domenica 2 novembre 2008
Muri che crollano
Qualcosa sta accadendo... ed è un movimento inedito in Italia.
Numerose Realtà dell'Aikido da qualche tempo stanno intensificando la ricerca di collaborazione fra loro, spesso al di là dell'Ente di appartenenza, stile praticato, referenza tecnica...
Cosa sta succedendo?!
Molto probabilmente "alcuni muri sono crollati", come ha di recente commentato un famoso Maestro italiano, ed ora ci troviamo dinnanzi ad uno scenario nuovo, pieno di stimolanti possibilità e di nuovi possibili errori da compiere... ma comunque una situazione che sottolinea evoluzione, proprio perché è comunque cambiata!
In questo noi troviamo solo un che di positivo: il cambiamento è una caratteristica fondamentale della crescita di per sé.
Già da un paio d'anni l'Ass. Yuki organizza l'Aikimarathon, evento più volte pubblicizzato anche nelle pagine di Aikime, nel quale diversi Insegnanti, provenienti da estrazioni differenti, si ritrovano per far trascorrere ai loro allievi una giornata di pratica ininterrotta...
il lite motive è STARE INSIEME.
Il maggio dello scorso anno l'Ass. Shumeikai Italia ha invitato un Maestro che pratica lo stile di Iwama al proprio seminario, e proprio lo scorso mese, a Rozzano, il sodalizio si è nuovamente concretizzato in uno "Stage dell'Amicizia", interstile, in cui gli Insegnanti si sono fra loro avvicendati, ciascuno proponendo il piatto forte della propria scuola agli allievi propri e degli altri...
Il prossimo 22 e 23 novembre ad Ostia per la prima volta si avrà l'ingresso all'interno della Federazione F.I.J.L.K.A.M. di numerosi gruppi di pratica che non appartengono al circuito Iwama Ryu - Takemusu Aiki, quindi questa volta addirittura uno stage nazionale sarà co-condotto da più Maestri, che proporranno il loro peculiare lavoro ai presenti...
Da tempo si sta facendo strada il Progetto Aiki, per unire le persone che sono accomunate dal piacere della pratica, a prescindere dalla loro estrazione e provenienza: le persone sono al centro.
Non è semplice stare sullo stesso tatami senza la presunzione di affermare che il proprio Aikido è il migliore, il più autentico, efficace, tradizionale... ma ci si sta provando... e pare che il fenomeno si allarghi, denotando che era ora che accadesse.
Aikime, nato per favorire lo scambio ed il dialogo tra le diverse Realtà, non può che essere entusiasta di ciò e volentieri rimane ad osservare gli sviluppi di questa nuova dinamica.
Certo nelle parole del Fondatore è data per scontata la collaborazione proficua di tutti coloro che stanno sotto il tetto dell'Aikido, non fosse altro che per mostrare con l'esempio che si è recepito il messaggio che questa Arte si è proposta di veicolare: difficile forse nella realizzazione pratica, ma i testi scritti parlano da sé.
Per stare con gli altri è necessario ridimensionare sempre qualcosa di nostro ed essere pronti ad accettare eventualmente anche qualche aspetto indesiderato della convivenza... diventa fondamentale darsi alcune norme che la regolino, almeno all'inizio, almeno fino a quando non saremo tutti convinti di volere stare insieme al 100%, costi quel che costi.
Questo traguardo è forse ancora lontano, ma un primo passo è stato fatto, una prima breccia tra i recinti-gabbia dei singoli gruppi è evidente dalle iniziative che abbiamo riportato e da molte altre che stanno nascendo, anche in ambito regionale (la nostra conoscenza è maggiore nel nord Italia, ma ci auguriamo che la tendenza sia uniforma nel Paese... informateci se avete sentore del contrario).
Ora ci si dovrà porre problematiche inedite e nuovi conflitti si preannunciano: il riconoscimeto di un grado all'interno di una realtà multi-stile... le commissioni d'esame diversificate a seconda della direzione tecnica dei candidati agli esami... la co-presenza di tutte le realtà significative al tavolo delle decisioni...
Belle gatte da pelare, belle occasioni per mostrare nel profondo cosa abbiamo capito o meno della filosofia dell'Aikido.
In controtendenza, c'è ovviamente chi ancora è fermo a ritenere che lo stare con gli altri possa contaminare la tecnica, infrangere la tradizione... chi costruisce sapientemente il proprio recinto di solidi mattoni, discernendo (o facendo discernere da qualcun altro per lui) cosa è bene e cosa è male, cosa è giusto e cosa è sbagliato... fino a quanto forse non si ritroverà imbattibile ed illuminato... ma solo!
Le chiusure portano sicurezza, perché "delimitano un'area", ma noi pratichiamo l'Arte del perdere il nostro centro per poi riacquistarlo: ogni passo che si compie con il corpo implica la perdita dell'equilibrio vecchio per andare a trovarne uno nuovo... niente sbilanciamento, niente spostamento, lo insegna la natura!
Per questo riteniamo che le situazioni che non evolvono alla lunga possano solo rivelarsi claustrofobiche per chi le vive.
La capacità di un Insegnate di "servire la palla" a colui che lo segue e questi di prendere la staffetta, sviluppando un tema... improvvisando magari in base delle sensazioni del momento che arrivano dal gruppo... implicano preparazione, senso dell'unità e capacità di ricezione...
Non è semplice fare ciò, ma questa è la direzione che alcuni apri-pista stanno intraprendendo INSIEME... dovremmo forse essere loro grati, poiché si stanno esponendo, mettendosi in gioco in prima persona.
Certo ci vuole coraggio ad ingaggiarsi in una nuova avventura, che presenta anche notevoli rischi e lati oscuri... ma se un giapponese del secolo scorso non avesse creduto in simili dinamiche e non avesse investito l'intera sua vita in esse, oggi non avremmo l'Aikido!
La tradizione del Budo insegna il Kiai, la tradizione dell'Uomo insegna ad esplorare.
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1 commento:
Come sempre, uno scritto bello e condivisibile.
Complimenti.
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