
Ciascuno sceglie lo stile e la Scuola che sente più "sua" e quindi inizia a fare comunella con coloro che hanno fatto scelte analoghe alle proprie.
Nascono così le "bandiere", che radunano persone che la pensano in un modo analogo (o compatibile fra loro), che praticano shionaghé allo stesso modo (e lo pronunciano alla francese), o iniziano a vestire tutti la noba-hakama e tenugui che indossa Hitoira Saito Sensei... giusto per fare 2 macro esempi differenti.

- lunga vita a Tada, l'ultimo 9º dan allievo diretto del Fondatore ancora più che mai attivo sul tatami!
- hip hip urrà per Morihiro Saito Nidaime (aka Yasuihiro Saito) che continua l'importante tradizione del nonno Morihiro!
Il senso di identità in una Scuola, una didattica, un'Associazione ha da sempre mosso gli animi degli appartenenti alla visione che quel contesto a perseguire insieme uno scopo, a sentirsi parte di qualcosa. Non ci vediamo niente di male, fino a qui.

Quindi poco importa se il logo era quello della polizia o delle brigate rosse: entrambi avevano/hanno un loro "credo" da portare avanti (legato alla giustizia il primo, alla sovversività il secondo) e quindi ogni movimento crea un senso di appartenenza; aderire da la sensazione di manifestare il proprio credo... o di sponsorizzarne uno, così che gli altri credano che sia il nostro!
In Aikido è evidente che ciascuno debba scegliere il luogo migliore per praticare e condividere questa strada con persone simili a lui, però NON è possibile scegliere di appartenere ad una sigla per mettere la testa sotto la sabbia, come fanno gli struzzi, perché l'Aikido è - ichiban (prima di tutto) - un cammino PERSONALE!

E come distinguere chi si allinea per una reale risonanza di intenti, da chi lo fa per evitare di porsi delle domande?
Molto semplice: le persone appartenenti alla seconda casistica saranno dei FANATICI!
Se non la pensate come loro, starete sbagliando... tutti quelli che avessero idee differenti staranno sbagliando: sono loro gli unici che ci hanno visto giusto.
È facile scovare la proporzionalità all'inconsapevolezza, basta osservare "cosa si dice" in ciascun circolo.

Ma non solo mica uno o due a pensarla così ed a farsene vanto!
E uno si chiede: ma quanto hai ancora bisogno di appiccicarti addosso un logo per stare fuori dal mondo?
L'Aikido dovrebbe forse aiutare a farne un'esperienza più autentica, e non ad un'evasione dall'incapacità di starci sopra insieme a tutti gli altri!
Il senso d'identità non è quindi sempre utilizzato come toccasana... se ne si abusa.
Oltretutto l'Aikido ci dovrebbe insegnare a fronteggiare il conflitto (e quello fisico è SOLO uno delle sue forme!), quindi dovrebbe farci - in qualche modo - sentire a nostro agio IN MEZZO a quelli che NON la pensano come noi. Altrimenti dove sarebbe questo conflitto?!
Quindi qual è un'altra prova di chi usa il senso di identificazione con una bandiera perché ha paura di esistere?

Bisogna vestirsi come il capo Scuola, legare la cintura come LUI, usare le SUE parole, atteggiarsi come LUI... essere vestiti TUTTI uguali fra compagni di pratica quando si va ad uno stage, così da rappresentare il peso del proprio DOJO.

Ma "noi chi"?!
"Noi de Dojo X", "dell'Associazione Y", "della Scuola Z"... e gli altri?
Doversi distinguere dagli altri per capire chi si è va bene fra adolescenti, NON fra adulti però!
Ne segue da questi diffusi atteggiamenti che parecchio del movimento Aikidoistico sembra adolescente più che maturo, se lo osservate bene.

Il senso d'identità, quindi... da normale segno di appartenenza è in gradi di trasformarci in ciò che non vorremmo, in ciò dal quale stiamo cercando di allontanarci: una persona inconsapevole in lotta contro coloro che appaiono diversi da sé... proprio perché non sa ancora chi è, e quindi nemmeno come sia!).

Ciascuno è prima di tutto SOLO con se stesso, e questa solitudine non può essere alleviata dall'appartenenza ad alcun assembramento di persone, per quanto vasto.
Associarsi per sentirsi meno soli è ridicolo, per scoprire meglio chi si è invece risulta più saggio.

Cambiare gruppo/scuola potrebbe non essere sinonimo di ondivaghismo, ma di seria presa di coscienza di ciò che via via scopriamo di noi... ma di solito in Aikido è vissuto come semplice "tradimento", da tanto che siamo maturi in questa community!
In Aikido sembra normale affacciarsi alla pratica assaggiando un particolare piatto di cucina, attorniati da coloro che ci spiegheranno come siamo fortunati ad essere entrati nell'unico ristorante sensato che esista al mondo.
Pensate voi che contraddizioni in termini?!

E se desideriamo provare altre cucine etniche, ci viene detto che il cibo fuori ci farà male, che è insano... e che saremmo dei traditori del cuoco e dei camerieri ad andare altrove a cena: vi rendete conto di quanto calzi il parallelo con la nostra disciplina?
Fate cosa volete del vostro senso di identità, non siamo qui per minarlo... ma due domande serie di come e del perché lo utilizzate, e di come vedete che i vostri abituali compagni di pratica fanno altrettanto... forse potrebbe risultarvi UTILE farsele.

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