Come saprete, l'Aiki jo si struttura per livelli (ne avevamo già parlato), grosso modo riassumibili come segue:
- suburi, 20 esercizi di base, eseguibili da soli;
- jo kata, 3 forme codificate (6 no jo kata, 31 no jo kata e 13 no jo kata) eseguibili da soli;
- jo barai no awase, 7 (o più) parate/armonizzazioni da eseguire con un parere che attacca (di solito 1 attacco, 1 parata);
- kumi jo, 10 (o più) combattimenti preordinati, nei quali uchi jo (attaccante) ed uke jo (chi riceve l'attacco) si scambiano diversi attacchi e con ordini di presa d'intenzione differenti;
- henka no jo, variazioni degli esercizi precedenti, nei quali si studiano "finali alternativi" degli stessi;
- jo jiyu waza, libera espressione di armonizzazione con il jo su attacchi liberi portati dal partner con la stessa arma.
Chi ha un minimo di consapevolezza in merito noterà quindi che gli esercizi legati al jo risultano molto più numerosi di quelli che si rifanno alla spada!
Ci occupiamo quest'oggi, con un Post più tecnico, del SECONDO kumi jo e delle sue molteplici varianti: nell'elenco precedente ci collochiamo perciò fra kumi jo ed henka no jo.
Il secondo "combattimento preordinato" consiste nello scambio di 4 attacchi, eccone la sinossi:
1A - uchi jo: prende l'intenzione ed esegue uno stuki chudan (colpo diretto di punta, a livello mediano) verso il centro di uke jo;
1B - uke jo: esegue una parata chudan, spostandosi alla sinistra del sei chu sen (la linea dell'attacco del compagno).
2B - uke jo: prende l'intenzione ed esegue uno stuki jodan (colpo diretto di punta, a livello alto) verso il volto di uke jo;
2A - uchi jo: prende l'intenzione, a sua volta, ed esegue una parata entrando alla destra del colpo sferrato dal compagno, con l'intenzione di sfruttare questa sua azione per entrare nella sua guardia.
3A - uchi jo: prende l'intenzione ed esegue uno yokomen uchi gedan (fendente laterale basso), minacciando il retro del ginocchio sinistro del partner;
3B - uke jo: esegue una parata gedan, spostandosi a destra del colpo sferrato dal compagno.
4A - uchi jo: prende l'intenzione ed esegue uno stuki chudan verso l'addome del compagno, che ora intravvede scoperto;
4B - uke jo: contrattacca simultaneamente, eseguendo a sua volta uno stuki chudan verso il fianco destro del compagno, decretando il termine del combattimento.
Vediamo, innanzi tutto, che è possibile fare varianti basate sull'utilizzo del jo (jo no riai) e variazioni che prevedono la proiezione del nostro compagno, sconfinando quindi nel campo del tai jutsu (tai jutsu no riai).
variazioni o finali "alternativi" che prevedono la presa di un tempo rispetto al movimento del nostro compagno: questo risulta evidente sia nelle variazione 1 e 2, che nei kaeshi waza finali (l'inversione di ruoli fra uke jo ed uchi jo)
Poi notiamo che esistono
In ultimo iniziamo a vedere, comparando il tema odierno con il filmato seguente, che determinate variazione si iniziano a ripetere, o perlomeno è possibile scorgere alcune similitudini fra movimenti o conclusione di azioni: come mai?
Accade questo poiché l'Aikido è composto da una sorta di "mattoncini LEGO" di base, conosciuto i quali è possibile una certa libertà di espressione, anche tecnica... pur nel rispetto dei principi che devono sottostare ad ogni interazione con il compagno.
Non affermiamo di sicuro che vada bene fare tutto ed il contrario di tutto, questo no... ma piuttosto che quando la base ha una sua struttura consolidata è possibile studiare l'oceano delle possibilità in cui ci si può muovere, seguendo i principi della disciplina, anziché gli insegnamenti esclusivamente tecnici di un Sensei.
Non lo sappiamo e crediamo che sia qualcosa di molto soggettivo: ci va però comunque IMPEGNO a tonnellate, sia per non restare al sicuro chiusi in una forma rassicurante, che apprendiamo sempre più nel dettaglio... all'infinito...
... sia, come dicevamo, per non pensare che valga tutto ed il contrario di tutto allo stesso tempo: esistono limiti fisici, biomeccanici e contingenze specifiche di ogni esercizio che vanno comprese a fondo per poter riuscire ad interpretare in modo creativo una forma prestabilita.
Che ne dicano alcuni, però, TRASCENDERE la forma - passando per una sua conoscenza approfondita - è esattamente il sentiero che ha fatto il Fondatore... e che forse egli desiderava che ciascuno di noi percorresse a sua volta.
Henka no jo è un ottimo viatico di questa affascinante possibilità, ma va percorso con attenzione e lungimiranza: suburi, kata, awase e kumi jo sono tappe importantissime per giungervi al meglio delle nostre potenzialità!
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