lunedì 25 gennaio 2021

Katate san bon: come usare il jo con una sola mano

Continuiamo la nostra esplorazione sui suburi di jo: 20 esercizi fondamentali per acquisire le basi dell'Aiki-jo.

Quest'oggi siamo giunti alla 3º serie funzionale di esercizi, ovvero i 3 "katate san bon", unico gruppo di esercizi caratterizzati nell'utilizzo del jo (principalmente) con una sola mano.

Riferitevi QUI per le lezioni precedenti su tsuki go hon e uchikomi go hon, se ve le foste perse.

Qual è la caratteristica del lavoro odierno?

Semplice: la tradizione giapponese è - crediamo - una delle uniche al mondo ad avere utilizzato un'arma sia come elemento di offesa, che di difesa... ovvero non scindere questi due elementi come invece è stato fatto nelle altri tradizione marziali storiche (ad esempio, gli antichi romani usavano daga e destra e scudo a sinistra).

Questo ha portato a maneggiare sempre UNA sola arma con ENTRAMBE le mano al contempo (questo, per esempio, ha differenziato la spada cinese da quella giapponese): anche gli esercizi di base perciò vengono eseguiti con questa modalità... il jo (o il bokken) viene utilizzato sempre con entrambe le mani contemporaneamente...

... meno il caso di katate san bon, appunto, poiché in questa breve serie si è voluto massimizzare il vantaggio di brandire un'arma lunga per colpire più lontano possibile.

Per fare ciò, gli esercizi partono e si concludono con l'utilizzo di entrambe le mani, ma nel momento del potenziale impatto del bastone... esso è retto da una sola mano.

Gli esercizi sono 3, vediamoli uno alla volta con i video tutorial ad essi dedicati.

- Suburi nº 11, e 1º esercizio della sequenza "katate san bon": katate gedan gaeshi, "risposta dal basso con una mano".

Dalla posizione "tsuki no kamae" (guardia d'affondo") ci si sposta verso la propria destra, come ad evitare un colpo diretto al luogo nel quale si era iniziato l'esercizio; nel fare questo, si cerca di affidare il jo alla mano destra, per farle compiere un fendente che va dal basso a destra all'alto a sinistra.

Al termine di questo fendente la mano sinistra è pronta a "frenare", quindi ricevere il jo: il colpo si immagina debba impattare all'altezza della tempia sinistra di una persona alta come noi e posta di fronte a noi.


Ecco la traiettoria disegnata sulla foto precedente.

- Suburi nº 12, e 2º esercizio della sequenza "katate san bon": katate to ma uchi, "con una mano colpisco lontano".


Nel 2º esercizio, sempre dalla posizione "tsuki no kamae", ci spostiamo invece alla sinistra della nostra posizione iniziale, nell'atto di caricare il jo sulle spalle, sempre con l'utilità di un'eventuale schivata ad un colpo sferrato alla posizione nella quale abbiamo incominciato il suburi.

In questo caso, la traiettoria del fendente (quello più lontano che si è in gradi di sferrare con un bastone) va da in alto a destra ad in basso a sinistra, luogo nel quale troviamo la mano sinistra pronta a ricevere il jo.


- Suburi nº 13, e 3º esercizio della sequenza "katate san bon": katate hachi no ji gaeshi, "con una mano rispondo don la figura di 8".



In questo caso si parte da "migi jo no kamae" (ovvero in hanmi sinistro tenendo il jo di fronte all'alluce del piede destro) ed i fendenti (o anche le parate, visto che lo stesso movimento può essere utilizzato anche per questo) sono 2: il primo va da destra a sinistra (idealmente passando per la tempia sinistra del compagno) ed il secondo va da sinistra verso destra (passando per la tempia destra del compagno di fronte).

Nel fare questo movimento si disegna in aria il numero "8", ma tramite il kanji "八" (hachi)... non con un majorettismo che genera l'otto come lo intendiamo qui in occidente: risulta piuttosto simile al simbolo matematico dell'infinito: ∞, ossia un "8" coricato sull'asse orizzontale.


Ne approfittiamo per sottolineare - al solito - una certa simmetria e completezza geometrica:

- katate to ma uchi: ci si sposta con il corpo a DESTRA, la traiettoria del jo è BASSO destra → ALTO sinistra 

- katate to ma uchi: ci si sposta con il corpo a SINISTRA, la traiettoria del jo è ALTO destra → BASSO sinistra 

- katate hachi no ji gaeshi: si rimane con il corpo sullo stesso punto, cambiando guardia 2 volte, la traiettoria del jo è ALTO destra → BASSO sinistra, quindi ALTO sinistra → BASSO destra

Solo una coincidenza? ... non crediamo proprio...

Al solito vi proponiamo anche un video che ripassa tutti i 3 katate san bon senza pause di spiegazione...


C'è ancora un ultimo aspetto importante al quale è bene fare menzione a riguardo dei tre esercizi spiegati oggi: in ciascuno di loro, è presente al fondo una sorta di colpo "stealth", ovvero (almeno) un movimento di attacco che si potrebbe effettuare ma che non viene esplicitato nei suburi di base... nei video soprastanti però lo mostriamo.

A cosa serve questa cosa?

Serve a creare una sorta di moto incipiente, ovvero quella condizione nella quale la velocità è zero (come al termine di ciascun esercizio), ma l'accelerazione è massima... nel nostro caso l'INTENZIONE è al massimo della sua intensità.

Avete mai visto un felino nell'atto si saltare dal ramo di un albero?

È fermo, la sua velocità è nulla... ma esso è già con la mente dall'altra parte del salto; al termine dei katate san bon impariamo ad assumere lo stesso atteggiamento: il corpo ha "terminato" di muoversi, ma la consapevolezza no... ed è pronta a compiere un ulteriore scatto in avanti, cosa che porta a non "spegnere il motore" ogni volta che con il corpo completiamo un movimento.

"Always ready", oppure "zanshin" si potrebbe dire... ecco, katate san bon sono un ottimo esercizio di presenza vigile ed attiva anche quando il corpo ha terminato di muoversi... così come si addice alla postura mentale di ogni Aikidoka.

Buona pratica a tutti ed a presto con una nuova serie di suburi di jo spiegati a fondo e spacchettati per voi tutti!




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