Parecchi anni fa, quando si comperava un computer...
... ci veniva consegnato completamente funzionante, ma "vuoto"!
Stava a noi installarci sopra innanzi tutto il Sistema Operativo di cui più avevamo bisogno, ed in conseguenza a ciò, anche tutti i programmi che in seguito avremmo utilizzato per rendere la macchina completamente funzionante.
Senza il Sistema Operativo, un computer non si accende neanche!
Ma oggi le cose non stanno più così, PURTROPPO!
Comperi un PC e sopra fa già capolino la "versione light" del sistema Microsoft di turno, che sarà sempre possibile rendere completa facendo on-line l'aggiornamento ad una cifra modica...
Ma chi gli ha chiesto niente a Microsoft, ci serve il PC, non i suoi programmi!
Non capita così solo ai nostri computers, ma in qualche misura, anche a noi stessi... inseriti in una società nella quale sempre più spesso sono già ben delineati stereotipi ai quali uniformarsi per non "sentirsi out", e poter interagire serenamente con il prossimo.
Certo, Microsoft dispone forse dei Sistemi Operativi e programmi più comunemente diffusi al mondo, ma è comunemente accettato come essi NON siano quelli che funzionano meglio, i più economici... o semplicemente quelli che fanno al caso nostro, giacché di esigenze possibili fortunatamente non ci sono solo quelle pensate dal nostro "beneamato " Bill Gates!
Analogamente accade con i comportamenti umani: non ci sono solo quelli etichettati come "giusti" o "sbagliati", in quanto certe idee preconcette sono anche funzione del luogo e della cultura in cui si vive. Alcune di queste norme aiutano a vivere meglio, altre ci sbarrano invece le porte a una quotidianità più serena, libera e soddisfacente.
Basta avere viaggiato un po' nella vita per accorgersene: ciò che a casa propria è comunemente ritenuto buono e saggio, potrebbe non essere considerato altrettanto all'altro capo del globo... e viceversa ovviamente!
E più si gira, più ci si rende conto di vivere solo in un sistema localmente coerente e non assoluto.
Ritornando ai nostri computers, ad esempio... esistono Sistemi Operativi free-ware, open source, ossia liberi ed implementabili da chiunque se ne intenda un minimo di informatica: quindi sia in questo caso, che in quello in cui il nostro computer sia infestato da programmi che si intralciano a vicenda non permettendoci di lavorare, una sola cosa ci resta da fare:
FORMATTARE L'HARD DISK!!!
Operazione vista con timore da chiunque utilizzi un computer nella quotidianità, ma spesso indispensabile ed alquanto "sana" a volte!
Ma cosa centra tutto ciò con l'Aikido e la sua pratica!?!
Ipotizziamo oggi che l'Aikido altro non sia che non una pratica di "formattazione" del nostro abituale "disco rigido", che spazza via con sé tutte quelle idee preconcette ritenute falsamente assolute, insegnandoci a gestire con più naturalità ed efficienza un sistema (non quello operativo, ma quello UMANO), nel quale giorno dopo giorno continui ostacoli, sia di tipo interno che esterno, si interpongono fra noi e la nostra realizzazione più piena.
Questa cosa ci risulta che accada, e spesso abbiamo constatato come la pratica costante dell'Aikido possa correggere quei "bug" di sistema che portiamo nel nostro vissuto quotidiano, e funga da eccellente "antivirus" di una rete di rapporti sociali solitamente più inquinata di problematiche di quanto desidereremmo.
Vediamo alcuni esempi... di "dico rigido" che diventa "DISCO MORBIDO"!
E' comunemente ritenuto che se qualcuno attacca, ci si debba difendere: una delle domande più frequenti di chi si interessa ai corsi è: "ma l'Aikido è un'Arte di difesa?".
"No Signora... qui le insegneremo a diventare un killer e ad uscire per le strade a fare manbassa di pericolosi criminali!".
Se c'è l'esigenza di porre simili domande, evidentemente nello stereotipo collettivo è forte la dualità "attacco/difesa"... collegata direttamente a "cattivo/buono"... ed uno si interessa al corso per sentirsi ad honorem fra la schiera dei buoni, naturalmente... quelli che al massimo imparano a difendersi... ma non attaccherebbero mai!
Ci risulta falsa questa modalità di interpretare la realtà dei fatti, e basta avere mediamente studiato la vita del Fondatore per sentirci in buona compagnia!
L'Aikido non si occupoa di REagire ad un attacco, quanto ad un'azione SIMULTANEA ad esso, talvolta finalizzata a disperdere l'energia in arrivo, in altri casi pensata a sedare l'attacco ancora prima che esso abbia il tempo di manifestarsi.
E' la grande differenza che è nota fra le tecniche "go no sen" e quelle "sen no sen"... ma l'azione è in entrambi i casi SIMULTANEA, non successiva all'attacco!
Allora non c'è un prima "attaccante" che ci minaccia, quindi una sirena di allarme che squilla in noi, poi la preparazione di una risposta congrua... e dopo la sua applicazione diretta in RISPOSTA all'attacco.
C'è solo un sistema "attaccante + attaccato" che cerca di muoversi nel modo più coerente possibile perché nessuno si faccia male, pur cercando una risoluzione efficace del conflitto.
E' un sistema che parte duale e finisce per essere unitario: si parte in coppia e ad un certo punto ci si trasforma in una "monade d'azione"!
Allora praticando "riprogrammiamo" la nostra sensazione di dovere imparare a DIFENDERCI, comprendendo che più insistessimo su questo paradigma, più in realtà indicheremmo ai nostri eventuali avversari DOVE colpire!
Non c'è' proprio nulla da COLPIRE se noi ed il nostro attaccante diventiamo UNO... a meno che egli non gradisca prendersi a calci da solo!
Altro argomento: le cadute...
Perché la gente fa fatica ad imparare a cadere?
Avete mai visto un bambino piccolo intimorito dal finire con il sedere a terrà?
Quando nasciamo il nostro hard disk è libero da porcheria sovrascritta, così che le risorse naturali che possediamo ci consentono di trovare sempre la strada migliore e meno dolorosa per andare a terra...
Ma quando cresciamo questa cosa cambia, eccome se cambia!
Provate un po' voi a buttarvi a terra come quando eravate piccoli, ora che non riuscite nemmeno più a chinarvi senza sentire strani scricchiolii!
Poi il terreno è duro, è sporco... "SE UNO CADE SI FA MALE"... "E' MEGLIO NON PERDERE L'EQUILIBRIO"...
Non diciamo si tratti di sciocchezze, ma sicuramente di queste informazioni vengono "sovrastritte" dalla società, e supportate dalle nostre paure più nascoste.
Sta di fatto che un bambino NON SI PONE proprio il problema di mantenere l'equilibrio, così non fa resistenza nel perderlo e cade in modo naturale: negli adulti questo processo non è altrettanto immediato, poiché ci sono delle resistenze a sbilanciarsi... ci sono aspettative nel riuscire a non farlo... a CONTROILLARE SEMPRE la situazione...
... così in quelle rare volte in cui non ci risulta possibile mantenerci dritti, FRANIAMO a terra facendoci malissimo.
Se fossimo però onesti dovremmo però ammettere che noi NON VOLEVAMO cadere, ed abbiamo fatto di tutto per impedirlo, pur non riuscendoci.
L'Aikido aiuta ad allentare questa continua esigenza di mantenere l'equilibrio, facendo apprezzare la capacità di perderlo e ritrovarlo sempre più rapidamente e senza alcun danno.
E' una pratica di accettazione che ancora una volta "riscrive" le informazioni che possediamo in materia, poiché non mira tanto all'infalliblità, quanto a sviluppare una buona attitudine all'accettazione in caso di fallimento, di "caduta".
"La vertigine non è paura di cadere... ma voglia di volare..." recita una celebre canzone, e con la pratica dell'Aikido possiamo constatare quanto ciò sia vero!
Sempre che... sempre che... si accetti di "lasciare andare" un modello stereotipato di guardare il mondo e si sia disposti a cambiare punto di vista sulla realtà...
Continuando con gli esempi:...
... con la pratica impariamo ad avvicinarci alla fonte di pericolo, anziché fuggirne: ogni praticante sa che il luogo più sicuro è quello immediatamente a contatto con il centro dell'aggressore, poiché è con la sua periferia che esso ci vorrebbe colpire!
Nel randori, ad un certo livello, si comprende come più avversari ci sono, più è facile per noi controllare il gruppo... poiché tenderanno ad ostacolarsi involontariamente fa loro.
Nella realtà comune però più comunemente preferiremmo essere attaccati da due persone e non da quattro!
Questo continuerà ad essere una verità oggettiva fino a quando non ci accadrà come a Neo, quando si rende conto di avere il potere di modificare Matrix nel quale si trova, cambiando il suo livello di consapevolezza.
Gli esempi del genere "riprogrammazione" si potrebbero moltiplicare a centinaia se si conosce un minimo la materia di cui parliamo.
Ci iscriviamo ad un corso di Arti Marziali solitamente perché percepiamo che avremmo problemi maggiori a non farlo (senso di insicurezza, scarsa autostima... se volessimo solo mantenerci informa è facile che ci si darebbe più al Fitness!).
Molte Arti sono ancora plafonate e costruite interamente siu stereotipi comuni, diventano solo strumenti preferenziali... tecnici diremmo... per far valere la nostra volontà sugli altri.
Ci risulta che all'Aikido di O' Sensei questo non interessasse invece più di tanto: si è inventato infatti una pratica trsformativa innanzi tutto della consapevolezza... e lo ha fatto nel modo più saggio ed infallibile che si potesse...
... utilizzando la propria fisicità!
Alla mente si può "mentire", così come le emozioni possono essere aggirate, seppellite o manipolate... ma al corpo non si mente facilmente!
Tutto ciò che si è in grado di realizzare nel fisico è "vero"... "reale", poiché è sostenuto da leggi non dipendenti dalla nostra piccola volontà, quindi è nell'aspetto fisico che ci viene chiesto di studiare e comprendere i principi dell'inganno con cui il "Bill Gates" di turno ci ha raggirato, offrendoci per oggettivo il SUO modello di realtà.
Cerchiamo il NOSTRO e facciamolo da soli o in compagnia di chi ha deciso di seguire un analogo processo: questo crediamo più verosimilmente sia ciò che accade in un Dojo...
Questo è l'augurio che per i prossimi anni facciamo innanzi tutto a noi stessi, oltre che a ciascuno di voi.
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