Qualche giorno fa un bambino mi ha fatto fare, senza volerlo, un'importante riflessione.
Mi trovavo nello spogliatoio della palestra di un Centro Sportivo, nel quale da alcuni anni in segno solo ai bambini: è un luogo particolare, poiché è il Centro Sportivo di un famoso istituto privato, frequentato soprattuto dalla "Torino bene"... Li è pressoché normale incontrare bambini di 6 anni che indossano un I-watch e che sono venuti a prendere dal nonno in Jaguar.
Finita la mia lezione, ero appunto nello spogliatoio con questo bambino, di circa 9 anni... che si è messo a tessere le lodi della cintura dei pantaloni di un altro bambino, che aveva lasciato i suoi indumenti li per andare a fare sport.
Egli mi ha detto: "Guarda quella cintura, Maestro... è di Gucci, costa come minimo 200,00 €!".
Ci ho fatto caso, ed ho visto questo paio di piccoli pantaloni (di marca), corredati di relativa cintura (di marca) che facevano bella mostra di sé su un appendiabiti da parete.
Si vedeva che erano indumenti di buona fattura, ma mi sono stupito che ciò fosse interessante per un bambino di 9 anni.
Ho chiesto al piccolo Aikidoka se gli piacessero, ed egli è sembrato attribuire molto valore al prezzo stimato di quella cintura nera di pelle; il suo ragionamento è stato: "Siccome costa cara, allora vale molto".
Gli ho fatto quindi vedere la cintura che indossavo, sopra il keikogi... (che potete vedere anche voi qui sulla destra) e gli ho chiesto quanto credeva che potesse valere - tenendo conto che era ugualmente nera - ma né di pelle... né di Gucci.
Lui non ha saputo quantificarlo, allora lo ha chiesto a me; a questo punto però è successa una cosa inaspettata: nemmeno io sapevo dargli un valore economico, in realtà...!
So quanto costano le cinture per arti marziali, perché sovente le acquisto per gli altri, ma la mia so solo quanto può essere stata pagata da chi me la diede... e non quale potrebbe essere il suo valore commerciale ora. Del resto, chi vi aveva mai pensato di dargliene uno?!
Scolorita e sfilacciata com'è, forse nemmeno una bancarella del mercatino delle pulci la vorrebbe provare a rivendere!!!
È oggettivamene un brutto pezzo di stoffa mal ridotto, che utilizzo circa 20 anni a questa parte (... e anche più volte al ogni giorno negli ultimi 10): accade spesso che mi alzi al mattino e mi metta il keikogi, e che lo tolga solo alla sera.
Talvolta, per comodità, tengo pure la cintura mentre mi sposto da un corso all'altro: un indumento così utilizzato si sciuperebbe pure fosse fatto di vibranio!
Quella cintura non solo è stata quotidianamente con me per due decadi, ma mi ha accompagnato in centinaia di seminar di Aikido, sia ai quali ho partecipato come discente, sia a quelli che ho diretto.
Mi ha seguito in ogni regione italiana, in diverse nazioni europee ed è venuta un tot di volte con me in Giappone.
Ha dormito con me sui tatami della vecchia casa di O' Sensei, ad Iwama... ed ora riposa nella borsa da palestra, in attesa delle 4 ore di lezione previste per la sera.
È solo un oggetto - e tendo ad essere poco legato agli oggetti materiali - ma ci vorrebbe veramente tanto tempo per ottenerne una sbiadita e sfilacciata uguale, se volessi replicare l'oggetto.
In alcuni punti sta tornando bianca, perdendo le fibre colorate in superficie... e sovente - per scherzo - ho detto che avrei smesso di fare Aikido il giorno che fosse tornata del tutto bianca, a conclusione del ciclo perfetto che da cintura bianca, ti porta a nera e quindi da nera nuovamente a bianca!
Quanto vale quindi la mia cintura?!
Ha un valore, innanzi tutto?
Se lo possiede, ne ha uno affettivo e non economico di sicuro... Ma siamo abituati a fare il ragionamento del bambino di 9 anni: "Se costa caro, allora vale molto" (e forse anche quello contrario: "Se non costa niente, allora non vale niente").
Dobbiamo tornare un attimo indietro nel tempo però, per capirci qualcosa... infatti ai nostri tempi tendiamo ad attribuire un valore OGGETTIVO alle cose, solo perché abbiamo una moneta accettata nella nostra società come mezzo di scambio diffuso.
Un tempo i soldi NON c'erano, ed il "prezzo" o il "valore" delle cose risultava molto più vicino ad una dimensione personale: se fossi stato un allevatore di animali al quale si era sfasciato il tetto della stalla...
... sarei andato da un falegname, offrendo alcuni dei miei capi di bestiame in cambio del suo lavoro di aggiustarlo.
C'era il BARATTO, infatti ed erano i due contraenti a FARE il prezzo dello scambio: "io ti do ciò che ho/so, e tu in CAMBIO mi dai ciò che hai/sai".
Quanto vale il lavoro di un falegname (di una settimana, supponiamo) per aggiustare il tetto di una stalla?
Secondo me all'incirca vale 1 mucca e 4 pecore...
Forse il falegname farebbe ugualmente il suo lavoro anche per 1 mucca e 3 pecore... così come forse ne vorrà 5 invece in cambio.
Però io, come allevatore di animali, so che 3, 4 o 5 ha poca importanza: se non trovo il modo di mettere al riparo dal freddo i miei animali, essi moriranno TUTTI.
Il valore di ciò che voglio preservare è alto, perché SIGNIFICA la sopravvivenza della mia famiglia: esiste quindi un valore PERSONALE ed un prezzo SOCIALE da concordare.
Muovermi o meno a far riparare il tetto però parte dal valore PERSONALE che do a che ciò venga fatto: non me ne frega nulla se la società pensasse che non vada fatto o che andava fatto prima.
Nelle arti marziali - nell'Aikido nel caso nostro - non dovremmo essere molto distanti dal mondo del baratto... ma questo NON dovrebbe essere sinonimo di involuzione, bensì di cura a percepire un valore PERSONALE nelle cose e nei gesti che compiamo, ben al di là di ciò che pensano di essi gli altri.
La mia cintura per il mondo non vale NIENTE, ma per me vale MOLTO, perché c'è voluto sudore per guadagnarmela... e NON me ne frega nulla se l'ho avuta DOPO di uno che reputavo valesse meno di me o PRIMA di uno che mi sembrava fosse più preparato di me a quel tempo!
É stato il MIO momento, la MIA cintura: una delle tante copie di pezzi di stoffa molto comuni nel mondo... solo che questa è unica e SOLO per me.
Così è stato anche ogni passaggio di grado fino ad ora: c'è stato un valore interno che ho dato alle cose incredibilmente più importante rispetto a cosa il mondo pensasse di ciò.
Ora faccio spesso parte delle Commissioni esaminatrici e vedo MOLTA gente presentarsi agli esami non ben preparata, cercando di "tentare" di ricevere una promozione.
Gente che se avesse qualche mese in più di pazienza, e soprattutto di buon keiko, sarebbe poi anche più contenta dei risultati che ottiene quando si mette in discussione davanti a terzi.
Queste persone mi fanno parecchia pena, in realtà, perché al di là di cosa io possa pensare di loro... cercano di acquistare a poco prezzo personale qualcosa che invece dovrebbe averne parecchio... ma prima di tutto PER LORO!
Io NON avrei voluto essere promosso se non fossi stato maturo a sufficienza per un grado (kyu o dan non importa, in realtà): mi sarebbe sembrato un modo di mancarmi di rispetto.
Non avrei accettato che un falegname mi riparasse il tetto della stalla gratis, perché ero consapevole che pure lui deve mangiare, quindi che anche il suo lavoro ha un VALORE, anche se quel valore dovevo sottrarlo a me.
Sottrarsi un valore per acquistarne un altro è qualcosa di congruente in natura, così come nelle discipline tradizionali del mondo intero.
Se vuoi una cintura nera in modo facile, c'è Decathlon oggi giorno: e con 4,99 € ti sei tolto il pensiero...
Solo che poi non te lo sei tolto sul serio... ma questa è una faccenda che riguarda solo te, il rispetto ed il bene che pensi di doverti!
Ho realizzato che il valore alla mia cintura lo do IO, con le azioni che ho fatto sul tatami in passato, quelle che faccio oggi e quelle che farò da domani in poi.
Quindi è facile che il valore della TUA cintura lo possa dare e conoscere solo TU!
Marco Rubatto
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