lunedì 27 febbraio 2012

L'insegnamento condiviso ed il tramonto di una storica tendenza

Riflettiamo quest'oggi insieme su una dinamica abbastanza nuova del mondo dell'Aikido, relativa alle sue modalità di essere insegnato.

Ci riferiamo al notevole aumento del numero dei seminari contemporaneamente condotti da più Insegnanti.

Ci ricordiamo che sin dagli inizi degli anni '90, questa modalità era già stata utilizzata... tuttavia sta emergendo attualmente qualcosa di diverso ed inedito, che vale la pena di analizzare più in profondità.

Quando è stato creato e consolidato l'Aikido, l'Insegnate... il Maestro era uno solo, e si chiamava Morihei Ueshiba.

Numerosi Insegnanti della prima generazione vennero formati direttamente da questi ed anche grazie a loro contributo diretto l'Aikido fu fatto conoscere ed esportato ai quattro angoli del globo.

Attualmente non sono più molti i Maestri in attività che possono vantare di essere stati allievi diretti del Fondatore: per la verità ci siamo noi stessi più volte meravigliati di quante persone abbiano messo a curriculum il fatto di essere stato "l'ultimo allievo"... oppure "l'ultimo uchideshi" che ha studiato sotto la diretta supervisione di O' Sensei...!

Se si tenesse in considerazione questa lista, si potrebbe desumere che il Dojo di Iwama fosse piuttosto frequentato intorno al 1969... cosa che storicamente risulta del tutto falsa.

Comunque sia avvenuto, questa "prima generazione" di Maestri ha formato una notevolmente molto più ampia "seconda generazione" di Insegnanti, che risultano essere coloro che attualmente detengono posizioni di rilevanza in ogni organizzazione Aikidoistica nazionale o internazionale.

Man mano però che l'Aikido si espande e quindi viene praticato da un maggior numero di persone, nuovi Insegnanti spuntano alla ribalta, in numero ben maggiore di un tempo.

Al termine dello scorso secolo quindi le fonti dalle quali attingere un buon insegnamento erano limitate in numero e vantavano un enorme bagaglio di esperienza personale, mentre attualmente abbondano maggiormente e sono costituite perlopiù da Maestri giovani, che hanno relativamente meno esperienza, benché abbiano già dedicato spesso diverse decine di anni della loro vita all'apprendimento dell'Aikido.

Un tempo si era molto più severi anche rispetto al grado che consentisse ad un allievo di aprirsi all'esperienza dell'insegnamento: 3º dan era il grado minimo per insegnare... mentre attualmente molti corsi vengono regolarmente tenuti da 1º o 2º dan, o addirittura da 1º kyu che hanno ottenuto una particolare licenza di insegnare.

La tendenza era sicuramente quella di rivolgersi a "grandi Maestri" perché potesse essere fatta la differenza in materia di tecnica e soprattutto di esperienza sul tatami.

Quest'oggi, si diceva, sempre più spesso constatiamo come questo fenomeno stia lentamente cambiando.

Di frequente, Insegnanti amici fra loro innanzi tutto a livello personale, amano organizzare eventi condivisi con gli allievi dei loro Dojo per praticare insieme.

Spesso questi eventi hanno un carattere nomade, cioè cambino a turno la location nella quale gli stage vengono tenuti, come se ci si scambiasse in qualche modo una "visita di cortesia": "una volta ospito io, la prossima volta ospiti tu".

Noi siamo stati numerose volte coinvolti in eventi di questo genere e rispetto ai seminari più altisonanti in termine di "pedigree" del Maestro che insegna, abbiamo notato esserci un'atmosfera differente.

Un qualche cosa di complementare, forse, all'insegnamento "che viene dall'alto", cioè da una fonte che la maggior parte degli allievi considera notevolmente distante da sé.

La pratica delle Arti Marziali tradizionali, com'è noto, è tutt'altro che democratica... specie quando si è su un tatami... e quando un Maestro richiede ai presenti di porre attenzione su un aspetto piuttosto che su un altro.


"Non ci sono problemi... Tu mi dici cosa devo fare... ed io lo faccio"
[Pino La Lavatrice Sensei]




E' però possibile lavorare sotto la diretta osservazione di uno o più Insegnanti offrendo il massimo impegno, senza che nessuno punti il fucile addosso, o intimorisca dall'alto delle sue competenze?


Sembra di si, poiché questi eventi organizzati da Senpai raccolgono un tipo di pubblico molto più interessato alla condivisione di esperienze, piuttosto che all'indottrinamento senza possibilità di repliche.

Non quindi che l'Aikido stia divenendo una pratica meno piramidale... ma il fatto che al vertice ci siano più persone, che si mostrano in palese accordo fra loro e si supportino a vicenda pare essere utile ai giovani partecipanti.

Un tempo infatti, gli stage condivisi fra più Insegnanti sembravano forse "stage diversi, incastonati in uno solo". Ogni Maestro teneva in qualche modo a sottolineare come il suo momento di docenza fosse "il migliore", e quindi intendeva distinguersi dagli altri colleghi-Insegnanti, piuttosto che coordinarsi realmente con essi per la buona riuscita dell'evento nel suo complesso.



Difficile così costruire lezioni che fossero accomunate per un aspetto tecnico, un principio o un tema portante comune: se deve essere una gara, l'unica cosa che conta non può che essere la competizione... o comunque la possibilità di distinguere "cosa è buono da ciò che non lo è".

Ancora adesso è possibile talvolta assistere a simili dinamiche fra diversi Maestri che condividono il tatami, ma il processo pare fortunatamente sempre più stemperarsi.

Frutto di complessi di inferiorità irrisolti o di necessità di tagliare la testa al prossimo per apparire più alti (citando una frase che Rino Bonanno Sensei ha commentato con efficacia qualche tempo fa sulla nostra pagina FB)?

Non lo sappiamo e non ce ne curiamo in questa sede, perché fortunatamente, come si diceva, le cose sembra stiano cambiando...

Che gli Aikidoka che insegnano stiano imparando realmente a convivere e condividere?!?

Si... perché gli allievi saranno giovani di Aikido, ma non sono fessi: quando si parla loro di armonia e di principi etici, sono abilissimi a percepire se l'Equipe docente è realmente in grado di vivere in primis i principi che cerca di insegnare... o se si tratta più che altro di un gruppo di individui il cui risultato finale risulta  essere qualcosa di meno che la somma delle parti, anziché produrre un valore aggiunto.

Così "giovani Sensei" iniziano a lavorare insieme - non solo sul territorio nazionale, è un fenomeno alquanto trasversale nel mondo dell'Aikido - ed a dare il "buon esempio dal basso", mostrando in concreto che cooperare per un fine comune è possibile e costruttivo.

Ciascuno deve curare bene il raccordo con il lavoro dei colleghi, oltre che il proprio intervento, imparando a sottolineare durante le lezioni più ciò che unisce, che ciò che divide.

Il supporto vicendevole è fondamentale nelle Jam Session, poiché bisogna essere realmente in armonia per "non stonare" e passarsi la palla nel momento e modo migliore!

Sovente questo "nuovo tipo di seminari" prevede anche un momento di scambio autentico con gli allievi partecipanti, nel quale è possibile esprimere le proprie sensazioni, dubbi e difficoltà.

Nuovamente per fare ciò si usa una geometria inedita: ci si mette in cerchio, in modo da contare tutti allo stesso modo, da essere equidistanti da un centro comune, che fa da fulcro al movimento che insieme si è creato: l'Aikido.

Non temano i Sensei tradizionalisti: se c'è stata realmente cooperazione fra Insegnanti, fra Maestro ed allievo... il rispetto non verrà a mancare anche in questo genere di scambio "alla pari".

Le Arti Marziali prevedono infatti che ci sia una persona che sta in piedi dinnanzi ad una schiera di persone in seiza: le posture sono importanti... l'Insegnante si "erge" dinnanzi agli allievi, in rispetto del protocollo piramidale che recita: "io do, tu prendi".

Questo è sicuramente funzionale e non crediamo verrà abbandonata come metodica, ma spesse volte ci siamo resi conto di quanto - da parte degli Insegnanti - sia interessante stare ad ascoltare i rimandi di allievi che hanno molta meno esperienza di noi: più o meno volontariamente, come sono bravi a trovare i nostri "scricchiolii" più nascosti!

Quindi spazi e tempi nei quali più Insegnanti testimoniano di riuscire a vivere i principi dell'Aikido innanzi tutto fra loro, e dinnanzi ad una platea di allievi... che ha quindi ancora più opportunità per incuriosirsi di differenti prospettive e metodiche inerenti all'Arte praticata...

... e che al contempo riescono a far crescere a loro volta i Maestri stessi, grazie ai loro contributi personali liberi e schietti.

Probabilmente l'epoca dell'Insegnante "mostro sacro" sta pian piano volgendo al termine, ma mano che ci allontaniamo dalla scomparsa del Fondatore, ma l'Aikido pare essere qualcosa di vivo, e quindi in continua evoluzione.

Sembra stia emergendo nelle nuove generazioni una diversa modalità di incontrarsi per fare scambi fruttuosi, in modo tale che risulti sempre più facile correggersi vicendevolmente ed imparare dall'unione di esperienze differenti.

Insegnare è da sempre una grande responsabilità, poiché è molto facile passare inavvertitamente al prossimo anche i propri punti di impreparazione e di errore: sembra oggi si stia coniando però un nuovo modo di intendere questo processo... qualcosa di costruttivo e qualitativo, che vale la pena di sperimentare direttamente sul campo.



PS: le locandine mostrate sono inerenti a seminari co-condotti che ci riguardano o abbiamo trovato in rete. Non hanno in sé la volontà di fare pubblicità a nessuna scuola specifica a discapito di un'altra, ma solo di testimoniare la tendenza che abbiamo esaminato all'interno di questo Post.

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