Questo risulta tutt'altro che facile da attuare, poiché l'Aikido ha un ricco background di tradizione, etica, filosofia, spiritualità parecchio vasto... che ne caratterizza sicuramente la disciplina, ma che talvolta rischia anche di farla naufragare in mari pericolosi.
Certo l'armonia è un concetto dal quale è relativamente semplice rimanere affascinati e comprati... e così la non-violenza, la volontà di non sopraffazione sull' "avversario", il miglioramento di sé, etc, etc, etc.
Roba bella, roba buona... ma come farla diventare PRATICABILE in modo fisico?!
Talvolta ci riusciamo, altre volte un po' meno... ma questo tentativo ci pare nobilitante in ogni caso, e sopratutto molto meno pericoloso di quello opposto, ovvero il tentare di teorizzare troppo la pratica."Quando in orizzontale non ci sono più soluzioni, in verticale non ci sono più problemi", diceva nel '900 André Malraux (filosofo e politico francese), dobbiamo quindi immaginare che valga anche pure l'esatto opposto, ovvero...
"Quando in verticale non ci sono più problemi, in orizzontale non ci sono più soluzioni", e non vogliamo essere pessimisti, ma osserviamo un attimo insieme cosa impedisce all'Aikido di risplendere di luce propria e assumere il ruolo che merita nel panorama delle Arti Marziali o di quelle tradizionali giapponesi.
Non è la tecnica... che oggigiorno è tanta, differente, "multi-etnica";
Non è la passione: quella non manca e qualsiasi Aikidoka un po' datato è concorde nel ribadire come la sua disciplina sia qualcosa denso di grande valore per sé e potenzialmente per tutti.
Non è la didattica che consente di progredire nella disciplina, poiché se ne trovano di piuttosto buone sulla piazza.
Quello che manca di più forse è proprio la COERENZA fra ciò che si dice e ciò che si fa!
Facciamo quindi insieme qualche esempio...
Sei amante dell'armonia?
- Come puoi allora ad essere tu a portare zizzania?
- Come puoi essere tu a torturare i polsi di uke solo perché ricopri il ruolo opposto?
- Come puoi essere tu a frequentare Dojo nei quali regna un'atmosfera così pensante che si taglia con il coltello?
Sei amante della spiritualità?
- Come pensi di poterle dare voce se non attraverso il tuo stesso corpo?
- Come pensi che limitarsi a parole sagge ripetute a pappagallo possano influire nella tua pratica?
- Come pensi che la tua profonda spiritualità possa essere riconoscibile in come agisci?
Sei amante della risoluzione non violenta del conflitto?
- Come risolvi i conflitti che ti trovi a vivere sul tatami e fuori dal tatami?
- Come fai a comunicare al tuo compagno che - per forte che ti colpisca - non utilizzerei mai quell'energia (né la tua) per lederlo?
- Che stratagemmi utilizzi per renderti conto di quanto questa filosofia sia da te quotidianamente vissuta?
Sei amante della tradizione?
- Come pensi di gestire allora quella irrefrenabile voglia di asserire che la tua posizione/attitudine è la migliore e che tutti gli altri sbagliano? Nella tradizione l'umiltà ha un ruolo piuttosto centrale...
- Come pensi di giustificare il fatto che sai poco niente della lingua, della cultura, dei costumi della disciplina che pratichi (e forse pure insegni)? Lo giustifichi con il fatto che stai imparando? Allora se ti facessimo questa domanda fra qualche tempo, risponderesti che ora sei un fedele conoscitore della tradizione?
- Come pensi di giustificare il fatto che, da profondo conoscitore della tradizione quale ti ritieni, non sai quasi nulla dei motivi che hanno portato la tradizione ad essere come è? Vedi, non è solo questione di amare una cosa ed al limite di conoscerla... quanto di comprenderne a fondo l'essenza!
Sei amante del simbolismo mistico?
- Come ricerchi e come ritrovi questo simbolismo nella tecnica dell'Aikido?
- Come fai a fartene qualcosa nel quotidiano, al di là di frequentare i circoli di Osho e di Mário Pacheco (in arte "Maestro Do Nascimento"... l'amico di Wanna Marchi)?
- Come veicoli la loro importanza nell'azione fisica se sei un semplice praticante o se sei un insegnante?
C'è gente che su ste cose improvvisa veramente di tutto... e che in un auditorio poco preparato fa proseliti manco fosse un Guru? Lo sapete vero...
Sei amante del lavoro tu te stesso e del miglioramento continuo del sé?
- Come stabilisci se la tua disciplina ti sta sul serio facendo fare progressi in tal senso e non ti sta solo gonfiando l'ego a dismisura?
- Come ti poni rispetto a coloro che sembrano interessati ad altro? Li consideri esseri poco consapevoli dei quali avere pietà?
- Come coniughi il "lavoro su te stesso" con quello che fai insieme alle altre persone? Il tuo self empowerment si specchia anche nelle tue relazioni?
Sono piccole domande... ma guai a riempirsi tanto la bocca di belle filosofie e grandi ideali e poi comportarsi da cavernicoli nel quotidiano... e QUINDI anche sul tatami!O siamo CAPACI di mettere IN PRATICA (leggi "incarnare con il proprio corpo/mente/spirito") queste belle filosofie... o continueremo ad avere:
- il tizio che ti parla di spiritualità e che ti lussa la spalla con una leva;
- il tizio che filosofeggia sul rispetto, poi termina la lezione e fugge a spassarsela con l'amante;
- il tizio che fondamentalmente di consiglia "Segui ciò che ti dico, non cosa faccio"... etc, etc, etc.
In questo caso quindi non si tratta di teorizzare la pratica, ma di PRATICARE la teoria: essere cioè TESTIMONI, il migliore esempio vivente di coerenza dei messaggi che la disciplina veicola.
Diventare così significa essere banner pubblicitari viventi di quanto l'Aikido sia bello, utile, EFFICACE e cambi in meglio la vita di chi lo pratica.
Ma quanti ce ne sono così?
Ci possiamo quindi lamentare se siamo poco visibili, spesso criticabili e quasi sempre sottovalutati?Chi non ha peccato, scagli il primo shuriken!
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