lunedì 29 settembre 2014

Gradi alti in Aikido? Cronache di ambiziosi intenti e di problematiche umane

Non tutti sanno come sia impostato in Aikido, in ambito sia internazionale, che nazionale, il rilascio di gradi oltre il 4º dan: per questa ragione vorremmo gettare luce sull'argomento mediante questo Post.

Ogni Scuola, ogni Stile ed Ente ha sue particolari specifiche per il conferimento dei tanto blasonati"gradi" dei propri praticanti, ma più o meno tutti concordano sul fatto che dal 1º al 4º dan essi debbano corrispondere ad abilità di carattere tecnico.

Dopo questi test, di difficoltà necessariamente crescente, si entra tuttavia in una no-fly-zone, nella quale le regole per proseguire nella propria strada diventano molto meno chiare ed univoche.

La prima considerazione che facciamo è questa: i gradi in Aikido sono divenuti necessari ed - a tratti - problematici, dopo la divulgazione dell'Arte in tutti i continenti, poiché al tempo di Morihei Ueshiba, esisteva UN SOLO UOMO, cioè lui, che poteva arrogarsi il diritto di stabilire il livello dei suoi allievi, attribuendo ad esso un valore numerico.

Nessuno andava contro il parere e la volontà del proprio Sensei, un po' per cultura e tradizione nipponica, un po' perché non erano ancora stati fissati standard che strutturassero questo importante risvolto della pratica.

Ma, già al suo tempo, risultava assolutamente accettato che la promozione ad un grado successivo avvenisse IMPROVVISAMENTE e per una volontà INSINDACABILE del parere dei propri vertici/senpai/Maestri.

Si utilizzava (e si utilizza ancora) la formula [推薦状] "suisenjo", ossia "la raccomandazione, della quale potrete già trovare ampia spiegazione a questo link.

In Italia questo termine assume una connotazione tutta sua, legata al cattivo utilizzo che ne si è fatto nella storia. Raccomandazione sa di sotterfugio e preferenza disonesta, che fa scegliere un individuo su un altro in virtù delle sue conoscenze o dei "favori" con i quali è disposto a "ricambiare" la promozione.

Inutile dire che in origine significasse ben altro!

"Se sono il tuo Sensei, chi meglio di me può sapere quanto vali?!
Quindi nel momento in cui io dichiaro che il tuo grado deve essere XY, mi assumo la responsabilità di ciò che affermo, e certifico il grado con la mia stessa reputazione".

Se un Maestro non fosse stato più che attento alla scelta degli allievi meritevoli, il suo stesso nome sarebbe stato reso risibile.

In Aikido, la tradizione ha voluto che le tecniche, gli esercizi biomeccanici si considerino appresi entro il 4º dan, e mostrati dinnanzi ad una commissione tecnica, appositamente dichiarata idonea a giudicarli... ma dopodiché la strada avanza tramite altri parametri.

Dal 5º dan in poi, infatti, non dovrebbe essere più un'abilità tecnica quella ad essere testata (a meno di quanto asseriscono alcune realtà, come F.I.J.L.K.A.M., che sta preparando per il 2015 l'introduzione dell'esame da 5º dan!?!...) ma una consapevolezza tutta diversa e più profonda sulla disciplina stessa, che riguarda il livello stesso di commistione ed ingaggio con essa del praticante/Insegnante.

Seconda considerazione: avere un grado elevato, in origine NON era affatto sinonimo di dedicarsi all'Insegnamento dell'Aikido: si poteva (e si può) rimanere semplici praticanti (per quanto esperti) a vita.

Attualmente sono POCHE però le persone che si trovano in questa situazione, quindi - di solito - un grado elevato è ANCHE una persona che insegna, cosa che assume non poca importanza nella valutazione di quali dovrebbero essere le sue caratteristiche, per questioni legate alla responsabilità che egli si assume davanti al prossimo.

E quali dovrebbero essere questi famosi "requisiti" di un grado superiore in Aikido?

Un gruppo di Insegnanti anziani di solito si riuniscono ogni anno (così avviene almeno all'Aikikai Honbu Dojo) per valutare chi, con la sua opera ed impegno, si stia particolarmente mettendo in luce per commistione con la disciplina, chi ne favorisca particolarmente la conoscenza e la diffusione, chi si contraddistingua con opere che particolarmente si sposano con il messaggio che la filosofia dell'Aikido vorrebbe portare nel mondo.

Esistono dei requisiti di "anzianità" per questi gradi elevati, che comprendono sia l'età anagrafica, sia il tempo intercorso dalla precedente promozione, ma dopodiché ciò che la fa da padrone è la conoscenza che si ha del candidato, del suo comportamento e della sua opera.

Abbiamo parlato dell'Aikikai internazionale, che fa un po' da esempio ed a traino a tutte le organizzazioni dell'Aikido, ma più o meno tutti gli Enti che ne patrocinano la pratica si sono regolati in modo analogo.

Da ciò emergono tuttavia delle questioni e delle problematiche non indifferenti, che proviamo ora ad analizzare.

I gradi vengono di solito conferiti da una struttura centrale a quelle periferiche, in modo piramidale... o ad albero: più questa comunicazione è buona e fluida, più le "foglie" sono certe di essere in continua connessione con la linfa del "tronco".

Questo però accade troppo di rado in pratica.

Così, all'interno di queste Organizzazioni chi ha qualche "santo in paradiso", vedrà più facilmente presa in considerazione la sua istanza di promozione, rispetto a chi si fa il mazzo quadruplo, ma lavora più per l'Aikido che per i profitti dell'Organizzazione stessa.

In merito a ciò, ricordiamo che l'Aikikai stessa sia attualmente più simile ad una S.P.A. per intenti, che ad un organo votato alla divulgazione di alcunché (ma potremmo dire la stessa cosa per quasi tutti gli altri Enti simili)...

Così avanza di livello chi ha più conoscenze che meriti, e tutto inizia nuovamente a sapere di quella "raccomandazione" della quale in Italia non andiamo più così fieri... mentre per bene che uno lavori, se non c'è un "gran capo" che china la testa per prendere in considerazione "il suo caso", rimane là nel Bronx, a farsi il mazzo da 4º dan a vita.

Così il parente/amico del Sensei X è 6º dan a trent'anni (ci sono rari casi in cui ciò è meritato, per onestà è bene ricordarlo), mentre tu che sei un "prete in periferia" continui a tirare avanti NONOSTANTE "il Vaticano"!



Non che salire di grado sia poi così fondamentale per tutti, ma è parecchio indicativo che in Aikido - anche ad alti livelli - continui a risultare così problematica una coerenza fra intenti e risultati.

Potrebbe essere una diretta conseguenza della pochezza umana, soprattutto quando attraverso di essa si tenta di giudicare il lavoro altrui o a parametrizzarlo.

I gradi elevati dovrebbero essere lo specchio dell'incarnazione della filosofia dell'Aikido, proprio perché a fare la tecnica X o Y dovrebbero avere già imparato prima, quindi il valore aggiunto dovrebbe essere mostrato dalla coerenza fra ciò che si è e ciò che si fa.


Decisamente troppo impegnativo: meglio seguire il blasonato shihan che mostra un'Aikido di preziosa ed elevata fattura, con un ottimo pedigree, anche se nella sua vita personale egli è tre volte più incasinato di noi...

Ma dove sono andati a finire quindi tutti quei saggi e preziosi consigli sull'efficacia dell'Aikido nella vita quotidiana, se poi - lui per primo - non riesce ad applicarli nella normalità?

Nessuno vigila su questo, a meno che non ci sia fatti - spesso a proprie spese - gli occhi capaci di indagare e tenere in conto questi aspetti.

La gerarchia dei gradi più elevati quindi spesso diventa un lobby che non promuove più di tanto perché ci possa essere ancora una differenza formale nei meriti fra "loro" e "gli altri": per nulla Aikidoistico come atteggiamento!

D'altronde la persona non addetta ai lavori si orienterà preferibilmente verso un curriculum, e quindi anche un grado più elevati per iniziare la sua pratica... e da ciò avviene la possibilità di grande fraintendimento e delusione fra ciò che il nostro maestro DICE di essere, e ciò che in realtà È!

Noi siamo convinti che la corsa ai gradi elevati sia qualcosa di abbastanza suicida... poiché se il percorso è fatto con coscienza è qualcosa che richiede più oneri che onori al candidato "gran Maestro", valori che poi è bene essere in grado vivere... prima ancora di rimandare agli altri.


Non sappiamo se saremo in grado in Aikido di migliorare questo livello di coerenza fra intenti e vita vissuta in futuro, né se saranno i gradi più elevati a darcene esempio
: ciò che è certo è che ora troppi di loro pensano ad elementi di "Aiki-politica", poco a collaborare e spesso sprecano un sacco di energia a farsi la guerra fra loro...

... segno che, a volte, possedere un grado elevato risulta qualcosa di ingombrante ed imbarazzante da esibire alla comunità.

Ma del resto, se il trend non ci piace, tocca alla comunità stessa essere più esigente con i suoi "rappresentati", che ovviamente in Aikido dovrebbero essere attivi per lavorare a favore della disciplina più che per tenersi care le loro convenienze personali.

Talvolta invece i gradi alti invogliano al delirio, alla pari di quelli della febbre!

lunedì 22 settembre 2014

La mitica "lezione di prova gratuita" in Aikido!

Siamo all'inizio si una nuova stagione di pratica (anche se nei Dojo tradizionali si segue di solito il calendario solare e non quello sportivo settembre-giuno...) e quindi è bene che i nostri corsi si riempiano di nuovi "aspiranti Aikidoka", entusiasti di mettersi in discussione e provare...

... è quindi più che mai il momento della famigerata "LEZIONE DI PROVA GRATUITA"!!!

Mitica lezione di prova gratuita, quante volte abbiamo sentito parlare di te!

L'inesperto la vive come opportunità di fare conoscenza con un mondo che lo affascina, fatto di gente vestita "strana", che fa "le mosse", che "usa l'energia dell'avversario rispedendola contro"... e tutti gli altri 10000 luoghi comuni simili sull'Aikido.

Una signora, qualche settimana fa, si affaccia sul nostro tatami e chiede: "Ma questa è un'arte di difesa?... No, sa chiedevo per mio figlio, al quale pero non piace la violenza...".

C'era chi fra noi - di pancia - avrebbe risposto: "No, signora... questa è un'arte DI ATTACCO, e suo figlio ce lo mangiamo se viene"!

Tant'è che se le domande dei "non addetti ai lavori" sono tutte di questa forza, forse benvengano le famose lezioni di prova per far meglio comprendere alle persone che cosa almeno l'Aikido NON sia.

C'è parecchia ignoranza sulla nostra disciplina: non lo diciamo per svalutare chi fa domande bizzarre, ma per sottolineare quanto ci sia necessita di portare sempre più l'Aikido alla gente e le persone sul tatami... se vogliamo che la consapevolezze sulla disciplina aumentino fra la gente comune e che ad essa possa giungere i messaggi che essa veicola.

Già... ma queste famose lezioni di prova gratuita... quante dovrebbero essere, come andrebbero strutturate per renderle più fruibili possibile da coloro che intendessero accostarsi al "circuito" dell'Aikido?

Le ricette sono molte, come al solito, con pregi e difetti da conoscere.

Innanzi tutto il loro numero: a parere nostro, se una persona desiderasse intraprendere un percorso legato all'Aikido, non basta un ora e mezza per capire di cosa si tratti.

Noi consentiamo di fare 2/3 prove prima di far decidere al candidato se la cosa lo interessi o meno, in modo che questi possa valutare differenti aspetti e percepire il suo stesso feedback in modo chiaro, prima di proporgli un percorso...

Perché è di un percorso che si tratta, cosa che comporta impegno, passione, ingaggio e costanza... proporzionali agli obiettivi che si intenderebbero raggiungere, e le persone ce lo devono avere chiaro PRIMA di iscriversi, anche se talvolta "l'appetito può venir mangiando"...

Magari uno arriva ed al temine della prima prova è già in grado di valutare se la cosa interessa o meno... ma ci sembra importante almeno dargli la possibilità di bissare.

Poi c'è il "cosa" far fare ai probabili candidati Aikidoka durante una lezione di prova...

Figurarsi che ad oggi non si è nemmeno arrivati a concordare cosa sia l'Aikido e quali dovrebbero essere i cardini della sua pratica: immaginatevi quindi quante possibili visioni diverse ci sono delle fatidiche "lezioni di prova"!

Noi, se è possibile, cerchiamo innanzi tutto di dirottare queste prove in giornate particolarmente dense di neofiti, o addirittura specificamente pensate per loro, così che i nuovi arrivati non si sentano troppo "pesci fuor d'acqua", rispetto ai senpai che saltano come Gatto Silvestro.

Non che sia male di per sé vedere cosa siano in grado di fare i più esperti... ma crediamo allo stesso tempo sia importante allo stesso tempo fornire un approccio graduale alla disciplina.... in serate nelle quali è possibile spendere qualche parola in più, magari utilizzando un gergo tecnico meno fitto.

Non sembra, ma aiuta: il giapponese non è poi masticato da così tante persone!

Altrettanto fondamentale è proporre movimenti semplici e poco rischiosi, in quanto la maggioranza di persone in prova di solito giunge da periodi di quasi completa immobilità fisica e sedentarietà: molti di loro sono inabitati a percepire il loro stesso corpo e quindi anche i limiti che esso può avere... e se loro non sono in grado di badare da soli alla propria salute ed incolumità, dobbiamo farlo noi per loro.

Un'atro aspetto che ci pare importante e chiedere a chi prova di cercare sin da subito ciò che più gli interessa negli esercizi che proponiamo (una pratica salutistica? Relazionale? Marziale? Spirituale?...).

Sia ciò che sia, secondo noi è bene che il neofita realizzi se ciò che cerca può o meno essere trovato in ciò che gli proponiamo: se continuerà, potremo farlo perciò in una direzione di arricchimento comune... altrimenti avremo evitato di perdere tempo tutti gli uni con gli altri.

Ci sono molti modi in cui ciò può essere fatto, ma uno scritto non rende certo loro onore ed una ricetta preconfezionata funzionerà sicuramente meno dell'esperienza do un Insegnate capace di fare tesoro delle situazioni e degli incontri che avvengono nel suo Dojo!

Un'ultima nota MOLTO importante e tristemente POCO conosciuta è quella che riguarda gli aspetti legali delle famose lezioni di prova gratuita...

1) da qualche anno a questa parte numerose Associazioni Sportive Dilettantistiche (presso le quali di solito si pratica anche l'Aikido) hanno ricevuto specifiche visite fiscali e/o multe perché indicavano sui loro volantini qualche forma do "gratuità", tipo "lezioni di prova gratuita".

Perche questo?
Il ragionamento è semplice: l'Agenzia delle Entrate teme che l'associazionismo nasconda alcune "Aziende in nero", che sfruttano le agevolazioni fiscali del no-profit per non pagare le tasse; quindi quando vedono scritto "lezione di prova gratuita"... immediatamente pensano che vi siano - per complementarietà - attività a pagamento, che quindi vanno tassate o multate, e quindi giungono a controllare.

La dicitura "gratis" non è propria del mondo associazionistico, ma di quello commerciale, in quanto nel primo i soci dovrebbero provvedere ad auto-tassarsi per raggiungere i fini statutari, più che pagare quote stabilite da terzi. La verità sta nel mezzo, ma tant'è che vi mettiamo in guardia rispetto all'utilizzo indiscriminato di certi termini per attirare nuovi praticanti.

2) Le questioni assicurative: la legge italiana prevede che sia sempre "il padrone di casa" a dover provveder all'incolumità dei suoi ospiti... quindi se vi capita una persona in prova, sappiate che state di fatto correndo il rischio di doverla risarcire in caso di infortunio o di sinistro maturato in ambienti riconducibili alla vostra attività (quindi da quando entra nel Dojo a quando esce, compresi pure spogliatoi e docce).

3) Le A.S.D. aprono normalmente le loro attività ai soci (per i quali si gode delle agevolazioni fiscali), mentre i non-soci possono accedervi ma costituiscono "reddito d'impresa" per l'Agenzia delle Entrate (quindi le A.S.D. pagano l'IVA sugli introiti ricavati da essi).

Per acquisire lo status di socio è normalmente necessario compilare una domanda di ammissione, che deve essere convalidata dal Direttivo, ed essere in regola con i certificati medici inerenti l'attività sportiva e gli aspetti assicurativi: nulla che non sia realizzabile in un paio di giorni...

Ma chi effettua le lezioni di prova NON possiede di solito tale status... anche perché deve ancora decidere se gli interessa acquisirlo o meno!

Come giustificare quindi la presenza nel Dojo di qualcuno che è li in funzione di una sua curiosità, ma non è ancora inquadrato nelle norme relative all'associazionismo sportivo?

Per l'Agenzia delle Entrate, quello diventerebbe un vostro "cliente"... quindi ogni tanto le A.S.D. vengono multate - in caso di controllo - per tutti coloro che si trovano ad essere presenti e non siano né soci, né in possesso di documenti fiscali che attestino eventuali loro pagamenti (ANCHE SE NON HANNO PAGATO UN BEL NIENTE!!)

Bizzarro vero?!

Quindi durante una normale "lezione di prova" voi potreste avere sul tatami - ad esempio - un cardiopatico (che rischia quindi nell'affaticarsi nei movimenti), che dovreste risarcire in caso di infortunio di ogni tipo e che non possiede un'assicurazione nel caso facciale male a qualcun altro... e per il quale essere multati da un controllo che lo crede un modo illegale della vostra A.S.D. di evadere le tasse sul reddito d'impresa.

Ma di sicuro non possiamo creare tutti questi problemi a chi viene a chiederci informazioni (iscriverlo, assicurarlo, ritirarne i certificati medici...) se non vogliamo vederlo scappare a gambe levate prima ancora di provare!

Di fatto la legge attuale mette pesantemente i bastoni fra le ruote in questo semplice approccio, che ha funzionato per mezzo secolo: "vieni, provi... se ti piace paghi e ti fermi"... tanto da rendere sconsigliabili o addirittura infattibili le lezioni di prova a qualsiasi Ente che patrocina la pratica dell'Aikido!

In realtà si fa semplicemente attenzione tutti (ciascuno nel suo ruolo) e queste precauzioni burocratiche si aggirano, in un modo o nell'altro... non dobbiamo infatti sicuramente insegnare noi agli italiani ad "armonizzarsi" con la legge: in questo siamo tutti Maestri 8º dan!

W quindi la mitica "lezione di prova gratuita"!

lunedì 15 settembre 2014

Di "Federazione" ce n'è unO... tutti gli altri fanno il kata dei 31

Sotto con un bel Post in grado di farci odiare dal 90% degli Aikidoka italiani!

Spesso su queste pagine ci siamo prodigati per tenere alta la consapevolezza di come utilizziamo le parole, in riferimento all'Aikido: lo abbiamo fatto in riferimento a tutti coloro che insistono a volersi indossare il "kimono" (anziché il keikogi)... ed a tutte le centiniaa di praticanti che sostengono di andare il palestra, e non in un "Dojo".

"Frega niente" - diranno alcuni - "tanto ci siamo capiti!"

Non siamo esattamente di questa idea: a forza di impoverire la coerenza del lessico che utilizziamo, non dovremmo sorprenderci se la confusione e la non chiarezza regnano sempre più sovrane nel nostro settore...

Quest'oggi siamo qui per dare un'altra botta scomoda a questa tendenza: le "Federazioni" in Aikido!

Quante volte abbiamo letto nelle brochure dei raduni e seminar "aperto ad Aikidoka di tutte le Federazioni, purché regolarmente assicurati"!?

Quante altre ci siamo sentiti chiedere: "Tu di che Federazione sei?"

Atteggiamenti piuttosto comuni, nel quali con il termine "Federazione" viene inteso la Scuola di appartenenza e talvolta l'Ente che patrocina la pratica a livello assicurativo, e quindi legale.

Peccato che però in Italia per l'Aikido esista solo UNA Federazione che può avvalersi appieno di questoC.O.N.I. e si chiama "Federazione Italiana Judo Lotta Karate Arti Marziali", meglio nota come F.I.J.L.K.A.M., cioè una diretta emanazione del C.O.N.I.

Lo stato italiano ha formato questa propaggine sportiva appositamente per occuparsi di Arti Marziali e sport da combattimento: non è che tutti gli altri Enti siano peggiori o meno importanti, solo che sono QUALCOS'ALTRO, e non Federazioni!

E di cosa si tratta allora?
Vediamolo nel dettaglio...

L'Aikikai d'Italia è un Ente Morale, secondo il DPR 526 del 08/07/1978, che è una vecchia denominazione ormai caduta in disuso delle persone giuridiche.

Un tempo come oggi, ci si coagula in Enti per formare un'organizzazione di persone o di beni che assume una qualche rilevanza per l'ordinamento giuridico. Questo è il caso di uno delle Associazioni numericamente più rilevanti di Aikidoka in Italia.

Chi ne fa parte, tuttavia, appartiene ad un Ente e non ad una Federazione.

Interessante sarebbe anche il discorso relativo ai famigerati "gradi Aikikai" ed al rapporto più o meno diretto fra l'Aikikai di Tokyo e l'Aikikai d'Italia, che tutto sembra essere MENO una longa-manus di quell'Organizzazione nel nostro Paese, ma ci riserviamo di affrontare approfonditamente la questione in un prossimo Post, per non andare oggi fuori tema.

TUTTI gli altri Enti che patrocinano la pratica sul territorio italiano - fatta eccezione per F.I.J.L.K.A.M. - fanno capo ai cosiddetti Enti di Promozione Sportiva, (EPS) ossia ad associazioni di persone che hanno come fine statutario la promozione e l'organizzazione di attività fisico-sportive con finalità ludiche, ricreative e formative.

In particolare si occupano dell'organizzazione di attività sportive a carattere amatoriale e che, rispettando determinati requisiti, possono richiedere il riconoscimento da parte del C.O.N.I.;

ciò vuol dire che che appartenere ad un EPS NON è automaticamente sinonimo di riconoscimento da parte del C.O.N.I.; attualmente a livello nazionale gli Enti che lo hanno ottenuto sono:

A.C.S.I. - Associazione centri sportivi italiani
A.I.C.S. - Associazione italiana cultura sport
A.S.I. - Associazioni sportive sociali italiane
A.S.C. - Attività sportive confederate
C.N.S. Libertas - Centro nazionale sportivo Libertas
C.S.A.IN. - Centri sportivi aziendali industriali
C.S.E.N. - Centro sportivo educativo nazionale
C.S.I. - Centro sportivo italiano
C.U.S.I. - Centro universitario sportivo italiano
E.N.D.A.S. - Ente nazionale democratico di azione sociale
M.S.P. - Movimento sportivo popolare Italia
O.P.E.S. - Organizzazione per l'educazione allo sport
P.G.S. - Polisportive giovanili salesiane
U.I.S.P. - Unione italiana sport per tutti
U.S. ACLI - Unione sportiva A.C.L.I.

Quando vi imbattete in una Organizzazione Aikidoistica è bene capire se siete approdati in una Federazione (F.I.J.L.K.A.M.), in un Ente morale (Aikikai d'Italia), in un EPS (tutti quelli che vi abbiamo citato poc'anzi) o in una Associazione Sportiva Dilettantistica (ASD), che per legge deve essere affiliata o ALLA Federazione o a un EPS riconosciuto dal C.O.N.I. 

Per il neofita tutto ciò sembra contare relativamente, invece i termini assumono significati e valenze molto differenti fra loro.

Ad esempio Dento Iwama Ryu Italia è una A.S.D. iscritta allo C.S.E.N. ed è una ben definita Scuola di Aikido, che ha una sua identità, una sua didattica e Referenti specifici, ma anche ASAI è una A.S.D. iscritta al medesimo Ente, pur avendo atre didattiche ed altri Referenti tecnico-didattici.

NESSUNA di queste due scuole è una Federazione, NESSUNA di queste due Scuole è tesserata alla Federazione, ma entrambe sono affiliate ad un EPS legalmente riconosciuto dal C.O.N.I.

Analogamente avviene nel settore Area Discipline Orientali della U.I.S.P.: dagli stili Aikikai a quello di Iwama sono tutti degnamente rappresentati da Scuole Referenti distinti: anche in questo caso l'attinenza con qualche Federazione è pari a zero.

Quindi all'interno di uno stesso EPS possono coesistere più Scuole, settori e stili di Aikido differenti. 

Questa è la ragione per la quale esistono 1.000 Direttori Tecnici Nazionali, 10.000 Responsabili di settore, etc: se contiamo tutti i vari EPS - oltre alla Federazione - e consideriamo che al loro interno ciascuno si sarà dato un suo organigramma nazionale e regionale, capite bene che le cariche si moltiplicano a dismisura.

Gli EPS poi talvolta nascono, cambiano nome o muoiono con notevole rapidità, e con analoga rapidità mutano i loro organigrammi interni: ciò non sempre a garanzia di stabilità dei tesserati.

Se un nuovo EPS vede la luce e nessuno ha già pensato di tesserare i suoi atleti per il settore Aikido, giurateci che partirà la corsa ad accaparrarsi un titolo "di potere", qualche nomina significativa da far comparire sul proprio curriculum!

Non affermiamo che queste cariche valgano poco, ma vorremmo chiarire come esse siano molte perché esistono molti Enti presso i quali è possibile praticare Aikido in Italia, anche se tutto ciò può NON essere minimamente ricollegabile ad alcuna Federazione!

LA Federazione, ossia F.I.J.L.K.A.M., ha per il settore Aikido il SUO organigramma federale nazionale e regionale, composto da una Commissione Tecnica Nazionale (3 membri) e numerosi Responsabili Regionali (chiamati Fiduciari).

STOP: nulla fuori di ciò può essere ricondotto ad essa.

Sono nate negli anni anche Associazioni e A.S.D. che hanno il termine "Federazione" nella loro denominazione sociale e che molto probabilmente si vogliono ricondurre al significato etimologico del lemma: "federazione" deriva dal latino "foedus", che significa "patto, alleanza, unione".

E' il caso, ad esempio, di Federazione Italiana Aikido (F.IT.A): noi stessi abbiamo più volte collaborato con loro con risultati SOLO positivi, quindi riteniamo tutt'altro che un problema la loro scelta, anzi!

Credevamo tuttavia fossero importanti le specificazioni che abbiamo fatto in questo Post, non tanto per vezzo semantico, quanto per contribuire alla chiarezza nel nostro settore e perché in passato non è mancato chi - di questa confusione - ne abbia fatto uno strumento di manipolazione di collaboratori ed allievi.

Capite bene che una cosa è dichiarare di essere un funzionario della Federazione, un'altro è quello di esserlo all'interno del proprio EPS, un altro ancora è esserlo dentro un'A.S.D....

"Sai, il mio Maestro è il Responsabile Nazionale dell'Aikido!"... URKA: ce ne saranno almeno altri 25 che potrebbero asserire la stessa cosa... chi con più coscienza, chi solo in preda al prurito da "patacca"!

Stessa cosa per gradi, qualifiche e riconoscimenti: il foglio della stampante del direttivo di un'A.S.D. - con tutto il rispetto - ha una valenza ufficiale differente da un documento protocollato da un Ufficio del C.O.N.I.: non che quest'ultimo abbia in sé un valore o una qualità maggiore o sia sinonimo di un pedigree che non è al momento oggetto di nostro interesse... affermiamo solo che quest'ultimo NON esce dalla stampante di casa!
Solo che siccome sono cose differenti, sarebbe bene ricordarcene quando le nominiamo nello stesso modo per non fare inutile confusione, tutto li!

"E tu di quale federazione sei?" perde parecchio di significato come domanda quindi in Italia.

L'auspicio è che in futuro perda di significato anche perché TUTTO o quasi l'Aikido ci auguriamo sia riunito sotto un UNICO Ente patrocinante CHIAMIAMOLOCOMEVOGLIAMO.

Questo si che sarebbe un passo intelligente che farebbe la differenza per noi tutti, in termini di visibilità sociale e potere contrattuale nei confronti delle istituzioni!

lunedì 8 settembre 2014

Errori e difficoltà: sbaglia pure, che tutto ciò = buon Aikido!

E poi uno si iscrive ad un corso di Aikido perché vede sti movimenti così fluidi e sinuosi...

Solo che quando è poi ora di ripeterli!!!

Fino a quando li esegue il nostro Sensei sembra tutto così semplice, così alla portata di ciascuno: poi quando ci riproviamo noi principianti... un disastro!

Ci sentiamo goffi, impediti ed eternamente in errore: ogni possibilità di "fare giusto" si tramuta inesorabilmente in un'opportunità di pubblica figuraccia!

Ma siamo noi ad essere proprio negati per l'Aikido o c'è qualche dinamica che non conosciamo?

La "seconda"... diremmo noi!


Molti principianti sono convinti che seguire le lezioni ed impegnarsi al loro interno sia sinonimo di addivenire a qualche forma di bravura e di successo: ci va poca frequenza dell'Aikido però per capire che non è proprio così...

All'inizio tutto sembra tremendamente difficile e complicato... e se sarete fortunati... questa sensazione dovrebbe durarvi a lungo... sinonimo che state veramente imparando qualcosa!

Nessuno frequenterebbe un corso nel quale è già capace di fare tutto ciò che gli viene proposto e richiesto: che scopo avrebbe altrimenti?

Solo che pochi riflettono su ciò e sono pronti a misurarsi con le piccole/grandi frustrazioni del non sentissi all'altezza delle proprie aspettative: quando questo accade è segno che si sta compiendo il primo importante passo nella disciplina che avete scelto di praticare.

Chi cerca l'Aikido potrà che essere affascinato dall'equilibrio che esso emana... dall'integrazione mente-corpo che gli è sottesa, dalle sensazioni di fluidità, determinazione e potenza che caratterizzano i suoi movimenti: bene... sarà segno che queste cose CI MANCANO... ed abbiamo scelto una sede nella quale - con sudore - CONQUISTARCELE...

Ovvio che non saremo subito, né abili, né tantomeno perfetti!

La tensione emotiva (frustrazione, anche talvolta) che ci separa dal nostro obbiettivo è il metro migliore di quanto ci interessa raggiungerlo, quindi una persona che realmente vuole acquisire abilità non si spaventa troppo degli errori che dovrà fare per diventarla.




TUTTI sbagliano, dal Doshu in giù! ^__^

E questo è segno che anche il Doshu può ancora evolvere e migliorare se stesso: in Aikido non esistono quelli "arrivati" che sono già perfetti... ciascuno è chiamato SEMPRE a fare una qualche differenza con se stesso per provare a migliorare attraverso i propri fallimenti.

Si dice che O' Sensei stesso - che ora abbiamo molto mitizzato perché non è più fra noi - sul letto di morte abbia affermato: "Vado a praticare Aikido altrove!"

Non "a insegnare Aikido altrove"... Capite?! "A PRATICARE..." Cioè a "provare", "sperimentare" e frustrarsi quando non dovesse riuscire!!!

PURE LUI!!!

Quindi questa cosa del sentirsi mai-perfetti non spaventi proprio nessuno... è invece segno che state provando con tutto voi stessi a raggiungere un luogo nel quale non siete mai stati, che allarga inevitabilmente i confini che credevate di avere... e vi getta di botto in un'area sconosciuta FUORI dalla vostra abituale COMFORT ZONE...

C'è da stupirsi che non vi sentiate a vostro agio?

Questo è proprio insegno che state facendo qualcosa di significativo!

Sapete chi sono quelli che - a nostro dire - stanno "sbagliando"?

TUTTI quelli che ci provano ma si arenano alle prime difficoltà, quelli che non mettono tutto loro stessi in ciò che fanno, quelli che sono così ammagliati dal traguardo, che si perdono l'importanza del viaggio!... e peggio di tutti: quelli che non ci provano nemmeno!

Questi si che ci fanno un tot pena!

E ce n'è per tutti, credete... non importano esperienza e gradi: tutti sbagliano!

Guardate questo simpatico video (del quale è stato disabilitato l'incorporamento ai Blog, quindi dovrete gustarvelo direttamente su YouTube) di Seishiro Endo Sensei - 8º dan -, uno degli Insegnanti più famosi dell'Aikikai: ride e scherza, prendendosi poco sul serio sul set della registrazione di un video didattico...

Ma è un 8º dan! Sbaglierà mica anche lui?!... SI, la risposta è SI!

Fatevene quindi una ragione: se sbagliano i grandi, gli intoccabili, i senpai dei senpai... possiamo sbagliare anche noi... potete sbagliare anche voi, sentirvi inadeguati e fallimentari!

... E chi se ne frega: basta fare BUONI errori, cioè errori dai quali siamo capaci di apprendere qualcosa in più su noi stessi e che ci consentano quindi di migliorarci.

Come abbiamo già avuto modo di scrivere in queste pagine "un espero in un determinato capo è colui che ha già commesso moltissimi errori, quindi ora sa eperienzialmente come starci lontano"... non è chi fa sempre giusto per grazia divina!

Allora andiamo a fare Aikido consci che sbaglieremo e faremo fatica a migliorare: che ogni sera dovremmo incontrare qual po' di resistenza e di frustrazione in grado di farci sentire che siamo vivi e intenzionati a superare noi stessi!

Il resto non conta molto; chi fa già tutto giusto è in realtà già morto... solo i cadaveri hanno la sicurezza di non sbagliare più!

lunedì 1 settembre 2014

L'Aikido ricomincia, anche se non ha mai smesso di ESSERCI

Mi trovo, come al solito, all'inizio di una nuova stagione di pratica nei nostri e vostri Dojo... nonché ad una nuova stagione editoriale di Aikime, e viene più che naturale fare un punto della situazione, ancora prima che tutto ciò abbia inizio.

L'Aikido sta attraversando un periodo veramente strano, bizzarro intenso e contraddittorio... così come sta avvenendo per ogni aspetto della nostra società... e nelle vite degli individui che la compongono.

In Italia stiamo vivendo una forte crisi economica ormai da anni e quindi spesso sento dire che per l'Aikido non ci sono più tanti soldi: secondo me è una bugia, non ci sono mai stati, ma ora non ce ne sono meno di un tempo.

La nostra disciplina non ha mai mosso grandi interessi economici, per la mancanza di sponsor sportivi che fanno la differenza, e così sarà credo anche in futuro... e le persone seriamente motivate verso di essa hanno dovuto - da sempre - contare esclusivamente sulle proprie risorse per poter frequentare i vari tatami, sia essi quelli delle lezioni regolari, o quelle dei seminar.

In questo senso non è cambiato proprio nulla.

Mi si obietterà che al momento in giro c'è meno danaro a disposizione per tutto ciò che non è essenziale: ma è proprio qui la riflessione che vorrei proporvi quest'oggi.

Quanto è essenziale per noi praticare Aikido?

Me lo chiedo - e lo chiedo a voi - constatando che in media circa 500,00 € annue sono sufficienti per frequentare regolarmente un corso.

Uno smartphone costa - sempre in media - dai 150,00 € ai 800 €... e non è che senza non possiamo telefonare: chi di voi rinuncerebbe ad averne uno per potersi allenare?... Avete fatto caso a quanto sono diffusi?

Una serata in pizzeria è sui 20,00 € (a stare stretti), cioè mediamente come metà del mensile di un Dojo: chi di voi rinuncerebbe a due serate al mese con gli amici per potersi allenare?

"Mi piacerebbe, ma non ho molto tempo": un'atra balla classica, quanti di noi che insegnano se la sono sentita ripetere numerose volte?

"Trovi il tempo per mangiare, per dormire, per lavorare?" Sembra di si, quindi se l'Aikido per te fosse fondamentale, troveresti il tempo anche per questo, così come facciamo noi da decenni!

I sacrifici da fare attualmente sono tanti e una scala di priorità deve essere costruita obbligatoriamente in questa situazione delicata, ma siamo certi che ciò sia per forza un male?

La situazione ci consente di comprendere con chiarezza ciò che è importante e per ciascuno di noi.

Non è quindi l'Aikido ad essere in crisi, ma la società che non sa più quello che vuole e che mal utilizza le poche risorse di cui dispone.

Ma pure l'Aikido è un concetto piuttosto astratto, se ci pensiamo... infondo non siamo in molti a comprendere di cosa si tratti (sempre se ci reputiamo veramente in grado!).

... faremmo meglio a parlare di "cose come l'Aikido", non credete?

Nello stereotipo comune ci sono le arti marziali cinesi (che spesso non vengono nemmeno distinte da quelle giapponesi) che servono per vincere facendo a pugni in caso di pericolo... ma non credo proprio che ciò renda merito all'argomento di cui ora parliamo.

L'Aikido sopravviverà se generazioni di persone differenti si appassioneranno ad esso e ne porteranno avanti la tradizione, rinnovandola nei decenni, nei secoli.

Il problema è che questo tipo di discipline entusiasma sempre meno dalle nostre parti, lo avete notato?

Già parliamo di qualcosa al quale va donato tempo, impegno, energia, passione, soldi... tutti ingredienti "sacri" di una vita che diventa sempre più profana... o almeno profanabile dalle mode superficiali del momento.

Quindi ogni strada che porti in serio contatto con se stessi tenderà ad essere un po' svalutata, bistrattata, fraintesa... mal interpretata: certo che succede, si tratta di uno strumento potente nelle mani dell'umanità...

... a comprenderlo sul serio e nell'utilizzarlo con maestria correremmo il serio rischio di realizzare le nostre aspettative più alte: qualcosa a cui non siamo più seriamente disposti ed inclini da secoli!

Non è quindi l'Aikido ad essere in crisi, è l'individuo che utilizza uno strumento che non ha nemmeno compreso bene a cosa serva: ad un certo punto - ammesso che ci abbia provato - si stanca e abbandona l'ennesimo giocattolo che non ha dato i frutti sperati.

Ma può non essere tutto demerito del giocattolo: a volte è anche responsabilità del giocatore e funzione di come lo si è utilizzato e del PERCHÈ ci giocavamo!

Cosa accade se però i primi a non averci capito molto sono gli Insegnanti ai quali ci si rivolge quando viene "il trip" di questo genere di discipline?

In questo caso il giocatore assume un ruolo meno importante, poiché è addirittura la sala giochi ad essere malata.

Nuovamente, non è "colpa" dell'Aikido se molti suoi rappresentanti hanno guardato il dito che indicava la luna...

Morihei Ueshiba si accorse di avere - accidentalmente o meno non lo sapremo mai - portato alla luce qualcosa di grande ed importante, tanto da fargli affermare frasi altisonanti quali "vi lascio l'Aikido per riappacificare la razza umana... per fare del mondo una famiglia".

Un guizzo di saggezza o di alzheimer?

Sono portato a propendere per la prima ipotesi, anche se molti suoi rappresentanti odierni agiscono come se avessero scelto la seconda.

Perché dico così?

Perché se tu shihan dei miei stivali hai capito anche solo la-metà-di-un-quarto-di-nulla di quello che affermava O' Sensei, come puoi non sbatterti come un tappeto perché questa utopia divenga sempre più reale?

E invece no: 10.000 scuole 100.000 maestri (l'M minuscola è d'obbligo!) e tutti in sacrosanto contrasto più o meno esplicito fra loro.

Notare: non affermo che sia un problema la moltitudine, dico che lo è che questa pluralità non comprenda di appartenere ad un solo unico "essere", che ha uno scopo profondo e preciso... che però sarebbe meglio si manifestasse praticamente e con fatti coerenti ai suoi principi... e non ad-minchiam!

Tant'è che così non accade... ma non è l'Aikido ad essere in crisi: è l'uomo che crede di avvantaggiarsene come piace a lui, spesso però facendosi seri autogol.

Bene, che faccia... questo mostrerà ancora una volta di più il valore di questa disciplina che se non parla più al cuore delle persone è talvolta perché  la gente ne parla coi piedi a chi ascolta con il naso!

L'Aikido sta funzionando alla grande invece, dandoci un sacco di fili da torcere e matasse alle quali trovare il bandolo: un ottimo esercizio per questa umanità che continua a lamentarsi di non essere ciò che vorrebbe, ma che poi fa poco - di fatto - per provare a cambiare.

L'Aikido è sempre li, lo era anche forse prima che Morihei Ueshiba trovasse un nome univoco per riferirsi ad esso: stava aspettando, così come aspetta tutt'ora che la gente percepisca quale strumento eccezionale di cambiamento sia.

Il mio augurio per questa stagione di pratica (e per le prossime a venire) è quello di riuscire a cambiare parecchio... e mi permetto di augurarlo anche a voi, perché secondo me sarebbe segno che le cose stanno iniziando a funzionare... che avremmo capito a cosa serve l'Aikido!

Fatelo per mantenervi in buona salute, per una valida difesa marziale o per approfondire le arti tradizionali del Giappone... chi se ne frega!

Fatelo perché vi fa piacere e perché percepite che dopo l'allenamento state meglio: la gioia sia la bussola delle nostre azioni, visto che è un'emozione che va dal dentro verso il fuori, ed è uno dei linguaggi preferiti dell'anima.

Ciò che mi - e vi - assicuro è che fino a quando qualcuno praticherà Aikido contento di lasciarsi ridisegnare alla luce dei suoi principi, questa società non potrà che fiorire!

Nel nostro piccolo continueremo da qui a guardare a 360º il mondo della pratica dell'Aikido, ed a stimolare riflessioni, incontri e scambi... poiché ci sembra importante che ciò accada e sappiamo che è gradito a molti di voi.

Non operiamo tuttavia per ottenere consensi, ma per dare spazio e condivisione a ciò che ci appassiona, quindi è normale che non staremo simpatici a tutti (un altro chi se ne frega!).

Aikime ha alcune importanti frecce al suo arco in serbo per voi, che verranno via via svelate nel corso  dei prossimi mesi... voi intanto preparatevi all'inaspettato, come suole fare ogni guerriero che si rispetti!

L'Aikido quindi ricomincia on-line sul nostro Blog ed anche nei Dojo, ma gli unici ad essere stati via sul serio eravamo noi praticanti... lui era li ad attendere paziente ed accogliente il nostro ritorno...

Buona pratica a tutti!