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... avete già sentito questo termine in Aikido?
È una parola che si sente pronunciare piuttosto di frequente sui tatami di tutto il globo terraqueo: di cosa si tratta e qual è il suo significato?
Ci sono molti Insegnanti, e di conseguenza molti praticanti, che nel conciliare l'Aikido con i propri usi e costumi locali tendono a non utilizzare troppo i termini giapponesi durante le lezioni: ciò talvolta causa il depauperamento di una parte importante della cultura e della tradizione profonda che permea la nostra disciplina.
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"Onegai" viene dal verbo [願う] "negau" che significa letteralmente "desiderare, augurarsi, sperare". La "o" all'inizio del lemma è una particella onorifica, tipica del [尊敬語] "sonkeigo", ossia la forma cortese di rivolgersi al prossimo: è bene ricordarsi che in giapponese è possibile dire la stessa cosa con gradi di onorificenza differenti, a seconda della confidenza e della gerarchia sociale delle persone che interloquiscono fra loro.
Non è però lo stesso onorifico che utilizziamo, ad esempio, nella parola "O' Sensei": in questo caso, la "o" apostrofata è il troncamento di [大き] "ooki", che significa "grande"; Morihei Ueshiba era ed è per un giapponese (ed anche per noi) un "grande Sensei"!
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In generale - quindi - potrebbe equivalere ad un: "Io spero che il nostro rapporto porti a buone cose in avvenire." Onegaishimasu si usa anche durante la celebrazione del nuovo anno dicendo “che si farà tutto al meglio e con le migliori intenzioni”.
Un'altra connotazione, più famosa per coloro che praticano discipline marziali, è una sorta di "prego", nel senso di "Ti prego di lasciatemi addestrare con te." È una modalità utilizzata spesso nel chiedere un insegnamento ad un'altra persona, ed accettare i consigli ed il buono che questa dinamica porterà per chi formula questa frase.
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... tutto in UN termine!
Capite come a volte tradurre un termine del genere con "per favore" possa risultare alquanto riduttivo?
La lingua e la cultura giapponese, pur nelle loro profonde diversità dalla nostre... ed anche nonostante le difficoltà che ciò può crearci, è una forma potentissima per veicolare significati profondi, che un lost in transitano rischia di farci ignorare del tutto.
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Così accade anche quando ogni singola coppia inizia un esercizio: onegaishimasu è quella sorta di pre-contratto che dovrebbe servire a far filare tutto più liscio possibile sul tatami...
... ma veniamo al termine di un esercizio di coppia, o di una lezione: in questo caso la parola per noi marziana che si sente più spesso dire è [ありがとうございます] "arigatō gozaimasu", che viene tradotto con "grazie".
Vuol dire proprio "grazie" infatti, ma ci sono diversi modi per farlo e diverse attenzioni da tenere. Se ringraziamo di cuore la persona che ci sta dinnanzi perché veramente l'interazione con noi ci ha donato molto, anche questa espressione dovrebbe specchiare questo sentire.
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Arigatō gozaimasu è un grazie formale che non passa inosservato: il fatto che a volte si senta dire "arigatō gozaimasHITÁ" è legato al fatto che "mashita" è la forma passata di "masu" (il verbo "essere"). Ciò accade quando l'azione per la quale ringraziamo si è conclusa e non prevede di iniziare nuovamente a breve.
Secondo la tradizione giapponese, quindi, dovremmo dire "arigatō gozaimasu" al termine del lavoro di coppia con i nostri partner se li ringraziamo, ma il lavoro con loro non è ancora terminato del tutto, mentre "arigatō gozaimashità" se li ringraziamo per l'ultima interazione che abbiamo avuto con loro durante la lezione.
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Al solito il maestro lo dice agli allievi, così come essi lo dicono a lui: notate una specularità perfetta di cura vicendevole, di responsabilità differenti, ma ugualmente vissute con profondità... un attenzione ai dettagli che trasuda di presenza attenta a se ed agli altri!
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DUE "parole", due CONCETTI, due modi di ESSERE più che altro: non siamo assolutamente dell'idea che alle nostre latitudini sia bene diventare "giappaliani", ma è importante riflettere insieme su cosa ci perdiamo a fare talvolta le cose in modo italianamente superficiale.
Siamo certi che la nostra cultura sia profonda e stupenda come quelle orientali ed abbia parecchio da insegnare a sua volta a tutta la gente con gli occhi a mandorla, assicuriamoci però di non perdere preziose lezioni che ci giungono dalla disciplina orientale che abbiamo volontariamente scelto di praticare!
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Dōmo arigatō gozaimashità
Grazie mille!
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