lunedì 27 aprile 2020

Le magagne di nonno Morihei: l'importanza di sbaglio, imprevisto e fallimento

Ieri, 26 aprile, era la ricorrenza della morte di O' Sensei, avvenuta nel 1969. Anche per onorare questo evento avviamo deciso di offrire un contributo molto insolito e sui generis.
Infatti, dopo la serie di Post:

- Quel distratto di nonno Morihei (16/09/13)

- Quell'alchimista di nonno Morihei (23/06/14)

- I super poteri di nonno Morihei (06/02/17)

Non potevamo non dedicarci alle MAGAGNE di nonno Morihei!

Ma perché... ha fatto anche lui delle marachelle?
Sicuro... ed anche più di una: ma perché ricordare i suoi limiti proprio in una giornata come oggi?

Siamo abituati a volgere lo sguardo al Fondatore dell'Aikido con una particolare attenzione ad onorane le gesta, che ci permettono di praticare la disciplina che amiamo: più di rado siamo spinti ad approfondire la sua umanità, e quindi la sua fallibilità. È forse giunto il momento di farlo!

O' Sensei, dipinto da John Stevens come "Il Guerriero Invincibile" di certo ispira un tot in nostri ideali e ci fa venire voglia di seguire le sue "eroiche" gesta: ma siamo sicuri di avere il coraggio di fallire almeno quanto fallì lui?

Il Fondatore che fallisce?!
Ma stiamo scherzando... non deve essere mai accaduto!

È accaduto, è accaduto... ed anche molto di più di quanto non si immagini: leggiamo la sua storia da un punto di vista inedito...

A causa di un corpo piuttosto gracile e cagionevole di salute, tra i 7 e gli 8 anni Morihei preferì accostarsi allo studio delle antiche scritture cinesi: cosa fai O' Sensei, inizi la tu carriera da "Guerriero Invincibile" come un nerd a mandorla di "The Big Bang Theory" buddista, solo perché eri uno sfigatello?

Andiamo avanti...

Ueshiba andò alle elementari e quindi alle scuole medie di Tanabe, ma lasciò l'educazione formale da adolescente, iscrivendosi invece ad un'accademia privata, l'Istituto Yoshida, per studiare contabilità: non è che sto ragazzo fosse anche un po' somarello?!

Sta cosa sa di CEPU, ma facciamo finta che non lo sia stato...

Dopo essersi diplomato, lavorò per alcuni mesi presso un ufficio delle imposte locale, ma il lavoro non gli andava a genio... e lo lasciò nel 1901 (18 anni), per recarsi a Tokyo dove intraprese un’attività commerciale in proprio, nel campo della cancelleria (aperta grazie al padre Yoroku) ed incominciò a praticare Jujutsu, sotto la scuola del grande maestro Tokusaburo Tosawa, ma da li a poco fu costretto a fare ritorno a casa perché si ammalò di beriberi.

Aridaje!

A 18 anni era già riuscito a mandare all'aria una carriera nell'ufficio delle tasse nella sua città natia Tanabe e la sua professione di cartolaio a Tokyo (mentre Yoroku diceva: "E io pagooo!"), e a sospendere la neonata attività marziale... nuovamente per questioni di salute.

Tutto ci sembra uno così, meno che un "Guerriero Invincibile"!

Nel 1903, Morihei fu chiamato al servizio militare, ma fallì l'esame fisico preliminare, essendo più basso della statura minima acconsentita, quindi venne scartato.

Più che la vita del fondatore di una disciplina marziale, ci sembra quella di Mr. Bean!

Nel 1910 - appena ristabilito dall'ennesimo problema di salute che lo fece allontanare dalla pratica del Budo - si recò ad Hokkaido, dove si interessò di agricoltura e cominciò di nuovo a dedicarsi alla sua preparazione fisica, mettendosi nuovamente in luce come abile uomo politico.
All'epoca aveva 27 anni.

Durante un primo viaggio al nord riuscì a perdersi in alcune tempeste di neve e rischiò quasi di morire dopo essere caduto in un fiume ghiacciato.

Epic fail, ma a sto giro... in the water!

Tornò però nel nord nel 1912 con un gruppo di 85 pionieri, con i quali fondò il villaggio di Yubetsu (vicino a Shirataki): gran parte dei finanziamenti per questo progetto provenivano dal padre di Ueshiba e dai suoi cognati Zenzo e Koshiro Inoue. Anche il figlio di Zenzo, Noriaki (nipote di Morihei), faceva parte del gruppo di insedianti.

Intanto Yoroku continuava a dire in giapponese "E io pagooo!"... ma siccome al tempo, nessuno conosceva ancora Totò, continuava a non venire capito!

Le cattive condizioni del suolo e il maltempo portarono l'intero gruppo a fallimenti delle colture durante i primi 3 anni del progetto, ma essi riuscirono a coltivare la menta e l'allevamento del bestiame.

Per la serie: non sei stato un Avenger, ma hai salvato la pellaccia! (sua e quella del bestiame)


Nel 1915 nell'Hokkaido era presente il grande maestro di Jujutsu della scuola Daito, ovvero Sokaku Takeda; il giovane Ueshiba volle incontrarlo e conoscerlo: rimase incantato da questi a tal punto che ne divenne fedele allievo... insieme al nipote Noriaki Inoue.

Le lezioni venivano impartite praticamente in modo personale e soprattuto dietro un lauto PAGAMENTO: in questo caso a Tanabe sia Yoroku che Zenzo Inoue iniziarono contemporaneamente a dire entrambi "E io pagooo!".

Gli altri non li capivano, ma fra di loro mentre mandavano a nord i risparmi perché i loro figlioli venissero spennati da Takeda... si capivano un tot!

Però - udite udite - questi soldi non vennero spesi in vano, infatti nel 1916 (ovvero UN ANNO DOPO) ricevette dalla scuola Daito il diploma di maestro (mokuroku).

Ma chi di noi considererebbero oggi qualcosa di onorevole per un marzialista ricevere il diploma di mastro di una disciplina nella quale conosci il Maestro e ti alleni SOLO da un anno!!!
Sembrerebbe che Takeda avesse un Mc Dojo a stare a queste notizie, altro quelli che ti spediscono il diploma e la cintura via internet: lui si era portato avanti, perché siamo solo nel 1916!

Nel 1917 un incendio rase al suolo l'intero villaggio, portando alla partenza di una ventina di famiglie. Ueshiba stava partecipando a un incontro sulla costruzione della ferrovia a circa 50 miglia di distanza, e dopo aver appreso dell'incendio tornò indietro a piedi per l'intera distanza.

Se andate a Shirataki, ancora oggi si ricordano di quel rogo e la anche gli adolescenti fanno un servizio di volontariato nei Vigili del Fuoco.

Nel 1917, per ricapitolare, Morihei era riuscito a NON MORIRE nella tempesta di neve, cadendo nei fiumi e venendo abbrustolito... ma nel frattempo si allenava a fare Forrest Gump: il progetto nel quale aveva coinvolto altre numerose famiglie si stava rivelando una sola... però egli, coltivando la menta, aveva almeno imparato a MENTIRE!


Si certo, perché non lo troverete certo sulle sue bibliografie ufficiali ma la prima volta che andò in Hokkaido non ci andò con la famiglia, mentre la seconda volta la moglie volle raggiungerlo... sapete perché?

Perché numerose fonti indicano che, in quel di Shirataki, O' Sensei si prese una bella cottarella per una giovane della "fauna" locale... quindi la moglie venne ad assicurarsi che la cosa potesse terminare prima che fosse troppo tardi.

Quindi pure Don Giovanni adesso?!
Sembra proprio di si: era un ragazzo giovane, probabilmente l'importanza della pace, del rispetto e dell'armonia del vincolo coniugale saranno rivalutati per lui solo nel seguito...

Nel 1918 gli arrivò un telegramma che lo informava di una preoccupante condizione di salute del padre Yoroku; Morihei allora fece dono di tutte le sue proprietà al maestro Takeda ed iniziò il suo viaggio di ritorno verso casa.

Lui era molto legato alla figura paterna (sicuramente non solo per ragioni venali come pare dalla nostra narrazione), ma era così legato, che mentre faceva ritorno a Tanabe, conobbe il reverendo Onisaburo Deguchi (co-fondatore dell'Oomoto Kyō) e decise di deviare temporaneamente dal suo percorso per recarsi ad Ayabe, per pregare per la guarigione del padre.

Questa non solo NON avvenne, ma quando egli fece ritorno a casa, il padre si era già spento: egli ovviamente rimase profondamente scosso ed addolorato da ciò.
Al di là del fatto che abbiamo scelto una narrazione scanzonata, questo evento venne vissuto come un vero e proprio fallimento dal Fondatore.

Nel 1921, in un evento noto come Primo Incidente Oomoto Kyō (大本 事件, Ōmoto Jiken), le autorità giapponesi fecero irruzione nel complesso, distruggendo gli edifici principali sul sito e arrestando Deguchi: questo ovviamente costituì una pesante battuta di arresto pure per le attività di Morihei, che nel frattempo era diventato l'istruttore di arti marziali della setta e si era trasferito ad Ayabe con tutta la famiglia.

Dal 1917 al 1922 fu un fitto susseguirsi di gioie e di dolori per lui: oltre la morte del padre, registriamo la nascita del suo primogenito, la nascita e la morte del suo secondo figlio, e la morte della madre di Morihei.
Ancora alti e - soprattuto - bassi piuttosto importanti per la vita di un uomo di 39 anni!

Tre anni dopo, nel 1924, Deguchi guidò un piccolo gruppo di discepoli di Oomoto Kyō, tra cui Morihei, in un viaggio in Mongolia: il suo intento era quello di stabilire un nuovo regno religioso e - a tal fine - aveva propagandato di essere la reincarnazione di Gengis Khan.

Alleato con il bandito mongolo Lu Zhankui, il gruppo di Deguchi fu arrestato a Tongliao dalle autorità cinesi: fortunatamente per Morihei, i giapponesi furono rilasciati sotto la custodia del console giapponese, proprio poco prima di essere fucilati tutti.

Furono rimpatriati sotto scorta in Giappone, dove Deguchi fu nuovamente incarcerato per aver infranto i termini della sua cauzione. Sembra che O' Sensei avesse abbastanza il callo nello scegliere amicizie non serenissime e nell'infilarsi con esse in situazioni pericolose e fallimentari!

Nell'autunno del 1925, gli fu chiesto di dare una dimostrazione della sua arte a Tokyo, per volere dell'ammiraglio Isamu Takeshita; uno degli spettatori era Yamamoto Gonnohyōe, che chiese a Ueshiba di rimanere nella capitale per istruire la Guardia Imperiale nella sua arte marziale: dopo un paio di settimane, tuttavia, questi contestò diversi funzionari del governo che espressero preoccupazione per il suo collegamento con Deguchi; quindi, siccome tirava brutta aria, annullò i suoi impegni tornò ad Ayabe.

Secondo alcuni, questa fu un'altra bella occasione mancata per fare "carriera" nella capitale fra persone che contano.

Nel 1926 Takeshita invitò Morihei a visitare di nuovo Tokyo. Egli cedette e tornò nella capitale, ma mentre risiedeva lì fu colpito da una grave malattia: quando ci si mette la SFIGA!!!

Takeda incontrò Ueshiba per l'ultima volta intorno al 1935, mentre insegnava nel quartier generale di Osaka del giornale Asahi Shimbun. Frustrato dall'apparizione del suo insegnante, che era apertamente critico nei confronti delle arti marziali di Morihei e che sembrava essere intenzionato ad insegnare al suo posto, questi lasciò Osaka durante la notte, inchinandosi dinnanzi alla residenza in cui era alloggiando Takeda ed evitando ogni contatto con lui anche in seguito.

Qui il Fondatore sembra più una persona perseguitata da una sorta di vampiro, al quale aveva già lasciato tutti i suoi beni in Hokkaido, ma che si ripresentava a riscuotere dojo, allievi e fama: nuovamente "Un Guerriero Invincibile" francamente lo vediamo più simile a Wolverine che al quadro appena ritratto di Morihei!

Il "Secondo Incidente Oomoto" del 1935 vide un altro giro di vite del governo sulla setta di Deguchi, in cui il complesso di Ayabe fu distrutto e la maggior parte dei capi del gruppo incarcerati.
Sebbene nel frattempo si fosse trasferito a Tokyo, Ueshiba aveva mantenuto legami con il gruppo Oomoto Kyō e si aspettava di essere arrestato come uno dei suoi membri senior.

Il suo un buon rapporto con il commissario di polizia locale Kenji Tomita e il capo della polizia Gīchi Morita, che erano stati entrambi suoi studenti evitò che ciò accadesse.
Di conseguenza, sebbene fosse stato interrogato, fu rilasciato senza accusa sotto la diretta  responsabilità di Morita.

Questo momento della vita potrebbe essere intitolato: "A momenti finivo al gabbio!"... A sto giro le amicizie pare lo abbiano salvato dai casini, contrariamente alle altre volte che ce lo avevano messo.

Gli anni '30 videro anche l'invasione giapponese dell'Asia continentale e un aumento dell'attività militare in Europa.

Ueshiba era preoccupato per la prospettiva della guerra e fu coinvolto in una serie di sforzi per cercare di prevenire il conflitto che alla fine sarebbe diventato la seconda guerra mondiale. A quanto pare quindi, pure quegli sforzi si rivelarono vani...

Faceva parte di un gruppo, insieme a Shūmei Ōkawa e diversi ricchi sostenitori giapponesi, che cercavano di mediare un accordo con Harry Chandler per esportare carburante per l'aviazione dagli Stati Uniti in Giappone, sebbene questo sforzo alla fine FALLÌ.

Nel 1941 Ueshiba intraprese anche una missione diplomatica segreta in Cina per volere del principe Fumimaro Konoe. L'obiettivo previsto era un incontro con Chiang Kai-Shek per stabilire colloqui di pace, ma egli non fu in grado di incontrare il leader cinese... arrivando troppo tardi per compiere la sua missione, il cui nome in codice avrebbe potuto essere "Ueshiba 007, al servizio disastroso di sua Maestà".

Dal 1935 in poi, Ueshiba aveva acquistato alcuni pezzi di terra a Iwama, nella prefettura di Ibaraki.

Nel 1942, sfuggendo ai riflettori della guerra e dalle manovre politiche nella capitale, lasciò Tokyo e si trasferì definitivamente li: qui studiò incessantemente e apportò moltissimi cambiamenti alla sua disciplina... che era allora in piena evoluzione.

Numerosi esercizi di base assunsero forme differenti da un tempo: quelli che conosciamo oggi come tai no henko, ikkyo, nikyo, shi ho nage cambiarono irrimediabilmente volto; a noi sono giunte quelle più stabili, ma ci immaginiamo che essi siano stati modificati molte volte, scoprendoli inefficaci nelle loro (numerose) versioni precedenti.

Noi non ci pensiamo mai, ma ciò che ci giunge di buono... è frutto di un numero altissimo di esperimenti che sono andati male e dai quali si sono imparate delle cose importanti: un numero immenso di MAGAGNE, sbagli, imprevisti e fallimenti!

Venne creato ex-novo tutto il lavoro con le armi: 31 no jo kata è stato fatto prima con 27 movimenti, poi con 32... poi con 30... e ad un certo punto si è stabilizzato nella forma in cui (quasi) tutti lo conosciamo; ed i fallimenti che ci ha messo O' Sensei per renderlo come lo abbiamo imparato... quelli non vanno contati?
Non sono stati parte del processo che fece?

Mori il 26 aprile 1969, ad Iwama... e nonostante avesse numerosi allievi intorno a sé, non possiamo non riportare una sua frase che divenne famosa: "Tutti dicono di volere il mio Aikido... ma se mi giro alle spalle non vedo nessuno che mi segue!".

Immaginiamo quindi che - anche a livello emotivo - non deve sempre essere stato facile ciò che viveva e le delusioni che provava da parte di chi gli stava accanto.

Non volevamo intristirvi, né dipingervi un Fondatore fallimentare nel midollo, però egli è stato innanzi tutto un UOMO... che ha sbagliato così come sbagliamo tutti... che ha avuto un pacco di imprevisti, così come ne abbiamo tutti... che ne dica John Stevens romanzandone la vita e facendolo apparire quasi come una divinità.

Quando ci viene voglia di seguire le sue onorevoli orme... siamo anche disposti a prenderci sul groppone un numero altrettanto importante di frustrazioni ed esperienze fallimentari?

Tradimenti, investimenti sulle persone sbagliate, missioni che non danno alcun frutto, rischi dimandare tutto il nostro impegno ed i nostri sforzi nel macero... È importante farci una riflessione profonda, perché per essere grandi è necessario prima avere il coraggio di riscoprirci piccoli e limitati, accettare questa nostra natura intrinseca ed imparare  farcene qualcosa di positivo per il futuro, proprio come ha fatto Morihei Ueshiba!

Grazie nonnetto di essere stato così straordinariamente UMANO!




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