domenica 4 maggio 2008

袴 Hakama: 1 - le origini di un mito


Quale indumento caratterizza maggiormente i praticanti di Aikido che l’elegante, tradizionale, “gonnellone”… chiamato comunemente hakama?

Spesso questo accessorio è visto come un vero e proprio feticcio da alcuni stessi praticanti, poiché simbolo del tanto agognato raggiungimento della “cintura nera” nelle molte scuole che non ne permettono l’utilizzo prima di tale traguardo. Molto forse ciascuno di noi ha detto e sognato in merito al giorno in cui ne avrebbe posseduta una tutta sua… ma estremamente interessante può risultare il compiere una ricerca storica mirata che ne delinei la provenienza.

Pochi infatti sanno che l’hakama altro non era se non una sorta indumento atto a proteggere le gambe dei cavalieri dalle escoriazioni, similmente a quanto operato dagli spessi pantaloni in pelle dei Cowboy americani. In Giappone non era facile far giungere questo prezioso materiale d’oltreoceano, quindi si ripiegò su pesanti gonne pantaloni.

Gli indomiti guerrieri di cui si parla erano gli avi dei famosi Samurai, che continuarono la tradizione dei combattenti a cavallo, anche quando l’oriente adottò la sellatura “all’occidentale”. Quando poi le esigenze e tecnologie belliche si evolsero, i Samurai divenendo più simili a soldati per campagne terrestri, ma persistettero nell’indossare l’abbigliamento cavalleresco che li aveva caratterizzati e continuava a contraddistinguerli per lo spirito di marzialità, rispetto e fama narrati dalle gesta stesse di questa nobile casta.
L’hakama tuttavia si trasformò nelle sue fattezze ed utilizzi, non dovendo più essere da sostegno ad una cavalcatura: si diramarono diversi stili, dei quali quella utilizzata nelle arti marziali moderne (joba hakama) rappresenta forse il più conosciuto.

Quali sono tuttavia gli elementi che li contraddistinguono?!
L’hakama è una sorta di “gonna pantalone” (ma ne esistono anche versioni “a tubo”) allacciata a vita mediante quattro lunghi lacci (himo), che presenta aperture triangolari più o meno pronunciate su entrambe i lati (dalle quali i Samurai facevano sporgere le armi legate alla vita) ed una caratteristica fascetta che va a ricoprire la zona lombare (koshi)

Esisteva persino una versione a tubo lunga da tre metri a quattro metri e mezzo, piegata ripetutamente e collocata tra i piedi e la parte posteriore del visitatore. Essa veniva usata per far visita ad uno Shogun o all’Imperatore, perché durante le udienze, era necessario muoversi sul tatami con le ginocchia ed un tale abito rendevano molto difficoltoso l’occultamento di qualsiasi arma e l’alzarsi velocemente per portare un attacco.
Le hakama per l’Aikido si differenziano solitamente da quelle utilizzate nel Kendo per avere gli himo più lunghi ed il koshi morbido, per via delle numerose cadute previste nella zona lombare (l’hakama da Kendo ha il koshi rigido invece, solitamente ora con cartone o plastica all’interno della fodera); entrambe questi indumenti presentano 7 pieghe (5 davanti, 2 dietro) il cui significato simbolico è di indubbia importanza, mentre ci sono state molte controversie (che ancora continuano) nel delineare una lettura univoca di questi simboli. Fra essi, quelli maggiormente accettati risultano essere:

1 - [ 勇気 ] Yuki:
coraggio, valore, prodezza
2 - [ ] Tin:
umanità, carità, benevolenza
3 - [ ] Gi:
giustizia, integrità
4 - [ ] Rei:
etichetta, cortesia, civiltà
5 - [ ] Makoto:
sincerità, onestà, regalità
6 - [ 忠義 ] Chugi:
fedeltà, devozione
7 - [ 名誉 ] Meiyo:
onore, gloria, credito, dignità e prestigio

Anche i modi per legare l’hakama sono più che mai vari, e l’unica caratteristica che hanno in comune è che le quattro fibbie a disposizione dovrebbero coprire completamente la cintura sottostante. Tradizionalmente veniva considerato deplorevole che un allievo di grado elevato non curasse a dovere questo particolare del suo abbigliamento: Morihiro Saito Sensei, ad esempio, rimproverava duramente chi veniva scorto con l’hakama che permettesse ancora di intravedere la cintura sottostante.
Molte scuole, come si diceva, permettono di indossarla soltanto agli yudansha ("possessori di gradi Dan"), alcuni solo dal 3º kyu ( detti anche "mudansha", ossia "non possessori di gradi Dan") in poi, altri a tutti fin da subito, altri ancora fin da subito solo alle donne. Ogni comportamento può essere plausibile se ben motivato.
Venga anche però ricordato che il keikogi (tutta d’allenamento) era tradizionalmente visto come una sorta di biancheria intima, perciò il praticante senza hakama nei Dojo tradizionali, almeno un tempo, avrebbe saputo di guerriero in mutande e canottiera!… perciò un tempo, prima ancora dell’Aikido stesso, veniva indossata da tutti e fin da subito.

Ma ora, dopo questo breve escursus storico-culturale, ci si occuperà di definire maggiormente le tendenze storiche ed attuali legate proprio alla nostra Amata Arte, sentendo dalle parole di O’ Sensei e di molti altri rinomati Maestri su cosa l’hakama, in ultima analisi possa considerarsi o rappresentare... o, almeno, come sarebbe meglio che non venisse considerata.

La settimana prossima on-line la seconda parte:
袴 Hakama: 2 – icona dell’Aikido a confronto

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