lunedì 4 aprile 2022

Aikido, associazionismo e territorialità

Vorrei quest'oggi introdurre un elemento che spesso sfugge a chi non si occupa della visione della pratica dell'Aikido in ambito nazionale, ovvero il concetto di "territorialità".

A cosa mi riferisco?

La nostra penisola si compone di una biodiversità rara nel mondo, ma è anche abitata da un puzzle di culture e tradizioni altrettanto ricche e differenti in un territorio relativamente modesto. Quindi OGNI attività svolta sul territorio (dallo sport, alla ristorazione, alla ricettività, etc) risente molto delle peculiarità locali nelle quali si contestualizza.

Un buon ristorante piemontese è molto differente da un buon ristorante ligure o da un buon ristorante siciliano: ed in ogni posto si mangia benissimo, fra l'altro, per fortuna nostra!

Ma sono tutti DIVERSI fra loro e sarebbe un crimine contro le nostre papille gustative chiedere loro di uniformarsi ad un unico standard, valido da nord a sud e da est ad ovest della penisola.

La stessa cosa vale per l'Aikido: le varie aree d'Italia sono state naturalmente influenzate dai gradi Maestri che in esse si sono trovati ad insegnare... A Milano ed in Lombardia c'è stata una grande influenza dei Maestri Filippini e Fujimoto, nel Veneto ed in Sicilia di Kobayashi Sensei, in Piemonte dell'Aikikai francese (Tissier), in Toscana di Yoshigasaki Sensei, nelle Marche del Maestro Corallini, solo per fare alcuni esempi.

Ne segue che con la parola "Aikido" intendiamo - in realtà - una molteplicità di interpretazioni anche molto distanti fra loro, e da qui sorgono i principali equivoci storici sulla pratica e su come essa andrebbe patrocinata, anche a livello istituzionale.

Aggiungiamo a questo che aree geografiche differenti vengono influenzate da comportamenti ed abitudini locali, molto eterogenei fra loro: al sud c'è più sole, mare e col cavolo che è semplice tenere le persone al Dojo da un certo punto dell'anno in poi!

Al nord abbiamo spesso mesi di settembre già più umidi e cupi, quindi dal 15 in poi in media tutte le attività sportive riaprono al chiuso, ma al sud magari bisogna aspettare il mese successivo per reiterare la stessa dinamica.

Ricordo che a Creta parlai con un Sensei italiano che insegna la, il quale si lamentava del fatto che "gli indigeni locali" tendevano ad arrivare sempre in grande ritardo a lezione, perché stavano in spiaggia fino alle 20:00... ed arrivavano quindi al Dojo a metà keiko.

Io avrei fatto un esaurimento nervoso o li avrei accoppati, quindi bene che insegni dove insegno e che da me, se si esagera con i ritardi, si sta fuori dalla porta, ma perché questo codice può effettivamente essere compreso ed applicato. Altrove non sarebbe così.

Al nord in media circola più Aikido e si è disposti a spendere di più per praticarlo, al sud le cose stanno in modo diverso, quindi - ad esempio - la copertura dei costi di organizzazione di un evento Aikidoistico funziona in modo altrettanto differente: al nord si aumentano le quote di partecipazione, al sud si cerca di aumentare il numero dei partecipanti.

Ma l'Aikido stesso che viene "richiesto", intendo "del quale c'è aspettativa" è molto differente: dirigere un seminario in Piemonte, in Liguria, in Toscana ed in Sicilia si fa in modo DIVERSO in ciascuna di queste aree e con un'attenzione non trascurabile ad aderire ai praticanti locali, alla loro storia Aikidoistica, etc.

E l'Aikido si presta parecchio bene ad adattarsi ai vari luoghi in cui viene praticato!

Un aspetto che però si fa ancora molta fatica a comprendere però è proprio quello della territorialità, che distingue, ad esempio, le Associazioni private dalla Federazione.

Quest'ultima è organizzata a Comitati Regionali, che hanno un Presidente, eletto in ciascuna regione per patrocinare TUTTE le attività federali, in addizione a Fiduciari specializzati per la gestione e la promozione di ogni Settore specifico (come l'Aikido, nel caso nostro).

Le Società sportive, fortemente influenzate dal territorio nel quale operano, vengono quindi coordinate da un centro nevralgico appositamente pensato per far funzionare QUELLA realtà territoriale specifica, conoscendone e valorizzandone le peculiarità.

Ne segue che il Comitato lombardo è organizzato in modo differente da quello campano, o abruzzese proprio per far fronte a caratteristiche differenti dei loro territori ed iscritti.

Nelle Associazioni private invece il funzionamento è differente, perché una persona può associarsi indipendentemente da dove risieda e si alleni abitualmente: è necessario solo condividere l'intento statutario ed il regolamento interno, poi non ci sono cause ostative ad associarci dove ci pare.

Anche per questa ragione alcune di esse vengono ANCORA confuse con una Federazione, perché - di fatto - ne imitano le caratteristiche, ma senza avere una strutturazione analoga.

L'assicurazione sportiva viene garantita dal Centro Sportivo o ASD presso il quale ci si allena abitualmente, ad esempio. In FIJLKAM quindi NON si tesserano le persone, ma le Società Sportive, che sono insieme di persone che abitano e si allenano nello stesso territorio e presso la stessa struttura sportiva.

I Comitati Regionali sono incaricati della gestione di Società Sportive provenienti dallo STESSO contesto territoriale, risulta quindi più semplice coordinare le attività di realtà simili.

Se invece mi iscrivessi all'Aikido Intergalattic Universe ASD (per fare un esempio inventato, altrimenti come nomino qualcuno ci sono quelli che insorgono per essere stati nominati e quelli che insorgono per non essere stati nominati!) potrebbe darsi che mi trovi a 150 metri dalla loro sede legale ed operativa o a 1500 chilometri da esse.
E che differenza fa?

Che la Aikido Intergalattic Universe ASD per tutelare i propri Soci dovrà tesserarsi con la Federazione o con un EPS, che provvederanno ad assicurare la Società nella sola sua SEDE operativa, nei SOLI suoi giorni ed orari di pratica.

Ne segue che se io sono un simpatizzante della Aikido Intergalattic Universe ASD (con sede a Canicattì) ed abito a Bolzano, NON posso praticare a Bolzano Aikido sotto egida della Aikido Intergalattic Universe ASD, a meno che questa non abbia provveduto ad aprire una sede Trentina di se stessa, che viene assicurata per la SUA sede specifica, nei giorni ed orari specifici in cui opera il corso di Bolzano.

Questa cosa non avviene quasi mai, però, anche perché ci sono costi da affrontare per farlo.

Una soluzione interessante è stata trovata dal Progetto Aiki, che si è costituito come Associazione di 2º livello, ovvero come "Associazione di Associazioni": in questo modo nemmeno al Progetto Aiki ci si può iscrivere come singolo praticante... poiché sarà necessario essere iscritti ad una propria ASD di riferimento (tesserata dove si vuole), che QUINDI si iscriverà al Progetto Aiki.

In questo modo, la territorialità è salva, ed è possibile anche l'idea di far parte di una realtà nazionale al contempo. Ma questo è l'unico esempio che conosco che funziona in questo modo: di solito invece si aprono ASD e si chiede all'universo-mondo di aderirvi, senza alcuna tutela per gli iscritti, che poi ambientano le attività sul PROPRIO territorio, che - come scrivevo - non è per nulla detto che sia quello dell'ASD "nazionale" di riferimento.

Ma all'Aikidoka medio tutti questi discorsi non interessano: falli praticare, dai loro un diplomino ogni tanto ed è tutto ok!

Invece la territorialità è un elemento molto importante, se pensiamo a quante aree della nostra società utilizzano da molti decenni questo criterio per funzionare nel modo migliore: dall'amministrazione pubblica, alla scuola, alla sanità, all'ambiente, etc.

Anche per questa ragione, in Federazione ho voluto che si scrivesse una Circolare che ricordasse l'importanza della territorialità, poiché non era raro il caso di chi - pur di far parte della FIJLKAM - si tesserava ad essa tramite una Società Sportiva che stava a 1500 km da casa propria, sballando di fatto il significato dei numeri che da ciò ne derivavano.
In Piemonte fino a qualche anno fa avevamo una Società che sulla carta aveva 25 iscritti, ma i cui tatami erano di fatto VUOTI, poiché aveva tesserato gente raminga per l'Italia, che invece praticava (senza essere assicurato, né tutelato in alcun modo) altrove, il 100% delle volte presso una realtà non-federale.

E perché andare a scrocco e non aprirsi una PROPRIA realtà, radicata al proprio territorio e gestita dalle strutture territoriali più idonee a farlo?
Forse perché ciò avrebbe richiesto impegno, volontà di lavorare alla luce del sole ed assunzione piena di responsabilità nelle proprie azioni.
Ma forse - prima ancora - perché avrebbe richiesto la capacità di COMPRENDERE il VALORE della territorialità, che è il più diretto fenomeno di declinazione locale di quella realtà che ci sta a cuore.

In Aikido facciamo ancora un po' di fatica a relazionarci con la bio-diversità, forse perché essa proviene da un unico Maestro (O' Sensei), che ha formato un manipolo di Insegnanti che poi hanno diffuso la disciplina nel resto del globo. La nostra disciplina, infatti, è parecchio "giovane" rispetto ad altre... quindi siamo ancora molto legati a quel concetto di "unicità" che ben onora le sue origini, ma mal si adatta a realtà molto eterogenee fra loro.

Ve lo avevo già scritto: in buona sintesi, più si sale al nord del pianeta, più le persone fanno richiesta di un Aikido dinamico, leggero, filosofico e relazionale... più si scende al sud invece più vi è richiesta di tecnica, di determinazione, precisione e marzialità. In Olanda ed in Marocco si pratica quindi in modo molto differente, genericamente parlando.

Accade lo stesso da noi: la capacità di mettere insieme le differenze fa degli Aikidoka una sola famiglia, la capacità di rispettare le varie differenze consente a chiunque di mantenere una peculiare individualità, che dovrebbe arricchire il nostro mondo, oltre che creare problemi.

Ovvio che queste due tendenze/esigenze sono polari ed opposte: ma l'Aikido non era proprio l'arte di riconciliare ed armonizzare gli opposti?


Marco Rubatto



Nessun commento: