domenica 23 gennaio 2011

Koshukai, stages, raduni... fare Aikido insieme - 3


Eccoci per il terzo appuntamento riguardante le riflessioni su koshukai, stages e raduni di Aikido, ossia il modo più semplice e diffuso di praticare insieme su larga scala.

Negli articoli precedenti, che troverete ai seguenti link (1 & 2) avevamo già avuto modo di evidenziare alcune tendenze tipiche di questo genere di attività collettive, utilizzate pressoché da tutte le diverse scuole di Aikido, sia sul territorio nazionale, che nel resto del globo...

... erano emerse enormi potenzialità nella loro frequenza, date dalle possibilità di confronto personale diretto con gli altri Aikidoka, così come alcune piccole ombre sulle dinamiche che tenderebbero a chiudere la frequentabilità ad un particolare target di persone, ad esempio solo a quelle appartenenti al "proprio giro", ad alcuni Dojo, a quelli che fanno riferimento a quel particolare Maestro... e via dicendo.

Ora affrontiamo alcuni altri aspetti, a nostro avviso ugualmente importanti.

Il primo: i seminari di Aikido sono anche lo strumento per dare maggiore visibilità alla pratica di quest'Arte, e molto spesso costituiscono anche una della principali fonti di entrata economica per il sostentamento dei suoi progetti di sviluppo e diffusione.

Partecipare ai seminari di Aikido, quindi, è anche un ottimo mezzo per agevolare nuova pratica e dare maggiore consapevolezza sul territorio rispetto ad un'attività famosa nel mondo, ma spesso semi-sconosciuta nelle nostre città.

Nella mentalità comune le Arti Marziali sono un po' tutte la stessa cosa: Karaté (con l'immancabile accento sulla "e"!), Kung Fu, Aikido... sono quelle cose cinesi, vero?

Non è vero: non dichiariamo che l'una sia migliore o peggiore dell'altra, ma che certamente non sono tutte la stessa cosa (ed in questo caso nemmeno una "cosa" cinese!).
Ma il compito di portare cultura in merito spetta anche agli Aikidoka stessi...

Promuovendo attività collettive sul territorio è maggiormente possibile costituire poli di attrazione dell'interesse, quindi non conviene sottovalutare anche questo positivo aspetto del ritrovarsi tutti insieme ciclicamente sul tatami in occasione di qualche raduno!

I media possono essere più facilmente coinvolgibili in eventi "straordinari", che in attività ordinaria chiuse dentro le mura del proprio Dojo...

Koshukai, stages e raduni possono quindi essere considerati veri e propri "polmoni dell'Aikido", attraverso i quali la nostra Arte scambia con l'esterno, prende respiro e quindi vita.

Parteciparvi è sinonimo di contribuire attivamente ed in modo personale a questo fondamentale processo.

Secondo: adesso siamo tanti a praticare Aikido, quindi si stanno creando situazioni e dinamiche nuove, che prima non sembravano esistere quando c'erano solo sparuti gruppi di praticanti qua e là...

In Italia non è facile quantificare il numero reale di praticanti e orami il nostro ultimo Aiki-Censimento è datato... però pare che almeno 10.000 persone possano essere attualmente coinvolte sui tatami del Bel Paese a praticare Aikido.

Quindi sono fortunatamente proliferate molte Scuole differenti e molti raduni organizzati dai diversi Enti che patrocinano la pratica.

La Aiki-biodiversità sarà per noi sempre un valore e mai un problema, ma sicuramente alcuni intoppi e disagi possono scaturire dal fatto che questa Aiki-comunità non è di fatto normata in alcun modo.

Questo è un elemento molto importante da comprendere perché lo stare insieme, il condividere un territorio, quand'anche con attività parallele, esige necessariamente la normazione di una condotta vicendevole etica e sana.

Chi ha voglia di fare tutto quello che desidera, senza alcuna restrizione, sicuramente abiterà in una baita di montagna, ma non può fare altrettanto chi sta in un condominio!

Spesso quindi ora gli Enti si fanno una concorrenza non sempre qualitativa, cercando di rubarsi allegramente adepti (manco fossero sette religiose!), occasioni di pratica... proprio come quelle dei raduni e stages...

E le norme, in qualche modo, limitano la propria libertà a favore della possibilità che ci siano altri (Aikidoka, in questo caso) che coesistono e operano tranquillamente al nostro fianco.

Un tempo non erano utili, né fondamentali, ma con l'espansione e l'evoluzione della pratica sta divenendo cruciale diventare sensibili anche a questo tema.
Anche perché pare veramente brutto affermare di praticare l'Arte della Pace e poi dichiarare guerra ad alcuni compagni dello stesso viaggio che procedono accanto!!!

Eppure non avete idea di quanto frequentemente accada, ricevendo molte segnalazioni di eventi sul territorio nazionale, di constatare come questi siano organizzati in assoluta indipendenza gli uni dagli altri, senza cioè la benché minima attenzione a distribuirli equamente sul territorio e nel tempo.

Ci sono week-end nei quali si organizzano 3 seminari di Aikido concomitanti nella stessa città, oppure a distanze veramente troppo strette gli uni dagli altri.

Oppure periodi eccessivamente carichi di eventi ed altri nei quali non accade nulla.

Ogni Associazione, Federazione, Ente organizza i propri eventi come se esistesse solo quella realtà, aprendo di fatto la frequenza a chi proviene da altrove, ma che la settimana precedente o la successiva era già stato invitato (magari anche più che spontaneamente!) a presenziare al raduno della propria scuola.

Ora, appurato che non è al momento per tutti possibile bilocarsi, o comunque avere soldi, energie e tempo per partecipare agli eventi giudicati interessanti, si impone ovviamente ai praticanti spesso di fare delle scelte.

Non crediamo che in ciò ci sia nulla di sbagliato, ma ci rammarichiamo di come a volte ciò capiti per disattenzione reciproca delle varie scuole, quando non addirittura per dolo...

Diciamo che questa è una grande riprova di come il mondo nostrano dell'Aikido possa di certo ancora evolvere notevolmente in termini di collaborazione reciproca e dialogo fra Enti patrocinanti.

Stilare un database in cui dividere il tempo e i luoghi disponibili per organizzare uno stage permetterebbe di suddividere con coerenza gli eventi più importanti, sia geograficamente che nel calendario comune.

L'Italia del Sud, ad esempio, fa più fatica a veder costantemente transitare grandi nomi legati al mondo dell'Aikido... mentre al Nord questo avviene con più regolarità.

Un evento internazionale importante dovrebbe forse essere realizzato in un'area di facile accesso a tutte le provenienze, così come potrebbe occupare un momento dell'anno nel quale non si oberino i praticanti di altri micro-eventi a cui partecipare...

Per fare questo però bisogna avere il coraggio di sedersi tutti quanti a tavolino (anche con i propri acerrimi Aiki-nemici) usare la testa, ed avere equlibrio tra le richieste che si fanno alla comunità rispetto alla disponibilità che le si offre.

Una carta vincente è sicuramente quella di ritagliarsi delle ciclicità ripetibili, in modo tale che ogni Scuola sappia che nel tal periodo dell'anno, in quella precisa località, avviene un evento ormai già radicato negli usi dei praticanti di quella zona o stile.
Così per esempio avviene da molti anni per gli Stage del Maestro Tissier a Torino, Genova e Napoli, o per le settimane di seminario di Tada Sensei a La Spezia...

Organizzare seminari non curando l'effettiva accessibilità agli stessi da parte di chi non appartiene al proprio più o meno ristretto "giro" e non favorendo la partecipazione dei propri allievi a quelli degli altri è un chiaro segno di aver compreso piuttosto poco le filosofie della disciplina che tanto spesso si sentono echeggiare nei sacri testi dedicati all'Aikido.

Dividere le forze, anziché farle cooperare per fini costruttivi comuni è semplicemente illogico, ma il contrario vuole dire aver sviluppato una capacità relazionale e critica che al momento non è ancora davvero da tutti.

Un tempo ci eravamo posti la stessa domanda nell'organizzare i nostri seminari ed eventi e avevamo girato i nostri dubbi ai nostri stessi Referenti nazionali ed internazionali: la risposta era stata unanime...

"lasciate perdere la cooperazione... la fuori è una giungla... e il più forte mangia il più debole!"

Abbiamo deciso di non uniformarci però a questa posizione svalutativa e cerchiamo compagni in grado di sostenere lo sforzo di non fare più "quello che si vuole" con lo scopo di "fare meglio" quello che facciamo.

Il Web è un ottimo mezzo per veicolare questa richiesta e per informare sulle ragioni che ci spingono a farla.

Terminiamo con un ulteriore invito a partecipare il più possibile alle occasioni di incontro e confronto, con il proprio Aikido e con quello degli altri, in modo da dare lustro, valore e visibilità ad una pratica per noi importante con le nostre stesse azioni!

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