sabato 25 ottobre 2008

神道 Shinto: 2 - Aikido e mitologia religiosa


Facciamo oggi il punto su alcuni importanti elementi del culto shintoista a partire dalla mitologia con la quale viene descritta anche la creazione stessa dell’arcipelago giapponese.

Il primo ancestrale ricordo, come in molti altri credo religiosi, è quello relativo ad un suono, che in giapponese viene chiamato kotodama. Con esso si indica più di quanto è udibile, ossia diviene sinonimo dello spirito stesso che alberga nell’onda sonora emessa.

Nella mitologia dello shintoismo l’origine della creazione avvenne contemporaneamente
alla vibrazione del suono su, dal quale vennero generati il mondo fisico e quello
spirituale. L’universo avrebbe iniziato allora la sua respirazione naturale ed espandendosi il
suono sarebbe fluito da esso. “Su avrebbe continuato ad espandersi in quattro direzioni, formando un circolo pulsante, quindi si mutò inU, kotodama che si divise in due, "yu" (“c’è”, “qualcosa”,“si”,) e "mu" (“non è”, “nulla”, “no”) operando come forze opposte che funzionano indipendentemente tra loro.
Ognuna di esse avrebbe il proprio mitama (spirito); è curioso sottolineare che combinate insieme, questi suoni vengono pronunciati umu, che in giapponese significa “nascita”.

Una di queste forze fluì verso l’alto e generò il kotodama A”, mentre l’altra cadde verso la Terra e creò il kotodama O”. Con A verso l’alto ed O verso il basso si creò una opposizione di forze e trattenendosi entrambe attraverso il ki, una attrazione venne formata.
Secondo la tradizione, il nucleo del dinamismo universale consisterebbe in 75 suoni.
Ognuno di questi svilupperebbe una forma universale: triangolare
(Iku - musubi),
circolare (Taru - musubi), e quadrata (Tamatsume - musubi).

Queste tre forme divennero storicamente sacre al Fondatore e simbolo dell’Aikido stesso.

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È interessante sottolineare come molte altre tradizioni spirituali facciano menzione di un inizio dei tempi legato ad un suono o ad una nota; ad esempio:

- il vangelo di S. Giovanni esordisce con: In principio era il Verbo (Giov. 1,1);
- la religione indù rimanda l’ancestrale presenza del suono Aum (Om) prima dell’inizio dei tempi, ripreso poi anche dalle dottrine occidentali in riferimento a dio come alpha e omega, inizio e fine di tutto (che uniti formano il suono Amen cristiano, straordinariamente assonante con Om indù, appunto).

Le prime divinità di cui si fa menzione sono le personificazioni stesse dell'essenza maschile, Izanagi e dell'essenza femminile, Izanami. Esse si incaricarono di creare la prima terra. Per aiutarli in tale compito, venne loro donata un'alabarda ingioiellata, chiamata Ama no nuhoko ("Albarda Celeste della Palude"). Le due divinità andarono quindi al ponte che collegava cielo e terra, l'Ame no ukihashi ("Ponte Fluttuante fra Cielo e Terra"), e mescolarono il mare sottostante con l'alabarda. Quando alcune gocce di acqua salata precipitarono da questa, si trasformarono nell'isola di Onokoro (letteralmente “che si è congelato”).

O’ Sensei stesso in alcuni suoi poemi (doka) richiama questo mito della creazione, in modo non immediato per chi non conosce a fondo la storia ed il culto dello stesso shintoismo. Esaminiamo direttamente le sue parole:

- doka nº 21 -

おのころに
常立なして
中に生く
愛の構えは
山彦の道

Onokoro ni
tokotachi nashite
naka ni iku
ai no kamae wa
yamabiko no michi

Su questa terra
come un dio resta fermo
fiorisce al centro
la base dell’amore
Via dell’eco dei monti!

resta fermo come un dio” si riferisce all’apparizione del dio Tokotachi no kami sull’isola di Onokoro (traslitterata e/o pronunciata talvolta “Onogoro”), ritenuta una manifestazione simbolica di nascita, vitalità e rinnovamento, aspetti incessantemente ricercati e ricreati nella pratica dell’Aikido. "Via dell'eco dei monti", come già ricordato in un precedente Post di Aikime, è un importante insegnamento verbale, spesso usato da O' Sensei e da altri grandi insegnanti del passato per descrivere la dinamica di irimi nage.

Ecco invece alcuni versi, tra gli svariati che se ne possono trovare, nei quali Ueshiba Sensei si riferisce al “Ponte fluttuante fra Cielo e Terra”:

- doka nº 20 -

火と水の
合氣にくみし
橋の上
大海原に
いける山彦

Hi to mizu no
Aiki ni kumishi
Hashi no ue
ounabara ni
ikeru yamabiko

Fuoco con Acqua
si uniscono nell’Aiki;
sul Ponte, resto
sopra il Mare infinito
fra i monti eco risuona.

(almeno in altri 2 doka O' Sensei si riferisce a questo Ponte mitologico: non li riportiamo per brevità e per non sobbarcarci il lavoro della ricerca dei kanji del testo giapponese!)

Ha quindi inizio la vera e propria genesei del pantheon shintoista, concomitante con la creazione della terra di Yamato...

Izanami e Izanagi scesero dal Ponte Fluttuante e realizzarono la loro dimora sull'isola di Onokoro. Vollero infine avere dei figli, così eressero un pilastro (chiamato Ame no mihashira) e attorno ad esso costruirono un palazzo (chiamato Yahirodono, "la sala dall'area di 8 braccia di lunghezza").

Iniziò quindi un primo rito di accoppiamento: Izanagi e Izanami girarono attorno al pilastro in direzione opposta l'uno all'altra, e quando si incontrarono sull'altro lato Izanami, la divinità femminile, salutò per prima Izanagi, la divinità maschile. Questi pensò che ciò non fosse corretto, ma si coricarono assieme comunque ed ebbero due bambini, Hiruko ("bambino debole") e Awashima ("isola pallida"); ma sarebbero stati malformati e non vengono perciò considerati divinità nella mitologia shintoista.
Izanagi e Izanami misero i bambini in una barca e li lasciarono andare in mare aperto (fu probabilmente il primo abbandono di un diversamente abile della storia!), pregando dunque gli altri dei che fosse data loro una spiegazione per ciò che avevano fatto di sbagliato. Venne loro detto che la divinità maschile avrebbe dovuto salutare per prima quella femminile durante la cerimonia, mentre era avvenuto il contrario. Così Izanagi e Izanami ritornarono al pilastro, e vi girarono intorno nuovamente, e questa volta quando s'incontrarono fu Izanagi a parlare per primo e la loro unione fu fruttuosa.


Dalla loro unione nacquero le Ōyashima, cioè le otto grandi isole del Giappone: Awazi , Iyo (successivamente Shikoku), Ogi, Tsukusi (successivamente Kyushu), Iki, Tsushima, Sado e Yamato (successivamente Honshu).
Si noti che Hokkaido, Chishima, e Okinawa non facevano parte del territorio giapponese nell'antichità. Gli dei “genitori” generarono in seguito sei ulteriori isole e molte divinità, ma Izanami morì tuttavia dando alla luce il figlio Kagututi (incarnazione del fuoco). Venne sepolta sul monte Hiba, al confine delle antiche province di Izumo e Hoki, vicino l'odierna Yasugi della Prefettura di Shimane. Incollerito, Izanagi uccise Kagututi, dalla qual morte vennero generate dozzine di altre divinità.

Gli dei nati da Izanagi e Izanami sono i simboli di importanti aspetti naturali e culturali. Un esempio di conseguenza diretta della mitologia shintoista sulla cultura nipponica è, comunque, il fatto che nel mito fu necessario che la divinità maschile Izanagi assumesse la posizione di "guida", mentre la divinità femminile Izanami dovette essere di "seconda posizione". Ciò contribuì a portare in Giappone alla concezione di un'implicita discriminazione nei confronti del genere femminile.

In seguito al triste accadimento, Izanagi pianse la morte della consorte Izanami e decise di intraprendere un viaggio verso Yomi, "La terra tenebrosa dei morti" per cercarla. Izanagi trovò poche differenze fra Yomi e la terra superiore, eccetto l'eterna oscurità. Comunque, questa tenebra soffocante era sufficiente per farlo soffrire, in mancanza della luce e della vita del mondo superiore. Tovò rapidamente la sua sposa Izanami, ma dapprima non potette vederla affatto a causa delle ombre che celavano la sua figura. Ciononostante, le chiese di tornare con lui. Izanami gli parlò, informandolo che era ormai troppo tardi: ella aveva infatti già mangiato il cibo degli Inferi ed ora faceva parte della Terra dei Morti. Non poteva per questo più ritornare fra i viventi.

Izanagi rimase interdetto all'udire questa notizia ma rifiutò di sottomettersi al suo desiderio di essere lasciata nell'oscuro abbraccio di Yomi. Così, mentre Izanami dormiva, prese il pettine che legava i lunghi capelli dell'amata e lo accese come una torcia. Sotto l'improvvisa fiamma luminosa, Izanagi vide l'orripilante figura dell'un tempo bella e graziosa Izanami: era ora un corpo di carne devastata dalla decomposizione, pieno creature abominevoli che vi strisciavano sopra.

Urlando, Izanagi non poté più controllare la sua paura e cominciò a correre, volendo ritornare fra i viventi ed abbandonare sua moglie, ormai divenuta dalle sembianze disgustose. Ma Izanami, gridando indignata, si erse dalla terra e prese ad inseguire il consorte. Anche delle shikome, una sorta di "arpie" o "furie", incaricate da Izanami di riportarlo indietro, cominciarono a rincorrere Izanagi.

Pensando velocemente a cosa potesse fare, quest'ultimo gettò a terra il suo cappello, che si trasformò in un grappolo d'uva nera. Le shikome vi si inciamparono ma continuarono l'inseguimento. Dopo, Izanagi lanciò a terra il pettine che divenne un cespuglio di canne di bambù. Le creature del mondo di Yomi continuavano ad inseguirlo, ma Izanagi urinò contro un albero, formando un grande fiume che gli diede del vantaggio. Sfortunatamente, l'inseguimento continuò, costringendo Izanagi a gettar loro addosso delle pesche. Sapeva che ciò non li avrebbe rallentati a lungo, ma era quasi libero, ché il confine del mondo di Yomi era ormai vicinissimo.

Izanagi sgusciò fuori dall'entrata e veloce spinse una grossa roccia a tappare la bocca della caverna, che era poi l'ingresso a Yomi. Izanami gridò da dietro questa impenetrabile barriera e disse ad Izanagi che, qualora l'avesse abbandonata, avrebbe ucciso 1000 persone viventi ogni giorno. Ma lui rispose furiosamente che in tal caso avrebbe dato la vita a 1500 persone viventi ogni giorno!

E così, secondo la tradizione, iniziò l'esistenza della morte, provocata dalle mani dell'irata Izanami, la moglie che Izanagi aveva abbandonato.

Ecco in quali termini O' Sensei si è riferito a queste due figure mitologiche, rappresentanti dei principi maschile e femminile dell'esistenza:

- doka nº 12 -

武産は
みおいあの火水に
合氣して
その営みは
ぎ美の神業

Takemusu wa
mioya no iki ni
aiki shite
nono itonami wa
Gimi no kamuwaza

Takemusu è
l’armonizzazione che
crea fuoco/acqua;
la loro interazione
sacra tecnica GI, MI.

Gi e Mi stanno per Izanagi e Izanami, mentre l'espressione tradotta come "crea, creazione" significa alla lettera "Genitori Glorificati". L'interazione tra fuoco ed acqua, maschio e femmina, sinistra e destra darebbero vita alle Divine Tecniche dell'Aikido.

Come ci si potrebbe aspettare da una cultura che da sempre ha considerato rozzo e contaminante qualunque cosa che abbia a che fare con la morte Izanagi andò subito a purificarsi dopo la sua discesa nel mondo di Yomi. Mentre si svestiva, e rimuoveva tutti gli ornamenti dal suo corpo, ogni oggetto che gettava a terra si trasformava in una nuova divinità. E ancora più dei nacquero quando andò a lavarsi in acqua. I più importanti personaggi mitologici si crearono una volta che Izanagi lavò la sua faccia:

- Amaterasu (l'incarnazione del Sole) dal suo occhio sinistro;
- Tsukiyomi (l'incarnazione della Luna) dal suo occhio destro;
- Susanoo (l'incarnazione del Vento e della Tempesta) dal suo naso.

Izanagi stabilì che il mondo venisse diviso fra loro: ad Amaterasu andò il Cielo, a Tsukiyomi la notte e la Luna, e a Susanoo i mari.

Amaterasu è una delle divinità che più è stata ricordata nelle preghiere di Morihei Ueshiba, O’ Sensei, il cui nome è stato infatti utilizzato come un vero e proprio kotodama (nell'accezione di preghiera) da questi (“Amaterasu Omi kami”, ossia, “grande dea Amaterasu”). Molto c’è ancora da dire su questa importante figura mitologica, che molto da vicino ha influenzato le strutture dell’Aikido nella mente del suo Fondatore, come nelle strutture architettoniche stesse dei templi dedicati al culto shintoista…

Ma per oggi riteniamo che possa bastare.

Presto la continuazione su un nuovo Post intitolato

Shinto 3: Aikido ed i portali dei templi”.

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