lunedì 15 giugno 2020

Aikido poliglotta? Aikido fuori dalla grotta!

Aikido è un fonema giapponese, si sa... ma è molto di più, se si conoscesse la lingua nella quale questa espressione viene scritta e letta.

Si, però non è che tutti devono avere una laurea in lingue orientali per poter praticare serenamente la nostra disciplina, questo è palese.

Quello che invece è estremamente interessante è costatare quanto poco materiale ci sia on-line sull'Aikido in ITALIANO!

Su queste pagine più volte abbiamo tradotto articoli ritenuti interessanti da fonti in altre lingue (l'ultima volta proprio la scorsa settimana!), però la velocità di crescita dei contenuti on-line non consente sicuramente un adeguato sevizio di tradizione in tempo reale di tutto ciò che avviene su scala globale.

La comunità internazionale è in continuo fermento e confronto sui più svariati argomenti connessi all'Aikido, non per ultimi il covid-19 e gli episodi di razzismo che svettano da qualche giorno su ogni media... ma chi ha accesso a queste informazioni?

Semplice: chi sa qualche lingua in più che l'italiano!
Inglese soprattutto, talvolta francese... ma solo l'italiano fa vivere il proprio Aikido in una specie di caverna di Platone.

Abbiamo visto insegnanti necessitare di traduzione per call internazionali: nessuno è tenuto a sapere 3 lingue per praticare Aikido - questo è pacifico - però comprendete come, almeno ad un certo livello, questa incomunicabilità possa ingerire nelle attività alle quali la nostra utenza si rivolge?

Come al solito è necessario un po' di coerenza: fino a quando un praticante fa qualche ora di lezione del "piccolo Dojetto di periferia" anche se si parla in diletto stretto non crediamo che vi sia nessun problema: osserviamo però questo fenomeno su scala più ampia...


Quando l'Honbu Dojo fa qualche comunicazione ufficiale, di solito la fa in giapponese e, subito a seguire, in inglese: magari questa comunicazione non coinvolge direttamente ogni praticante europeo... ma i referenti dei praticanti europei SI!

E se si è Capi Scuola, ma non si conosce l'inglese?
Si chiede per piacere all'allievo che va all'università: "Mi traduci che kakkyo ha scritto il Doshu?!"

E quando vengono organizzati panel discussion (momenti di confronto on-line) su argomenti importanti (proprio come è accaduto in questo periodi di lockdown)?


Non si viene coinvolti o non ci si coinvolge perché le barriere linguistiche diventano così importanti da impedire ogni tipo di incontro.

Ovvero ci sono insegnanti di Aikido che non sono in grado di incontrare manco chi è un potenziale collaboratore, ma parla una lingua differente dalla propria... figurati come fanno questi ad insegnare ad incontrare in modo costruttivo i propri NEMICI?!

È proprio solo sempre una questione di coerenza del messaggio che si vuole dare al prossimo.

Noi in Italia siamo tristemente specializzati nel non voler fare un passo al di fuori di ciò che conosciamo, infatti in ogni altro Paese è del tutto abituale che gran parte della popolazione sia bilingue.

Riflettiamo quest'oggi quindi insieme su quanto questa dinamiche influisca (negativamente) sulla crescita e sviluppo della nostra società Aikidoistica.

Nelle call internazionali è possibile discutere con docenti anche molto esperti di didattica, di marketing, di problematiche legate alla diffusione della disciplina, di criteri di valutazione per gli esami tecnici, ed un pacco di altre informazioni molto importanti della disciplina.

Poi spunta la solita testa di quiz che dice "Si, ma tanto l'importante è sudare sul tatami a me tutte ste altre cazzate non interessano!".
Beh, bisogna volergli bene come se fosse normale a costui, ma comprendere anche che non si può più  limitare la portata delle proprie attività e poi lamentarsi che non si riesce nei propri intenti.

Non più oggi, nella società globale ed interconnessa della quel ciascuno di noi è parte integrante!

Se si lascia all'Aikido le risorse da "cugino povero" delle cose ben fatte... si raccoglieranno i risultati da "cugino povero".

Talvolta nel nostro Dojo qualche lezione (specie per i bambini/ragazzi) è svolta in inglese, e la cosa sembra piacere non poco... oltre ad essere utile.
All'università talvolta interi corsi ed esami sono SOLO più fatti in inglese: vi siete mai chiesti perché ciò avviene?

Per una malsana ammirazione del mondo anglosassone?

NO: perché il 95% dello scibile su quella materia viene trattato internazionalmente in una lingua più diffusa dell'italiano... quindi si cerca di fare abituare da subito gli studenti a trattarlo nella lingua che apre più porte, anche se questa non risulta essere la loro madrelingua.

In Aikido sta cosa sembra che non la si sia ancora compresa molto, ecco il senso di questa riflessione.

Ci si lamenta che la nostra disciplina non decolla, non interessa ai giovani, sembra non avere futuro... e poi ci si accontenta di farla sopravvivere in pozze d'acqua stagnante, mentre fuori dalla porta ci sono oceani di persone che hanno buone idee e che stanno facendo dell'Aikido una delle proposte più interessanti del nostro tempo...

Stiamo a piangerci addosso?
Proviamo con un account free di Duolingo... magari pure il nostro Aikido potrebbe giovarne a lot!






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