Non vi sarà passato inosservato che su quest'uomo si sono scritte cose davvero eccezionali... spesso ai limiti dell'umanamente comprensibile:
- c'è il Ueshiba che solleva pesi che fino a poco prima risultavano impossibile da muovere a tre persone simultaneamente;
- c'è il Ueshiba che scompare in un'ala dell'edificio, per ricomparire 2 piani più sopra;
- c'è il Ueshiba con un kiai così potente da poter essere udito a chilometri di distanza...
- etc, etc, etc...
Ora: non eravamo presente quando questi fatti "miracolistico" sarebbero accaduti, ma di sicuro rileggerli ai nostri tempi sa di qualcosa di già visto e già sentito...
Anzi no... non è detto che fosse per forza della Marvel, poiché molti suoi poteri richiamano più Flash e Superman che sono della DC!
Può essere stato un meta-umano, se non addirittura un mutante... però allora come mai il Prof. Xavier non lo avrebbe chiamato fra gli X-Men?
Molti di questi fatti miracolistico compaiono nelle biografie di John Stevens, uno studioso ed uno storico che ha fatto molta ricerca in merito ad O' Sensei: dobbiamo molto a questo uomo, poiché ci ha fatto conoscere il Fondatore come altrimenti non sarebbe stato consentito ai più...
... certo che ogni uomo ha le sue inclinazioni caratteriali e naturali, e ci pare che quella di John Stevens sia spesso stata quella di "mitizzare" un po' i suoi racconti.
Non una colpa di certo, ma una responsabilità si, visto che facendo a nostra volta ricerca a volte siamo giunti a conclusioni molto differenti dalle sue (chi fa ricerca di solito è bene che si appoggi ad una certa pluralità di fonti!): abbiamo parlato con l'autore di una foto che Stevens collocava storicamente in un altro luogo ed in un altro tempo rispetto a ciò che in realtà sembra essere, ad esempio...
... ed una cosa simile non aiuta a vedere la storia per quella che è stata, senza i filtri (quasi peraltro inevitabili) di una interpretazione personale.
E - più in generale - di questo O' Sensei che con l'onda energetica era in grado di stender le persone non resta praticamente traccia, se ci confrontiamo con parecchi degli Insegnanti (ancora attivi) che lo hanno conosciuto e frequentato da giovani.
Come mai allora che le sue fonti bibliografiche lo vedono spesso così meta-umano, così Avenger... quando invece il vicino di casa lo descriveva come una persona eccezionale, ma contemporaneamente molto SEMPLICE ed UMANA?
Oltre che chiederlo a John Stevens, lo dovremmo chiedere anche a ciascuno di noi... che spesso tendiamo a mitizzare ciò che non comprendiamo del tutto: un escamotage interessantissimo per separarci dal nostro "oggetto misterioso e desiderato" e collocarlo ad una distanza spesso notevole... per ridurre le possibilità di raggiungerlo e farlo nostro.
Se l'Aikido ed il suo Fondatore fossero cose effettivamente più semplici, che gusto ci sarebbe a provare ad immergersi nelle loro atmosfere?
Non è così però: sia l'Aikido, che probabilmente O' Sensei erano, sono e saranno "oggetti" complessi da studiare e da maneggiare... quindi meglio mitizzarli un po', così da poterli ammirare da distante e non percepire di conseguenza l'enorme imbarazzo di stare in loro vera presenza!
Non affermiamo che O' Sensei non abbia effettivamente compiuto imprese impossibili per la maggioranza di noi... ci piacerebbe però comprendere quale gusto sadico ci richieda di trovare - anche a forza - qualcosa di straordinario in una disciplina, in una persona... quando essi potrebbero semplicemente essere straordinari nella loro semplicità e basta!
Lo abbiamo detto prima: mitizzare serve a farci desiderare un obiettivo lontano, che ci funge da faro ed ispirazione... però a volte questa è anche la strategia preferita di chi appositamente si mette a percorrere mete irraggiungibili... per poi potersi giustificare costatando di non averle raggiunte.
Tanto perfido, quanto umano!
Conoscere l'Aikido, impararlo, viverlo, ESSERLO è possibile eccome: necessita solo di dedizione, passione ed ingaggio... Il problema è piuttosto quello che viviamo in un'epoca di "passioni appassite" forse...
Il Fondatore è sicuramente stato una persona ammirabile, ma non tanto perché schivasse le pallottole (un fucile Mongolo del tempo, dopo il surriscaldamento dei primi 5 colpi aveva probabilmente la canna così storta che avrebbe colpito Bombay, mirando a Calcutta!), e nemmeno perché fosse in grado di abbattere qualunque avversario...
Forse è stato un grande perché è riuscito ad affrontare ed a battere se stesso, e ci ha offerto una disciplina in grado di farci fare altrettanto, se lo desideriamo.
In questo la sua grandezza è qualcosa di molto poco hollywoodiano, e molto concreto!
Se poi questa disciplina ci metterà un giorno in grado di volare, alzare un treno merci o muoverci più veloce della luce... francamente ci interessa di meno di riuscire a vivere in armonia nel quotidiano.
Per alcuni il miracoli sono quelli che avvengono quando ci si alza inspiegabilmente dalla carrozzella all'improvviso e si cammina... per altri il miracolo è arrivare a fine mese, facendo vivere dignitosamente la propria famiglia... e c'è gene che ci riesce "miracolosamente" da una vita, facendosi il mazzo a tarallo!
Non intendiamo essere dissacranti, ma ci piacerebbe che le migliori filosofie diventassero pane concreto, tangibile e quotidiano, giusto per non farle rimanere alte e vuote filosofie...
Se pratichiamo per portare l'esperienza del tatami nella vita e talvolta ci riusciamo... siamo forse ben più ingamba di riuscire a spegnere un incendio con un soffio, o fermare una pallottola con la mano.
Il miracolo sta nel poter incontrare e frequentare gente che ha deciso di vedere chiaro in se stessa e ci prova anche se è difficile e se non sempre è capace di tenere testa ai propri intenti migliori.
I supereroi invece li incontriamo solo al cinema, non possiamo parlare con loro, scambiare esperienze... e quando usciamo dalla sala ci rendiamo conto che la nostra esperienza è stata del tutto fantastica, ma pure fittizia.
Serve COERENZA fra alte filosofie e umile vissuto, fra DENTRO e FUORI di noi... fra dentro e fuori del tatami: i superpoteri servono a poco senza questo. Sarebbero maledizioni ingombranti e pericolose.
La strada è più umile di tutta questa inutile necessità di apparenza, e forse il miracoloso di O' Sensei era che lo aveva compreso ed incarnato completamente, con ogni cellula del suo essere ed in ogni sua azione.
Lo abbiamo detto prima: mitizzare serve a farci desiderare un obiettivo lontano, che ci funge da faro ed ispirazione... però a volte questa è anche la strategia preferita di chi appositamente si mette a percorrere mete irraggiungibili... per poi potersi giustificare costatando di non averle raggiunte.
Tanto perfido, quanto umano!
Conoscere l'Aikido, impararlo, viverlo, ESSERLO è possibile eccome: necessita solo di dedizione, passione ed ingaggio... Il problema è piuttosto quello che viviamo in un'epoca di "passioni appassite" forse...
Il Fondatore è sicuramente stato una persona ammirabile, ma non tanto perché schivasse le pallottole (un fucile Mongolo del tempo, dopo il surriscaldamento dei primi 5 colpi aveva probabilmente la canna così storta che avrebbe colpito Bombay, mirando a Calcutta!), e nemmeno perché fosse in grado di abbattere qualunque avversario...
Forse è stato un grande perché è riuscito ad affrontare ed a battere se stesso, e ci ha offerto una disciplina in grado di farci fare altrettanto, se lo desideriamo.
In questo la sua grandezza è qualcosa di molto poco hollywoodiano, e molto concreto!
Se poi questa disciplina ci metterà un giorno in grado di volare, alzare un treno merci o muoverci più veloce della luce... francamente ci interessa di meno di riuscire a vivere in armonia nel quotidiano.
Per alcuni il miracoli sono quelli che avvengono quando ci si alza inspiegabilmente dalla carrozzella all'improvviso e si cammina... per altri il miracolo è arrivare a fine mese, facendo vivere dignitosamente la propria famiglia... e c'è gene che ci riesce "miracolosamente" da una vita, facendosi il mazzo a tarallo!
Non intendiamo essere dissacranti, ma ci piacerebbe che le migliori filosofie diventassero pane concreto, tangibile e quotidiano, giusto per non farle rimanere alte e vuote filosofie...
Se pratichiamo per portare l'esperienza del tatami nella vita e talvolta ci riusciamo... siamo forse ben più ingamba di riuscire a spegnere un incendio con un soffio, o fermare una pallottola con la mano.
Il miracolo sta nel poter incontrare e frequentare gente che ha deciso di vedere chiaro in se stessa e ci prova anche se è difficile e se non sempre è capace di tenere testa ai propri intenti migliori.
I supereroi invece li incontriamo solo al cinema, non possiamo parlare con loro, scambiare esperienze... e quando usciamo dalla sala ci rendiamo conto che la nostra esperienza è stata del tutto fantastica, ma pure fittizia.
Serve COERENZA fra alte filosofie e umile vissuto, fra DENTRO e FUORI di noi... fra dentro e fuori del tatami: i superpoteri servono a poco senza questo. Sarebbero maledizioni ingombranti e pericolose.
La strada è più umile di tutta questa inutile necessità di apparenza, e forse il miracoloso di O' Sensei era che lo aveva compreso ed incarnato completamente, con ogni cellula del suo essere ed in ogni sua azione.
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