lunedì 14 gennaio 2019

Calo di interesse, crisi dell'Aikido e le buone notizie

Lo scorso 7 dicembre 2018, Aikido Journal - testata internazionale che sicuramente tutti voi conoscerete - ha pubblicato un interessante articolo (lo potrete trovare in inglese QUI), che mostra come l'Aikido sembri interessare a sempre meno persone nella società moderna.

I dati riportati dal sondaggio promosso dal Blog a livello interazione risulterebbero parecchio preoccupanti:

- rapporto numerico fra Istruttore ed allievo: 1,5 a 1;

- rapporto numerico fra capo-Istruttore ed allievo: 4,5 a 1;

- la sfida più complessa sembra essere avere nuovi allievi, specialmente nella fascia d'età 18-29 anni.

Quale futuro può avere quindi una disciplina che non riesce ad essere interessante per nuove generazioni di praticanti, mentre i gruppi di quelli che già la frequentano diventano sempre più sparuti?!

Crediamo che il resoconto sia veritiero, ma siamo tuttavia convinti che la lettura dei dati vada approfondita... oltre che preso come monito di una prossima futura scomparsa dell'Aikido!

È infatti molto frequente che leggendo i risultati di un esperimento, si cerchi di scorgere in essi la  conferma della propria teoria favorita... o - comunque - lo si faccia anche attraverso i limiti della propria inconsapevolezza. 

Ci sono quelli ossessionati dall'aspetto marziale, che dicono che questo trend è l'ovvia conseguenza di aver trasformato una solida tradizione legata al Budo a qualcosa di molto più simile ad un balletto.

L'Aikido "stava più in salute" - secondo loro - quando ogni tecnica veniva stretta e tirata al massimo dell'efficacia... sono quelli, di solito, che non fanno più uke da anni e che sono tutti scassati dopo aver praticato quasi sempre in condizioni estreme.

Ci sono quelli che danno la responsabilità alle nuove discipline marziali di più recente fattura (BJJ, MMA, Krav Maga, etc), che attirerebbero un sacco le nuove generazioni per via della loro immediatezza, della loro "leggerezza" culturale e filosofica: li basta darsele e non farsi troppe domande!

- PER INCISO - NON è vero: bisogna apprendere un sacco di tecnica pure in quegli ambiti, per chi non lo sapesse!

Vogliamo quindi darvi anche la nostra lettura di quei dati, non affermando che sia quella giusta o quella definitiva... ma che ciò che segue è frutto dell'esperienza stessa che stiamo vivendo.

Non è l'Aikido ad essere propriamente in crisi - secondo noi - quanto le sue PROSPETTIVE...

Un tempo la gente aveva molti meno strumenti di oggi, quindi chiunque potesse vantare più esperienza di un neofita poteva - di fatto - considerarsi un esperto e permettersi di dirci: "Fai questo esercizio, poi un giorno capirai"... "perché io sono una cintura nera e tu no!"

Ora - per fortuna, diremmo noi - questo non è più possibile e le persone desiderano capire SUBITO (o quasi) se ciò che fanno sarà loro di supporto nella vita di tutti i giorni.

Pure la crisi economica che stiamo vivendo potrebbe agire in favore dello scegliere in modo più oculato possibile come utilizzare il poco danaro che ci resta!

Sta cosa che l'Aikido non è marziale a sufficienza non crediamo sia il punto: nella nostra società c'è sempre meno esigenza di difesa personale fisica (per quanto il mainstream affermi il contrario!) e sempre più gente che sbarella... nella vita stressata di ogni giorno, anche senza essere aggrediti da nessuno.

L'Aikido può servire a migliorare il proprio equilibrio psico-fisico, seriamente compromesso dalla frenetica vita che conduciamo?

SI, del tutto ed inesorabilmente SI!!!

Solo che, se la gente non lo sa, perché dovrebbe mettersi a cercarlo?

Come potrebbe farlo, se gli Insegnanti spesso sono i primi a non avere compreso del tutto questa cosa... e ad avere una vita personale disastrosa?

Se riuscissimo a far constatare ad una persona che l'importante non è tanto kotegaeshi o sankyo... quanto cosa avviene in loro di costruttivo MENTRE fanno kotegaeshi e sankyo, vogliamo scommettere che volentieri si metterà a praticarli???

La nostra osservazione almeno ci porta a crede qualcosa del genere...

... poiché i dati che raccogliamo - che ne dica Aikido Journal - sono in COMPLETA CONTROTENDENZA, rispetto a quelli forniti nell'articolo di cui sopra!

Certo, l'operazione che ci stiamo curando di fare è qualcosa in più rispetto alla solita filastrocca datata: "Io fare, tu copiare... poi un giorno capire"!

Si sta trattando di mantenere vivo tutto il costrutto tecnico dell'Aikido, ma chiedendoci per primi quale messaggio intendiamo trasmettere attraverso di esso... anziché limitandoci a "fare come si era sempre fatto".

Questo non è stato, né è facile... perché è necessario avventurarsi nei meandri del proprio inconscio e delle proprie emozioni, se intendiamo diventare i baluardi di ciò che ci interessa... quindi bisogna comprendere qual è il modo migliore per far giungere questo messaggio anche al prossimo.

Tuttavia, se ce la stiamo facendo noi... ce la possono fare tutti!

E vi diremo di più... non solo i NUMERI dei corsi del nostro Dojo sono in costante e significativo AUMENTO (comprese le fasce d'età 18-29 anni, che nell'articolo risultavano le più ostiche da coinvolgere!)...

... ma anche i NUMERI di ogni Dojo che collabora stabilmente con noi lo sono altrettanto.

Ed ancora di più: a livello mondiale, i dati dell'Evolutionary Aikido Community CONFERMANO il nostro trend italiano... come mai?

Abbiamo compiuto un miracolo?

Qui nessuno è laureato in marketing... quindi il punto non è "come trovare gente a cui vendere un prodotto"... ma gente che scopra il valore della pratica e ci si tuffi dentro con entusiasmo!

Ritorniamo ai DATI: solo nella nostra città, negli ultimi 3 anni, hanno aperto almeno 3 Dojo professionali (questi sono almeno quelli di cui abbiamo avuto notizia), poiché sono pure aumentati il numero degli Insegnanti professionisti... ovvero coloro che fanno solo Aikido, pure per guadagnare economicamente.

Altre aperture simili sono avvenute anche al Sud Italia, a confermare la tendenza.

Come mai che sempre più persone investono soldi in un'attività che fino ad un decennio fa non avrebbe dato da mangiare a nessuno?

Forse si è finalmente compreso che ciò che mancava non erano i praticanti, ma Insegnanti VALIDI e PREPARATI: oppure - diciamolo meglio - la preparazione media di un docente di una volta NON è più accettabile nella società in cui viviamo... 

... quindi coloro che si stanno formando in modo serio - e ciò non è possibile se nella vita si fa pure alto, vista la mole di studi da fare in Aikido - stanno avendo successo, mentre gli altri stanno morendo.

Nella società in cui viviamo non è possibile essere tuttologi: infatti non c'è paragone fra la preparazione di una persona che lavora 8 ore al giorno, dopo pensa a tutte cose relative alla propria famiglia... e POI - nel poco tempo che resta - pratica ed insegna Aikido... rispetto a chi fa SOLO quello dalla mattina alla sera!

Lo abbiamo capito e metabolizzato per tutti gli ordini professionali (Ingegneri, Avvocati, Medici, Giornalisti...): perché facciamo così fatica a coglierlo in Aikido?

Ovvio che un professionista riesca ad arrivare a risultati impossibili anche solo da immaginare per un dopolavorista: ed il numero dei professionisti in Aikido sta AUMENTANDO, non diminuendo... in tutto il mondo!

Lo considerate un passo indietro o un passo avanti per la disciplina?

Non ci viene da essere poi così pessimisti, visto che la "disaffezione all'Aikido" mostrata dai dati dell'articolo può celare anche solo un'esigenza di miglioramento delle condizioni della sua pratica!

Siamo cresciuti cadendo sui tatami più improbabili, spesso ricavati in scantinati umidi e maleodoranti, garage nei cortili delle case: la "PALESTRA" doveva essere un po' squallida per sembrare un luogo dove si fa fatica... un luogo per veri duri; sopravvivere alle docce in condizioni igienico-sanitarie pessime era indice di sviluppare adeguati anticorpi!

Oggi i luoghi del genere non ottengono nemmeno più il permesso di aprire i battenti: quando abbiamo costruito il Dojo, abbiamo chiesto permessi al Comune, vigli urbani, ASL per DUE ANNI...

... ovvio che ora è un luogo che "piace": è stato progettato in materiale naturale da un architetto, non da un trafficone qualsiasi che piazza due tatami usati nel magazzino nel cortile di casa sua!

Ma parliamo di un'involuzione o di un'evoluzione?!

Molti Dojo non potranno più aprire, o addirittura chiuderanno... ma vi assicuriamo che quelli che stanno aprendo oggi valgono la pena di essere frequentati, attraggono un sacco di persone e diventano luoghi nei quali l'Aikido è conosciuto da persone di ogni età e sesso!

Il CONI ha stabilito che dal 2019 (marzo) ogni Federazione Nazionale (quindi anche la FIJLKAM) dovrà costituire Società Sportive SOLO con numeri minimi prestabiliti: nell'Aikido saranno di 10 iscritti.

Quanti Dojo NON arrivano a 10 allievi sul tatami?

Non pochi... e qualcuno sicuramente avrà numeri bassi per via della propria collocazione geografica in piccoli bacini di utenza: quanti sono però quelli che fanno 5 allievi in città metropolitane?

Come mai un gruppo NON riesce mai a "decollare" quando ha gli spazi, ed ha potenziali utenti?
Non avrà mica solo una guida inetta?

Vogliamo fare un po' di sana auto-critica... o vogliamo semplicemente buttarla sul "siamo passati di moda"?

Quando - decenni fa - chiudevano i piccoli negozi di frutta e verdura all'apertura dei grandi supermercati... qualcuno avrà sicuramente pensato che la distribuzione al minuto stesse per collassare: in realtà stava solo CAMBIANDO aspetto;

perché nella disciplina del fluire dell'energia e del perpetuo cambiamento... abbiamo così tante difficoltà con i CAMBIAMENTI?!

Noi vediamo FIORITURE (poche) ed appassimenti (molti): però che le prime sono più significative delle seconde, perché richiamano un'utenza molto più vasta... che viene iper-specializzata nel giro di poco tempo.

È infatti migliorata tantissimo anche la didattica dell'Aikido negli ultimi decenni, quindi gli allievi arrivano a fare in pochi mesi ciò che prima richiedeva anni di pratica.

Non crediamo proprio che l'Aikido stia morendo, ma che stia CAMBIANDO, così come stanno cambiando le esigenze di chi lo pratica oggi rispetto a quando ed a come lo proponeva Morihei Ueshiba, O' Sensei.

È possibile indignarsi per ciò e rimanere saldamente ancorati a quello che ha funzionato in un passato destinato a non tornare mai più... oppure si può fare il prossimo passo nell'ignoto e lasciarsi trasformare da ciò che facciamo.

Il risultato NON è certo... ma abbiamo imparato così poco dal coraggio che ha avuto il nostro Fondatore?!!

Non vediamo l'ora che un certo tipo di mentalità in Aikido MUOIA: sarà la volta che riusciremo a spiccare insieme il volo verso ciò che attualmente è più utile ed integrante per chi intende praticare sul serio!







1 commento:

Anonimo ha detto...

Sono d’accordo con le premesse del post: l’aikido è in crisi a partire dalle sue prospettive.
C’è sicuramente un fraintendimento di fondo per ciò che riguarda l’aspetto marziale e l’efficacia. Non si tratta di quanto venga stretta un leva. Stringere forte una leva su chi se la sta facendo fare in modo consensuale perché previsto dall’esercizio non dà alcun benefit oltre ad essere un’azione priva di senso e provocare infortuni gratuiti. In aikido (così come nella maggioranza di arti marziali definite “tradizionali”) si eseguono azioni preordinate. Biomeccanicamente il sistema di leve e proiezioni può anche funzionare, ma il tutto viene esercitato in una situazione stabilita sin dal principio, dove ogni attore segue un ruolo.
Cosa contraddistingue le discipline definite “funzionali”, citate nel post (BJJ, MMA e aggiungo anche la boxe, il muay thai, il judo, ecc….non il KRAV MAGA!!), da discipline come l’aikido?
1. Il come viene allenata una tecnica.
2. Il come si arriva ad una tecnica.
Sul primo punto vengono allenate tecniche che vengono scientificamente provate tutti i giorni in combattimento. Lo stesso combattimento che è totalmente assente in aikido e che non permette per altro lo studio del secondo punto. La conoscenza di forme preordinate non dà valore aggiunto ad una situazione di ignoto con un avversario allenato nel combattimento, che si muove in modo imprevedibile e che ha come obiettivo quello che tu stesso vuoi fare.
Al giorno d’oggi i mezzi di informazione riescono a sfatare ciò che per molto tempo è stato attribuito senza alcun merito allo studio delle arti marziali tradizionali. Niente viene mai testato, gli insegnanti per primi non hanno mai affrontato né affrontano situazioni con atleti preparati nel combattimento. Si dà per scontato che la situazioni vissute con partner accondiscendenti sino a quel momento siano il naturale decorso di una situazione di conflitto. Al massimo si fa riferimento a quelle due volte che il praticante o maestro di turno a preso a schiaffoni al bar Giggi il Bullo (con nessuna nozione di combattimento). Basta accedere a youtube per vedere l’insormontabile differenza tra chi si allena in modo funzionale da chi non sa neanche di cosa si stia parlando.
Quanti di questi corsi sono abbastanza onesti da dichiarare a chiunque varchi la soglia che in quel luogo imparerà sì una disciplina affascinante, ma che no, non imparerà a difendersi? E in quanti ti racconteranno che la stessa disciplina ti permette di acquisire autoconsapevolezza, saggezza, di migliorarti in tutti i campi, e se praticata nel modo giusto, (chissà qual è poi) di essere marzialmente efficaci? Se questo punto fosse chiaro sin dal principio (magari anche agli stessi insegnanti dei corsi) quanti si fermerebbero al corso sin dal principio? Le persone dovrebbero disinteressarsi a cosa si suppone debba occuparsi un’arte marziale perché dal tuo punto di vista la nostra società ha sempre meno esigenza di difesa fisica? Domanda diretta: dici con onestà al tuo pubblico che chi si allenerà da te e con te non avrà le basi sufficienti per sostenere un combattimento o un’aggressione?
Dici che l'aikido può servire a migliorare il proprio equilibrio psico-fisico. Questo possono farlo tutte le attività sportive seguite con passione. Già che al giorno d’oggi si è capito che non regge il passo con le arti marziali funzionali (non son tutte recenti come dici, il muay thai ha 2000 anni), viene così attribuito all’aikido una proprietà che non è esclusiva di questa disciplina.
I numeri bassi sono conseguenza della poca chiarezza di quello che può offrire questa disciplina. Chi pratica o intende praticare aikido è ancora molto confuso (e crede di non esserlo), una confusione che non ha un praticante di Tai Chi.
Saluti,
Giggi il Bullo