Proseguiamo la nostra rubrica mensile nella quale esaminiamo più a fondo alcune delle più famose correnti Aikidoistiche presenti nel nostro Paese, mettendo sotto i riflettori le loro peculiarità, vanti... così come eventuali zone d'ombra riscontrate dalla nostra esperienza pratica di rapportazione con la singola Scuola.
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DISCLAIMER
Questi Post non sono scritti né per promuovere, né per denigrare nello specifico i vari e differenti approcci che ci sono all'Aikido... ma piuttosto per farli conoscere meglio ed in modo più imparziale possibile al grande pubblico, aiutando specie il neofita a districarsi in una fitta rete di info nelle quali può confondersi anziché orientarsi.
Non siamo asserviti a nessuno stile di Aikido dei quali vi parleremo, e nessuno ci paga o ha interesse a farci dire qualcosa di diverso da quello che pensiamo e che esprimiamo: è bene ricordarlo in modo chiaro ed esplicito!
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Esploriamo quest'oggi lo stile/Scuola Aikikai del Maestro Christian Tissier, che non è che si consideri proprio uno stile a sé - essendo completamente integrato con la pratica Aikikai dell'Honbu Dojo di Tokyo -, solo che nel tempo ha assunto numerosi tratti peculiari e caratteristici... tanto secondo noi da renderlo qualcosa di molto diverso, rispetto - ad esempio - alla pratica dell'Aikikai d'Italia, che sempre ufficialmente un'appendice della stessa "casa madre".
La Scuola del Maestro Tissier è molto diffusa nel nostro Paese e da decenni riguarda e connota la maggioranza dei praticanti di Aikido Uisp (Aiada), così come di numerosi iscritti del Progetto Aiki, ad esempio... che numericamente sono gruppi considerevoli.
Parliamo di Christian Tissier, uno degli occidentali che ha ottenuto fra i gradi ed i riconoscimenti più alti dall'Aikikai di Tokyo (8º dan, Shihan), in compagnia di Robert Nadeau Sensei e Bill Witt Sensei (questi ultimi entrambi allievi diretti del Fondatore, Morihei Ueshiba).
Un fuoriclasse quindi, che alla sua età (67 anni, giovane?) e grazie al suo prodigioso metodo di allenamento ha riscosso consensi fra i Dojo di tutto il mondo!
Non ci dilunghiamo sulla biografia ed il curriculum marziale del Maestro (che è reperibilissimo on-line), per tentare di descrivere meglio possibile il suo Aikido;
- movimenti eleganti e fluidi;
- spaventoso e sensazionale senso del ma-ai e, di conseguenza, del timing;
- didattica chiara, basata su principi biomeccanici, assi di squilibrio, relazione con il partner;
- elevata capacità di adattamento e dinamicità;
- considerevole centralizzazione del movimento, e quindi poco utilizzo di forza muscolare inutile;
- buona didattica di ukemi e grande attenzione al ruolo di uke nello scambio;
- notevole attenzione alla relazione ed alla connessione fra tori ed uke;
- interessante lavoro con le armi, storicamente riconducibile al Kashima Shinryu (o Kashima no Tachi) per quanto concerne ma-ai e timing;
- numerosi Insegnanti professionisti si sono formati grazie a questo specifico approccio ed ora insegnano - sotto la diretta supervisione di Tissier Shihan - in tutto il mondo; questo significa una grande divulgazione dell'Aikido e della sua pratica, grazie a questo specifico approccio alla disciplina;
- la lezione tipo risulta parecchio dinamica, quindi richiedente di parecchie "stamina"; i praticanti lavorano con un ritmo notevole e sudano parecchio... questa tendenza all'intensità (ed a non perdersi in un mare di parole filosofeggianti) sta ricevendo un ottimo feedback dai praticanti che vi ci sottopongono.
Sudare da a chiunque l'impressione di lavorare innanzi tutto per se stessi e di farlo con serietà, quindi strizzare il keikogi (che in questa scuola chiamano purtroppo ancora in molti "kimono"!!!) al termine di un allenamento crediamo sia qualcosa di molto positivo;
- la pratica assume una connotazione parecchio "sportiva" (nel senso più positivo del termine), così come in Francia è chiaro da anni essere nelle Federazioni sportive nazionali (FFAB e FFAAA)... e questo sega le gambe a molte fonti gratuite di polemica, in quanto l'incontro sul tatami avviene dichiaratamente per migliorare se stessi, anziché per risultare migliori di qualcun altro;
- gli stage di questa particolare visione dell'Aikido vedono la partecipazione di numerosi Aikidoka provenienti da indirizzi tecnici anche molto differenti (noi fra quelli), segno di un'apertura e di un senso del welcoming particolarmente sviluppato all'interno dei suoi ranghi; questo è un elemento veramente positivo, ed in controtendenza rispetto ad altri approcci, che sembrano molto più sette alle quali aderire, rispetto a luoghi nei quali andare a fare scambi utili!
Christian Tissier Shihan visita l'Italia numerose volte all'anno, tenendo seminar regolari nel nord, nel centro e nel sul del Paese, quindi chiunque fosse interessato al suo lavoro potrebbe facilmente prendere contatto con lui e la sua Scuola... oltre contattare i numerosi senpai residenti e sparsi su tutto il territorio nazionale, che gestiscono corsi professionali e tengono stage a loro volta.
Vediamo ora eventuali punti di ombra riscontrati - a nostro impressione - nel metodo:
- è stata creata una didattica basata su una sorta di "storyboard" fra tori ed uke, facciamo un esempio di fantasia: "l'attaccante sferra un fendente perché vuole sorprendere il partner sotto un preciso angolo, QUINDI tori si sposta a sinistra per evadere all'attacco e prendere il centro del compagno... ALLORA esso si para il viso con il braccio per evitare di essere sanzionato... ma questo è ciò che consente a tori di portare la tecnica XYZ"; lo storyboard può essere del tutto congruente, credibile e sensato... quindi viene utilizzato per fornire esempi didattici... ma cosa accade quando uno entra in questo "sceneggiato", SENZA conoscere il "copione" concordato fra le parti?
Che non torna più quasi nulla. Vi potreste trovare dinnanzi ad un compagno che fa uno spostamento che sarebbe congruente con un'azione che voi NON state facendo (perchè non sapete di doverla fare!), ma che lui ha memorizzato così, con quelli che invece il copione lo sanno bene a memoria. Allora chiederete al vostro compagno: "Perché io ti sbilancio a destra e tu cadi a sinistra?" e lui vi potrebbe rispondervi: "Per non essere colpibile dalla ginocchiata che mi potresti tirare, scelgo di andare a sinistra".
Nulla di male, se non il fatto che non si apprende - a meno a livelli bassi - ad avvertire una congruenza REALE con il compagno, ma si fa una sorta di "recita" di un kata con esso; sotto il nostro punto di vista ciò non è una cosa ottima, perché un giorno sarà necessario smontare la "sceneggiatura" e se uno si è nel frattempo abituato solo a storyboard (per quanto ricchi) si troverà incapace di improvvisare e di viversi il suo "qui ed ora";
- essendo uno stile di Aikido fortemente tecnico, si tende - come in molti altri ambiti - a diventare virtuosi e viziosi della tecnica... quindi tutta l'attenzione può venire posta nell'osservare a quanto gradi il Sensei di turno inclina il suo mignolo destro, perdendo di vista la sostanza (il principio) di ciò che fa;
- Tissier Sensei è una persona fortemente carismatica, che mostra un talento naturale nel "tenere il suo tatami": questo non è assolutamente un difetto (anzi!), ma talvolta una dote simile agevola la nascita di un'adulazione spropositata per chi inizia ad essere percepito come un "nuovo messia" (come talvolta a lui accade secondo noi)... quindi ci siamo trovati in numerosi Seminar a sentire tra le fila dei suoi più grandi aficionados - anche esperti - : "Ma hai visto cos'ha fatto?!! è incredibile! Che grazia, che fluidità!!! Poi hai notato... rispetto allo scorso anno, ha cambiato l'uscita di 4 cm più a sinistra... SCONVOLGENTE!!!".
No INVECE: se il caposcuola è un Maestro attivo, non dovrebbe meravigliare che continui ad evolvere in continuazione, quindi è NORMALE che cambi parte del suo insegnamento man mano che LUI scopre cose nuove dalla SUA pratica... ma tutto ciò viene (volutamente?) frainteso da chi ha bisogno di sentirsi "pecora" - a vita - e quindi cerca "un pastore" che si assuma l'intera responsabilità di dove andrà il gregge di cui ci si sente parte.
Inutile dire che questo atteggiamento è parecchio DELETERIO per un praticante di arti marziali serio e/o maturo, ma la responsabilità NON è da cercare in chi indica la luna, mentre gli altri ne fissano il dito;
- la pratica con le armi (come dicevamo fra gli aspetti positivi riscontrati) ci sembra avere elementi molto interessanti per lo studio di ma-ai e timing; crediamo debba i suoi natali a Minoru Inaba Sensei, con i quali Tissier Shihan si allenò, ma NON si tratta di Aiki ken, quanto di una Scuola stimabilissima di ken jutsu; come mai che questo dettaglio risulta così importante?
Perché il Fondatore ha dato alla sua pratica di armi il nome Aiki ken ed Aiki jo per le caratteristiche e le prospettive che in essi venivano animati: prendere un'altra Scuola di scherma può essere utile per ampliare il proprio panorama e bagaglio personale, ma perché non partire da una prospettiva CREATA apposta per l'Aikido?
È come dire che siccome "sulla pizza c'è il pomodoro", allora noi ci mettiamo il ketchup, perché contiene ANCHE il pomodoro: in America fanno così... e siamo certi che abbiano trovato anche un modo gustoso di fare la pizza, ma una capatina a Napoli a mangiare la margherita ce la vogliamo fare... prima di mangiare sempre e solo un surrogato, che solo lontanamente ha una parentela con il suo modello originale?
SECONDO NOI, sarebbe il caso di partire da qualcosa di veramente attinente all'Aikido... anche perché il Kashima Shin Ryu NON ha NULLA a che vedere con le prospettive dell'Aikido (se non che si tratta di un'altra forma di Budo giapponese), quindi si rischia - come spesso avviene - di interpretare l'allenamento disarmato (tai jutsu) alla luce di una forma di spada MOLTO diversa da quella che ha illuminato per similitudine il tai jutsu di O' Sensei.
E se fra l'Aiki ken ed il Kenjutsu la differenza è SOLO considerevole... fra l'Aiki jo ed il Jodo (spesso utilizzato dai praticanti di questa Scuola in compendio del fatto di non avere una specifica "Scuola di jo di riferimento) è veramente abissale... quindi gli svarioni che si rischiano sono proprio notevoli!
Come evitare tutto ciò?
È sufficiente farsi una capatina ad Iwama, dove le armi del Fondatore ed il loro utilizzo sono state preservate in modo pressoché maniacale da personaggi come Morihiro Saito Sensei: quindi la possibilità di non doversi inventare l'acqua calda esiste: bisogna solo avere il coraggio l'umiltà di percorrerla.
- abbiamo notato esserci un divario piuttosto importante fra le abilità del caposcuola e dei suoi senpai più prossimi (che vantano tutti basi tecniche veramente impressionanti) rispetto a quelle della base del movimento (che è molto ampio): ciò può significare tante cose, compreso il fatto che la didattica utilizzata non permetta veramente a tutti di raggiungere i livelli desiderati. Questo fattore è stato rilevato anche in numerosi altri approcci all'Aikido, quindi non risulta "un tarlo" specifico di quello in esame... ma per onestà, abbiamo preferito segnalarlo;
- la Scuola non fa particolare menzione ed approfondimento di tutti gli aspetti filosofici e spirituali che sembravano essere piuttosto importanti per il Fondatore, quindi il clima dei praticanti da un po' la sensazione di "gran trafficoni", che amano un sacco muoversi e sudare dentro il keikogi... ma che non è detto che abbiano riflettuto molto sul senso profondo di ciò che fanno, avendone una qualche forma di comprensione specifica;
L'approccio di quello che abbiamo chiamato all'inizio del Post "Aikido Aikikai Tissier" ci sembra - in conclusione - un sistema interessante e che sta indubbiamente riscontrato favore a livello comunitario... quindi non può che avere in sé elementi positivi ed interessanti da approfondire per chiunque.
Come ogni metodo, è naturale che possa far intravvedere LUCI ed OMBRE... ma il nostro goal NON è quello di trovare lo stile di Aikido perfetto, ma piuttosto far conoscere meglio le caratteristiche di ciò che è possibile trovare sul territorio.
Per noi contattare questo stile di pratica è stato molto importante e ci ha permesso di comprendere molto meglio alcuni aspetti che non erano stati così ben sviluppati ed approcciati nella nostra scuola storica di provenienza.
Inoltre, dopo anni di frequenza agli stage "Tissieriani", annoveriamo fra i suoi frequentanti diversi BUONI AMICI, che frequentiamo e ci frequentano volentieri.
Questa è la migliore dimostrazione che - anche quando l'approccio tecnico è differente - la passione per la disciplina non può che unire e le differenze arricchire.
Non sceglieremmo di praticare SOLO questa specifica visione dell'Aikido, ma frequentarla ci ha fatto crescere tanto... ed è quindi più che onesto riconoscere il grande valore tecnico ed umano che ha rappresentato e rappresenta per noi.
Our two yen (¥)!
3 commenti:
Ho letto con attenzione... posso condividere molto ma non proprio tutto.... 1) story board nulla di diverso da qualunque approccio didattico non solo in aikido ma nel budo moderno e non solo. 2) l'aspetto spirituale ( o ciò che si definisce come tale) è trattato in modo laico e , ad esempio dal sottoscritto, lasciato alla sensibilità dei discenti piuttosto che imposto dai docenti.... ma anche questa non è una esclusiva di un metodo ma piuttosto dei singoli insegnanti. 3) armi.... mmmm: sul fatto che il kashima non si relazioni all'aikido dissento. sul jodo come compendio di una carenza dissento... non conosco molti praticanti e/o insegnanti che praticano jodo a parte il sottoscritto del quale posso dire che NON ha mai mischiato le due discipline in quanto posseggono in comune solo il principio generale dell'Aiki ma ci si ferma lì. Al contrario ho sempre enfatizzato come ogni metodo di Aikido ha un suo corrispondente nell'uso delle armi e l'errore sarebbe quello di separare i diversi metodi di pratica. Come elemento critico della nostra pratica (e parlo dell'approccio Tissier e non scuola) una certa esasperazione tecnica e altrettanta mancanza di gioia del cazzeggio che , invece sarebbe preziosa! NOn vado oltre, rispetto le opinioni espresse e le trovo congrue all'interno di un articolo ben scritto e obiettivo. Per il resto ci sarebbe spazio per lunghe chiaccherate.
Buongiorno,
vorrei aggiungere alcune riflessioni su questo bellissimo articolo.
Allievo Nidan di un dojo dell'Aikikai d'Italia (con istruttori 6,5 e 4 Dan), nei suoi stage ho trovato la didattica chiara e precisa, rispetto alle "coreografie" dell'AikiKai d'Italia per cui, se uke non si tuffa inerme a terra, le tecniche difficilmente potrebbero continuare (esattamente il contrario di quanto voi segnalate come "ombra" di Tissier).
Nel criticare i suoi seguaci, criticate appunto i suoi fedeli (purtroppo l'unica cosa che hanno ben appreso e conservato dall'associazione che molti hanno lasciato è proprio il principio di "setta"), ma è uno stato mentale di tante persone estranee a lui, e che lui non può controllare, in quello che dicono e fanno.
Aggiungo una chiave di lettura in più all'analisi.
Ho partecipato allo stage di un suo allievo in Italia e, nonostante la presenza di diversi 4 Dan e qualche 5 Dan dell'associazione italiana attualmente più numerosa (i cui partecipanti erano almeno 80% del totale), il Maestro ha dovuto abbassare più volte il livello, e parliamo di 5 Dan che non sapevano fare un ukemi!
La conclusione è intuibile...
Quest'anno ho partecipato per la prima volta ad un suo stage in Italia (questa volta 90% membri delle associazioni che seguono la sua scuola) e lo scenario era similare, ma decisamente meno accentuato (gli ukemi e qualche tecnica in più venivano ben padroneggiate ;-)) ma la competizone era più incentrata sul millantare "io lo seguo da tot anni"
Io ho sempre partecipato a stage in Francia (diversi anche di due settimane consecutive, mattina e sera) e la mia personale percezione è che lì il livello tecnico sia notevolmente più elevato.
Concordo sul ragionamento Aikiken e tutte le Scuole di Kenjutsu, perchè la critica è molto diffusa.
In parte però, perchè non si può accettare che l'Aikido abbia spazio solo nell'evoluzione "a mani nude" e qualcun altro che magari ha avuto un'illuminazione o, più semplicemente maggior tempo per ragionarci, abbia potuto creare più varianti e chiavi di lettura.
E' fondamentale ricordare che O'Sensei aveva solo la sua mente ed il suo tempo limitato, mentre a distanza di 50 anni dalla sua morte, il suo "codice" è stato elaborato e ulteriormente sviluppato in maniera esponanziale da tutte le menti dei Maestri successivi.
Chi analizza oggi ha semplicemente un'enorme dispensa a cui attingere e se arrivasse a dirci oggi l'unica verità (enfatizzo :-)) su cos'è realmente l'Aikido, non è necessariamente più intelligente degli altri, ma ha saputo condenzare le parziali intuizioni di 50 anni di MAestri che si sono adoperati in questa direzione.
Saluti
Buongiorno,
vorrei aggiungere alcune riflessioni su questo bellissimo articolo.
Allievo Nidan di un dojo dell'Aikikai d'Italia (con istruttori 6,5 e 4 Dan), nei suoi stage ho trovato la didattica chiara e precisa, rispetto alle "coreografie" dell'AikiKai d'Italia per cui, se uke non si tuffa inerme a terra, le tecniche difficilmente potrebbero continuare (esattamente il contrario di quanto voi segnalate come "ombra" di Tissier).
Nel criticare i suoi seguaci, criticate appunto i suoi fedeli (purtroppo l'unica cosa che hanno ben appreso e conservato dall'associazione che molti hanno lasciato è proprio il principio di "setta"), ma è uno stato mentale di tante persone estranee a lui, e che lui non può controllare, in quello che dicono e fanno.
Aggiungo una chiave di lettura in più all'analisi.
Ho partecipato allo stage di un suo allievo in Italia e, nonostante la presenza di diversi 4 Dan e qualche 5 Dan dell'associazione italiana attualmente più numerosa (i cui partecipanti erano almeno 80% del totale), il Maestro ha dovuto abbassare più volte il livello, e parliamo di 5 Dan che non sapevano fare un ukemi!
La conclusione è intuibile...
Quest'anno ho partecipato per la prima volta ad un suo stage in Italia (questa volta 90% membri delle associazioni che seguono la sua scuola) e lo scenario era similare, ma decisamente meno accentuato (gli ukemi e qualche tecnica in più venivano ben padroneggiate ;-)) ma la competizone era più incentrata sul millantare "io lo seguo da tot anni"
Io ho sempre partecipato a stage in Francia (diversi anche di due settimane consecutive, mattina e sera) e la mia personale percezione è che lì il livello tecnico sia notevolmente più elevato.
Concordo sul ragionamento Aikiken e tutte le Scuole di Kenjutsu, perchè la critica è molto diffusa.
In parte però, perchè non si può accettare che l'Aikido abbia spazio solo nell'evoluzione "a mani nude" e qualcun altro che magari ha avuto un'illuminazione o, più semplicemente maggior tempo per ragionarci, abbia potuto creare più varianti e chiavi di lettura.
E' fondamentale ricordare che O'Sensei aveva solo la sua mente ed il suo tempo limitato, mentre a distanza di 50 anni dalla sua morte, il suo "codice" è stato elaborato e ulteriormente sviluppato in maniera esponanziale da tutte le menti dei Maestri successivi.
Chi analizza oggi ha semplicemente un'enorme dispensa a cui attingere e se arrivasse a dirci oggi l'unica verità (enfatizzo :-)) su cos'è realmente l'Aikido, non è necessariamente più intelligente degli altri, ma ha saputo condenzare le parziali intuizioni di 50 anni di MAestri che si sono adoperati in questa direzione.
Saluti
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