lunedì 6 aprile 2020

Web: il caos per chi si esercita ad afferrarlo

Come dicevamo solo un paio di settimane fa, l'Aikido (e qualsiasi altra disciplina) sono sbarcati con prepotenza sul Web, soprattutto a seguito dell'impossibilità di essere praticato in un Dojo e per via della quarantena.

È notevolmente interessante osservare le dinamiche che - in breve tempo - si stanno instaurando, poiché la natura selvaggia della rete di per sé agevola una notevole quantità di caos... che però non dovrebbe fare timore a noi Aikidoka, che nel "randori" cerchiamo proprio di rendere armonico!

Iniziamo subito dalle posizioni facili da esaminare: c'è chi si scaglia a male parole verso queste "diavolerie tecnologiche"... ricordando che "quando c'era lui, i treni arrivavano in orario!"
Non fare un tubo e criticare le proposte degli altri è sempre qualcosa di particolarmente comodo e italiota, fortuna nostra sono pochi e sparuti ad avere posizioni simili.

Poi c'è chi invece tenta di fare, di coinvolgersi... ma che - per la prima volta - si trova dinnanzi alcuni problemi da risolvere, ad esempio:

- fare attività on-line significa fare video tutorial?

- fare attività on-line significa fare video-lezioni live nelle quali si propone agli allievi di fare movimenti specifici, sotto l'osservazione del proprio insegnante?

- fare attività on-line significa fare video-lezioni live nelle quali si fanno lezioni frontali (il docente parla, gli allievi ascoltano ed al massimo fanno delle domande al termine) su argomenti teorici della disciplina (storia, filosofia, spiritualità)?

- fare attività on-line significa fare video-lezioni live nelle quali si agevolano dibattiti su alcune tematiche di interesse comune?

- fare lezione on-line significa forse un po' tutte queste cose insieme e nessuna al contempo?

- cos'è un Webinar?

Crediamo sia difficile dare una risposta univoca e definitiva...

Iniziare a filmarsi con il telefonino nel soggiorno di casa propria e mandare ai propri allievi un video di esercizi proposti... può essere un BUON primo modo di utilizzare la rete: ci si mette nelle stesse condizioni di un allievo e gli si fa comprendere che è possibile comunque continuare a praticare!

In questo caso non è importante né una buona tecnica, né strumenti di tipo professionale: si vuole passare una propensione, si vuole fare sentire vicinanza ad un gruppo...

Fare un TUTORIAL invece è qualcosa di diverso: si presuppone di mettere a disposizione del prossimo del materiale utile per imparare qualcosa di nuovo, o ripassare agilmente qualcosa di già acquisito.

Per questo è necessario più tempo e più cura, poiché si presuppone una chiarezza esplicativa ed alcuni strumenti più evoluti per confezionare il materiale (videocamera, programmi di montaggio video, etc).
Per esperienza vi diciamo che su un video tutorial è possibile lavorare da alcune ore, ad alcuni giorni in modo dedicato. Non tutti quindi sono in grado di fare tutorial, il livello di impegno richiesto è abbastanza elevato.

Il numero dei tutorial è ora in netto aumento, ma la ristrettezza delle condizioni di produzione (tutti forzatamente a casa in quarantena, niente Dojo, spazzi ristretti, etc) al momento NON consente di produrre grandi materiali, a nostro parere...

... a meno di fare come il Mº Fabio Ramazzin che, per esempio, fra le altre cose sta facendo una serie di tutorial nei quali spiega come fare movimenti con le armi in uno spazio ristretto ("Aikido Dal Corridoio")




Questa è una rubrica che sfrutta la scomodità nella quale ci troviamo a vivere come un valore aggiunto per imparare qualcosa di utile alla propria pratica.
L'approccio è ben curato, professionale, i contenuti sono presenti e chiari.

La maggior parte di lezioni on-line che stiamo vedendo però oggi si basa su un altro format: l'insegnante mostra tramite webcam alcuni esercizi, di riscaldamento, di taijutsu, di buki waza... e gli allievi connessi li replicano.

Una vera e propria lezione fisica a distanza.

Ne abbiamo viste e vissute in prima persona di diversi tipi e - nonostante ora siano fra le poche pratiche possibile - non ci hanno ancora entusiasmato e vi spieghiamo il perché.

Le persone che seguono la lezione fisica on-line hanno la possibilità di muoversi in locations ed atmosfere molto differenti fra di loro. C'è chi ha un prato enorme davanti a casa, c'è chi ha 1 mq risicato in soggiorno o in cucina, con il fratello piccolo che nel frattempo gioca col cane nei paraggi.

Alcuni non riescono ad essere inquadrati mentre praticano, o si vedono i piedi e non la testa, o viceversa: la possibilità per il Sensei di correggere le posture che vede è limitata, in quanto lo strumento "video-conferenza" non è stato pensato per questo, ma lo si usa ora per necessità in modo adattato.

Poi la maggioranza di esercizi di Aikido necessitano un lavoro a coppie e non è detto che in ogni casa collegata ci siano 2 allievi o qualcuno che si presta a fare gli esercizi con il mono-allievo che si collega.

Per queste ragioni - ed anche se non bocciate nel loro fine, che è quello di fare muovere la gente confinata a casa - ci sembra che queste NON siano al momento le modalità più efficaci di utilizzare il Web, ma saremmo ovviamente felici di sbagliarci.

E, fra l'altro, nuove domande mai poste prima si scatenano nelle menti di alcuni: per esempio, "se un allievo si facesse male seguendo (maldestramente) l'indicazione on-line del suo docente, di chi sarebbe la responsabilità?"

Al Dojo chiunque è assicurato (o dovrebbe esserlo per legge), ma a casa propria?
Un tempo su alcuni video svettava la scritta "Don't try this at home", ovvero "non provate questo a casa"... sottointeso "ma solo sotto l'osservazione di un docente qualificato".

Oggi il docente può essere qualificato quanto vuole, ma non sempre ha la possibilità di accorgersi che un allievo sta sbagliando e rischia di farsi del male da solo... né sempre ha modo di intervenire prima che ciò accada come quando il rapporto è di presenza.

Esistono però anche altre modalità di condurre lezioni on-line: ovvero proporre agli allievi lezioni frontali su argomenti teorici, utilizzando il fatto che in Aikido ne abbiamo veramente tanti se solo volessimo farci caso.

Ci sono aspetti storici, filosofici, culturali, spirituali che fanno parte integrante della disciplina che pratichiamo e per i quali c'è - di solito - poco tempo di approfondimento: in una lezione normale, o si parla o si pratica e fare diventare le lezioni delle conferenze non sempre è una soluzione accettabile.

La pratica resta comunque qualcosa di fisico e se si interrompe questa fisicità per spendere 2 parole, esse restano confinate in spazzi solitamente non molto ampi: nella condizione che stiamo invece tutti vivendo invece queste due polarità sono invertite.

C'è più difficoltà nel muoversi fisicamente, ma nessun problema nel presenziare attivamente ad eventi formativi on-line, nei quali venga offerta una proposta culturale che arricchisca a tutto tondo le proprie conoscenze sulla disciplina che pratica.

Gli unici inconvenienti è che è necessario avere docenti preparati, che magari raccolgono le informazioni in modo ordinato ed accurato, preparando a loro volta i loro interventi (e per questo ci va tempo e lavoro): di docenti così non siamo pieni, da quel poco/tanto che abbiamo potuto ad oggi vedere.

La lezione frontale teorica con domande finali è una bella opportunità da cogliere in questi tempi e parte delle attività proposte al momento dal nostro Dojo ricalcano proprio questa modalità, e gli allievi sembrano partecipare con curiosità ed interesse.

Esiste poi un'ulteriore modalità di lezione on-line (o variante della precedente): si può stimolare un confronto dei praticanti, una sorta di tavola-rotonda, su un argomento specifico o su un tema importante per l'Aikido e la sua pratica ordinaria.
Noi abbiamo al momento fatto incontri simili sul rapporto Senpai-Kōhai, sul concetto di ricezione in Aikido (ukeru), sulla vita del Fondatore, Morihei Ueshiba... ed eravamo dalle 20 alle 30 persone a seguire ed intervenire attivamente in questi confronti/dibattiti.




Ci va un coordinatore degli interventi, che magari definisca bene l'argomento della discussione, ne inquadri il contesto e quindi supporti gli interventi di chi vuole aggiungere un suo contributo.

Questa tipologia di lezioni on-line risulta particolarmente interessante e coinvolgente, ma - nuovamente - chi dirige deve avere le idee ben chiare su come gestire gli interventi del gruppo, per far si che l'atmosfera risulti positiva e proficua per i partecipanti, così come si deve dotare di piattaforme digitali che permettano questi scambi, meglio di come si potrebbe fare su Skype o Messenger (e di solito questo ha un costo in denaro).

Questo è ciò che la rete definisce "Webinar", ovvero una parola nota ai nostri giorni, nata per neologismo "Web" + "Seminar".

Parliamo quindi di un evento pubblico che avviene on-line, un’occasione nella quale più persone si ritrovano via internet, mediante una piattaforma o un software, nello stesso momento per discutere di un certo argomento: chi presenta o conduce l’evento può usare diversi strumenti on-line, mostrando slide, filmati, confrontandosi in diretta con gli altri partecipanti, sia in forma scritta sia a voce.

Oggi sembra che tutti facciano Webinar, ma in realtà sono molto rare le occasioni di formazione serie di questo tipo (almeno in Aikido), semplicemente perché un evento di questo tipo non solo si prefigge di offrire contenuti da parte di un docente, ma diventa fondamentale l'interazione che questi può fare con i partecipanti, in una "main room" (ovvero in una "stanza principale") e/o tramite le "breakout rooms" (ovvero "le stanze secondarie" nelle quali i partecipanti vengono suddivisi per fare il lavoro di brain-storming che poi viene affrontato nella main room).




Un ambiente simile si crea con piattaforme a pagamento, risulta veramente molto versatile ed utile... solo l'Aikido non è l'ambito nel quale è stato utilizzato al massimo delle sue potenzialità fino a ieri.


Esistono apripista che già da qualche anno lavorano in modo professionale in questi ambiti, ma per l'Aikido ci sembra di poterli contare (a livello mondiale) sulle dita di una sola mano.

Stiamo con curiosità a guardare quale piega prenderà questa interessante moltitudine di sperimentazioni... sicuri che cambierà in ogni caso la percezione della nostra pratica, anche quando l'emergenza sanitaria sarà solo un lontano ricordo!





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