sabato 26 aprile 2008

大祭 Taisai

In queste ore, a poco meno di 10.000 km ad est da qui, si sta celebrando il 39º Taisai, ossia l'evento commemorativo del "passaggio" di O' Sensei, Morihei Ueshiba, dalla vita terrena al mondo dello spirito, avvenuto nella mattina del 26 aprile del 1969. Nella cerimonia prevista per oggi all'Hombu Dojo di Tokyo viene dal 1999 ricordata anche la morte del figlio del Fondatore, Kisshomaru Ueshiba Sensei, secondo Aikido Doshu.

Con il tempo e la sempre maggiore diffusione dell'Aikido nel mondo ci si sta pian piano abituando anche in occidente a rendere omaggio ad occasioni come queste, che pur appartengono ad una cultura e ad una tradizione religiosa molto differente dalla nostra. Non è raro anche che alcuni Maestri che si rechino personalmente in Giappone per presenziare alle celebrazioni previste nel calendario nipponico, soprattutto a quelle in stretta assonanza con la propria Arte.

Ciò che può risultare "non immediato" tuttavia è proprio la possibilità di coinvolgimento personale in usanze tradizionali che non ci appartengono e che, oltre tutto, sono scarsamente conosciute alle nostre latitudini.

Stupirà ancor più constatare quanto, ancora oggi, sia difficile reperire materiale qualitativo per acculturarsi su temi così pregnanti della pratica dell'Aikido, così quanto lo fu e continua ad essere lo Shintoismo.

Pochi testi sono stati tradotti in italiano ed essi hanno perlopiù un carattere introduttivo ad una delle religioni autoctone principali del Giappone... qualche informazione può essere cercata sul Web, ma molti aspetti restano da sviscerare e comprendere meglio in merito a questa importante e particolare visione della spiritualità.

Va ricordato anche che nel Paese del Sol levante i credo religiosi più diffusi stanno fra loro in un rapporto molto diverso da quelli che le varie religioni tendono a fare dalle nostre parti... nel senso che riescono a coesistere, ed anche a supportarsi a vicenda molto efficacemente... cosa che consente ad un giapponese a professarsi contemporaneamente buddista e shintoista e ad utilizzare entrambi i riti previsti dalle due correnti religiose che confluiscono. Il Buddismo si occupa molto della vita dell'aldilà, mentre lo Shintoismo è generalmente più attento a curarsi della qualità ed efficacia con la quale vengono vissuti gli eventi terreni, perciò una "famiglia tipo" generalmente utilizzerà riti shintoisti per battesimi e matrimoni, mentre riti buddisti per i funerali.


Il Taisai è tradizionalmente una festività di tipo shintoista, ma va anche ricordato che esistono numerose varianti di esse, differenti per importanza, intensità, prestigio, durata.

- Taisai propriamente detto è la "Grande festa" e si manifesta nelle grandi celebrazioni che avvengono durante tutto l'anno, specie nelle occasioni legate ai cicli della natura, come Setsu Bun (l'inverno che si trasforma in primavera). In occasione delle feste maggiori l'Imperatore invia i suoi rappresentanti al santuario locale per fare le sue offerte ai Kami. In occasione della festa i preti che celebrano devono precedentemente osservare un certo periodo di astinenza per purificarsi, mentre i loro collaboratori devono fare astinenza almeno la sera prima della celebrazione. Nei giorni delle celebrazioni si respira un'atmosfera gioiosa non solo nel santuario ma anche in tutta l’area circostante. Il Taisai degli Aikidoka è impropriamente una grande festa, poiché non coinvolge l'intero Paese come accade in altre celebrazioni, ma rappresenta invece uno dei momenti più pregnanti per coloro che aderiscono religiosamente o spiritualmente alla commemorazione del rito di passaggio del Fondatore, che dopo la sua morte è stato annoverato fra i Kami tutelari, ossia fra gli Dei del pantheon shintoista.

Altri tipi di festa Shinto possono invece essere:

- Chusai, ossia una festa di media importanza... come capodanno, una festa della Fondazione di un Ente…

- Shosai, cioè festa di piccola importanza o di portata molto locale

- Zassai, ossia feste varie, come Jotosai (rito per la costruzione di un palazzo), Shinsosai (rito funebre), Shichi-Go-San (all'età di 3, 5 e 7 anni è usanza fare festa ai bambini al 15 di novembre)...

Ma tornando all'evento che riguarda le cerimonie per la scomparsa di O' Sensei, è necessario rammentare nuovamente che esse sono vissute in modo completamente diverso dall'equivalente occidentale anniversario di morte. Già solo per questo ultimo concetto in giappponese si utilizzano differenti termini (“yama gakuru” - “ritirarsi sulla montagna”, “kumo gakuru” - “sparire nelle nuvole”, “iwata gakuru” - “addentrarsi nella grotta”) a riprova di quanto variegata e complessa sia ai nostri occhi la tradizione spirituale che Morihei Ueshiba stesso utilizzò in vita e con la quale impregnò l'arte che oggi noi pratichiamo.

Il saluto iniziale e finale delle lezioni stesse erano costituiti da due riti shintoisti di propiziazione e ringraziamento. Permane oggi l'usanza, in alcuni Dojo, di tramandare l'etichetta di tali rituali (il battere due volte le mani con le braccia quasi distese, mantenute all'altezza del cuore preceduti e seguiti da inchini)... mentre altre scuole hanno preferito uniformarsi ad un semplice inchino reciproco (al comando "Rei"), come ampliamente utilizzato in altri ambiti marziali.

Molto però di quanto si pratica è stato creato, vissuto e codificato in un'atmosfera densa di tradizione spirituale shintoista, tanto da fare di quest'ultima un prezioso bagaglio filosofico-culturale per il praticante che intende gettare luce sull'Arte dalla quale è coinvolto ed affascinato.

Il Kamidana, come il Kamiza, sono nuovamente punti di riferimento presenti in moltissimi Dojo, dai quali la tradizione religiosa giapponese si affaccia nuovamente a noi.
Nessun "distratto" utilizzerebbe mai fiori recisi su un altare Shinto, proprio in forza della sua propensione alla vita di questa corrente spirituale.

Ci si augura sia in futuro più agevole ad qualsiasi latitudine lo studio della tradizione nella quale è fiorito l'Aikido, così come si auspica che ciò possa aiutare a cogliere in esso gli aspetti più ostici ad un occhio occidentale.

Nell'occasione della commemorazione del "rito di passaggio" del Fondatore, ci si avvicini anche al senso misterioso e profondo che questo transito significa per la sua cultura e le sue parole di vita risuonino oggi più che mai come un segno presenza attiva, a noi... che con le nostre azioni abbiamo l'onorevole compito di essere all'altezza del suo operato.

私わ六合です - "watashi wa rikugou desu" - "Io sono l'Universo"

[Morihei Ueshiba]

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