l'allievo rappresenta il futuro della disciplina... quindi sarebbe meglio che non facesse una marea di cavolate, senza sapere come imparare da esse.

Ci sono di sicuro allievi che stanno FINALMENTE approfittando di queste nuove opportunità per buttare gli occhi oltre la siepe del proprio tatami... e stanno scoprendo autenticamente un mondo del quale ignoravano proprio l'esistenza.

Tenuti in cattività dal "maestro padrone" di turno, quello che dice "si fa così perché te lo dico io", ora hanno sul serio la SANA la possibilità di andare a vedere in prima persona come funzionano le cose altrove e magari di chiedere anche spiegazioni a persone più disponibili: questa è una cosa buona e giusta... che li farà crescere un botto.

Ci sarà gente che dopo la pandemia forse sarà invogliata a cambiare Scuola, Dojo, Maestro... ma proprio perché ha avuto modo di rendersi conto che altrove esiste ciò che fa più per loro.

Poi ci sono quelli che stanno usando queste nuove possibilità per non crescere mai... quelli che - se continuano così - saranno destinati a diventare i Maestri Anchorman del futuro.

Come si riconoscono?

Semplice: oggi a lezione da me, domani da te, fra 3 giorni da un altro... per una lezione di spada, una di bastone, una di ikebana, una di shodo, una di filosofia orientale, una di giapponese, una dove si suda... anche in questo caso, inesorabilmente dove è GRATIS.

Una volta Katori Shinto Ryū, un'altra Kashima Shin Ryū, un'altra Aiki ken, un'altra spada coreana... tutto inesorabilmente sempre diverso.

Una sorta di bulimia marziale e culturale, che - se da un lato fa praticare un bel po' - fa correre il rischio di perdersi in 1000 sentieri differenti, senza approfondirne bene nemmeno 1.

Questi sono gli "allievi di tutti e di nessuno", perché loro vogliono sentirsi "ronin" (ovvero Samurai senza padrone), ovvero liberi di girare e di apprendere un po' da tutti... in modo tale da non dover rendere conto a nessuno che si stanno prendendo in giro da soli.

Con un Maestro sarebbe diverso: difficile che uno saggio impedisca agli allievi di formarsi dove lo desiderano, ma di sicuro li metterebbe in guardia rispetto al collezionismo seriale di esperienze vuote.

E siccome il Sensei poi bisogna ascoltarlo... meglio averne 10 differenti e metterli in corto circuito fra loro, quindi quando qualcuno ti dice: "Guarda che non si fa così"...

Tu gli rispondi: "Ma Tizio Shihan mi ha detto che era giusto così!".

Poco importa:

- se non è del tutto vero;

- se non si è capito una ceppa di ciò che ha detto Tizio Shihan;

- se ci si è cercati un Tizio molto poco Shihan da credere però Shihan, perché tanto è gratis o non si ha esperienza sufficiente per giudicare la bontà della proposta ricevuta.

Non ci sarà mai una responsabilità personale diretta, ma infinite possibilità di dribblare qualsiasi ostacolo dietro allo slogan "non appartengo che a me stesso".

Le domande che però ciascuno sarebbe tenuto a farsi sono più o meno le seguenti:

- possiedo basi sufficienti per leggere il lavoro altrui senza fare una inutile confusione?

- quali elementi ho a disposizione per accertarmi di avere compreso il messaggio che ciascun insegnante vuole darmi?

- come faccio a sapere se con la mia attività di ape, che va di fiore in fiore, non sto solo evitando di impegnarmi in un percorso strutturato con una guida competente?

Nel massimo dell'espansione del movimento femminista, si gridava: "L'utero è mio, e lo gestisco io!".

Si... serve però trovare pure un maschietto che lo co-gestisca almeno per una decina di minuti... se si desidera utilizzarlo per ciò per il quale è stato destinato. Quindi, viva l'emancipazione personale... ma mai separata da quel "NOI" che le da valore, altrimenti diventa un ideale distopico... nel quale rifugiarsi perché non si è compreso chi si è e di che cosa si ha sul serio bisogno.

Oggi è uguale con le Arti Marziali, e nello specifico con l'Aikido: c'è più possibilità di emancipazione da circoli stagnanti e c'è maggiore possibilità di perdersi nei meandri del proprio ego... sarà per questo che la tradizione prevede di affidarsi ad una guida?

La tradizione, di solito, è saggia... perché ha passato indenne il setaccio del tempo.

Nessuno ci dice che dobbiamo sceglierla in 5 minuti: possiamo metterci anni per sapere in compagnia di chi vogliamo camminare, ma poi - una volta che questa scelta è stata fatta - abbiamo voglia di assumercene un attimo la responsabilità?

Di fare qualche chilometro prima di guardare con invidia quanto si vada più veloce nella corsia accanto?

Abbiamo il coraggio di sentirci dire di cosa abbiamo bisogno anche dalla prospettiva di chi riteniamo competente... oltre che dalla nostra?

"Aspetta, in quella scuola là hanno solo 3 esercizi di bokken, da me ce ne sono 7... vado di là, così per loro sono già bravo/a!"... È il percorso di minima resistenza e fatica quello che desideriamo ci caratterizzi?

Ecco: tutto ciò oggi va ribadito, perché la deriva è potenzialmente prossima quanto lo è una reale evoluzione personale di chiunque.

Scegliere a cosa siamo interessati spetta a noi, le conseguenze poi arriveranno in entrambi i casi in modo spontaneo.



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