lunedì 21 ottobre 2019

Aikido polarities: come disporsi a "coppie di 3"

Magari ci avevate già fatto caso da soli...

... ma in Aikido oscilliamo di continuo fra polarità opposte.

Può avere un significato preciso questa cosa?

C'è uke... che è quello che accetta la tecnica, ma DA l'attacco e c'è tori che FA la tecnica, ma prima ancora ACCETTA l'attacco.

C'è il Sensei, che insegna ed IMPARA un sacco facendolo... e ci sono i deshi, che imparano ed INSEGNANO un sacco facendolo.

Ci sono i Senpai (i più esperti nella pratica), che devono mettersi A DISPOSIZIONE dei compagni... e ci sono i Kōhai (i meno esperti nella pratica), che devono DARE RETTA ai loro compagni più esperti.

C'è la spada che riceve (ukeru ken) e c'è la spada che decide (kimeru ken).

C'è la spada che toglie la vita (Setsunin tō) e c'è la spada che dona la vita (Katsujin ken).

C'è l'omote (ciò che abbiamo davanti) e c'è l'ura (ciò che NON abbiamo davanti).

C'è l'irimi (il corpo che entra) e c'è l'hirai (il corpo che si fa da parte).

C'è il kihon (la tecnica basilare e solida)... e c'è il ki no nagare (la tecnica continua e fluida).

C'è il kata (gli esercizi eseguiti da soli) e c'è il bunkai (l'applicazione del kata con un compagno).

C'è il katame waza (trattenere a sé il compagno) ed il nage waza (allontanare da sé il compagno).

C'è il rilassamento... e c'è la contrazione.

C'è la rotazione... e c'è la traslazione.

C'è l'ispirazione (quando arriva l'attacco o si riceve una tecnica), e l'espirazione (quando si attacca o si esegue la sua risposta).

C'è il silenzio e c'è il kiai.

E potremmo continuare ancora a lungo...!

SI, può avere un significato preciso questa cosa, ben al di là del suo aspetto Taoista: in un universo apparentemente duale (giorno/notte, acceso/spento, maschio/femmina...) avere a che fare con aspetti DUALI in una disciplina come l'Aikido è un buon segno che ci cimentiamo con qualcosa di QUESTO MONDO!

Però è altrettanto vero che il Fondatore dell'Aikido spesso si è riferito alla sua disciplina come a qualcosa di SPIRITUALE...

... ed ogni tradizione secolare del pianeta utilizza simboli TERNARI per descrivere il mondo spirituale, quello del sottile o quello del profondo (che sono poi la stessa cosa):

- Ueshiba Morihei utilizzava spesso rifarsi simbolicamente a triangolo, quadrato e cerchio;

- la tradizione animista giapponese lo specchio, la spada ed il gioiello;

- lo scintoismo contempla il Tomoe o Triplo Taijitu, composta da In e Yo (i due poli corrispondenti ai principi taoisti Yin e Yang), e una terza parte, chiamata in cinese Yuan.

- i Celti utilizzavano la Triquetra, intesa come triplice rappresentazione della generazione della vita e quindi rappresentante di una donna fanciullamadre ed anziana;

- gli Egizi solevano mettere a gruppi di 3 le loro divinità, e la Triade più famosa che ci è giunta è forse OsirideIside e Horus;

- i Babilonesi avevano  la loro Trinità: Marduk, Ishtar e Nabu;

- dalle nostre partisi parla di Santissima Trinità... Padre, Figlio e Spirito Santo;

- gli Indù si rifanno alla Trimurti, Brahma, Shiva e Vishnu;

- la psicologia parla talvolta di Io, Es e Super-Io (Analisi Freudiana)... altre volte di Genitore, Adulto e Bambino (Analisi Transazionale), altre ancora di Inconscio Profondo, Coscio e Superconscio (Psicosintesi)...

... ma sempre TRE sono i "protagonisti" archetipici.

E potremmo continuare ancora a lungo anche in questo caso...!

Allora com'è che c'è un aspetto EVIDENTEMENTE duale e polare nella pratica, ma Morihei Ueshiba insisteva su un'essenza assolutamente spirituale della sua disciplina?

Dove sta l'inghippo... o il fraintendimento?

Iniziamo a guardare meglio fra le righe scritte all'inizio:

Ad un certo punto della pratica le barriere fra uke e tori cadono misteriosamente, e diveniamo un individuo composto dalla fisicità di entrambi, che si muove rispettando la volontà ed i limiti di entrambi.
Siamo in DUE, ma siamo anche in TRE: vi è mai successo?

Il Sensei ed i suoi deshi diventano un gruppo inter-dipendente, guidato da un'intelligenza collettiva che sembra composta dalla somma delle intelligenze componenti, ma pure dotata di qualcosa di proprio ed unico.

Molto spesso il Sensei a lezione tratta di un argomento particolarmente attuale nelle vite personali di alcuni allievi... senza nemmeno saperlo, né farlo apposta... come mai? Puro caso o fortuna?
Avviene così di frequente che risulta statisticamente improbabile da attribuire al caso... Siamo in DUE schieramenti, ma siamo anche TRE entità.

Senpai si riscoprono Kōhai di qualcun altro in ambiti differenti, così come i Kōhai possono essere i Senpai dei loro Senpai in contesti differenti dal tatami, come mai?

Perché il mondo non si divide in Senpai e Kōhai... ma è composto di PERSONE, in viaggio e con gradi di consapevolezza differenti su una stessa esperienza. É il TEMPO, l'ESPERIENZA e la COMPRENSIONE ed INTEGRAZIONE di questa esperienza a fare la differenza

La spada che riceve e la spada che decide hanno sicuramente scopi differenti, ma uno spadaccino è in sospeso fra i momenti in cui le spade si toccano: quello diventa un ETERNO presente... che mette in un evidente secondo piano ciò che è accaduto un attimo prima o ciò che accadrà fra un attimo; la stessa cosa vale per Setsunin tō Katsujin ken.

Passato, presente, futuro... una buona rappresentazione TERNARIA di TUTTO il tempo.

Omote e ura sono punti di vista polari ed opposti di una realtà COMUNE... che praticando siamo tutti invitati a sperimentare e conoscere in prima persona; la stessa cosa vale per irimi e hirai, kihon e ki no nagare, kata e bunkai, katame nage waza.

Il rilassamento e la contrazione, così come ispirazione ed espirazione sono aspetti polari di un fenomeno chiamato VITA: polari fra loro, ma INSCINDIBILI... e testimoni di una realtà ben più grande della somma delle sue parti.

La rotazione e la traslazione sono elementi INSEPARABILI in Aikido, poiché qualsiasi movimento necessita del matrimonio ed integrazione di entrambi.

La spirale è una buona rappresentazione di questa armonizzazione fra archetipi duali fra loro.

Il silenzio e il kiai (le note) costituiscono gli elementi che su uno spartito creano la MUSICA del nostro agire: non si può comporre senza NOTE e senza SPAZI VUOTI (silenzi) fra di esse.

Abbiamo cioè una sfilza di fenomeni composti da un + un - ed un NEUTRO, che racchiude l'essenza dei due segni opposti, ma li integra e li utilizza per creare qualcosa di ULTERIORE rispetto ad essi, ci avevate mai fatto caso?

Beh... d'ora in poi FATECELO, sul tatami, come in qualsiasi altro luogo.

Che spettacolo partire dal terreno e ritrovarci nel divino, o partire da quest'ultimo e ritrovarci qui a giocare a ricordarci le nostre comuni origini.











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