Il 1º aprile scorso, l'Aikikai Honbu Dojo ha pubblicato un breve messaggio del Doshu, Moriteru Ueshiba, sull'emergenza cornavirus.
Troverete il testo ufficiale in inglese QUI.
Specchiando la traduzione gentilmente offerta da Simone Chierchini Sensei, su Aikido Italia Network, vi riportiamo di seguito il testo tradotto in italiano.
"Il Covid-19 si sta diffondendo in tutto il mondo.
Prego per la pronta guarigione di tutti coloro che ne sono stati colpiti e vorrei anche esprimere le mie sincere condoglianze alle famiglie di tutti coloro che sono deceduti.
In questi tempi in cui Covid-19 si sta diffondendo in tutto il mondo, varie cose ed eventi vengono ridotti o cancellati come misura per evitare l’infezione, e la nostra società si sente come se nuvole oscure fossero sospese su di noi.
Per quanto riguarda l’Aikido, eventi vengono annullati in tutte le regioni e la maggior parte di noi non può nemmeno continuare a praticare a causa della chiusura dei luoghi di allenamento.
Sebbene inevitabile, questa è una vera sventura.
“Il movimento circolare incarna lo spirito dell’Aikido, lo spirito di armonia”. Credo che questo pensiero sia il più importante per noi come esseri umani. Proprio ora, specialmente in questo momento, dobbiamo valorizzare lo spirito di armonia e non perdere il nostro senso morale per paura del virus.
È importante prevenire la diffusione dell’infezione e l’autoprotezione.
Allo stesso tempo, siamo sicuri di non star esaurendoci per la paura che la situazione attuale sta causando?
Che non stiamo perdendo la nostra premura verso gli altri, la nostra gentilezza?
Sembra che il nostro stato d’animo stia venendo testato da questo virus.
Dobbiamo combattere questa paura senza perdere il nostro senso morale e senza commettere qualsiasi tipo di discriminazione nei confronti degli altri. Dobbiamo essere calmi e affabili.
Fino al momento in cui questa infezione termini e si possa tornare alla nostra pratica di Aikido quotidiana, prego che tutti noi non si dimentichi lo “spirito di armonia” e che si continui a percorrere lo stesso cammino insieme.
1º aprile 2020
Aikido Doshu Moriteru Ueshiba"
Ci sembra a questo punto importante condividere alcune riflessioni che questo scritto ci ha stimolato.
Il compito del Doshu non è semplice e quando una persona occupa una posizione pubblica, a capo di un'organizzazione internazionale, sappiamo bene che una parola può risultare poca e due possono essere troppe... ovvero ci sarà sempre qualcuno pronto a riconoscersi nel messaggio o a discordare con esso.
Il nostro compito però non è tanto quello di "promuovere" o "bocciare" l'intervento di Moriteru Ueshiba, ma quello di riflettere su alcuni significati meno evidenti, che è possibile leggere fra le righe. Esaminaimole quindi nel dettaglio...
"Prego per la pronta guarigione di tutti coloro che ne sono stati colpiti"
PREGARE è qualcosa che si rifà a pratiche di tipo SPIRITUALE: uno shintoista lo farà a modo suo e molto differente da un mussulmano o un cristiano... però è indubbio che ciascuno abbia un suo modo per entrare in contatto con una dimensione immanente e trascendente, e che considera valido ed autentico.
In realtà non è nemmeno necessario essere religiosi per essere spirituali, in quanto ciò risulta l'essenza più naturale di ogni essere questa. O' Sensei ce lo doveva avere ben chiaro, vista la mole di studi e di pratiche che riguardavano il mondo dei kami che aveva fatto nella vita.
Noi abbiamo introdotto questa dimensione nel nostro Aikido?
Oppure esso è solo un'accozzaglia - magari anche molto ampia - di tecnicismi per fare leve articolari ad un'altro individuo?
"e vorrei anche esprimere le mie sincere condoglianze alle famiglie di tutti coloro che sono deceduti."
Siamo mica un pelo ossessionati dal pensiero e dalla paura della morte?
Il coronavirus sta uccidendo molte persone, ma ogni anno muoiono da 250.00 a 600.000 (si, più di mezzo milione!!!) di persone in tutto il mondo per broncopatie ed influenze stagionali (ad oggi, ad essere largamente inclusivi, per il corona virus se ne sono andate circa 115.000 persone): siamo sicuri di non vivere questa vicenda come qualcosa di orribile solo perché ci mette davanti al naso uno dei nostri peggiori tabù?
Secondo noi si dovrebbe, sin dalle elementari, insegnare ai bambini che la "morte" NON è una patologia, ma l'ultima fase di quel processo che si chiama "vita"... quindi che è qualcosa di NATURALE ed il rapporto con la quale non è detto che debba essere doloroso ed improficuo come la maggioranza sembra oggi credere.
"Per quanto riguarda l’Aikido, eventi vengono annullati in tutte le regioni e la maggior parte di noi non può nemmeno continuare a praticare a causa della chiusura dei luoghi di allenamento.
Sebbene inevitabile, questa è una vera sventura".
Sappiamo bene cosa sta accadendo nel mondo per il sconfinamento sociale, solo ci colpiscono un paio di affermazioni della frase precedente:
1 - "la maggior parte di noi non può nemmeno continuare a praticare", questo NON è reale, moltissimi si sono organizzati per far proseguire le loro attività on-line; non si potrà forse praticare come in passato, questo si... ma non ci verrebbe da dire che non esistono modalità per continuare a fare Aikido nella propria vita; questa ci suona come una dichiarazione tipo "l'Aikido è quella cosa che fai al Dojo rotolandoti sul tatami", che ci sembra - onestamente - un po' limitativo rispetto al messaggio che ci ha lasciato invece suo nonno Morihei;
2 - "questa è una vera sventura": pur comprendendo il "modo di dire", la "sventura" o la "gran fortuna" sono due posizioni dipendenti dal punto di osservazione che si ha di un fenomeno; in una prospettiva spirituale, il caso NON esiste, quindi quello che accade NON è che la cosa migliore che può accadere e la "sventura" e la "sfiga" non trovano alcuna collocazione. Quindi prima ci chiede di pregare ed assumere una prospettiva spirituale, poi ci dice che la situazione è "unfortunate" ("sfortunata"): insomma un po' di incongruenza la rileviamo, ma sappiamo quanto pasticcioni riescono ad essere i giapponesi su questi temi, e quanto siano anche molto superstiziosi!
"È importante prevenire la diffusione dell’infezione e l’autoprotezione".
Secondo noi, l'autoprotezione è contraria ai principi dell'Aikido, ci spieghiamo bene: nella nostra disciplina gli attacchi vengono accolti non con la sola finalità di "proteggerci", la protezione dell'attaccato risulta una sorta di effetto secondario al modo di porsi nel conflitto.
Ai nostri giorni ci poniamo con il Covid-19 come con un "nemico da non fare entrare", dal quale creare separazione (mascherine, isolamento sociale, etc): questo non centra un tubo con i principi che studiamo sul tatami.
Poca attenzione invece viene posta sulle ragioni per le quali un individuo viene infettato ed un altro no: ovvero cosa può fare ciascuna persona per aumentare la propria vitalità e rafforzare le proprie difese immunitarie, rendendosi così auto-immune al virus... questo sarebbe un tot Aiki!
Ne abbiamo parato anche in questo video, già postato circa 3 settimane fa...
"Allo stesso tempo, siamo sicuri di non star esaurendoci per la paura che la situazione attuale sta causando?"
Crediamo anche noi che valga molto la pena di chiederselo... anche perché ci sembra che stia accadendo proprio questo!
Una delle risposte CERTE che la scienza è che la paura e lo stress generano modificazioni al sistema endocrino, che reagisce immediatamente modificando la produzione di diversi ormoni, come adrenalina e noradrenalina (catecolamine), cortisolo, ormone della crescita (GH) e prolattina che aumentano rapidamente, più lentamente si innalzano gli ormoni tiroidei.
Gli ormoni sessuali tendono ad abbassarsi, la glicemia tende ad aumentare, come pure colesterolo e trigliceridi.
Il sistema nervoso vegetativo risponde con una ipersollecitazione del sistema simpatico (combatti o fuggi) per mettere l'organismo nelle condizioni di fronteggiare o ad evitare al più presto la situazione stressante.
Se la situazione si prolunga troppo, tuttavia, le risorse interne dell'organismo tendono a scemare ed abbassare la vitalità: questa è la vera e propria "porta aperta" alle infezioni virali!
"Sembra che il nostro stato d’animo stia venendo testato da questo virus".
Concordiamo al 1000%, grande Moriteru Sensei!
Chiediamoci sono insieme come vorremmo uscire da questo test, cosa ci piacerebbe imparare da esso... senza lasciare che le circostanze decretino il nostro destino!
"Dobbiamo combattere questa paura senza perdere il nostro senso morale e senza commettere qualsiasi tipo di discriminazione nei confronti degli altri".
Qui ci troviamo nuovamente in parziale disaccordo: non si deve combattere proprio nulla, meno che meno la paura stessa.
Il "combattere qualcosa" non è una prospettiva Aiki già di per sé, e la paura - secondo noi - va accettata (polarità YIN) e non combattuta (polarità YANG).
Più si combatte la paura, più la si rafforza... mentre più la si accetta, più essa svanisce: dobbiamo darci il permesso di avere paura, smettendola di avere paura di avere paura (che non è per nulla solo un gioco di parole!)
"Dobbiamo essere calmi e affabili".
È apprezzabile questo messaggio, ma detto in modo un po' rigirino, secondo noi... poi magari è solo responsabilità della tradizione giapponese - inglese e inglese -italiano...
Non dobbiamo essere calmi, ma possiamo scegliere di esserlo: la calma autoimposta denota paura repressa e necessità di ostentare qualcosa che non si può avere... ma si può solo ESSERE.
"Fino al momento in cui questa infezione termini e si possa tornare alla nostra pratica di Aikido quotidiana..."
Grazie mille, caro Doshu, ma per noi la pratica sta continuando... magari non sul tatami, non nel Dojo, non fisicamente... ma sta continuando ECCOME, anzi forse paradossalmente ora stiamo avendo un'occasione preziosa di pratica dei principi della disciplina che non abbiamo mai avuto in precedenza!!!
"prego che tutti noi non si dimentichi lo “spirito di armonia” e che si continui a percorrere lo stesso cammino insieme"
Questo auguro non può che essere condivisibile e condiviso... però aggiungiamo anche: ci mancherebbe pure che arrivi un virus e ci fa dimenticare ciò che abbiamo costruito e nutrito per anni (talvolta per decenni) perché non possiamo muovere le natiche per qualche mese!
Se così fosse, sarebbe stato veramente di poco valore ciò che suo nonno ci ha lasciato in eredità... ed ovviamente noi crediamo il contrario!
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