Abbiamo per anni dato per scontato che saremmo potuti andare in eterno al Dojo ad allenarci, ed ora che siamo tutti a casa, ci è sembrato avvenire a mancare il pane di cui vivere a livello Aikidoistico.
Non è però la prima volta nella storia dell'umanità che una crisi ci faccia aguzzare tremendamente l'ingegno e ci sproni ad ipotizzare scenari nuovi ed inediti... per l'Aikido così come per qualsiasi aspetto del quotidiano.

... e siccome ci siamo risposti di SI (almeno, io l'ho fatto) abbiamo continuato a proporre spunti di riflessione a 360º sulla nostra amata disciplina, e proprio utilizzando il Web.
Ora che siamo tutti in quarantena, il esso risulta di fatto l'unico modo per rimanere in contatto con ciò che ci piace e ci appassiona... tanto che ci stiamo facendo nuovamente la domanda: "Siamo sicuri che sia veramente necessario un tatami per praticare?"
Nel modo tradizionale di percepire la disciplina SI, ma ora stanno sbocciando spontaneamente tutta una serie di iniziative di chi deve fare necessità virtù che sarebbe idiota non considerare nella giusta portata e prospettiva.
Diversi insegnanti di Aikido stanno sentendo l'esigenza di rimanere connessi con i loro studenti, così mettono on-line piccoli tutorial, fatti spesso dai loro appartamenti (sicuramente NON attrezzati per la pratica): stiamo perciò esplorando la pratica completamente al di fuori della propria zona di comfort... ovvero stiamo contemporaneamente facendo una delle cose più importanti dell'Aikido stesso!

Vivere la situazione in modo produttivo e non vittimistico, connettendoci con l'immobilizzazione che percepiamo e cercando i suoi punti per evaderne senza usare la forza!
Ora gli sforzi di ciascuno non sono ancora coordinati, anche perché fino all'altro ieri si contavano sulla punta delle dita coloro che utilizzavano le loro risorse anche per pubblicare contenuti Web (quindi alcuni sono alle prime armi, e si vede!)... però c'è voglia di fare, ed anche tanta.

Ed è straordinario percepire una forma di unità di fondo, una "famiglia internazionale" che si ritrova, indipendentemente dalla propria affiliazione Aikidoistica, stile e didattica per coordinare i propri sforzi a favore dei propri Dojo e delle proprie micro-comunità locali!

Qualcuno ha già incominciato a dirigere lezioni on-line su piattaforme multiutente (come Skype o Zoom...), a formare gruppi di discussione, a mirare gli interventi per adulti, ragazzi e bambini... per neofiti e per allievi di livello avanzato.
Vi riporto - a titolo esemplificativo non esaustivo - alcuni dei contributi ITALIANI con i quali sono venuto in contatto (mi scuso per chi non citerò)...
Mº Alessandro Ciamarone e Silvia De Vita (Rivoli - TO)
Mº Fabio Ramazzin (Gallarate - MI)
Mº Fabio Branno (Napoli)
Mº Fabio Tonon (Vittorio Veneto - TV)
Mº Andrea Re (Milano)
Mº Sung Gyun David Cho (Sinnai - CA)
Mº Marco Rubatto (Torino)
Mº Davide Barchi (Modena)
Mº Gianluigi Pasqua (Mathi - TO)
Mº Marco Carella (Palermo)
Mº Ugo Montevecchi (Rimini)
Mº Antonella Nuscis e Roberto Manunta (Boves - CN)
Kimochi no Keiko - Pratica speciale dell'intenzione
Questi sono solo alcuni esempi di iniziative che stanno fiorendo di giorno in giorno: è la prima volta che una cosa simile accade.

La tecnologia per fortuna ci viene in aiuto non poco in questo genere di cose: difficilmente la pratica sul tatami potrà essere surclassata dalle conference calls... ma perché non avvantaggiarci di quanto buono essa ha da offrirci?
L'Aikido che non è capace ad armonizzarsi alla situazione conflittuale che si trova a vivere, forse non può nemmeno essere tanto definito "Aikido": ma in questo periodo però assistiamo a tanta voglia di fare e capacità di adattarci... che si stia tutti insieme compiendo un passo di maturazione importante?
Lo scopriremo presto!
Marco Rubatto
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