L'Aikido è un'Arte: diretta conseguenza allargata della precedente, anche qui molti potrebbero concordare...
L'Arte non ha prezzo: si e no... forse a seconda di chi lo afferma.
Attribuire un valore economico ad un'espressione artistica è qualcosa di piuttosto difficile, poiché questa operazione può apparire arbitraria o soggettiva: un quadro, una canzone sono belli per noi... magari fanno schifo nell'ottica di qualcun altro.
Ci sono persone che acquisterebbero alcuni oggetti (stoffe, vestiti, dipinti, porcellane, gioielli) perché li riterrebbero piacevoli, non siamo tutti uguali ed abbiamo "gusti" differenti.
evocativi ed artistici... altri no.
evocativi ed artistici... altri no.
Però siamo abituati a "pagare l'Arte": un concerto, una mostra di quadri, un museo, uno spettacolo teatrale...
Meno chiaro invece è se sia corretto dare un valore economico ad un'espressione profonda della nostra interiorità, che si manifesta esteriormente in una forma d'Arte.
Difficile dire se questa "unicità" potrebbe essere "acquistabile": in teoria non ha prezzo, poiché non è necessariamente per danaro che l'Arte nasce... ma può essere per esigenza di dare espressione di sé, indipendentemente se qualcuno lo apprezza oppure no!
Tuttavia siamo disposti a pagare per l'Arte... normalmente...
In Aikido, se si faccia Arte o meno non è qualcosa di universalmente riconosciuto, ma che intorno a questo fenomeno umano debbano necessariamente girare dei soldi è piuttosto comprensibile: ci sono Maestri da pagare per la loro opera, palazzetti o palestre da affittare, trasferte da mettere in conto per stage e raduni, frequenze ai corsi...
Di rado però abbiamo osservato un ambito in cui il rapporto con il danaro sia più MALATO di quello che c'è solitamente in Aikido!
- chi "vuol farsi i soldi", "vendendo" qualsiasi porcata come tradizione marziale antica giapponese;
- quelli che dicono che "deve essere tutto gratis", perché i soldi "sporcano" le attività con le quali entrano in contatto, specie se si tratta di cose profonde...
Sui primi c'è poco da dire: di burfaldini, cialtroni e millantatori pullula la Terra... c'è poco da stupirsi che le Arti Marziali, e nello specifico l'Aikido, siano cadute fra le cavolate che questi personaggi propinano a neofiti ignari.
Si chiama "truffa", e il problema è quello di pagare un servizio che non ha il corrispettivo valore reale, anche se non si è ancora consci di ciò.
Prima o poi chi vuole avrà di sicuro la possibilità di smascherare i propri Aiki-truffatori, trafficanti di tecniche e di gradi inconsistenti: l'esperienza personale e la tecnologia consentono di fare ciò meglio di un tempo!
Però è anche necessario spendere due parole per l'altra falange armata: i "gratuitomani".
Non crediamo che Morihei Ueshiba abbia ideato l'Aikido con il fine di fare soldi ed arricchirsi (e la storia lo insegna!)... ma pensiamo tuttavia che abbia un senso preciso che la gente paghi per poterlo praticare: ciò aiuta ad attribuire un valore (seppur venale) ad un qualcosa che si scopre essere importante proprio mentre lo si vive.
Non siamo d'accordo con il fatto che il denaro "sporchi" la nostra Arte, in quanto esso è unicamente una forma energetica come un'altra, ed un Aikidoka sa bene che esse possono risultare armoniche se ben indirizzate, quanto distruttive se vissute conflittualmente.
Spesse volte nei nostri Dojo ci siamo trovati a fare lezioni ordinarie o supplementari gratuite per coloro che "ne volessero di più", per il gusto stesso di allenarci maggiormente insieme: la cosa non è quasi mai stata capita e sfruttata dal 90% degli allievi, che forse pensa che ciò che è gratuito non debba avere valore.
La nostra società ci può avere condizionato a tal punto?
Sembra di si: quindi per ciò che è importante è forse bene pagare - il giusto, ma è bene farlo -.
Un Insegnante di Aikido per la legge italiana non ha figure professionali definite. Può gestire una A.S.D., che in teoria non serve a far guadagnare nessuno... ma se fa solo quello dalla mattina alla sera, dovrà pur mangiare...
Inoltre, se si dedica solo a quello, c'è una buona probabilità che possa essere molto più preparato di chi insegna quando capita e per puro hobby.
Non siamo contenti se qualcuno si prende il mal di pancia di saperne di più per poi poterci insegnare?
Nessuno di noi andrebbe volentieri da uno psicologo o un medico "hobbista", che ti offre consulti gratuiti o ad offerta libera.
Siamo abituati ad esigere e quindi pagare cara la competenza.
Per un Insegnante di Aikido dovrebbe essere differente?
Ci sono Paesi nei quali essi sono addirittura stipendiati dallo stato...
Quanto ci si impiega ad ottenere una laurea ed un'abilitazione professionale in termini di tempo, energia e soldi?
Un Insegnante di Aikido, in alcuni casi sempre meno rari, studia regolarmente per un paio di decenni, sottoponendosi a regolari formazioni in patria ed all'estero... ma ciò che fa dovrebbe essere sempre solo hobbismo per alcuni?
Ma abbiamo proprio un brutto rapporto con il denaro!!!
"Eh, ma poi se lo fai per campare... sappiamo tutte bene quali sono le logiche di mercato, prima o poi dovrai cedere a compromessi... e svendere la tua Arte..."
Evidente che chi dice ciò sente di essere così debole nei confronti del denaro da credere che l'uomo sia sempre il suo schiavo e mai il suo padrone!
Essere onesti noi crediamo che si possa (che si debba, in realtà!), anche a dimostrazione che le belle filosofie di cui parliamo sul tatami anno applicazione nella vita di ogni giorno, in cui il rapporto con il denaro NON può essere evitato... non nella nostra società almeno...
Essere onesti significa attribuire un valore anche economico alla pratica, sia quella che "acquistiamo" dagli altri (cioè che facciamo attraverso strutture ed insegnamenti altrui), sia quella che "vendiamo" (ossia scambiamo economicamente con gli allievi per onorare la nostra preparazione e poter continuare ad investire in futuro su di essa).
Ad esempio, il fatto che in Aikido ancora oggi le persone si sentano libere, fino all'ultimo momento, di partecipare o meno ad un seminario è uno dei segnali più lampanti che allievi ed insegnanti non hanno ancora affrontato e risolto il loro rapporto conflittuale con il denaro... e quindi tentino di estrometterlo dalla dimensione della pratica.
Provate ad andare ad un concerto di Vasco Rossi all'ultimo momento... se ci riuscite!
I biglietti si acquistano spesso solo in pre-vendita, sono sold-out nel giro di pochi giorni: chi vuole sentire quella musica deve avere le idee chiare sul fatto che poi CI SARA' sul serio all'appuntamento...
... altrimenti il biglietto sarà stato pagato ugualmente ma non sarà più utilizzabile!
Chi organizza un seminar di Aikido, deve provvedere al pagamento delle spese del Sensei, prenotare la sala per l'allenamento, pagarne gli affitti, prevedere ogni aspetto della logistica, e ciò cambia molto se ci si aspetta 10 o 100 partecipanti...
E se poi non viene nessuno?
Non importa, le spese andranno pagate ugualmente: ma i praticanti invitati (ed anche alcuni insegnanti) spesso non se ne curano.
Fanno facili promesse, poi si scusano per un sopraggiunto impegno familiare inderogabile, che non gli ha consentito di presenziare e contribuire quindi con le spese.
Un chiaro gesto di mancanza di rispetto verso se stessi, la propria parola, il proprio percorso e verso l'insegnante al quale avevamo promesso il proprio supporto!
Facciamo pagare PRIMA, e tutto come per magia tornerà a posto: ai nostri giorni la gente pensa bene a come utilizzare le proprie finanze, specie ora che non ce ne sono molte...
Penserà anche bene a non prendere altri impegni rispetto a quelli già pianificati, per non "perdere il biglietto" dell'Aikido.
Allora è il DENARO il problema o con quanta consapevolezza e decisione e rettitudine agiamo nei confronti degli altri?
Il denaro è uno strumento: a volte tremendo, ma anche utile se lo si utilizza con il giusto distacco.
Ci ricordiamo che parecchi anni fa avevamo organizzato un grande seminar internazionale a Torino: un Insegnante americano era stato invitato per la prima volta in Italia per venirlo a tenere.
Non vi furono numerose partecipazioni da parte di praticanti giunti da stili e Scuole diverse dalla nostra (a parte i soliti amici irriducibili che fanno il tifo per noi), ma notammo che negli spalti numerosi "forestieri" erano venuti ad osservare da fuori ciò che accadeva sul tatami.
"Bene", direte voi...
Erano praticanti, fors'anche Insegnanti, curiosi, che erano venuti a mettere "il naso" dentro, per vedere cosa accadeva, com'erano le atmosfere, quanti erano gli aderenti...
Si notò fin da subito una certa propensione critica da parte dei nostri numerosi osservatori: sapete quando uno osserva e poi fa spallucce al suo compare voyeurista, come a dire "ma guarda che strunzat stanno facendo"!
Ci rendemmo conto che la loro presenza era qualcosa di diverso da una semplice e genuina curiosità aperta: era piuttosto giudizio e critica pesante...
Non che dovessero apprezzare per forza... ma nemmeno il loro atteggiamento fu il massimo dell'educazione (leggi: "sei a casa di qualcuno, vai almeno fuori dalla porta a palarne male"!).
Ne discutemmo con il Sensei, scusandoci con lui per l'accaduto... ed egli ci rispose: "Si, lo so... anche a me è successo in passato una cosa simile, ma ora vi dico come evitarlo in futuro... Mettete nero su bianco sulla locandina che gli osservatori saranno i benvenuti, in seguito ad aver effettuato un'offerta libera (in denaro) al Dojo...".
Ci sembrò uno strano consiglio: "Come, pagare per veder fare Aikido?"
"Si, ci disse il Sensei: vedrete che solo chi è veramente interessato a ciò che fate avrà il coraggio di mettere la mano nel suo portafoglio, fors'anche per estrarre una monetino da 5 cent, e presentarsi... è un fattore psicologico".
Seguimmo il consiglio per gli anni a venire, e constatammo con l'esperienza quanto ciò fosse vero: nessuno "paga" (se può essere definito così fare anche solo un'offerta libera di pochi centesimi!) per venire solo a criticare... va a finire che quelli che vengono sono VERAMENTE interessati a stare li!
Del resto chi è interessato ad osservare, perché ritiene che ciò abbia un senso per lui non è destabilizzato economicamente dall'esborso di 1 euro (o quanto ritiene lui!)...
Un'ennesima dimostrazione del cattivo rapporto che talvolta le persone hanno non tanto con il denaro, ma con loro stesse e con i propri simili: i soldi sono solo in grado di far emergere questi squilibri.
A nostro dire allora l'Aikido non è da "de-economizzare", ma da responsabilizzare, esattamente come chi si rivolge ad un medico per una diagnosi o ad un'ingegnere per un progetto.
Ci sono ambiti in cui sbagliare "costa caro", perché i danni vanno a pesare sulle persone: regolare questo "scambio" con il denaro è esattamente cosa fa la società in tutti gli ambiti che reputa importanti, poi che le persone non lo abbiano capito o si interfaccino male con questa prassi ci sono...
... ma non è tanto questione di quanti soldi siano in ballo, ma del pessimo rapporto che è possibile avere con quella fonte di energia che ora chiamiamo "denaro".
L'Aikido non ha paura dell'energia altrui, anzi... insegna ad amministrarla, condividerla ed utilizzarla a mutuo beneficio delle persone coinvolte nell'azione comune: impariamo a fare altrettanto con il denaro e diminuiranno al volo gli Aiki-truffatori, gli Insegnanti improvvisati, gli allievi indisciplinati ed irrispettosi...
Se ce l'anno fatta musicisti, attori, pittori e persone veramente interessate ad essere autentiche, non dovremmo farcela noi Aikidoka?!
Dobbiamo per forza abbracciare la fazione dei ladroni o quella dei "gratuitisti"... o possiamo trovare li in mezzo un punto di equilibrio più intelligente?
Non eravamo noi che volevamo imparare dalle condizioni di squilibrio e di equilibrio?
... ed allora facciamoci sotto e non preoccupiamoci se ad attaccare o ad essere difesi sono i soldi!
Si chiama "truffa", e il problema è quello di pagare un servizio che non ha il corrispettivo valore reale, anche se non si è ancora consci di ciò.
Prima o poi chi vuole avrà di sicuro la possibilità di smascherare i propri Aiki-truffatori, trafficanti di tecniche e di gradi inconsistenti: l'esperienza personale e la tecnologia consentono di fare ciò meglio di un tempo!
Però è anche necessario spendere due parole per l'altra falange armata: i "gratuitomani".
Non crediamo che Morihei Ueshiba abbia ideato l'Aikido con il fine di fare soldi ed arricchirsi (e la storia lo insegna!)... ma pensiamo tuttavia che abbia un senso preciso che la gente paghi per poterlo praticare: ciò aiuta ad attribuire un valore (seppur venale) ad un qualcosa che si scopre essere importante proprio mentre lo si vive.
Non siamo d'accordo con il fatto che il denaro "sporchi" la nostra Arte, in quanto esso è unicamente una forma energetica come un'altra, ed un Aikidoka sa bene che esse possono risultare armoniche se ben indirizzate, quanto distruttive se vissute conflittualmente.
Spesse volte nei nostri Dojo ci siamo trovati a fare lezioni ordinarie o supplementari gratuite per coloro che "ne volessero di più", per il gusto stesso di allenarci maggiormente insieme: la cosa non è quasi mai stata capita e sfruttata dal 90% degli allievi, che forse pensa che ciò che è gratuito non debba avere valore.
La nostra società ci può avere condizionato a tal punto?
Sembra di si: quindi per ciò che è importante è forse bene pagare - il giusto, ma è bene farlo -.
Un Insegnante di Aikido per la legge italiana non ha figure professionali definite. Può gestire una A.S.D., che in teoria non serve a far guadagnare nessuno... ma se fa solo quello dalla mattina alla sera, dovrà pur mangiare...
Inoltre, se si dedica solo a quello, c'è una buona probabilità che possa essere molto più preparato di chi insegna quando capita e per puro hobby.
Non siamo contenti se qualcuno si prende il mal di pancia di saperne di più per poi poterci insegnare?
Nessuno di noi andrebbe volentieri da uno psicologo o un medico "hobbista", che ti offre consulti gratuiti o ad offerta libera.
Siamo abituati ad esigere e quindi pagare cara la competenza.
Per un Insegnante di Aikido dovrebbe essere differente?
Ci sono Paesi nei quali essi sono addirittura stipendiati dallo stato...
Quanto ci si impiega ad ottenere una laurea ed un'abilitazione professionale in termini di tempo, energia e soldi?
Un Insegnante di Aikido, in alcuni casi sempre meno rari, studia regolarmente per un paio di decenni, sottoponendosi a regolari formazioni in patria ed all'estero... ma ciò che fa dovrebbe essere sempre solo hobbismo per alcuni?
Ma abbiamo proprio un brutto rapporto con il denaro!!!
"Eh, ma poi se lo fai per campare... sappiamo tutte bene quali sono le logiche di mercato, prima o poi dovrai cedere a compromessi... e svendere la tua Arte..."
Evidente che chi dice ciò sente di essere così debole nei confronti del denaro da credere che l'uomo sia sempre il suo schiavo e mai il suo padrone!
Essere onesti noi crediamo che si possa (che si debba, in realtà!), anche a dimostrazione che le belle filosofie di cui parliamo sul tatami anno applicazione nella vita di ogni giorno, in cui il rapporto con il denaro NON può essere evitato... non nella nostra società almeno...
Essere onesti significa attribuire un valore anche economico alla pratica, sia quella che "acquistiamo" dagli altri (cioè che facciamo attraverso strutture ed insegnamenti altrui), sia quella che "vendiamo" (ossia scambiamo economicamente con gli allievi per onorare la nostra preparazione e poter continuare ad investire in futuro su di essa).
Ad esempio, il fatto che in Aikido ancora oggi le persone si sentano libere, fino all'ultimo momento, di partecipare o meno ad un seminario è uno dei segnali più lampanti che allievi ed insegnanti non hanno ancora affrontato e risolto il loro rapporto conflittuale con il denaro... e quindi tentino di estrometterlo dalla dimensione della pratica.
Provate ad andare ad un concerto di Vasco Rossi all'ultimo momento... se ci riuscite!
I biglietti si acquistano spesso solo in pre-vendita, sono sold-out nel giro di pochi giorni: chi vuole sentire quella musica deve avere le idee chiare sul fatto che poi CI SARA' sul serio all'appuntamento...
... altrimenti il biglietto sarà stato pagato ugualmente ma non sarà più utilizzabile!
Chi organizza un seminar di Aikido, deve provvedere al pagamento delle spese del Sensei, prenotare la sala per l'allenamento, pagarne gli affitti, prevedere ogni aspetto della logistica, e ciò cambia molto se ci si aspetta 10 o 100 partecipanti...
E se poi non viene nessuno?
Non importa, le spese andranno pagate ugualmente: ma i praticanti invitati (ed anche alcuni insegnanti) spesso non se ne curano.
Fanno facili promesse, poi si scusano per un sopraggiunto impegno familiare inderogabile, che non gli ha consentito di presenziare e contribuire quindi con le spese.
Un chiaro gesto di mancanza di rispetto verso se stessi, la propria parola, il proprio percorso e verso l'insegnante al quale avevamo promesso il proprio supporto!
Facciamo pagare PRIMA, e tutto come per magia tornerà a posto: ai nostri giorni la gente pensa bene a come utilizzare le proprie finanze, specie ora che non ce ne sono molte...
Penserà anche bene a non prendere altri impegni rispetto a quelli già pianificati, per non "perdere il biglietto" dell'Aikido.
Allora è il DENARO il problema o con quanta consapevolezza e decisione e rettitudine agiamo nei confronti degli altri?
Il denaro è uno strumento: a volte tremendo, ma anche utile se lo si utilizza con il giusto distacco.
Ci ricordiamo che parecchi anni fa avevamo organizzato un grande seminar internazionale a Torino: un Insegnante americano era stato invitato per la prima volta in Italia per venirlo a tenere.
Non vi furono numerose partecipazioni da parte di praticanti giunti da stili e Scuole diverse dalla nostra (a parte i soliti amici irriducibili che fanno il tifo per noi), ma notammo che negli spalti numerosi "forestieri" erano venuti ad osservare da fuori ciò che accadeva sul tatami.
"Bene", direte voi...
Erano praticanti, fors'anche Insegnanti, curiosi, che erano venuti a mettere "il naso" dentro, per vedere cosa accadeva, com'erano le atmosfere, quanti erano gli aderenti...
Si notò fin da subito una certa propensione critica da parte dei nostri numerosi osservatori: sapete quando uno osserva e poi fa spallucce al suo compare voyeurista, come a dire "ma guarda che strunzat stanno facendo"!
Ci rendemmo conto che la loro presenza era qualcosa di diverso da una semplice e genuina curiosità aperta: era piuttosto giudizio e critica pesante...
Non che dovessero apprezzare per forza... ma nemmeno il loro atteggiamento fu il massimo dell'educazione (leggi: "sei a casa di qualcuno, vai almeno fuori dalla porta a palarne male"!).
Ne discutemmo con il Sensei, scusandoci con lui per l'accaduto... ed egli ci rispose: "Si, lo so... anche a me è successo in passato una cosa simile, ma ora vi dico come evitarlo in futuro... Mettete nero su bianco sulla locandina che gli osservatori saranno i benvenuti, in seguito ad aver effettuato un'offerta libera (in denaro) al Dojo...".
Ci sembrò uno strano consiglio: "Come, pagare per veder fare Aikido?"
"Si, ci disse il Sensei: vedrete che solo chi è veramente interessato a ciò che fate avrà il coraggio di mettere la mano nel suo portafoglio, fors'anche per estrarre una monetino da 5 cent, e presentarsi... è un fattore psicologico".
Seguimmo il consiglio per gli anni a venire, e constatammo con l'esperienza quanto ciò fosse vero: nessuno "paga" (se può essere definito così fare anche solo un'offerta libera di pochi centesimi!) per venire solo a criticare... va a finire che quelli che vengono sono VERAMENTE interessati a stare li!
Del resto chi è interessato ad osservare, perché ritiene che ciò abbia un senso per lui non è destabilizzato economicamente dall'esborso di 1 euro (o quanto ritiene lui!)...
Un'ennesima dimostrazione del cattivo rapporto che talvolta le persone hanno non tanto con il denaro, ma con loro stesse e con i propri simili: i soldi sono solo in grado di far emergere questi squilibri.
A nostro dire allora l'Aikido non è da "de-economizzare", ma da responsabilizzare, esattamente come chi si rivolge ad un medico per una diagnosi o ad un'ingegnere per un progetto.
Ci sono ambiti in cui sbagliare "costa caro", perché i danni vanno a pesare sulle persone: regolare questo "scambio" con il denaro è esattamente cosa fa la società in tutti gli ambiti che reputa importanti, poi che le persone non lo abbiano capito o si interfaccino male con questa prassi ci sono...
... ma non è tanto questione di quanti soldi siano in ballo, ma del pessimo rapporto che è possibile avere con quella fonte di energia che ora chiamiamo "denaro".
L'Aikido non ha paura dell'energia altrui, anzi... insegna ad amministrarla, condividerla ed utilizzarla a mutuo beneficio delle persone coinvolte nell'azione comune: impariamo a fare altrettanto con il denaro e diminuiranno al volo gli Aiki-truffatori, gli Insegnanti improvvisati, gli allievi indisciplinati ed irrispettosi...
Se ce l'anno fatta musicisti, attori, pittori e persone veramente interessate ad essere autentiche, non dovremmo farcela noi Aikidoka?!
Dobbiamo per forza abbracciare la fazione dei ladroni o quella dei "gratuitisti"... o possiamo trovare li in mezzo un punto di equilibrio più intelligente?
Non eravamo noi che volevamo imparare dalle condizioni di squilibrio e di equilibrio?
... ed allora facciamoci sotto e non preoccupiamoci se ad attaccare o ad essere difesi sono i soldi!
2 commenti:
Come sempre, non posso che concordare.
Come fu detto a me eoni fa: "Ti piaccia o no, la gente confonde il prezzo col valore, e quello che regali per molti non vale nulla"
:-(
Io ritengo che, come altre cose, la vetità sia nel mezzo .
essere equi nella riflessione...se sei un professionista dell' aikido,cioè questo ti dà il pane, puoi in base alla tua bravura,fama,chiedere un equo balzello...se sei incapace sarai fallito in breve tempo, nessuno compra fumo....a parte...( licenza poetica ).
Se hai già una tua professione ma cnq dedichi il tuo tempo a pieno regime in questa arte, sei cmq meritevole...alla fine basta pagare le tasse e sei in regola....l‘onestà è nell' umiltà della persona...di soliti chi lucra, ne paga spesso le conseguenze.
poi io farei uba piccola scissione tra arte e disciplina.
l‘arte è più che altro un bene a disposizione di tutti...la disciplina è principalmente uno stato personale...
naturalmente io parlo sempre per me.
ciao ovo san
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