lunedì 23 maggio 2022

Saito Morihiro e le riflessioni sulla storia che cambia

Il 13 maggio scorso si è celebrato il ventesimo anniversario della scomparsa di Morihiro Saito Sensei.

Mi ricordo ancora quel giorno di venti anni fa, nel quale ricevetti un'inattesa telefonata da Sonoko Tanaka (la traduttrice del Maestro per moltissimi anni e sua allieva diretta), che mi diceva "Saito Sensei non c'è più"... Ricordo che ero davanti al computer, avevo 28 anni.

Per me è stato un momento intenso, anche se non avevo un vero e proprio rapporto personale con il Sensei... ero piuttosto solo uno dei tanti che dal 1993 in poi non si perdeva nemmeno un suo seminar, tutto qui.

Lui però al tempo per me significava molto: forse una mia esigenza giovanile di idolatrare una figura carismatica, ma credo anche che provassi una sincera ammirazione e matura gratitudine per tutto quanto aveva fatto con umiltà e dedizione per far giungere fino a noi l'immenso bagaglio tecnico del SUO Maestro, Morihei Ueshiba.

L'avvicendamento generazionale su questo pianeta è una fenomeno naturale, quindi ovvio che prima o poi questo evento sarebbe dovuto accadere.

Ciò che invece era difficile da immaginare è ciò che accadde poi in seguito.

Diverse volte, proprio da queste pagine, ho riflettuto sul fatto che la storia sia "storicistica", ovvero funzione di chi la scrive e di quando questa scrittura avvenga.

Piaccia o meno, Morihiro Saito è stata la persona che ha trascorso più tempo di tutti a quotidiano contatto con il Fondatore, si è allenato con lui pure da SOLO, lo aiutava (insieme alla moglie Sata san, scomparsa anch'essa il 16 ottobre 2016) nelle faccende domestiche e nel lavoro dei campi... secondo il tradizionale significato di essere "uchideshi", ovvero "allievo interno" del Dojo.

Questa relazione fu così particolare ed intensa che O' Sensei gli regalò un pezzo di terra della sua proprietà, dove Saito Sensei costruì la sua casa e lo Shin Dojo... a circa 30 metri dalla casa e dal Dojo del Fondatore ed a un centinaio di metri dall'Aiki Jinja, del quale il Morihei Ueshiba volle che lui divenisse custode a vita.

Evidentemente O' Sensei apprezzava molto il suo allievo, per le sue doti, ma anche per la sua grande dedizione e totale ingaggio quotidiano prima nell'apprendimento e poi nell'insegnamento della disciplina.

Saito Sensei, ricordiamolo, iniziò ad insegnare quando Morihei Ueshiba era ancora in piena attività e fu mandato da questi per molto tempo all'Honbu Dojo Aikikai di Tokyo per insegnare armi, poiché queste erano state studiate e codificate proprio ad Iwama, nel periodo post bellico nel quale era molto difficile per gli altri studenti del Fondatore venire a formarsi direttamente sotto il suo occhio vigile.

Morihiro Saito fu quindi una persona che, con luci ed ombre - come ogni altro essere umano - ebbe un impatto molto forte e cambiò drasticamente la traiettoria di vita di molti Aikidoka, che ora sono - a loro volta - divenuti insegnanti di fama internazionale.

Durante lo scorso Evolutionary Aikido Seminar tenutosi nel nostro Dojo il 13, 14 e 15 maggio, Patrick Cassidy Sensei ha voluto proprio ricordare il suo Maestro Morihiro proprio così, con la gratitudine che si prova verso le persone che hanno avuto un impatto decisivo sulla propria vita (Patrick è stato prima uchideshi e poi sotodeshi di Saito Sensei ad Iwama per circa 5 anni).

E sono certo che, come lui, moltissimi suoi allievi diretti sparsi per il mondo proveranno lo stesso tipo di profonda gratitudine.

Sembra però che l'Aikikai non abbia riservato lo stesso trattamento d'onore per questo personaggio: fin dalla prima volta che mi recai in Giappone, e nello specifico ad Iwama, nel 2008 notai come il Dojo del Fondatore, l'Ibaraki Shibu Dojo, fosse particolarmente scarno di qualsiasi prova dell'esistenza di un Sensei come Morihiro Saito, che curò ed insegnò in quel luogo dal 1969 al 2002, ovvero per TRENTATRÉ anni.

Nulla, nemmeno una quadretto, una foto, una scritta... nada de nada. Come mai, nella terra del profondo rispetto a mandorla, poteva essere accaduta una cosa simile?!

Sapete qual è al momento l'unico luogo dove sono riuscito a trovare traccia del suo nome?

Lo posto qua accanto: nelle schede personali di alcuni degli Insegnanti attualmente attivi proprio all'Ibaraki Shibu Dojo. In realtà il 99,99 % di chi ci insegna ora DEVE essere stato allievo di Morihiro Saito, anche se iniziò la pratica formalmente ancora con il Fondatore.

Morihiro Saito era una figura tanto storicamente rilevante, quanto per certi versi scomoda, quindi non si è forse esitato molto a farla scomparire quasi del tutto dalla narrazione principale dell'Aikido.

Un Aikido così differente dallo stile di Tokyo, che però è stato quello diffusosi poi in ogni angolo del globo, tanto da rendere complicata la giustificazione di come mai un Maestro come Saito affermasse di fare semplicemente come il suo Sensei Ueshiba Morihei gli aveva insegnato.

A qualcuno avrebbe potuto sorgere il dubbio: "Quindi se noi facciamo diverso da te, facciamo perciò qualcosa di differente pure rispetto a ciò che il Fondatore stesso praticava?"

Questo avrebbe potuto creare più di qualche problema, in effetti... poiché l'Aikido per come lo conosce la maggioranza delle persone è più simile a ciò che ha divulgò Kisshomaru Ueshiba, nidai Doshu, rispetto a quanto praticava suo padre, O' Sensei.

Poi c'è l'enorme dilemma delle armi: a Tokyo, dicevamo, quasi nessuno si era formato nello studio dell'Aiki ken e dell'Aiki jo e della loro interazione con il taijutsu. Tutto ciò venne alla luce dagli studi del Fondatore proprio mentre questi era in Iwama, dal 1943 in poi.

Morihiro Saito era li, presente a questi studi ed al loro consolidamento (probabilmente reso possibile proprio grazie al suo prestarsi continuo ad allenamenti 1-to-1 con O' Sensei)... quindi ovvio che li conoscesse e che avesse preso parte attiva alla codifica dell'immenso bagaglio tecnico di buki waza.

Ma come fare per tutti quelli che non ebbero altrettanta fortuna?

Beh, le soluzioni erano all'incirca 2:

- andare a chiedere a Saito ed a tutti i suoi allievi diretti dopo la sua morte di insegnare ciò che avevano appreso dal loro Maestro;

- ignorare che questo genere di studi esistessero e consigliare coloro che volessero approfondire un po' il discorso delle armi, di rivolgersi a qualche scuola di scherma tradizionale giapponese o di jo jutsu.

Secondo voi quale direzione è stata presa?

Anche oggi, momento nel quale anche il più sprovveduto degli sprovveduti può digitare su google "Aiki jo", si vedono fare cose tremende piuttosto che avere l'umiltà di andre a lezione da chi certe cose le ha studiate in modo approfondito e da fonti più che autorevoli.

C'è veramente chi insegna ancora 14 no jo kata, al posto di 13 no ko kata...

Meglio il Kashima Shin Ryu, che ha una sua dignità fortissima ma che non cetra un tubo con l'Aikido, piuttosto che andare ad apprendere i kumi tachi che il Fondatore stesso faceva.

Ricordo che Saito Sensei durante un seminar a Roma disse dinanzi a tutti che O' Sensei gli fece praticare ciò che noi ora chiamiamo "ichi no tachi" per TRE anni di fila, SOLO quello... prima di procedere con il resto dell'Aiki ken, giusto per fare un esempio di cosa esiste di armi che arriva direttamente da Morihei Ueshiba!

Ma l'Aikikai ha fatto prima: ha silenziato ogni traccia degli impasse che avrebbe potuto causare domande scomode. Non afferma che Saito non sia mai esistito, intendiamoci: semplicemente non si fa molto per ricordarne il prezioso contributo... così che fra qualche generazione, "pensionati" tutti coloro che hanno avuto con esso un contatto diretto e poco manipolabile, il gioco sarà fatto. Tutto cadrà nell'oblio del tempo, a riprova dello storicisticità della storia.

Tuttavia di recente ho letto una riflessione di Gaku Homma Sensei, un Insegnante al quale personalmente devo moto, che in occasione della sua visita ad Iwama per la commemorazione della scomparsa di Morihiro Saito, ha ricordato quanto il lavoro di quest'ultimo si sia mostrato preziosissimo per moltissimi di noi, proprio in questi ultimi due anni di sofferenze pandemiche.

Homma Sensei ha ricordato che dobbiamo a Morihiro Saito proprio la didattica dell'Aiki ken e dell'Aiki jo grazie al quale molti dei nostri gruppi sono sopravvissuti in questo difficoltoso periodo, potendosi allenare all'aperto e grazie ad attività che non prevedessero quindi né il tatami, né il contatto.

Questo tributo sarebbe importante emergesse, al di là delle politiche e di ciò che fa comodo che sia evidente: durante la pandemia non sapevo più cosa inventarmi per fare (spesso on-line) lezione sia ai ragazzi, che agli adulti... ma proprio il vasto repertorio di buki waza che ho appreso da Saito Sensei e da molti dei suoi allievi diretti mi ha tolto le castagne dal fuoco. E so di non essere stato il solo nel mondo ad agevolarmi tremendamente di ciò...

E chi bisogna ringraziare per tutto questo?

Sarebbe importante provare ad osservare la storia - qualsiasi storia - in modo più ampio, al di là ed oltre a chi incensa o denigra questo o quel personaggio del passato: è intelligente fare sempre ricerca e sentire molte campane differenti per farsi una proprio idea personale di come siano andate le cose.

Per sua natura, non sarà forse mai possibile ricostruire perfettamente la verità dei fatti, poiché essi sono sempre influenzati dalla personalità di chi li ha vissuti, però così facendo non rischieremo di mancare al profondo debito di riconoscenza verso chi ci ha preceduto... e che fa bene soprattutto a chi è capace di provarlo.


Marco Rubatto




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