lunedì 25 aprile 2022

Aikido e la "festa" della liberazione

Oggi si festeggia l'anniversario della liberazione d'Italia, noto anche come "Festa della Liberazione", ovvero una festa nazionale della Repubblica Italiana, che si celebra ogni 25 aprile per commemorare la liberazione dell'Italia dal nazifascismo, la fine dell'occupazione nazista, e la definitiva caduta del regime fascista.

È un giorno fondamentale per la storia d'Italia. Simbolo della Resistenza, cioè della lotta condotta dai partigiani... insomma, la storia forse la conosciamo già un pochino tutti, vero?

Ma da cosa ci siamo liberati?

Ci siamo liberati davvero da qualcosa?

E, soprattutto, cosa centra tutto ciò con l'Aikido?

Centra, centra...

Come dicevo, la storia la conosciamo giù un pochino tutti, ma questo non significa che l'abbiamo compresa a fondo.

Essa ha il brutto difetto di essere storicistica, ovvero che dipende da chi scrive i libri e da quando questa scrittura avviene... per esempio dubito che sui banchi di scuola in Germania si studi il significato del 25 aprile, esattamente con gli stessi attribuiti con i quali lo descriviamo noi qui: "La Liberazione dell'Italia da quello che i nostri avi facevano loro"...

Ma ancora di più: l'Italia uscì sconfitta dalla Seconda Guerra Mondiale, in quanto si alleò con la Germania tramite il Patto d’Acciaio (l'alleanza stretta tra Regno d’Italia e Germania nazista il 22 maggio del 1939 a Berlino), accordo decennale, che stabiliva un’alleanza politico-militare tra i due stati.

In qualche modo l'Italia "se l'andò a cercare", cercando di saltare sul carrozzone dei vincenti, che purtroppo per noi non si rivelarono poi così vincenti... ma di ciò siamo solitamente propensi ad incolpare chi al tempo guidava la nostra nazione, ovvero Mussolini... glissando sul fatto che il resto del popolo glielo permise.

In quel tempo bisogna pure ricordare che essere partigiani non era esattamente uno status consigliato dall'esecutivo in carica, ANZI!

Però oggi festeggiamo gli eroi che si opposero al nazifascismo e ci "liberarono", insieme alla truppe americane. Wonderful!

Ma allora i partigiani erano da fucilare o da insignire di una medaglia al valore?

Gli americani sono stati veramente "salvatori" della nostra patria?

DIPENDE dalla prospettiva con la quale esaminiamo le vicende del passato: mentre la maggioranza è assolutamente convinta dell'utilità dell'operato partigiano - per esempio -, c'è chi ancora si ostina a parlare degli orrori che questi avrebbero commesso in nome della "liberazione" di cui sopra.

C'è ora chi afferma che il prezzo di essere "salvati" dagli americani sia poi divenuto l'essere una loro "colonia" indiretta, che deve stare agli guinzaglio degli interessi degli States, ad esempio.

Sono convinto che ci sono vicende più attuali che risuonano esattamente nello stesso modo. Vi faccio un paio di esempi pratici.

Durante la pandemia, è indubbio che i più esposti "in trincea" sono stati i medici ed infermieri che hanno lavorato H24 per salvare più vite possibile, senza avere alcun presidio di sicurezza, in ospedali spesso devastati ai tagli sulla sanità fatti negli ultimi 15 anni.

E-R-O-I! Chi oserebbe dire il contrario, in TV ci hanno parlato abbondantemente del loro indiscusso valore e spirito di abnegazione!

Poi lentamente ci siamo "abituati" all'ultra-mazzo che questa gente ha continuato a farsi H24 per far funzionare al meglio un Servizio Sanitario che continua (e continuerà sempre più) ad essere inadeguato, sufficiente ed inefficace, ma non c'era più alcuna esigenza di fare emergere l'eroicità patriottica con i quali questi professionisti ci servivano... anche perché era giunto nel frattempo un nuovo EROE, il vaccino!

Ed in effetti ora che ci siamo vaccinati quasi tutti le cose pare vadano meglio (non ci interessa ora valutare se ciò è accaduto sul serio grazie a questo preparato oppure no), ma ad un certo punto, alcuni eroi hanno smesso di essere tali poiché si sono rifiutati di farsi vaccinare.

Questo è un tema molto sensibile e dibattuto, nel quale non voglio entrare: mi limito a sottolineare come da eroe sia possibile trasformarsi in un boia assassino irresponsabile untore delle vite altrui in 10 secondi.

Ma erano EROI tutti o no?

Di nuovo, DIPENDE dalla prospettiva con la quale esaminiamo le vicende.

Un paio di mesi a questa parte poi (24/02-25/04) va di moda un nuovo tipo di eroe, ben più moderno dei partigiani o del personale sanitario nazionale: si chiama "ucraino", oppure "Zelensky"... al quale schierarsi al fianco contro l'invasione del malvagio e perfido Putin il cosacco.

"Oh, ragazzi... questi sono stati INVASI, sveglia! Bisogna aiutarli, mica vogliamo schierarci dalla parte del "cattivo"?!

ECCO, non lo volevamo manco quando l'Italia si è alleata con la Germania filonazzista, e nemmeno quando siamo andati a farci curare da uno stupido sanitario no-vax terrapiattista. Solo che lo abbiamo FATTO, principalmente per 2 ragioni:

- perché in quel momento credevamo fosse la scelta migliore, indipendentemente da come ciò apparisse con il senno di poi;

- perché i "buoni" ed i "cattivi" semplicemente non esistono in modo assoluto, esistono situazioni più complicate da comprendere, gestire, supportare o non incoraggiare.

La storia è appunto "storicistica"!

E veniamo all'Aikido, la disciplina che abbiamo scelto NON è immune dalla storicisticità della storia, e se non stiamo più che attenti... rischiamo di combattere battaglie differenti in base a chi ha scritto il libro della storia che crediamo di vivere.

Solo che l'Aikido serve ad ALTRO, ovvero a combattere la NOSTRA battaglia con noi stessi, nel libro che scriviamo noi, e dei quali siamo anche i protagonisti.

In questo libro gli EROI siamo NOI ed i perfidi CATTIVI anche... E chi vorreste perciò che vincesse?!

Se vinciamo, vinciamo NOI... se perdiamo, perdiamo NOI, su questo non c'è alcun dubbio, e non c'è alcun modo di gettare la responsabilità di ciò che accade su eventuali terzi.

É piuttosto comodo avere la possibilità di materializzare "un cattivo" dal quale prendere le distanze: un tempo i fascisti o i partigiani, poi i vaccini o i no-vax, ora Putin o Zelensky: ecco questo in Aikido non dovrebbe essere possibile... ma chi fa di tutto per replicare la dinamica anche qui.

Si identifica un cattivo: il nostro lavoro che non ci permette di allenarci quando o come desideriamo, il nostro maestro che non ci capisce, i responsabili della palestra che non ci trattano bene, uno stile di pratica piuttosto che un altro... ed il gioco è fatto!

NOI, povere vittime di questa guerra involuta stiamo ad aspettare il "giorno della liberazione", ovvero quando qualcuno ci verrà finalmente a togliere da questa situazione di sofferenza e frustrazione!

Aspettiamo un partigiano, un americano, un vaccino o Zelensky... ma NON arriverà proprio nessuno!

Anche perché NON c'è proprio nessuno che debba o possa salvarci da noi stessi e la pratica sul tatami ne è lo specchio più disarmante e fedele.

Quello che facciamo per noi è fatto, quello che non facciamo... resta da fare.

Certo, le situazioni cambiano, alcune sembrando più favorevoli, altre più ostiche: ma al centro restiamo NOI, con le guerre che ci portiamo DIETRO perché ce le portiamo DENTRO.

Abbiamo già parlato ampiamente di quanto sia pericoloso il binomio "vittima/carnefice" e di quanto sia ulteriormente più perfido e manipolatorio il trinomio "vittima/carnefice/salvatore", vero?

Allora perché continuiamo a ripetere nel macro, così come nel micro, le stesse dinamiche fallimentari?

VITTIME        CARNEFICI            SALVATORI

italiani           fascisti/nazisti      partigiani/americani     (2º Guerra Mondiale)

il mondo            il virus             personale sanitario       (pandemia, Atto I)

il mondo          no-vax/virus               vaccino                (pandemia, Atto II)

ucraini                 russi                  Europa e USA          (giorni odierni)


Non ci vedete davvero nulla di analogo e reiterato?

Vogliamo anche scrivere la stessa tabellina con l'Aikido?

VITTIME                  CARNEFICI                        SALVATORI

    noi           la sfiga, la salute, il tempo    il maestro, la federazione, i kami


O vogliamo imparare ad usare l'Aikido per scriverla in modo più veritiero ed autentico?

VITTIME                  CARNEFICI                        SALVATORI

    NOI                             NOI                                    NOI

Bene, perché quando si inizia a comprendere personalmente quando ciascuno di noi sia determinante per il proprio destino, si SMETTE di attendere, celebrare, festeggiare un "salvatore"... ci si tira su le maniche e si fa il possibile per riprendere il controllo del timone della propria nave.

Lo si fa perché se ne hanno le tasche piene delle dipendenze conseguenti al farsi prendere in braccio da qualcuno che dice di portarci al sicuro, salvo poi chiederci un "piccolo contributo spese" per il prezioso servizio offerto!

Se la miglioria della nostra situazione (umana, nazionale, aikidoistica... poco importa in questo contesto) dipende dai risultati del NOSTRO impegno, allora siamo entrati nel mondo adulti, ma fino a quando avremo dei grazie da dire a terzi, ci saremmo svalutati ed incatenati a sudditanze di qualche genere.

E l'Aikido serve a creare emancipazione, non sudditanza... di alcun tipo!

Quindi, OGGI, molto poco patriotticamente, mi avvio a fregarmene altamente della "festa" che dovrei celebrare in quanto italiano, che mi sembra sempre più la pantomima di qualcosa di molto preoccupante, ovvero il tentativo di reiterare la memoria di ciò che ci ha storicamente incatenato a qualcosa o a qualcuno, e che continua purtroppo a farlo... perché la cessione delle proprie responsabilità (sia a livello personale, che collettivo) sappiamo quanto sia permalosa, ma anche quanto risulti comoda.

E mi ricordo che "il collettivo" altro non è se non la somma di tanti "individui", e che quindi solo dal cambiamento di ciascuno di essi può riverberarsi qualcosa a livello sociale,

Vado quindi sul tatami a lavorare, con chi desidera liberamente trascorrere il suo tempo con me: ma anche oggi che è "festa"?

SI, perché ciò che è essenziale (come mangiare o dormire) accade durante i giorni di festa, quindi oggi non fa eccezione e per me la pratica è ESSENZIALE.

Ed in ultimo luogo, ma non per importanza, perché posso festeggiare SOLO per ciò che sono capace di realizzare con me stesso in me stesso... il resto diventa solo un fastidioso rumore di fondo, che mi distrae dal farlo.

La libertà non è qualcosa che qualcuno mi può donare, ma una componente fondamentale dell'essere: ciascuno di noi è LIBERO perché questa è una delle caratteristiche più importanti della nostra natura, se ci teniamo che lo sia, naturalmente.

Ah, ecco che cos'è la libertà: ora mi sento LIBERO, ma questa festa per me è ogni giorno dell'anno.


Marco Rubatto





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