Riporto testualmente il post di Facebook dello scorso 8/06/21, così poi possiamo farci sopra qualche riflessione più ampia:
"In Italia esistono 15 Enti di Promozione sportiva e la Federazione: ciascuno di essi per ogni disciplina di solito si dota da 1 a 5 responsabili nazionali + 1 responsabile regionale... e se serve pure provinciale.
In Italia le province sono 107, ne segue che ogni Ente può avere da 21 a 132 responsabili per disciplina, fra nazionali, regionali e provinciali.
16 Enti hanno quindi insieme da 336 a 2112 responsabili in totale per disciplina.
In Aïkido non è quindi tanto difficile sedersi su una qualche poltrona con su scritto un titolo... sembrerebbe quindi una disciplina in cui non sia poi così difficile essere responsabili... ma invece lo è parecchio!
Per alcuni avere un ruolo è importante, è come sentirsi visti dal mondo... è quasi terapeutico.
Ma se la cosa parte da un proprio bisogno non può essere utile più di tanto al prossimo.
Invece si dovrebbe ricevere una nomina proprio per poter essere utili al prossimo e non tanto per ostentare una medaglia in più.
Io penserei più a riempire di contenuti i ruoli e le nomine oltre a moltiplicarle, quindi... altrimenti si rischia di diventare tutti generali di eserciti che non ci sono o che hanno poco senso di esistere.
Se hai contenuti è naturale che il mondo trovi il modo di riconoscerteli, mentre se hai solo pezzi di carta appesi ad una parete è normale che il mondo trovi il modo di farti sprofondare nel baratro.
E meno male: è l’intelligenza del sistema che riequilibra e ridimensiona le responsabilità solo scritte sulla carta e le distingue da quelle più autentiche, che non hanno timore di essere specchiabili nei fatti".
Non che avessi questa urgenza di citarmi da solo, ma per avere tutti davanti lo stesso testo, con le stesse riflessioni riportate sopra... E nello scrivere il Post di oggi, mi piacerebbe andare ulteriormente oltre, sciorinando qualche dinamica che magari non è per forza nota e chiara a tutti.Tendiamo - sia su ampia scala, che in contesti più piccoli - ad eleggere qualcuno "Responsabile" di qualcosa perché deleghiamo ad esso il compito di mettere ordine, normare, promuovere, migliorare questo qualcosa... potremmo leggere il fenomeno così: "Tu che sei bravo in quella cosa li, occupati di mantenerla, migliorarla, risolvere le eventuali grane che da essa potrebbero giungere".
In Aikido, nell'esempio che facevo sui Social, tendono a ragionare così sia la Federazione che ogni Ente di Promozione Sportiva, che deve patrocinare la pratica della disciplina sul territorio italiano... ma la dinamica è identica anche in tutto il resto del mondo.
In scala più piccola, ovvero all'interno di ogni singola Società Sportiva, o addirittura all'interno di ogni suo singolo corso, ritroviamo riprodotta la stessa dinamica: nomina a "Direttore Tecnico", "Responsabile corso bambini/ragazzi", "Responsabile corso principianti o avanzati", etc...Si divide un contesto per averne un controllo più capillare e specifico.
Questo ha ovviamente una sua utilità, ma ce l'ha a patto che ogni singolo settore sia vivo e che abbia in effetti qualcosa da costruire, sistematizzare, controllare, migliorare espandere.
Se una ASD ha SOLO il corso di Aikido, frequentato da 4 allievi: uno di 5 anni, uno di 14 e due adulti... parrebbe inutile creare la figura del "Direttore Tecnico", quella del "Responsabile del corso bambini", quella del "Responsabile del corso ragazzi", del "Responsabile dei corsi adulti" e quella del "Coordinatore dei Responsabili di Dojo"...
Saremo 4 gatti, anzi 5 con il Docente... possiamo serenamente navigare a vista fino a quando il giro non si evolvesse un po', e magari si ingrandisse pure: a quel punto potrebbe avere senso creare figure differenti e specifiche, che si occupano di aspetti diversi e che servono per fare funzionare al meglio una macchina che sta diventando più complessa da guidare nel suo insieme per una persona sola.Dovete sapere che quando dall'alto giunge una nomina su qualcuno è sia perché magari lo si è visto particolarmente meritevole in quel campo (è auspicabile, almeno, che ciò avvenga!), ma anche e soprattutto perché si vuole scollarsi di dosso problemi che non si hanno voglia o le competenze per risolvere.
Facciamo un esempio pratico: supponiamo che io sia il Presidente/Direttore di un EPS, che per ruolo deve patrocinare lo sport di base di tutte le discipline riconosciute dal CONI (che erano 385 nel 2018, ora non so di preciso) e mi arriva una Società che intende tesserare i suoi atleti per farli praticare "Flying Disc" (codice BE001, esiste... non me lo sono inventato!).
Avrò bisogno di qualcuno che conosca le regole di questa disciplina, se sono previste gare e tornei e come normarle: potrei avere bisogno di formare tecnici, arbitri, di riconoscere eventuali loro gradi e qualifiche.. insomma tutto ciò che serve per mandare avanti una disciplina che NON conosco."Flying Disc" saranno quelli che lanciano il frisbee o quelli che pilotano gli UFO nelle gare spaziali tipo i Go Kart?! NON LO SO!
Allora prendo il tizio che mi è venuto a chiedere l'affiliazione per questa disciplina e gli chiedo: "Ti andrebbe di diventare il mio responsabile Nazionale/Regionale/Provinciale/Comunale/Circostrizionale/Di Quartiere del "Flying Disc ?".
Se mi dice di SI mi ha risolto subito un bel problema, perché da li in poi se qualcuno mi viene a chiedere del "Flying Disc" gli passo il suo numero e gli dico di parlare con chi se ne occupa già.
PUNTO: a me interessa fare iscritti, non posso sapere tutto di tutte le discipline, quindi DELEGO. E non potrebbe essere altrimenti, in alcun altro campo delle attività umane.
Poi, avrò trovato la persona migliore alla quale affidare i destini del "Flying Disc"? NON lo so!
Avrò il più competente, il più lungimirante, quello che ne specchia i valori, quello che più si occupa di fare conoscere e divulgare la disciplina? Me lo AUGURO, ma non è ovviamente detto... infatti il preambolo è appunto che io di questa disciplina non ne sappia un tubo.
Con l'Aikido accade esattamente la STESSA cosa, con ogni Ente, ad ogni livello (nazionale, regionale, provinciale): capite bene che, a seconda delle persone su cui si punta, si ottengono risultati molto differenti... poiché differenti sono le capacità, le competenze, il tempo a disposizione, le propensioni e le prospettive di chi riceve gli incarichi.
Dal punto di vista di chi deve segnare il nome di qualcuno in una casellina e poi dimenticarsi della sua esistenza, il problema sembra sempre risolto... ma da quello di chi ama una disciplina, le nomine migliori portano vantaggi a pioggia sul settore governato con saggezza e lungimiranza, mentre le nomine peggiori portano conflittualità, carenze e malfunzionamenti... ovvio no?!
Ciò che non è ancora sempre chiaro al giorno d'oggi è che pure il vertice dell'Ente ci guadagna a scegliere "bene", poiché se fa amministrare il settore da una persona sensata nel suo ruolo esso tenderà a crescere e quindi ad attrarre più iscritti (che sono anche utili/soldi), mentre se lo affida ad un deficiente si da la zappa sui piedi da solo... perché il settore sarà destinato ad avvizzire, se non morire del tutto.Un'altra cosa però altrettanto chiara e che chi riceve qualsiasi nomina, di qualsiasi livello, poi tende a metterla nel proprio curriculum: "Qui si allena Pinco Pallino... Direttore Tecnico Nazionale Flying Disc Italia... Coordinatore dei Tecnici Flying Disc della Valle d'Aosta (ho scelto apposta la regione più piccola d'Italia) e Responsabile Provinciale d'Aosta (che di province non ne ha altre)".
Ma questo con tutti sti titoli deve essere un figo per forza?! Mah...
Con l'Aikido è uguale, solo che la nostra disciplina un minimo di storia ce l'ha, persone che hanno un'esperienza non banale di essa pure... Quindi qualche Responsabile che avrebbe i numeri per essere responsabile di fatto e non solo come nome della carica c'è di sicuro.Fra tutti i candidati, verrà nominato proprio lui?
Dipende... dall'Ente, da chi lo dirige... dal singolo Comitato Regionale e da chi lo dirige... dai Comitati Provinciali e da chi sono diretti, etc.
Ci sono scelte che si rivelano più lungimiranti, altre molto meno: è una dinamica del tutto umana... e la storia della politica ci insegna però che non mettiamo sempre il migliore sul podio, purtroppo.
Ma voglio fare riflettere in questo contesto sul numero impressionante di Responsabili/Dirigenti/Coordinatori/Direttori Tecnici che abbiamo: con tutto sto po' po' di risorse umane dedicate, come va l'Aikido in Italia?
Forse non è mai stato messo così male, parlando genericamente del movimento in sé.
Anche io ricopro una posizione di responsabilità nazionale nell'Aikido italiano, ma per fortuna (e pure per un tot di mazzo e sbattimento, a dire la verità!) la mia/nostra realtà non sembra essere messa poi così male attualmente, sicuramente posso dire che funziona molto meglio rispetto al passato, anche se non sono ancora proprio tutte rose e fiori...
Ma in generale si avverte una contrazione nel numero dei praticanti, una difficoltà risaputa nel coinvolgimento di nuovi giovani, quindi con un'età media in costante innalzamento fra gli Aikidoka.
Ciò significa che la disciplina sta diventando "vecchia" e che è minata la sua salute se non viene garantito il naturale turnover: ma come mai... se in Italia potremmo teoricamente avere dalle 336 alle 2112 persone che si occupano della sua salute???Strano, vero?!
Non più di tanto purtroppo: il prolificare di titoli, nomine ed incarichi in realtà agisce proprio nella direzione del "dividi et impera" in alcuni contesti, agevolando la creazione di "baronetti" intenti ad ampliare il proprio orticello, anziché lavorare trasversalmente per la community.
Risulta quasi un elemento distraente dall'avere contatto con la situazione reale della disciplina sul territorio. Io mi occupo dell'Aikido FIJLKAM italiano e della mia regione, ma non è che se un Dojo di un'altro Ente nasce devo essere scontento perché non ha il mio logo o se muore devo essere contento perché è tutta concorrenza che se ne va!
Certo che ciascuno fa del suo meglio con gli strumenti che ha e che gli vengono messi a disposizione, che sono pure differenti a seconda degli Enti e dei contesti... ma chiunque ha un'incarico a pro della disciplina dovrebbe lavorare con prospettive convergenti, non parallele. Piuttosto dovrebbe imparare ad interagire con gli altri Responsabili come lui, ma militanti in altri Enti, così da coordinare al meglio le risorse e gli sforzi di ciascuno per ottenere una ricaduta ottimizzata su tutto il settore, in modo trasversale.Se c'è tanto Aikido, è facile che esso si colori delle differenti bandiere presenti sul territorio... questo è banale, ma se di Aikido fra qualche anno non ce ne fosse più, allora finirebbe di esistere pure l'Aikido FIJLKAM, quello CSEN, UISP, LIBERTAS, ASI, etc.
L'Aikido insegna uno stato di non-separazione fra tori ed uke, mentre in campo di nomine le separazioni si sentono spesso e forte, come mai?
I cosiddetti "Responsabili" non dovrebbero essere persone che conoscono i principi della disciplina?
Che senso ha agire contro tali principi, sperando di avere una qualche forma di ritorno (che per altro al momento non si è mai manifestata)?
Ne vedo poco, ma constato che la direzione di lavoro attuale è dispersiva e non convergente, quindi tendiamo a provare a fare sempre le stesse cose - ciascuno per sé e dio per tutti - riuscendoci peggio che se unissimo le forze per centrare qualche obbiettivo comune.
E pure fare sempre la stessa cosa ed attendersi qualche risultato differente non mi pare un'aspettativa così intelligente!
Vabbè, infondo la cosa importante per ora sembra essere di poter dimostrare che chiunque di noi è il responsabile di qualcosa, che il suo nome sta scritto su qualche organigramma, che "è un pezzo grosso" insomma.
Il valore intrinseco però dipende da quale materiale è composto questo "pezzo grosso", poiché dall'oro e dalla fama... la strada che porta nelle fogne può essere molto breve.
Iniziassimo ad essere semplicemente un po' più responsabili delle nostre azioni sarebbe già un enorme passo in avanti per la disciplina nel suo insieme, poi nei quadri appesi dietro la scrivania scriviamoci pure ciò che ci fa piacere.
In Aikido è la sostanza a riempie la forma, non è la forma che crea la sostanza.
Marco Rubatto
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