lunedì 18 marzo 2024

[杖形] Jo kata: la ricerca infinita, attraverso movimenti definiti

Continuiamo la nostra esplorazione della "forma" attraverso  lo studio dei kata di jo che ci ha lasciato il nostro Fondatore.

Per certo sappiamo che essi sono solo 2... due e mezzo se contiamo la breve forma ciclica contenuta dentro ad uno dei due: si tratta di...

- 31 no jo kata

- 13 no jo kata

( e 6 no jo kata, contenuto dentro 31 no jo kata)

Questi sono i cosiddetti kata [開祖直伝] "Kaiso jikiden", ovvero trasmessi direttamente da Morihei Ueshiba a Morihiro Saito Sensei, forse unico suo Deshi stabile al tempo dello studio ed approfondimento dell'Aiki jo ad Iwama.

Molti sono però i suoi allievi che hanno studiato queste forme e diversi fra loro hanno poi codificato una serie piuttosto vasta di visioni personali dei kata di jo.

Quest'oggi però ci soffermiamo sul SOLO lavoro del Fondatore, che consideriamo particolarmente importante per cogliere alcuni aspetti che erano preminenti per la pratica di quest'ultimo.

Iniziamo dal 1º kata, ovvero "31 no jo kata"...

É una forma bella lunga, che ha visto numerose modifiche e variazioni prima di essere "chiusa" come oggi noi la conosciamo.

Questo ci da una prima enorme ed importante informazione: Morihei Ueshiba era in un percorso evolutivo, perché continuava a cambiare nel tempo... quindi e vogliamo fare ciò che ha fatto lui, dobbiamo darci lo stesso permesso.

Lo dico perché ci sono alcuni puristi che vorrebbero che tutti si LIMITASSERO a scimiottare SOLO i movimenti col il jo che faceva il Fondatore, o - al limite - Saito Sensei, di fatto estromettendosi da uno degli aspetti più importanti di una disciplina tradizionale... ovvero la sua mutevolezza nel tempo.

NO, se vogliamo fare come fece O' Sensei, dobbiamo darci l'opportunità di cambiare nel tempo, come fece lui stesso, sperando ovviamente di diventare meglio di ciò che eravamo in passato (non di certo peggio!)



Nel video precedente vengono esaminati:

- movimenti rispetto ad un sistema di riferimento fisso;

- ricorrenze dei movimenti all'interno della forma;

- respirazione durante l'esecuzione della forma;

- cambiamento della forma quando la si pratica in modo veloce.

Per i più curiosi, ecco una clip che mostra questo kata nel 1964, ovvero quando era ancora in fase di evoluzione, contava 32 movimenti, anziché 31... ed aveva un inizio ed un finale leggermente differenti...



Ecco invece 6 no jo kata, ovvero la forma ciclica, contenuta in 31 no jo kata (dal movimento 13 al movimento 18)...



Si tratta di un esercizio particolarmente adatto per i principianti, poiché riesce a connettere fra loro 2 suburi di base (tsuki jodan gaeshi uchi e menuchi gedan gaeshi) e può essere agilmente utilizzato per mostrare come respirare dentro alle sequenze preordinate di movimenti, utilizzando il fatto che questa forma risulta "simmetrica", con 3 movimenti di affondo (espirazione) e 3 movimenti di preparazione a tali affondi (inspirazione).

Naturalmente, per comprendere a fondo 31 no jo kata è necessario studiare anche il suo "bunkai", ovvero la sua applicazione a coppia, praticando 31 no kumi jo... ma ci torneremo presto in un futuro Post...

Veniamo invece al 2º kata vero e proprio, ovvero 13 no jo kata...



Anche in questo caso, nel video precedente possiamo vedere:

- movimenti rispetto ad un sistema di riferimento fisso;

- ricorrenze dei movimenti all'interno della forma;

- respirazione durante l'esecuzione della forma;

- cambiamento della forma quando la si pratica in modo veloce.

Si tratta di una forma molto più corta della precedente, ma in alcuni suoi elementi addirittura più complessa... Iniziamo col dire che è un lavoro lasciato INCOMPIUTO da Fondatore, poiché alla sua morte non aveva ancora assunto una forma stabile e definitiva (al contrario di 31 no jo kata).

Cosa avrebbe potuto sviluppare oltre il 13º movimento Morihei Ueshiba è qualcosa che non sapremo mai con certezza. I primi 13 movimenti però erano divenuti stabili, ed è per questo che Morihiro Saito Sensei ha tramandato SOLO quelli.

Immaginate, infatti, di comparire nel Giappone del secolo scorso, intorno al 1965-1968, e dover tramandare ciò che vedete fare al vostro Maestro, senza avere più di tanto strumenti fotografici o video per immortalare i suoi movimenti. Prima di YouTube c'era la MEMORIA personale dei praticanti ed il tentativo di tramandare ciò che avevano visto e capito (che poteva essere pure molto differente da ciò che il Sensei tentava di comunicare loro!)

Tradizionalmente, 13 no jo kata si studia anche a coppie, ma in modo differente rispetto a 31 no jo kata: mentre infatti per quest'ultimo esiste una vera e propria applicazione a coppia... per il primo esiste una forma di armonizzazione a blocchi, chiamata 13 no jo awase.

Più recentemente (anni 1990 - 2000) è stata sviluppata anche una forma di kumijo simile a quella che si utilizza nel 31 no ho kata, ma io non l'ho mai vista spiegare, né praticare da Morihiro Saito... quindi tendo a pensare che sia una forma più elaborata dai suoi allievi, che ereditata direttamente dal Fondatore.

Come detto, però, di tutto ciò che è applicativo ed a coppie ci occuperemo presto altrove...

OGNI kata ha elementi comuni: movimenti di parata e movimenti di attacco ad avversari immaginari (che possono rendersi fisici nel lavoro applicativo a coppia) e cambi di direzione di 180º, ad indicare l'intenzione di fare fronte a più avversari che attaccano in contemporanea (o entro un breve lasso di tempo, ma), provenienti da direzioni opposte.

A titolo puramente storiografico, riportiamo di seguito un kata desueto, composto da circa 18 movimenti, che veniva praticato dal Fondatore intorno al 1964: noteremo che anche questa forma ha le stesse caratteristiche delle 2 più famose e giunte a noi oggi.


Non so dirvi molto su quest'ultimo kata, proprio perché l'ho scoperto solo durante la pandemia, quando ho avuto il tempo di esaminare in modo più approfondito alcuni filmati storici: ecco però un altro brillante esempio del fatto che Morihei Ueshiba cambiava ed evolveva in continuazione... già che questa forma è stata poi abbandonata (da essa però si vede come siano stati presi diversi movimenti, che sono poi stati codificati nei jo suburi, come gli hasso gaeshi go hon e i nagare gaeshi go hon).

Attraverso la ripetizione di alcune forme - come spesso avviene nella cultura giapponese - si cerca di sviluppare alcune particolari e specifiche skills: velocità, equilibrio, potenza, prontezza, mente libera, rilassatezza, determinazione, precisione... etc.

E ciò può avvenire INDIPENDENTEMENTE dalla forma che si utilizza: in ciò trovano giustificazione secondo me chi utilizza anche forme differenti da quelle che ho mostrato poc'anzi.

E di kata di jo c'è solo l'imbarazzo della scelta: per stare ad Aikidoka famosi, Koichi Tohei Sensei, Hiroshi Tada Sensei e Hirokazu Kobayashi Sensei... sono 3 Maestri che hanno dato il LORO apporto personale allo studio ed allo sviluppo di nuovi kata, che si vedono essere "imparentati" con quelli di O' Sensei, pur divergendo da essi in più movimenti.

Se poi andiamo a cercare jo kata nelle Scuole di Scherma tradizionale e di Jodo credo ci sia solo l'imbarazzo della scelta!

Il mio interesse a LIMITARMI allo studio di ciò che ha elaborato il Fondatore non vuole essere una forma di chiusura ad ulteriori interpretazioni del suo lavoro... ma proviene da 2 differenti constatazioni:

- la mia curiosità ed intenzione di tentare di conoscerlo ATTRAVERSO le sue opere, un po' come si tenta di conoscere uno scrittore leggendo i suoi libri, o un vasaio... esaminando nel dettaglio i vasi che ha realizzato;

- il mio notare che lo studio continuativo di 2 soli kata (31 e 13 no jo kata), con le loro numerose applicazioni a coppie mi ha richiesto oltre 25 anni di pratica ininterrotta, e continuo tutt'ora a trovare sacche di nuovo ed inesplorato al loro interno.

Per questa ragione mi limito a questo lavoro: non perché schifi il resto, ma perché sento che per me c'è ancora tantissimo da studiare e comprendere in queste SOLE 2 forme. Se ne facessi altre, amplierei la vastità del mio repertorio, ma ridurrei la profondità delle mie conoscenze specifiche.

É come scegliere di fare un cratere largo 2 chilometri, ma profondo 1 metro... oppure fare un buco di 1 metro, ma profondo 2 chilometri: sono scelte personali.

Per questa ragione ho titolato il Post "una ricerca infinita, attraverso movimenti definiti": per me è questo che sono i jo kata... e continuare tutt'ora a scoprire quanto essi siano imbibiti di elementi e principi di Aiki ken e taijutsu rende questa ricerca ancora più completa ed avvincente.

Vi lascio con un prezioso reperto video storico, ovvero Morihiro Saito Sensei che nel 1979 (soli 10 anni dopo la morte del Fondatore) da un'ampia dimostrazione del buki waza di base di fronte all''Aiki Jinja. Buona visione!



Marco Rubatto



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