lunedì 4 marzo 2019

Aiki Combat Improv: i principi dell'Aikido, fuori dall'Aikido

 Ieri nel nostro Dojo si è svolta la seconda lezione pubblica di Aiki Combat Improv: la prima stata a San Diego (California) lo scorso febbraio, e quindi siamo stati orgogliosi di ospitare questo evento straordinario a Torino!

Di cosa si tratta?

Di una forma di allenamento che possa aiutarci a sviluppare alcuni noti principi dell'Aikido, ma al di fuori degli schemi più consolidati di questa disciplina: in buona sostanza si sta provando a dare una chance di improvvisazione nei movimenti che nell'Aikido NON è di fatto contemplata, senza finire in un contesto caratterizzato dalla competizione o nel quale i principi dell'Aikido possano anche venire utilizzati per prendere a calci nel sedere il proprio avversario.

Patrick Cassidy Sensei, che visita regolarmente il nostro Dojo da oltre una decade per guidare l'Evolutionary Aikido Seminar (che è già un seminario atipico di per sé!) ha proposto un setting molto inusuale per un Aikidoka.

Partendo dalle uniformi: pantaloni del keikogi e T-shirt... gradi azzerati in un istante, la gerarchia non avrebbe per nulla giovato, benché in Aikido abbia sicuramente una sua precisa utilità.

Esplorare alcuni principi al di fuori di una tradizione ci permette di sicuro di raggiungere risultati impensabili al suo interno.

C'erano due protagonisti che provavano a sviluppare abilità differenti e complementari fra loro: abbiamo usato la metafora di Darth Fener e Luke Skywalker...

I presupposti della loro interazione sono stati:

- evitare ogni forma di resistenza, di qualsiasi genere (fisica, mentale, emotiva);

- ingaggiarsi solo in contatti fisici rispettosi del proprio partner;

- non cadere in forme di competizione con il partner;

- accettare consciamente il fallimento di un'azione; anzi, ogni tanto ricercarlo consciamente;

- negli esercizi, "vincere" significa "vincere insieme", non sull'altro.

L'uno aveva il compito di attaccare, tramite un esercizio molto simile ai Tui Shou dei Tai Ji Quan... doveva arrivare a toccare da qualche parte il busto del partner, senza scoprirsi nel farlo.

Quindi costui ha iniziato a poter fare altre cose, come spingere (utilizzando la linea del centro del compagno), o tirare.

Luke è collegato alla FORZA esattamente come Fener, solo hanno scelto due lati opposti (e complementari) di essa.

Il nostro "Fener" non solo aveva il compito di attaccare, ma anche di avere la tendenza a separarsi subito dopo dal partner. Recitava la parte del "separatore".

"Luke" invece doveva provare di includere Darth ad ogni spinta ed a connettersi al centro di Fener ad ogni sua presa. Lui faceva la parte del "connettore".

Nessuno aveva il compito esplicito di far cadere l'altro: se ciò però fosse avvenuto, era una cosa da accettare da parte di entrambi... giacché "non opporre resistenza" (anche alla caduta!) è stato uno dei presupposti di partenza.

La cosa più interessante è stata l'allenare un'abilità utilizzata per fare al partner una certa cosa, SENZA che ciò venisse usato per ledere l'altro, né metterlo in una posizione di secondo piano rispetto alla nostra.

Esistono già differenti metodi per utilizzare il movimento spontaneo cedevole (abbiamo già citato il Tui Shou, ma anche il Systema russo, per esempio...), ma essi si basano tutti sul vincere sull'altro...

... cosa contraria all'ultimo presupposto di questo innovativo modo di lavorare. E come si fa a vincere, senza che ciò implichi immediatamente che l'altro abbia perso?

In questo caso, abbiamo provato a immedesimarci più in due gattini che giocano... che pur rimanendo in ruoli separati e definiti, "si allenano" insieme... finendo l'uno per sviluppare meglio le proprie capacità e quelle del compagno CONTEMPORANEAMENTE, in un'atmosfera di giocosa complicità di fondo!

Ci siamo divertiti un tot... e tutto il gruppo (formato da una quarantina di Aikidoka di estrazione molto differenti tra loro) ha rimandato notevole apprezzamento per il lavoro svolto, in modo sereno, grazie a questa nuova forma di pratica!

Fuori completamente da ogni sorta di forma/kata, siamo stati capaci di "combattere" senza schemi preordinati, facendoci apprezzare ancora di più quei principi che tanto ci piacciono nell'Aikido: "includere l'altro" ed "evolvere" con esso e grazie alla sua preziosa presenza.

Il prossimo appuntamento italiano è già stato fissato: 6,7,8 marzo 2020... SAVE THE DATE, avete abbastanza tempo per organizzarvi, ci sembra!







1 commento:

Anonimo ha detto...

Qual è la finalità di questo allenamento? Dal nome sembrerebbe l'applicazione di quello che si studia nella forme codificate dell'aikido nel combattimento.
Essendo, da quanto leggo, un esercizio correlato con l'attività che già svolgete, perché la necessità di cambiarsi di abbigliamento e scorporare l'attività dal contenitore "aikido" dando un nome differente? C'è della sostanza o è per marketing?
Un saluto.