lunedì 28 novembre 2016

L'Aikido è una "meditazione in movimento"?

Spesso abbiamo sentito riferirsi all'Aikido o al Tai Ji Quan come discipline simili ad una sorta di "meditazione in movimento"...

Cosa c'è di vero in ciò?

Entrambe le pratiche che abbiamo citato hanno origini prettamente marziali, ma è stato proprio in questo campo che allievi e maestri hanno nella storia sentito l'esigenza di approcciarsi a pratiche interiori, come la meditazione... quindi questo accortamente ci sembra alquanto calzante.

E per quale motivo i guerrieri del passato potevano essere tanto interessati a pratiche "mentalistiche" che spesso hanno sconfinato nello spirituale ed anche nel religioso?

Ci si è forse presto resi conto che in situazioni di pericolo estremo, come quelle legate al conflitto, ad uno scontro fisico in battaglia - ad esempio - la lucidità mentale è una dei primi fattori a vacillare ed a poter compromettere l'esito del combattimento.

Rimanere equilibrati, non farsi prendere da preoccupazione, paura, affanno... sono parole semplici a pronunciarsi, ma difficili da vivere quando è messa a repentaglio la propria vita!

Le Arti Marziali sono quindi state imbibite in ogni tradizione antica da pratiche spirituali, fra le quali la meditazione merita un posto a sé.

Ma meditazione è un termine troppo generico per noi occidentali, è come dire "arte marziale": poi è necessario specificare meglio cosa si intende per essa...

Sin dall'antichità, gli esseri umani hanno prestato attenzione a cogliere gli aspetti immanenti di sé, piuttosto che quelli esterni, che vedevano nel mondo.

Oggi questa tendenza si è completamente invertita: le persone sono così dipendenti dall'esterno da avere perso quel naturale collegamento che le connetteva alla natura... anche quella più autentica ed interna a sé.

La tecnologia in questo senso, non solo non ci ha aiutati, ma ci ha costretti a forme di dipendenza che sarebbero risultate del tutto ridicole ai nostri predecessori nella storia.

Le pratiche marziali sono rimaste invece pregne di questa filosofia, quindi - da un certo punto di apprendimento in poi - l'atteggiamento interiore del praticante inizia ad avere un valore sempre più degno di nota: lo sguardo, la presenza nel "qui ed ora", la rilassatezza... la fermezza e la decisione, la capacità di sospensione del giudizio...

Tutti elementi che in un combattimento possono realmente fare la differenza!

... e quindi, siccome noi occidentali siamo spesso stati cresciuti senza la benché minima idea di come sviluppare queste doti NATURALI, ecco che alcuni di noi si approcciano alle discipline marziali e vi ritrovano quegli atteggiamenti emotivi, mentali e spirituali... divenuti famosi alle nostre latitudini attraverso le tipologie di meditazione orientale, come lo Zazen o alcune pratiche buddiste...

"Svuotare tua mente!": quante volte abbiamo sentito questa frase con la tipica cadenza orientale che coniuga i verbi all'infinito.

Solo che non è così facile, perché tutte le volte che "proviamo a svuotare nostra mente" si intrufola impunemente un pensiero che non abbiamo per nulla invitato...

... e più proviamo a fargli resistenza ed a mandarlo via, più ne piovono altri 5000 simili!

La meditazione è una vera e propria scienza, che va conosciuta sia in via teorica che pratica... cosa che richiede anni di esperienza sul campo.

Uno dei primi luoghi comuni da sfatare è che si tratti di una pratica necessariamente religiosa: non è così, e può essere vissuta sia in un modo completamente laico, sia può essere integrata nel proprio sistema di valori spirituali o credenze di tipo religioso.

La meditazione è uno strumento, così come lo è l'Aikido o una forchetta: sta a noi utilizzarli al meglio per conoscerci, relazionarci al prossimo o assaporare un'ottima pastasciutta!

Non è quindi che un Insegnante di meditazione si trovi esattamente sulle pagine gialle!

Praticando Aikido tuttavia ci troviamo ad imbatterci "per caso" in atteggiamenti mentali ed emotivi tipici della meditazione: la cosiddetta "non-mente"... specie durante un momento concitato di pratica, non pensiamo a nulla di specifico, mentre il nostro livello di presenza nell'attimo che stiamo vivendo diventa molto amplificato.

In questo senso allora, l'Aikido è una forma di meditazione in movimento: ma è necessario comprendere bene di cosa stiamo parlando prima.

I corsi della nostra disciplina spesso mirano quasi solo ad insegnamenti di tipo tecnico, e pochi sono coloro che integrano regolarmente il lavoro meditativo con la pratica sul tatami: lo stesso O' Sensei aveva relegato ad una sua dimensione personale queste attività psico-spirituali.

Il problema quindi attualmente è di chi intendesse saperne di più e non sapesse dove reperire fonti bibliografiche ed esperienziali.

Noi abbiamo avvicinato da alcuni anni l'attività meditativa "statica" ai corsi regolari di Aikido, ovviamente non considerandola parte integrante di essi... ma lasciando ai singoli la possibilità di approfondire in spazi attigui a quelli del proprio allenamento personale.

Il risultato è che molti di noi comprendono meglio questa cosa dell'Aikido visto come una forma di "meditazione dinamica".
Non sosteniamo tuttavia che questa sia la scelta migliore o la più giusta... ma solo vi portiamo la nostra esperienza per riflettere insieme sull'argomento.

La meditazione, così come l'Aikido stesso, talvolta è qualcosa di molto poco stereotipabile come si vorrebbe... e risulta un'esperienza quotidiana semplice quanto efficace al contempo.

Il nostro Capo Redattore, Marco Rubatto, ha pubblicato già da qualche anno proprio un testo introduttivo sulla meditazione ("Introduzione alla Meditazione", p. 104 Ed. Youcanprint - che troverete sia in formato cartaceo, che e-book ai precedenti link), per agevolare tutte quelle persone - anche non Aikidoka - che fossero interessate all'affascinante mondo dell'esplorazione di sé in modo semplice ed essenziale.

Ve lo segnaliamo quindi - non a titolo pubblicitario - quanto quale ulteriore risorsa disponibile a favore degli interessati.

Sicuramente, comprendere cosa l'aspetto razionale ed intuitivo... subconscio ed inconscio possano apportare alla nostra pratica marziale potrebbe essere qualcosa di interessante per tutti i praticanti di Arti Marziali.

Ma detto questo, ci fermiamo qui... come fece O' Sensei... certi che ciascuno saprà trovare il canale più adatto a sé per esplorare eventualmente questi aspetti della sua disciplina.

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