L'Aikido è in profonda crisi: nel giorno della ricorrenza dei defunti... ci sembrava opportuno quindi chiederci se stia quindi MORENDO!
Pure prima del Covid non è che i corsi prosperassero, specie di nuove leve...
La nostra disciplina sembra non interessare più molto: il Krav Maga ed il BJJ hanno preso la piazza ad una disciplina che non è mai stata - più di tanto - conosciuta a livello sociale, compresa ed amata per le sue straordinarie peculiarità.
Ora il Coronavirus rischia di darci il colpo di grazia: le palestre sono nuovamente ferme, gli sport da contatto vietati (e fra essi ovviamente l'Aikido)... e con i contagi in continuo aumento, ed è più che verosimile che questo stop NON si limiti solo fino al prossimo 24 novembre.
Un nuovo lockdown, oltre che per l'economia globale, risulterebbe un vero e proprio disastro per i gestori delle discipline come la nostra... che si trovano a dovere pagare le spese di affitti, utenze, ma senza avere incassi di alcun tipo.
In più i gruppi storici ed affiatati si disfano: c'è preoccupazione nella gente, quindi - anche se nuovamente si potesse praticare a contatto - quanti si fiderebbero poi a tornare a rotolarsi insieme su un tatami, rischiando di prendersi qualcosa da portare a casa... che nel migliore delle ipotesi costringa ad assentarsi dal lavoro per settimane, o quanti rischieranno di portare da casa qualcosa ai propri compagni di pratica?
A nessuno piace fare da untore, quindi i sensi di colpa e di precauzione spingono molti ad optare per qualcosa che viene percepito come meno rischioso per sé e per gli altri.
Come finirà? Non lo sappiamo, ma è un gran facile che possa finire con un bel funerale a quanto eravamo abituati a vivere...**********************************
Ok, basta così: quanti di voi si sono riconosciuti nelle righe precedenti?
Noi ogni giorno riceviamo messaggi, e-mail e telefonate di Aikidoka, specie insegnanti, che portano alla nostra attenzione cose analoghe a quelle scritte sopra: OGNI GIORNO, mainichi [毎日]!!!
Pure più di una volta al giorno, a dire la verità...
Molti ci contattano per sapere cosa fare, come poter sopravvivere, quali siano le posizioni che ha preso la Federazione rispetto ai poco leggibili e molto interpretabili DPCM che si susseguono a ritmo serrato: noi rispondiamo pure volentieri, ma non possiamo fare a meno di notare una community spaventata dall'idea della propria morte; questo è un dato di fatto piuttosto evidente!
C'è paura, preoccupazione, vittimismo... oltre che alla normale attenzione a comprendere quale momento si stia vivendo.Non che le cose scritte sopra non siano vere o che non si stia correndo dei rischi - sia a livello personale che comunitario - (e sia in Aikido, come in generale nella società)... solo che i praticanti di Arti Marziali, e di Aikido nello specifico dovrebbero:
- vivere il qui ed ora, con una mente, un cuore ed uno spirito presenti, liberi ed inamovibili (zanshin, mushin, fudoshin);
- imparare ad accettare la paura, e ad affrontarla, non sfuggirne;
- sapere che ogni azione che fanno potrebbe essere l'ultima della propria esistenza, quindi si dovrebbe essere più pronti alla morte rispetto ad una persona che non si allena;
- imparare ad AGIRE anziché limitarsi sotto stress a REAGIRE;
- saper accettare l'ignoto e non paralizzarsi da una situazione inedita... d'altronde quale scontro reale avviene secondo un kata preordinato e conosciuto, al quale abbiamo avuto modo di allenarci per anni?
Ma qui manco per il kakkyo (27º principio): la teoria la sanno tutti, ma poi in pratica ce la facciamo tanto sotto che nessun pannolone a mandorla riuscirebbe ed essere sufficiente contenitivo, altroché!
Esattamente come se non avessimo mai praticato: cioè sono forse gli Aikidoka i primi a non aver mai fatto Aikido?!
Non si tratta di essere sprovveduti e schiattare come idioti mentre cerchiamo di fare i supereroi - intendiamoci - ma manco vivere tutto come Superman quando siamo sul tatami e come Fantozzi nella nostra vita personale!Passiamo quindi ad alcune considerazioni che ci sgorgano dal CUORE...
- perché molti di noi hanno scelto una disciplina grazia alla quale imparare ad essere tanto INCOERENTI?
- perché se l'Aikido Federale fa tanto "nagare" e si fa di tutto pur di non fare un percorso chiaro al suo interno... poi ci si preoccupa così tanto di interpellare le istituzioni per sapere COSA FARE? Chiedetelo ai vostri Enti/Associazioni cosa fare in tempi di Covid: non ve gusta, non vi sanno rispondere in modo esauriente?
Le istituzioni NON sono qualcosa che si può interpellare SOLO quando vi è una forma di convenienza: forse è proprio questa una delle ragioni per le quali in Italia mediamente esse funzionano malissimo; alle istituzioni è necessario chiedere almeno in proporzione a quanto ad esse si OFFRE; il resto è opportunismo, manipolazione, incoerenza e immaturità (ma in Aikido, come nella vita di ogni giorno).
- perché oltre a preoccuparsi tanto, le persone che sbattono la testa ovunque per trovare delle quadre di sopravvivenza, non si fanno promotrici di idee ed iniziative volte a far respirare un po' di ossigeno alla nostra community? PERCHÈ???
Ricordiamocele certe cose sagge che arrivano dal nostro passato...
* si tratta di call nelle quali trattiamo argomenti inerenti la pratica, la storia e la filosofia della disciplina, nelle quali ci raccontiamo cos'è per noi l'Aikido e cos'è per alcuni insegnanti ospiti che intervistiamo (al momento abbiamo già amabilmente conversato con Patrick Cassidy, 6º dan Aikikai, Evolutionary Aikido Community; Federico Planeta, professionista esperto in sicurezza personale; Fabio Ramazzin, 5º dan FIJLKAM, Wa no Michi Italia; Davide Barchi, insegnante di Yoga ed Aikido presso ConTatto; Angelo Armano, 6º dan Aikikai, Banner Aikido; Max Gandossi, insegnante di Yoga e 5º dan Aikido Tendo Ryu Italia... ed altri docenti, provenienti da scuole ed esperienze molto differenti fra loro).
Si tratta di una settimana che propone attività 6 giorni su 7 e che mediamente conta:
- 2 ore per l'Aikido bambini;- 2 ore per l'Aikido ragazzi;
- quasi 10 ore per l'Aikido adulti, con 3 lezioni in presenza al parco e 3 on-line.
Ora... Sta funzionando? SI... ogni settimana una trentina di persone partecipano a queste attività, evitando così di mettere in soffitta il proprio Aikido.
Ci soddisfa questa la quadra che abbiamo trovato?
Si e no: SI perché ci permette di continuare a vederci e crescere insieme, NO perché se potessimo scegliere preferiremmo vederci crescere insieme al Dojo, così come abbiamo sempre fatto negli anni passati.
Però questo è un momento nel quale non ci è concesso questo lusso... ma ci è dato di scegliere se vittimizzarci, deprimerci ed attendere che il nostro precedente lavoro vada allo sfascio... o fare al meglio QUELLO CHE POSSIAMO FARE, ben consapevoli che, quando O' Sensei era intento creare la disciplina, difficilmente lo avrà fatto pensando un suo futuro su Zoom!
E se il DPCM che esce questa sera dovesse vietare la pratica nei parchi?
Se dovesse imporre un coprifuoco che limita chiunque in casa propria?
Se non dovesse essere più possibile trovarsi in presenza per un bel po'?
Beh, ci dispiaceremmo sicuramente... ma dopodiché trasferiremmo TUTTE le attività on-line, e per quanto sarebbe scomodo, continueremmo la nostra pratica, perché la pratica NON può essere arrestata da niente: la pratica è appunto COME si affronta ciò che si vive!
Le difficoltà sono spesso lo spartiacque fra chi cerca SCUSE e chi cerca SOLUZIONI ai problemi che si incontrano: la ricetta vincente e preconfezionata non ce l'ha nessuno, lo ripetiamo, ma di solito chi si abbatte di fronte ad essi ha caratteristiche ricorrenti piuttosto determinate:
- è in grado solo di ripetere solo ciò che è già stato fatto in passato;- vede ogni innovazione rispetto ad esso come un problema che infangherà irrimediabilmente la disciplina;
- attende che qualcuno gli dica cosa deve fare;
- non è inserito in una rete di confronto e scambio "alla pari", ma è parte solo di sistemi piramidali; se ne è alla cima, cerca di non mutarne la struttura, se è altrove pensa di non avere la forza per farla cambiare;
- ha una visione molto ristretta, sovente solo tecnica, della disciplina che pratica (e insegna).;
- protesta, si lagna, si deprime... ma non propone nulla di costruttivo.
Beh... se grazie al Covid questo genere di praticante/insegnante è in forte crisi e teme che il suo gruppo si disfi.... non c'è forse da dispiacersi troppo se dovesse avere ragione: l'Aikido NON ha proprio più bisogno di simili impaccianti zavorre.
C'è infatti chi rammenta che "Se non puoi fare ciò che ami (cosa che adesso è parecchio probabile), puoi almeno AMARE ciò che fai"... predisposizione che può far avere dannatamente successo anche alle iniziative meno geniali, poiché innondate di passione e prive di qualsiasi aspettativa.
Nessun commento:
Posta un commento