lunedì 13 febbraio 2012

Le viscere del conflitto e la risposta dell'Aikido

Ad una settimana esatta dal termine del 6º seminario internazionale di Aikido tenuto da Patrick Cassidy Sensei in Italia, presso il nostro Dojo, volentieri torniamo su uno dei temi portanti che hanno caratterizzato gli allenamenti ed i discorsi scambiati nei momenti conviviali al di fuori del tatami.

Abbiamo cercato di analizzare a fondo i principi stessi che sottostanno alla nascita di un conflitto ed al rapporto in cui tutto ciò può o meno riguardare la pratica dell'Aikido.

Il risultato evidente di questa ricerca ha portato a sottolineare come all'EGO umano sia necessario lavorare in "opposizione", a qualcuno o a qualcosa... anzi, come esso non possa nemmeno definirsi al di là di questo parametro legato "al freno", alla "resistenza", "all'andare contro".

Abbiamo tradotto per voi alcuni brevi discorsi a tema che Patrick Sensei ha pubblicato recentemente in occasione del suo annuale seminario di Aikido sul Mar Morto, co-diretto con l'amico comune Miles Kessler Sensei. Di quest'ultimo è infatti la voce fuori campo nei video seguenti.



Patrick Cassidy: "l'Ego ha bisogno di avere un nemico, non può esistere senza di esso.
E 'divertente vederne il funzionamento ... persino come noi ci comportiamo presso la cassa di un supermercato, quando qualcuno di fronte a noi... o qualcuno non si muove abbastanza velocemente... tanto da diventare un nemico in un millisecondo; e poi si è soddisfatti, perché si ha qualcuno con il quale opporsi, e ci si sente definiti dalla persona alla quale ci opponiamo.


Miles Kessler:"L'ego esiste in opposizione".


P.C.: "Non può accettare l'idea di non esistere in opposizione: in un certo senso abbiamo un opposizione, l'opposizione è l'equivoco (stesso).
L'equivoco è fondamentalmente ciò che ci limita dal poter essere ciò che che realmente siamo.


Quindi, per quanto riguarda la presa di posizione per affrontare qualsiasi cosa: io suggerisco di prendere una posizione e affrontare questo malinteso e non dividere se stessi in compartimenti stagni, separando e ponendo una parte contro l'altra parte ... facendo esternamente la stessa cosa con gruppi diversi (di persone), o internamente...


...quando prendiamo una parte del nostro Aiki e la opponiamo ad un'altra parte del nostro Aiki ... in questo senso si finisce per fare la stessa cosa al nostro paesaggio interno rispetto a ciò che avviene all'esterno.


Ed è qui che trovo straordinarie le doti dell'Aikido: possiamo abbracciare quella prospettiva (di unità) ed abbiamo la tecnologia potenziale, l'intelligenza potenziale di cambiare e di allineare tutte le differenti parti del nostro Aiki in una direzione unitaria e permettere alle energie di essere onorate (tutte).
Sono tutte differenti: l'energia mentale... la mente, il cuore, le energie del corpo ... tutte le energie diverse vanno fondamentalmente in una (unica) direzione, e questa direzione è l'evoluzione".


M.K.: "E c'è una cosa rispetto a quanto detto prima su come l'EGO esiste in opposizione ... rispetto a come le proprie frontiere vengono definite specchiandosi in questa opposizione... Ciò fornisce un senso di sicurezza, ma un falso senso di sicurezza".


P.C.: "Ciò (infatti) realizza l'equivoco".

Se quanto affermato corrisponde a verità, e realmente l'EGO umano deve esistere in funzione a quanto viene proiettato in opposizione sul prossimo, allora gli onesti vengono definiti dall'assenza di volontà di truffa... ed i buoni da coloro che si distinguono dai cattivi.

Et voilà, abbiamo creato la necessità di conflitto: "distinguersi" da coloro che "non vanno bene" diventa fondamentale per poter affermare di "andare bene"... se è necessario prendere maggiore distanza ancora per sottolineare il distinguo che separa, potremmo opporci ai nostri "opposti"... ed anche fare loro la guerra.

Le Crociate, in fondo, non sono state altro che le guerre "sante" in nome della suprema verità: il fatto che poi siano state fonte di sofferenza e morte a quel tempo pareva forse trascurabile, rispetto alla necessità che essa venisse affermata senza ombra di dubbio!

Ne segue che il conflitto, ed i esso qualsiasi tipologia di attacco, non sono altro che una sorta di "fraintendimento di fondo"...





Patrick Cassidy: "Mentre eravamo seduti nella chiesa del Santo Sepolcro, e per partecipare alla funzione con i Francescani, che è stata stupenda ... durante la cerimonia è emerso un pensiero in merito a ciò che un attacco è in realtà... ed è emerso molto chiaramente: un attacco è un'azione basata su un fraintendimento e l'Aikido è una strada per chiarire questo malinteso.



Questo malinteso è che siamo l'uno contro l'altro. Che siamo separati.
Che in qualche modo "tu" costituisci una minaccia per chi sono "io".


Il chiarimento è che no... non rappresentano una minaccia (vicendevole).
Che chi sono"io" è in collegamento con "te" e che non ho bisogno di distruggere te per affermare chi sono io.
E questo è il chiarimento.


... E l'Aikido lo rende evidente nel migliore dei modi".


Miles Kessler: "E una applicazione tecnica dell'Aikido non necessariamente chiarisce questo malinteso?"


P.C.: "Una tecnica senza questa chiarificazione può essere ... è solo una tecnica. Ma una tecnica che proviene da questa comprensione è stupenda, stupenda...".

Se riusciamo quindi a comprendere che attaccare significa non riconoscere la verità di fondo che siamo tutti inter-dipendenti, e che non solo NON ci definiamo l'uno in opposizione dell'altro, ma l'uno GRAZIE all'altro... in un universo nel quale le differenze sono una forma di ricchezza da onorare, perché costituiscono parte integrante di una realtà armonica...

... potremmo iniziare a non rispondere all'aggressività con altrettanta aggressività, con lo scopo di ristabilire quell'ordine naturale che ci vede connessi più di quanto non si appare separati.

Potremmo allora utilizzare l'Aikido come plusvalore per evidenziare questa realtà: esso tuttavia deriva da tecniche marziali molto antiche e potenti, che non prevedevano necessariamente questo "fine etico" quando sono state create.

Ne segue che se pratichiamo con questi ideali nella mente e nel cuore, anche il nostro corpo si muoverà all'unisono con essi, e le nostre tecniche potranno esserne il veicolo manifesto a noi stessi ed al prossimo.

In caso contrario, ogni movimento, per quanto preciso o studiato in dettaglio, non sarà altro che "una fredda tecnica"... che probabilmente potrà essere interpretata nuovamente come occasione per dividere il buono ("chi è attaccato"), dal cattivo ("colui che attacca").

In questo senso, l'Aikido non solo non compierà la sua funzione più nobile ed alta, ma diventerà l'ennesima fonte di separazione e ghettizzazione.

Ci sono altisonanti Sensei che girano l'Italia ed il mondo intero pontificando di come una tecnica può divenire occasione "esoterica" di "redenzione" per l'attaccante, ma riteniamo ciò veramente pericoloso, perché fa perdere il punto focale su ciò che è realmente importante. Questo modo di intendere divide nuovamente i "buoni" dai "cattivi".

Noi ed O' Sensei siamo concordi nell'affermare che in Aikido non ci sia proprio nulla di esoterico, anzi... che chi di ciò un'occasione di insegnamento e vanto, non stia facendo altro che operazione di bancherella al mercato. Non si può dare, tanto meno vendere ciò che non c'è!

"Impara e senti. Il ritmo dell’attacco, entra e taglia: dell’Aikido i segreti giacciono in superficie".
[Doka 75 - Morihei Ueshiba, O' Sensei]

Non siamo qui per salvare il mondo con la pratica, ma per comprendere attraverso di essa come esso è costituito... quindi se abbiamo voglia di vedere meno violenza nella società, possiamo iniziare a sciogliere ed alchimizzare quella contenuta dentro noi stessi.

"Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo"
[Mahatma Gandhi]

Le alchimie sugli altri, sono "magie" che non ci interessano, perché ci risultano solo l'ennesimo modo per separare ed acquistare potere e controllo!
Molto più interessante è comprendere come il conflitto nasce quotidianamente in noi, in modo da poterlo trasformare in qualcosa di utile e costruttivo per noi e per chi ci vive accanto.


... e se è di "fraintendimento di fondo" che si tratta, sarà bene chiarirlo... e saremo onorati di poterlo fare attraverso l'Aikido!

Con il cuore ringraziamo Cassidy Sensei per questo ennesimo nuovo momento di pratica e condivisione, che al di là dei tecnicismi, porta al solito una ventata di aria pulita e sana sulla quale riflettere, in tema di principi e prospettive dell'Arte che da molti anni amiamo e pratichiamo.

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