Le idee di chi bussa alle porte dei corsi di Aikido sono spesso alquanto confuse, ma vale la pena di cogliere la passione inconsapevole che spesso muove queste persone, dando loro info semplici e chiare su cosa potrebbero trovare e su cosa invece NON sono destinati a praticare, se si iscrivessero.

Cos'è quindi che caratterizza l'Aikido, rispetto agli altri percorsi marziali?
Una visione, una prospettiva delle cose e della vita forse...
In Aikido, ad esempio, NON è concepibile, né ammissibile che il cosiddetto "aggressore" venga ferito... anzi, se la disciplina è praticata con qualità, questi dovrebbe uscire rinnovato da ogni esercizio e tecnica che gli viene proposta.
Una disciplina nella quale l'attaccante NON è da punire, NON è da distruggere... è qualcosa che risulta peculiare dell'Aikido, ad esempio!
Leve articolari e proiezioni (fra l'altro simili o analoghe a quelle dell'Aikido) vengono usate in numerose discipline marziali (Ju Jutsu, Kenpo, diversi stili di Kung Fu, Karate tradizionale, Krav Maga, MGA, MMA...): ciò che caratterizza il loro utilizzo in Aikido è l'averle rese strumento di CONNESSIONE con il CENTRO del nostro compagno.
Cos'è però il "centro"?
É quel punto in cui immaginiamo essere immagazzinata tutta l'energia vitale dell'individuo, non che il suo equilibrio fisico (il "baricentro", potremmo semplicisticamente dire).
"Compagno"? Ma non era un aggressore?
Un brutto ceffo prepotente che ci fa del male e dal quale dobbiamo prendere distanza e provvedimenti seri?

E se noi abbiamo uno specchio a disposizione per guardarci meglio ed in modo veritiero... che interesse abbiamo nel romperlo?!
In Aikido si utilizzano le armi: il bokken (spada di legno), il jo (bastone di legno) ed il tanken (coltello)... e allora?
Anche nello Iaido, nel Batto Do, nel Ken Jutsu, nel Kendo si utilizza una spada (di legno, d'acciaio, di bambù)... così come nel Jo Jutsu, nel Jodo e nel Kung Fu si utilizza no bastoni e armi dalle diverse caratteristiche.

La spada tradizionale veniva utilizzata per vincere, spesso uccidendo il proprio opponente... mentre in Aikido il Fondatore, Morihei Ueshiba, parlava di "katsujinken", cioè "la spada che dona la vita"... esattamente l'opposto di UCCIDERE, quindi!
Armonizzarsi con i fendenti o gli attacchi del nostro compagno riflette la capacità di farlo con la parte nascosta (e spesso in agguato) di noi stessi: il fine non è quindi vincere fuori... ma vincere se stessi, VINCERSI DENTRO!

Di sicuro NON solo per esclusivo amore dell'apparenza o della tradizione giapponese: porre la debita attenzione su questi fattori - infatti - crea le migliori condizioni fisiche, mentali e spirituali per agevolare il processo di trasformazione interiore... del quale sono specchio le nostre pratiche più fisiche ed evidenti.

Queste poche ma semplici considerazioni vanno fatte chiaramente emergere alle prime domande curiose degli aspiranti allievi o di coloro che sono all'inizio per proprio percorso e che quindi hanno tutto il diritto di non comprendere, di non sapere o di non capire.

L'Aikido è uno strumento potente, dal sapore antico, ma da gusto e dall'utilità straordinariamente attuale ed efficace nel quotidiano di ciascuno di noi.
Essere confusi all'inizio è un diritto di chiunque, informare in modo efficace è invece una responsabilità di chi pratica, e sopratutto di chi insegna.
L'Aikido non è una disciplina né migliore, né peggiore di molte altre simili: è molto importante però avere chiaro cosa lo caratterizza, così da non fare errori grossolani con lo strumento che tentiamo distrattamente di maneggiare...

Nessun commento:
Posta un commento