lunedì 8 aprile 2024

Le maledizioni dell'Aikido: 5 modi di fare DANni e di essere DANnati

Ci sono molti aneddoti che girano su quali dovrebbero essere le capacità di un praticante giunto ad uno specifico punto del proprio percorso nell'Aikido.

Ci si accorge - dal suo interno - che la famigerata "cintura nera" è tutto meno che il segno di una sedicente maestria di qualche genere... però vorrei quest'oggi tirare una linea più netta possibile su ciò che mi ha insegnato la mia esperienza in merito.

Premetto a quanto verrà che oggi - in Italia almeno - le carriere dei semplici praticanti e quelle di chi desidera fare il docente sono manifestamente e dichiaratamente SEPARATE, mentre secondo la tradizione giapponese questa cosa non avveniva, ne forse ancora non avviene, in determinati contesti.

Questo cambia un po' le carte in tavola, perché - sempre secondo la tradizione - pareva naturale ad un certo punto del proprio percorso tuffarsi nell'insegnamento, come modo di restituire alla società quanto si era appreso fino a quel momento... una sorta di "servizio" da rendere per onorare ciò che ci è stato dato e chi ce lo ha dato.

Beh, qui non è più così... quindi una persona può tranquillamente continuare a praticare per tutta la vita, giungere anche a gradi dan molto elevati, senza porsi proprio il pensiero di insegnare qualcosa al qualcun altro, o avere specifiche forme di responsabilità verso terzi. Bello o brutto che sia, giusto o limitante... è così, e quindi ne prendiamo atto.

Ciò detto, in ogni caso il proprio operato tende ad avere effetti verso terzi, fosse anche solo perché ciascuno ha dei compagni di pratica, rispetto ai quali sapremo essere (o meno) buoni kohai e/o buoni senpai.

Veniamo ora ad una rapida disamina di quali step dovrebbero (o potrebbero) caratterizzare i vari gradi... o meglio "gradini/livelli", come indica il kanji [段] "dan".


初段 SHODAN - 1º dan

Il kanji [初] "sho" indica un inizio, l'essere nuovi a qualcosa... quindi "shodan" è il grado dell'inizio... altro che della maestria!

Si finisce forse di essere "ospiti" provvisori di un Dojo, perché fino a poco prima era in sostanza quello che eravamo e si decide finalmente di entrare a farne parte della famiglia dei praticanti con tutte le scarpe (o gli zoori, o pure ancora più spesso a piedi nudi). Se alla fatidica cintura nera siamo al livello del principio, cosa possiamo dire di essere stati prima?

Technically speaking, lo shodan è il grado nel quale si dovrebbe essere in grado di mostrare un po' tutti i fondamentali tecnici della disciplina (taijutsu, Aiki ken ed Aiki jo), senza cose mirabolanti... una capacità espositiva chiara, di base, lenta e pulita. Non sono i salti che si è in grado di compiere o quelli che si fa fare al proprio uke il focus delle proprie abilità.

Al contrario, essere semplici, essenziali e puliti nei movimenti di base (ad esempio nei più semplici tai sabaki) ritengo sia un grande valore aggiunto, anche ove la pratica avesse ancora diversi aspetti STATICI. Non è questo il grado per mostrare dinamicità a tutti i costi, ma al contrario è il momento di mostrare che c'è stato una progressione strutturante nella tecnica... e più, in generale, nella disciplina.

Ho sentito dire che questo è il livello nel quale un praticante dovrebbe essere in grado di tenere a bada un aggressore NON allenato, senza troppe difficoltà. Mi pare poetica come immagine, ma ne dubito seriamente, poiché un aggressore che ha reale intenzione di ledere, può essere anche poco o niente allenato... ma è vivo, determinato e perciò parecchio imprevedibile. E, secondo me, al livello di shodan corriamo ancora il rischio che ci faccia un cesto di dimensioni bibliche, perché abbiamo a malapena finito di studiare le tecniche principali, in compagnia di un partner collaborativo.
Questo è il livello nel quale "abbiamo imparato bene una poesia" e la ripetiamo, come avremmo fatto davanti alla maestra delle elementari... un po' pappagallando.
A questo stadio ciascuno è ancora parecchio incapace di cogliere le sfumature che esistono fra i vari stili e didattiche, ed è convito di fare l'unico Aikido possibile... il migliore di tutti, ovvero quello del SUO Maestro!

Per coloro che si sentono motivati ad iniziare un percorso di supporto nell'insegnamento del proprio Sensei, la FIJLKAM rende possibile prendere la qualifica di Aspirante Allenatore (1º livello)... ovvero la prima certificazione da Insegnate Tecnico, che però non consente ancora alcuna autonomia nell'insegnamento.

Si può però diventare un prezioso supporto per il Dojo nel quale normalmente pratichiamo, dando una mano al Sensei, aiutando i nostri kohai a preparare gli esami kyu interni, magari anche sostituendo occasionalmente il Docente, in caso di sua assenza, ma senza che ciò comporti una mansione da svolgere con continuità.

Nel mio Dojo, mediamente parlando, questo traguardo richiede circa 6 anni di pratica.


弐段 NIDAN - 2º dan

Ho sempre visto questo livello come una sorta di "shodan BIS", oppure "MAXI shodan"... ovvero il momento nel quale sono sostanzialmente capace di fare ciò che sapevo fare al gradino precedente, ma ora sento tutto un po' più mio: se prima stessi recitando la poesia che qualcun altro mi ha insegnato... ora riesco a dargli anche una mia intonazione, pur attenendomi scrupolosamente al testo originario. Diciamo che conosco così bene la base, che posso permettermi il lusso di iniziare ad interpretarla un minimo, stando attento ovviamente a non snaturane le caratteristiche ed anche a non sentirmi libero di fare il poeta a mia volta.

La solidità della base ovviamente non si disdegna, ma la propria pratica può affacciarsi a livelli più fluidi di un tempo.

Questo dovrebbe essere il livello nel quale è possibile tenere a bada contemporaneamente 2 attaccanti non allenati, ma non ci credo... così come non credevo alla stessa cosa per il grado precedente.

Pur frequentando ancora una didattica specifica, questo potrebbe essere il momento nel quale ci si affacci alla possibilità dell'esistenza di tanto altro Aikido fuori dalla porta del proprio Dojo, che non è detto che sia meglio o peggio del nostro... ma sarà sicuramente DIVERSO.

Per la Federazione italiana, questo è il grado MINIMO per insegnare in modo indipendente, se accompagnato dalla qualifica di Allenatore (2º livello); è possibile iniziare quindi ad creare un proprio gruppo... ma consiglierei vivamente ogni nidan di restare legato molto stretto al proprio Sensei di origine, poiché è presto per dedicarsi SOLO all'insegnamento... la propria strada da praticante è ancora molto lunga.

Un numero indicativo di anni di pratica per raggiungere con maturità questo grado ho riscontrato aggirarsi fra i 9 ed i 12 anni.


参段 SANDAN - 3º dan

Questo è il livello nel quale deve cambiare qualcosa di sostanziale; è anche il gradino dal quale era possibile aprire ufficialmente la propria strada da docente, acquisendo la qualifica di [副指導員] "fuku shidoin", ovvero di Istruttore (relativamente inesperto). É così anche per la Federazione, che dal 3º dan in poi può rilasciare (sempre dopo avere seguito corsi ed aver sostenuto esami specifici) la qualifica di Istruttore (3º livello); a questo punto è possibile insegnare contemporaneamente in 2 Società federali, nel caso in cui fosse necessario. É l'ultimo grado nel quale la competenza per l'assegnazione può essere di tipo regionale.

Ma al di là dell'insegnamento, questo dovrebbe essere il livello nel quale la base è solidamente appresa ed il proprio Aikido incomincia a poter divenire quindi più fluido, continuo e rilassato. É possibile, forse addirittura consigliabile, addentrarsi in tutte quelle pratiche non più considerabili "di base", ma che comunque costituiscono una parte importantissima del proprio percorso. La tecnica a questo punto non può che essere uno strumento per studiare e consolidare i principi in essa contenuti.

Un conto è ripetere ciò che è importante per qualcun altro, un po' a pappagallo... un conto è fare ciò che si è compreso essere importante per sé: ecco, il sandan credo che sia il momento di lasciarci dietro il pappagalleggiamento e mostrare che l'Aikido è qualcosa, in qualche misura, di NOSTRO.

Se proprio c'è un momento nel quale vogliamo "testare" la bontà del nostro livello,  il 3º dan è un ottimo momento per andare a metterci in difficoltà, facendo visita a tatami diversi dal propio di origine, confrontarsi con altre Scuole e didattiche, e scoprire se "tutto il mondo è paese"... oppure no.

In media ci vogliono almeno una quindicina di anni di pratica per arrivare qui, nella mia esperienza.


四段 YONDAN - 4º dan

Il 4º dan credo possa essere definito il livello della maestria vera e propria, nel quale un tempo veniva concessa la qualifica di [指導員] "shidoin" (Insegnante) ed ora è possibile acquisire quella di "Maestro" (4º livello).  A questo punto la disciplina dovrebbe forse più divenire un'espressione della propria natura, oltre che ovviamente un valido supporto didattico messo a disposizione di terzi, qualora si scegliesse la via dell'insegnamento.

Secondo la tradizione, lo yondan era anche l'ultimo esame di tipo tecnico previsto dai vari curriculum, segno che ciò che di tecnico c'è da studiare... si da per fatto al raggiungimento di questo livello, ed in Aikido di tecnica ce n'è veramente tanta!

Oggi non è più così, specie qui in Italia, dove le varie organizzazioni hanno previsto esami tecnici anche per i gradi superiori (almeno fino al 5º dan).

Strano sarebbe anche se la disciplina venisse esperita SOLO fra le quattro mura del proprio Dojo: una persona può praticare con umiltà e dedizione, ma ad un certo punto tende ad incarnare lo spirito della disciplina in qualsiasi luogo si trovi.

Diciamo così: a 1º e 2º dan si portano nel Dojo i problemi del quotidiano; a 3º dan si smette di portare la propria immondizia sul tatami... ed a 4º dan si inizia a portare le proprie primizie, maturate grazie alla pratica, negli altri contesti in cui viviamo. Può non essere sempre una dinamica così matematicamente precisa, ma mi pare una buona rappresentazione del fatto che l'Aikido ci sta cambiando in meglio.

Questo potrebbe essere anche il gradino dal quale tutto sembra di facile esecuzione, ma solo per via della storicità della pratica che ci ha condotto fino a qui... fatta dalla somma di tutti i tentativi, gli sbagli, le crisi che si è stati disposti a superare. Potrebbe essere il livello al quale ci si sente, in qualche modo, consacrati alla propria disciplina, per tanto che vi avremo investito in precedenza (a livello di tempo di impegno, ma anche di energie e di risorse personali).

In Federazione non è possibile raggiungere questo traguardo prima del compiere di 27 anni, presumendo di essere già shodan a 16. A 4º dan quindi la tempistica MINIMA è di 14 anni di pratica... ma è sano arrivarci non prima dei 18-19 anni, secondo me. Per la FIJLKAM questo grado (ed i successivi) può essere conferito solo a livello nazionale.

Lo yondan è uno di quei traguardi che ti bruciano se li tagli troppo in fretta, prima di quando non si abbiano sviluppato le capacità di reggerne la responsabilità... verso se stessi in primis, oltre che verso il prossimo (sia esso anche un semplice compagno di pratica, se non un allievo).

Dal 3º dan in su, infatti, vi è un nuovo pericoloso mostro da affrontare: il propio EGO. Se infatti allo shodan ed al nidan ci si rendeva bene conto di essere Aiki-pippe, quando si sale di grado rispetto alla media, ci si può iniziare a convincere di essere i nipoti segreti di O' Sensei, e quindi si inizia a guardare il prossimo (Aikidoka) con aria di sufficienza, col mood: "Povera creatura, forse un giorno, impegnandoti ancora tantissimo... capirai!".


五段 GODAN - 5º dan

Tradizionalmente questo traguardo poteva venire raggiunto (ed è ancora così in diverse organizzazioni internazionali) solo [推薦状] "suisenjo", ovvero tramite una lettera di raccomandazione.

Ancora oggi l'Aikikai Honbu Dojo conferisce i gradi dal 5º dan in poi solo durante il Kagami Biraki di inizio anno (solitamente il secondo week end di gennaio), e li stampa in un formato cartaceo differente dai precedenti... più ampio e ripiegato su se stesso (mentre i precedenti erano arrotolabili); questa particolarità deriva dal fatto che dal godan in poi il grado non dovrebbe più essere messo in mostra, ma custodito nella confezione nella quale lo si è ricevuto, che porta sopra il [紋] "mon", ossia lo stemma di famiglia in ceralacca.

Il solo stemma dovrebbe di fungere da "garanzia" di qualità del diploma contenuto all'interno della confezione; noi qui siamo un po' diversi ed amiamo ostentare tutto... quindi esponiamo pure i gradi superiori, ma vi avverto che non sarà banale trovare una cornice dalle dimensioni adatte.

La "raccomandazione" che è necessario ricevere dovrebbe testimoniare l'impegno costante che ciascuno compie nella divulgazione della disciplina (ecco perché all'inizio dicevo che un tempo veniva sott'inteso che i dan di rango superiore fossero anche sempre degli Insegnanti; ora ci sono specifici esami tecnici che permettono il raggiungimento di questo grado anche se non si vuole insegnare). Ciò presuppone l'essere notati da gradi ancora più alti e venire "segnalati" all'Ente che emette i gradi: qualcosa di molto tradizionale, ma ben poco comune, controllabile o fattibile ad ogni latitudine del pianeta (infatti ogni anno si vedono cose improbe all'Aikikai, che ancora adotta questa metodologia, chi vuole saperne di più, legga QUI).

Di solito questo è il grado minimo per iniziare ad operare all'interno di un Ente Aikidoistico ricomprendo incarichi di interesse nazionale (in Federazione ora stiamo facendo così), in questo caso quindi è ovvio che il proprio impegno riguardi anche l'interessi di terzi e non solo il proprio.

Io pratico ininterrottamente dal 1992 e, nel mio caso il 5º dan FIJLKAM mi è stato conferito nel 2017, mentre quello Aikikai nel 2019... quindi (in media) dopo 26 anni di Aikido. In giro però si vede un po' di tutto... ci sono persone che hanno lo stesso mio grado, ma possiedono un centesimo della mia esperienza, e quello fuori scala non mi pare proprio di essere io!

Proprio per questa ragione, in generale credo che sia meglio ricevere un grado attendendo più del dovuto, piuttosto che riceverlo prima di quanto non sia congruente con ciò che si è.

Ma parlando più strettamente di Aikido, il godan per me è stato il grado al quale sono avvenute le cose più interessanti, poiché ho incominciato a darmi il permesso e l'opportunità di SPERIMENTARE alcune intuizioni, senza che ci fosse necessariamente un Sensei più titolato di me a tenermi per la manina. Mi pare il livello della completa assunzione di responsabilità rispetto alla propria pratica, nel quale devono cessare le forme di deroga a terzi della propria preparazione; attenzione, ciò non significa che bisogna smettere di avere un proprio Sensei di riferimento (io ce l'ho, e sono contentissimo di continuare ad avercelo pure il futuro)... sto dicendo che è possibile scegliere autonomamente che direzione far prendere alla propria pratica (e pure a quella altrui, nel caso fossimo anche dei Docenti).

Col senno di poi, se iniziassi la pratica oggi, NON andrei più da un Sensei con meno esperienza di quanto dovrebbe averne un godan (indipendentemente da quale certificato abbia appeso al suo muro), solo che queste sono cose che all'inizio nessuno di noi si immagina... e va benone anche così.

Non affermo questo perché ritenga che i gradi inferiori non abbiano nulla di interessante da offrire, anzi... ma solo perché mi consentirebbe di crescere molto più rapidamente di quanto poi in realtà sia avvenuto iniziando la pratica sotto la guida di una brava persona veramente, ma che aveva preso lo shodan da 3 mesi (e portava con sé anche tutte quelle ombre che lui stesso nemmeno si immaginava di possedere).

Trent'anni fa le cose non erano come lo sono adesso: pure io ho iniziato ad insegnare pochi mesi dopo avere ricevuto il nidan... e mi sono trovato "buttato li", alla direzione di un piccolo gruppo, senza ben sapere né dove volessi andare... ma nemmeno dove si potesse andare!

Ora solo mi rendo conto di quanto ho fatto pagare ai miei allievi di allora la mia notevole impreparazione e le mie considerevoli lacune di consapevolezza, nonostante vi assicuro che tentassi di dare il meglio di me ad ogni lezione.


In conclusione...

Mentre è molto complicato definire una persona (e definirsi) con un semplice numero, questa operazione invece ha senso nel momento nel quale diamo valore a chi questo grado ce lo attribuisce.

Quindi ciascuno scelga la persona o l'Ente certificatore che meglio lo specchia; nel Post ho sempre specificato cosa fa la Federazione, perché girando l'Italia vedo cose diversissime fra i praticanti ed insegnanti provenienti dai vari Enti di Promozione Sportiva o Scuole private. I prerequisiti a questo o quel grado dan sono tremendamente differenti, quando non addirittura contrastanti fra loro.

Per gli amanti del Giappone e della sua tradizione è bene sapere che i kanji utilizzati per shodan [初], nidan [弐] e sandan [参], sono differenti da quelli che si usano di solito per i relativi numeri ichi [一], ni [二] e san [三]... e questo per evitare facili falsificazioni sui certificati.

Dal 6º dan in poi non vi dico nulla, perché non è ancora nelle mie competenze farlo: magari un giorno ci arriverò pure io (appartenendo ad una Organizzazione nazionale ad una internazionale fra loro indipendenti, ogni sforzo è sempre doppio e di tempi tendono ad allungarsi in modo notevole)... ma ciò che già ora vi so dire è che non ho per nulla fretta... che credo che certe cose debbano avvenire naturalmente, oppure è meglio che non avvengano proprio...

.. e che se ci sono 6º dan di un Ente che faticherebbero ad arrivare al 3º in un altro (e viceversa) sono problemi degli altri: io vi ho dato una mia visione dei gradi, perché c'è modo e modo di fare DANni e di essere DANnato... e vista la maledizione dell'Aikido che mi ha colpito ormai 32 anni fa, per me ho scelto quella che ritengo la migliore.


Marco Rubatto


 


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