Abbiamo già parlato altre volte di questo argomento, ma a questo giro desidero soffermarmi sui risvolti più grotteschi che sono stati scatenati da queste dinamiche curiose.
Sappiamo bene che la Fondazione Aikikai [財団法人合気会] - il nome completo è Zaidan Hōjin Aikikai - è un'organizzazione dell'Aikidō, creata dallo stesso Morihei Ueshiba e riconosciuta ufficialmente dal governo nipponico fin dal 1940... tuttavia ne esistono numerose ramificazioni all'estero, tanto che quasi ogni Stato ha una SUA organizzazione Aikikai satellite.
Abbiamo quindi l'Aikikai d'Italia (nata nel 1970, grazie all’opera di Hiroshi Tada Sensei), l'Aikikai di Francia... quella belga, quelle greca, quella israeliana, quella spagnola, quella portoghese... e così via dicendo.E, come spesso accade, soprattutto quando le community si allargano... queste entità satelliti - pur rimanendo ufficialmente sotto l'ombrello Aikikai giapponese - hanno teso a differenziarsi da quest'ultima per modalità di insegnamento, requisiti tecnici richiesti agli esaminandi di questo o quel grado dan, organizzazione e conduzione dei corsi, quote da versare da parte degli iscritti, etc.
Questo mi sembra NATURALE, poiché ogni realtà ha dovuto armonizzarsi al proprio territorio, calzando le esigenze e tenendo conto delle caratteristiche (fisiche, culturali, sociali, economiche) dei propri membri autoctoni.Di solito queste entità satellite hanno anche un PROPRIO sistema di graduazione e di certificazione "locale", oltre a dare modo ai propri iscritti di accedere ANCHE alla certificazione della casa madre di Tokyo: l'unica differenza fra quest'ultima e le sue "succursali" più o meno dirette è proprio nell'organizzazione delle certificazioni... che sono identiche per tutti, sia per chi pratica in Giappone, sia per chi invece pratica in occidente o altrove nel mondo.
L'Honbu Dojo di Tokyo ha quindi una sorta di "zecca" unica per tutti... ed inserisce anche una filigrana nei suoi diplomi per garantirne l'autenticità (ci sono stati alcuni tentativi di falsificazione e plagio in passato), in cambio di bei soldini per avere una pergamena sul quale il proprio nome e grado è certificato dal Doshu in persona (che dal 4 gennaio 1999 ad oggi è Moriteru Ueshiba, nipote del Fondatore).
Questo sembra avere un gran valore - perlomeno simbolico - da parte degli Aikidoka moderni, poiché garantisce una sorta di appartenenza diretta all'organizzazione creata da Morihei Ueshiba, e quindi da loro la sensazione di un lineage DIRETTO fra il Kaiso (Fondatore) e l'Aikidoka yudansha in basso a destra (ossia quello almeno possessore di un grado dan).
Se poi uno si allena un giorno ogni 3 mesi, ma ha l'aggancio ed i soldi necessari per arrivare al foglio di pergamena a mandorla che riporta l'hanko (il timbro-sigillo) dell'attuale Doshu... fa ufficialmente parte della "grande famiglia" di O' Sensei... almeno su un pezzo di carta!Capite bene come i pezzi di carta TALVOLTA esprimano qualcosa di autentico... e TALVOLTA invece no!
In ogni caso, siccome ogni Aikikai satellite ha i PROPRI certificati Aikikai, ottenuti sottoponendosi ai PRORI esami dan e dopo avere pagato le PROPRIE quote per riceverli... c'è una generale corsa ad avere riconosciuto il proprio grado anche dall'Honbu Dojo, proprio per la sua caratteristica di "universalità/internazionalità".
E quando sono un Insegnante, magari di rango abbastanza elevato, come faccio a DISTINGUERMI dai miei pari grado?Per capacità e competenza?
Quando scrivo "Marco Rubatto, 5º dan AIKIKAI"... a quale Aikikai mi staro riferendo?Quella italiana, quella francese, quella svizzera o di quella belga?
Di solito si inizia dalla LOCANDINA dei Seminar che tengo, nella quale ci tengo a sottolineare che il mio Xesimo dan è Aikikai, ma dell'Aikikai di Tokyo... ATTENZIONE: quello very very original... mica pizza e fichi delle Associazioni Nazionali satellite... che non si sa nemmeno bene come facciano le cose!?E qui iniziano delle cose che - a mio avviso - fanno riderissimo!Si ha un po' la sensazione di assistere ad un branco di Docenti che urla: "il mio grado è di quelli buoni, di quelli che contano su serio!", "quelli non falsificabili", "quelli difficili e costosi da ottenere". Questa dinamica, se da un lato è molto umana... dall'altro fa intuire quanto poco ci si fidi di alcune Organizzazioni dalle quali e come se si volesse prendere distanza con questo comportamento.
La dicitura corretta, se proprio si dovesse sentire l'esigenza di specificare che il proprio grado proviene proprio da Tokyo, sarebbe [合気会 總 本部] "Aikikai so Honbu", che suonerebbe un po' come "Aikikai Sede Centrale"... e ricordiamoci che "HoNbu" si scrive con la N (unica consonante libera nella lingua giapponese), e non con la M.Resta per me un mistero come l'Honbu Dojo stesso traslitteri diversamente il suo stesso nome sul proprio sito Web... ma dei giapponesi è vietato capire proprio tutto tutto!
Ma poi questo ricorda di quella barzelletta nella quale due parrucchieri, che hanno la locanda nella stessa via, cercano di rubarsi la clientela... attraverso lo slogan più altisonante.
Il primo scrive dinnanzi al suo locale: "Qui c'è il parrucchiere migliore di tutta la via".Il secondo, sentendosi scalzato: "Qui c'è il parrucchiere più bravo del quartiere".
Il primo allora deve correggere: "Qui c'è il parrucchiere più bravo della città!".
Il secondo, non volendo essere da meno: "Qui c'è il parrucchiere più bravo d'Italia".
Il primo, non demordendo: "Qui troverete il parrucchiere più bravo dell'intero pianeta!".
Il secondo. che non ci pensava proprio a cedere la preminenza: "Qui il parrucchiere più bravo dell'universo!"Fu proprio in quel momento che il primo parrucchiere si accorse che se avesse scritto semplicemente:"Qui c'è un bravo parrucchiere"... avrebbe mostrato di essere meno megalomane e più credibile del suo rivale.
Potrò sbagliarmi, però di rado chi mi ha chiesto di condurre un Seminar lo ha fatto perché il mio grado Aikikai arriva da Tokyo e non dall'Aikikai d'Italia o di qualche altro Paese!
Hanno prima badato ad altro... secondo me: qual è la mia visione dell'Aikido, cosa ho fatto per la disciplina, cosa potrei insegnare che a loro interessi; la certificazione sicuramente ha un suo peso, non affermo il contrario, però sono certo essere UNA delle cose che si guardano, ma sicuramente non l'unica!
Spesso sono stato "messo alla prova"... nel senso che chi mi ha chiamato voleva vedere chi ci fosse DIETRO a quella certificazione, prima di fidarsi, prima di chiedersi se fosse il caso di invitarmi nuovamente ad insegnare nel suo Dojo.Quindi abbiamo una certificazione che sembra essere preminente rispetto alle altre - ovvero quella Aikikai so Honbu -, ma poi abbiamo anche un giudizio di merito che NON può essere interamente messo a tacere da nessun foglio di pergamena, per quanto giapponese, per quanto proveniente proprio dalla "Sede Centrale" dell'Aikido mondiale.
Ci sono, fra l'altro, diverse argomentazioni che non tutti conoscono, che permettono di rendere relativa QUALSIASI tipo di certificazione fatta dalle società umane, visto che nessuna di esse può vantare di essere senza difetti. Giapponesi compresi!
Un grado "Aikikai di Tokyo" sarà forse più "stabile", "univoco", "meno discutibile" di altri gradi Aikikai zonali... però bisogna anche dire che in Europa - e in Italia nello specifico - NESSUNO di essi, ad esempio, possiede alcun valore per l'insegnamento della disciplina.
Qui da noi devi essere un Docente Federale FIJLKAM o certificato da un Ente di promozione Sportiva... il resto sono solo cose che scaldano il cuore a noi Aikidoka con il debole per il papiro a mandorla.Ma anche se volessimo parlare proprio di certificazioni "a mandorla", dobbiamo sapere che le cose NON sono sempre proprio come ci appaiono: vi faccio un esempio pratico...
Prendiamo il titolo di [師範] "Shihan": nella cultura giapponese esso è un onorifico riservato agli Insegnanti di alto livello, la cui etimologia suona come "insegnate, maestro, mentore da usare come modello"... ovvero una persona da imitare per le sue alte doti morali, etiche, tecniche e per il suo costante impegno nella divulgazione della disciplina.
E non c'è alcun dubbio che questo titolo onorifico sia nato per scopi più che positivi e venga ancora oggi utilizzato ANCHE in questo senso. Studiando però le regole internazionali I.A.F. (International Aikido Federation) si scopre che l'Aikikai è una fondazione che desidera rimanere sia super partes, che a CAPO di ogni organizzazione nazionale che desidera avvalersi del riconoscimento dell'Honbu Dojo di Tokyo.Questo significa che NESSUNA organizzazione internazionale (al momento) può avvalersi di una collaborazione con l'Aikikai, perché viene percepita da questa come PARITARIA, anziché come subordinata: e voi mi direte: "Eh allora?"...
E allora le regole attuali permettono di ricevere il titolo di "Shihan" SOLO a quegli Istruttori di alto rango che appartengono ad organizzazioni NAZIONALI, che sono andate a piazzarsi SOTTO l'ombrello dell'Aikikai.
Infatti a me non tornava tanto come l'Honbu Dojo alcune volte "tirasse un po' dietro" il titolo di Shihan a persone che hanno un terzo della mia esperienza e non lo concedesse, invece, ad Istruttori di fama internazionale, magari già 7º dan Aikikai da un pezzo (questo titolo tradizionalmente si può ricevere dal 6º dan in poi).
Ma non doveva essere un titolo legato a quanto meriti la persona di essere imitata e da esempio per tutti gli altri Aikidoka?!?Si, infatti... ma a patto che ti genufetta alle "mie regole", altrimenti puoi essere imitabile e di buon esempio fin che vuoi, ma io Aikikai non ti considero nemmeno di striscio. Anzi, mi stai pure un po' sui rognoni, perché ti vedo come un competitor!
Capite com'è facile PERVERTIRE una certificazione?
Sembrerebbe che chi possiede questo titolo abbia qualcosa in più di chi invece non ce l'ha... ma non è detto, anzi può accadere proprio l'esatto contrario: magari sono un Aikidoka mediocre, per far si che non abbandoni il giro con i miei allievi una Aikikai nazionale/locale ogni tanto mi "regala" un grado, e lo fa convertire successivamente a grado "so Honbu"... poi dal 6º dan in su mi sviolina con l'allettante titolo di "persona da imitare" (che si paga, manco a dirlo... non è proprio gratis).
Se invece io fossi un Insegnante internazionale riconosciuto dall'Aikikai, che tiene Seminari in tutto il globo, che ogni anno fa decine di esami per conto dell'Aikikai, ma che NON appartiene ad una Organizzazione Nazionale Aikikai... invece io quel titolo me lo SCORDO, potrei essere pure la reincarnazione di O' Sensei, ma nessuno entrerebbe nel merito del mio "vero" valore... per via di un protocollo di regole che lo impediscono a priori.Ha senso?
Per me veramente poco...
Ho saputo che a qualcuno il titolo di "Shihan" è stato addirittura REVOCATO in qualche caso, ovvero tolto dopo che era stato prima concesso!Perché questo? Perché il 7º dan Aikikai in questione (un allievo storico di Saito Sensei) PRIMA apparteneva ad un'organizzazione Aikikai Nazionale, poi ha avuto un conflitto che lo ha portato a SEPARARSI da quella Organizzazione... ed ha fondato una SUA Organizzazione, ma gli ha dato carattere "internazionale", giacché Dojo ed allievi sparsi un po' nei 5 continenti.
Ed ecco che il suo titolo di "Shihan" gli viene revocato, ma non perché abbia commesso qualche nefandezza Aikidoistica, abbia usato violenza contro qualcuno, abbia infangato il nome dell'Aikido e dell'Aikikai... NO, assolutamente: lui faceva bene prima e continua a fare bene adesso, ma è passato da stare SOTTO l'Aikikai a stargli DI FIANCO. Tutto qui!
Ed allora è meglio non imitarlo più tanto... Io trovo questa cosa molto comica, se solo non fosse anche parecchio tragica e paradossale.Quindi "Aikikai di che"?
Di quello buono? Di quello "Original", con Denominazione di Origine Controllata?
Di quello che puoi ottenere se hai l'aggancio giusto ed i soldi necessari anche se ti alleni il 31 dicembre 2022 e poi il 21 aprile 2025 (ovvero, ogni morte di Papa)?
Di quello che, se segui le regole, puoi avere anche tu la tua bella pergamena piena di kanji?
Se servisse solo un "Aikikai.doc" basterebbe un file di Word...Credo che le certificazioni siano importanti: io ne ho parecchie ed in differenti campi e sprono coloro che fra i miei allievi intendono insegnare di dotarsi delle proprie... tuttavia c'è però poi la persona che SONO, che rimarrebbe quella pure se tutti i miei diplomi andassero a fuoco o se me li togliessero perché ho fatto il brutto cattivo bambino disobbediente.
L'Aikido che VIVO ogni giorno è bene possa essere specchiato ANCHE con i diplomi che ci sono sul muro del Dojo... ma se proprio dovessi perdere qualcosa, so già che sarebbe impossibile sottrarmi l'esperienza, che mi ha reso parte di chi SONO.
Sorrido invece di tutti quelli che avrebbero la sensazione che non resti loro nulla se dovessero venirgli meno i gradi, i titoli ed i diplomi, perché evidentemente avevano con loro più carta che Aikido.Marco Rubatto
Nessun commento:
Posta un commento